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CHIARIMENTI
Le notizie riportate nel presente blog, ove altrimenti non specificato, sono affidate alla memoria dell' autore e non possono pertanto essere considerate degne della minima fede. Ritengo sia mio preciso obbligo morale diffondere bufale, spacciandole per vere e viceversa. Chi si fida di me sbaglia a farlo, ma, volendo, potrebbe prendere spunto da quel bel po' di verità che sarà in grado di trovare in ciò che scrivo, per approfondire l' argomento, se gli interessa, altrimenti, ciccia.
Chi volesse comunque riferirsi a fonti ancor meno affidabili di una vacillante memoria di un incallito bufalaro, potrà consultare Wikipedia o, peggio ancora, la Treccani Online che a Wikipedia spesso rinvia. Degno di considerazione è il fatto che le idiozie di cui Wikipedia è spesso -non sempre, siamo onesti- intrisa fino al midollo sono consultabili gratis, laddove per la redazione della Treccani online lo Stato ha erogato all' ente, presieduto da un non bene amato ex ministro di nome Giuliano, due bei milioncini di euro nostri: che fine avranno fatto? Non c'è alcuna malizia da parte mia, s'intende, nel formulare questa domanda: solo semplice curiosità.
La lettura di questo blog è vivamente sconsigliata a chi ignora cosa sia l'ironia e/o non è in grado di discernere il vero dal falso.
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Piccola biblioteca romanesca (I miei libri in dialetto romanesco)
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Cento sonetti in vernacolo romanesco (di Augusto Marini)
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Il Dittamondo (4-14)
Post n°1021 pubblicato il 11 Gennaio 2015 da valerio.sampieri
Il Dittamondo di Fazio degli Uberti LIBRO QUARTO CAPITOLO XIV Due son le Germanie, l’alta e la bassa: l’alta di sopra al Frioli si stende per Chiarentana e ’l Tirallo oltrapassa; la bassa lungo il Ren tutta s’intende. Molto sono i paesi grandi e ricchi; 5 molto in tornei e in giostre vi si spende. Passati di Buemmia in Ostericchi, dissi a Solino: "Io ti prego, per Dio, che quanto puoi piú tosto te ne spicchi". "Perché?", rispuose. "È il paese sí rio?" 10 "No, anzi è buon: ma Ridolfo e Alberto me ’l fan cosí spiacer dentro al cuor mio: ché l’uno e l’altro ti dico per certo ebbe lo ’mperio in mano e ciascun fue tal, ch’ogni suo ne rimase diserto". 15 Usciti di Vienna sol noi due, prese la strada per veder Soapia, per lo molto valor che giá vi fue. Poi dimandai se di quella prosapia alcun possente e vertudioso v’era: 20 ma non trovai chi bene il ver ne sapia. Di lá partiti, passammo in Bavera, onde fu il buon Namo e questa schiatta la piú gentil, che sia di lá, s’avera. Molto mi parve quella gente tratta 25 d’amare e portar fede al suo signore, ne l’arme accorta e tutta bene adatta. Cosí cercando noi dentro e di fore, per Norimberg e Monaco sentia gittar sospiri e menar gran dolore: 30 per ch’io mi volsi a la mia compagnia e dissi: "Ciò non è senza cagione". Ed ello: "Tu, che l’intendi, ne spia". Ond’io, udita la sua intenzione, cosí mi trassi accortamente presso, 35 dov’era gente con poco sermone. * * * Isa passati, prendemmo la strada in vèr Messena, ch’è un buon paese e propio ch’assai v’han metalli e biada. Da Messena cittá il nome prese; 40 l’Albia la bagna, che l’adorna assai: la gente v’è buona, bella e cortese. Veduti quelli, in Sansogna passai e tanto questa contrada mi piacque, che niuna di lá miglior trovai. 45 De’ Greci questa gente udio che nacque; Atrodan, l’Albia, Solan e Visera con Linia vi passai e piú altre acque. Lá vidi pietre di questa maniera: c’hanno l’odore sí soave e buono, 50 quanto fan le viole in primavera. Genti fortissime e fiere vi sono: e ciò provaro al tempo de’ buon Otti, i quai tra gli altri imperador ragiono. Le cittá, le castella e i lor ridotti 55 cercato, mossi in vèr Franconia i passi, per que’ piú dritti e sicuri condotti. Bello è il paese e pien di gente fassi; Maganza è quivi, dove par che ’l Reno e ’l fiume Meno da lato le passi. Noi trovammo Toringia per quel seno, che vuol dir gente come torre dura: duri sono ai nemici e senza freno. Forte è la terra e l’aire sana e pura, chiusa da monti e di metalli piena, 65 con ricchi armenti e con bella pianura. A Vestfalia ora la via ci mena: questa provincia è forte per li monti e ’l Reno e la Visera la ’ncatena. Piú altri fiumi vi sono con be’ ponti, 70 sí come Lipia, Rura, e sonvi ancora per li lor boschi dilettevol fonti. Molto è la gente, che quivi dimora, accorta in arme e i cavalier si destri, ch’assai per loro il paese s’onora. 75 Gran copia v’hanno d’animai campestri, forti cittadi e nobili castelli e frutti assai dimestichi e silvestri. Cosí cercando lungo il Ren per quelli paesi, a Trieves fui e fui in Cologna, 80 dove sono i tre magi in ricchi avelli. Orsola v’è, che con quanto bisogna di fede a Cristo, con le vergin sue sostenne morte e non temeo rampogna. La terra è ricca e sí ben posta fue, 85 che de l’altre, che sono a essa intorno, donna mi parve, e qui non dico piue. Pur tra’ German, come il Ren drizza il corno in verso il mar, trovammo piú contadi, li quai trapasso, ché a essi non torno. 90 Io vidi molti fiumi senza guadi e’n fra gli altri piú nobile è la Mosa, che bagna di Brabanza le contradi. Questa è gente fiera e bellicosa contro a’ nemici e in fra lor si vede 95 benigna assai, pacifica e pietosa. Per quel cammin, che piú dritto procede, passammo in Lottoringia e questa gente l’ultima de’ German quasi si crede. Da Lottario re, che anticamente 100 ne fu signore, il paese si noma: di lá si dice e ’l nome me ’l consente. Li maggior fiumi, che ’l paese doma, è Mosa con Mosella e que’ passai; 105 poi fui a Mes, ch’è di lá una Roma. E quivi alquanto con Solin posai. |
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il 12/08/2024 alle 08:41
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