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CHIARIMENTI
Le notizie riportate nel presente blog, ove altrimenti non specificato, sono affidate alla memoria dell' autore e non possono pertanto essere considerate degne della minima fede. Ritengo sia mio preciso obbligo morale diffondere bufale, spacciandole per vere e viceversa. Chi si fida di me sbaglia a farlo, ma, volendo, potrebbe prendere spunto da quel bel po' di verità che sarà in grado di trovare in ciò che scrivo, per approfondire l' argomento, se gli interessa, altrimenti, ciccia.
Chi volesse comunque riferirsi a fonti ancor meno affidabili di una vacillante memoria di un incallito bufalaro, potrà consultare Wikipedia o, peggio ancora, la Treccani Online che a Wikipedia spesso rinvia. Degno di considerazione è il fatto che le idiozie di cui Wikipedia è spesso -non sempre, siamo onesti- intrisa fino al midollo sono consultabili gratis, laddove per la redazione della Treccani online lo Stato ha erogato all' ente, presieduto da un non bene amato ex ministro di nome Giuliano, due bei milioncini di euro nostri: che fine avranno fatto? Non c'è alcuna malizia da parte mia, s'intende, nel formulare questa domanda: solo semplice curiosità.
La lettura di questo blog è vivamente sconsigliata a chi ignora cosa sia l'ironia e/o non è in grado di discernere il vero dal falso.
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Il Dittamondo (5-03)
Post n°1078 pubblicato il 18 Gennaio 2015 da valerio.sampieri
Il Dittamondo "Imagina, seguio, l’ottavo cielo composto d’una e d’altra figura, come de lo Zodiaco ti svelo. E pensa, s’hai veduto e posto cura quando il musaico con vetri dipinti 5 adorna e compon la sua figura: che quei che son piú riccamente tinti ne le piú nobil parti li pon sempre; e converso, ne le men li piú stinti. Cosí quel Sommo, che lassú contempre, 10 conoscer puoi che d’una e d’altra stella figurò il cielo con diverse tempre, e ch’Esso puose ciascuna piú bella propio in quel loco che vide piú degno, con l’ordine seguendo questa e quella. 15 Similmente ti dico e ti disegno ch’ogni figura significa certo la simiglianza sua in questo regno. Ma drizza gli occhi ove piú vedi aperto in vèr settentrione e ’l mio dir nota, 20 se vuoi d’alcuna d’esse essere esperto. Vedi il Carro, che intorno al polo rota; vedi Bootes, che guida il timone; di cui Boetes alluma la gota. Vedi due stelle, che l’una si pone 25 in su l’omero destro e l’altra apresso, dico sopra ’l sinistro d’Orione. Vedi due altre al Carro piú presso, de le quai credo ch’assai se’ provisto: l’Orse son dette e ’nsieme stanno adesso". Allor pensai: l’una è quella Callisto, ch’Ovidio pone che Giuno converse in orsa, poi ch’ella ebbe il fatto visto; l’altra è ’l figliuol, cui Giove non sofferse che morisse per lei, ma tutto accorto 35 fe’ due stelle di loro e ’l cielo aperse. Quel mi guardò e, poi che m’ebbe scorto che io pensava altrove, disse: "Guarda e ’l pensier lassa come il dito porto. Vedi una stella, che par che tutta arda, 40 tra il Gemini e il Cancro tanto viva, che Venus pare a chi ben la riguarda. In fra le fisse niuna v’è piú diva di luce presso a lei ed è nel Cane e ‘cuor del Cane’ voglio che la scriva. 45 Dinanzi ai piedi del Gemini stane, che ha forma d’uomo; e quinci, penso, move che sempre a l’uomo il cane apresso vane. Vedi lá il Cigno, in che trasformò Giove, e ’l Delfin di Nettunno e quella spera 50 del serpe Eritonio, che leggi altrove". Apresso m’additò d’una che v’era in atto d’assassin crudo e villano, orribile a veder quanto una fera. Questo tenea ne la destra mano, 55 come ferir volesse, un gran coltello; l’altra, la testa di un corpo umano. "Vedi la nave d’Argus col castello; e vedi Pegaseo che, tratto a volo, tutto è caval, ma con ale d’uccello. 60 Vedi Feton d’intorno al nostro polo, e, piú qua, il Corbo, che cambiò le penne perché Corona scoperse ad Apolo. E sappi, quando a far l’accusa venne, che la pernice del tutto l’avisa, 65 quasi indivina a quello che li avenne". Alfine mi disegna e mi divisa che son diciotto figure con trenta nel cielo ottavo, di diversa guisa. E io: "O luce mia, sí mi contenta 70 il tuo aperto e piacevole dire, che, ascoltando, di piú non mi rammenta. Or, se a te piace, ancora vorrei udire nomare alcuna stella principale del Zodiaco, e quel loco partire". 75 "Ogni cosa, rispuose, per la quale io possa sodisfare a la tua sete, mi piace e piú di altro non mi cale. Sarthan ne le corna d’Ariete due stelle son lucenti e pari poste 80 e ciascuna d’un modo in noi reflete. E con gran luce tre n’ha ne le coste: Albuthan prima le nomâr coloro, che puoson mente com’eran disposte. Albocach son tre altre e fan dimoro 85 ne lo capo del Gemini e tra i piei Anchacas due, che lucono come oro. E vedrai, se ben miri ai detti miei, Anacotha nel muso del Leone lucenti sí, che conoscer le dèi. 90 Cosí, nel petto, Albegen si pone e Alcarfa sopra alquanto dal rabbuffo de la sua coda, di sotto al groppone. Similemente apresso del ciuffo, dico negli occhi suoi, ne stanno due 95 e queste truovo nominate Artuffo". E qui si tacque, che non disse piue. |
Inviato da: Vince198
il 22/03/2023 alle 09:51
Inviato da: valerio.sampieri
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