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CHIARIMENTI
Le notizie riportate nel presente blog, ove altrimenti non specificato, sono affidate alla memoria dell' autore e non possono pertanto essere considerate degne della minima fede. Ritengo sia mio preciso obbligo morale diffondere bufale, spacciandole per vere e viceversa. Chi si fida di me sbaglia a farlo, ma, volendo, potrebbe prendere spunto da quel bel po' di verità che sarà in grado di trovare in ciò che scrivo, per approfondire l' argomento, se gli interessa, altrimenti, ciccia.
Chi volesse comunque riferirsi a fonti ancor meno affidabili di una vacillante memoria di un incallito bufalaro, potrà consultare Wikipedia o, peggio ancora, la Treccani Online che a Wikipedia spesso rinvia. Degno di considerazione è il fatto che le idiozie di cui Wikipedia è spesso -non sempre, siamo onesti- intrisa fino al midollo sono consultabili gratis, laddove per la redazione della Treccani online lo Stato ha erogato all' ente, presieduto da un non bene amato ex ministro di nome Giuliano, due bei milioncini di euro nostri: che fine avranno fatto? Non c'è alcuna malizia da parte mia, s'intende, nel formulare questa domanda: solo semplice curiosità.
La lettura di questo blog è vivamente sconsigliata a chi ignora cosa sia l'ironia e/o non è in grado di discernere il vero dal falso.
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Piccola biblioteca romanesca (I miei libri in dialetto romanesco)
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Cento sonetti in vernacolo romanesco (di Augusto Marini)
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Il Dittamondo (5-16)
Post n°1121 pubblicato il 25 Gennaio 2015 da valerio.sampieri
Il Dittamondo Il fisico quanto piú può il riprova per questo modo: che vuoi dir che ’l mondo 5 fatto di quattro alimenti si trova, ond’ello è animato, e che, secondo ha nare, aviene come in noi si mira: e propio dove il mare è piú profondo. E però, quando il fiato fuori spira, 10 cresce e rallarga; ancor similemente dice che manca, quando a sé lo tira. Ma sí com’io t’ho detto, a chi pon mente, pur la Somma Potenza guida il tutto e le altre fanno poi come consente". 15 Cosí parlando, mi trovai condutto, nel paese Beronico, a un fiume che bagna quel terreno caldo e asciutto. "Dimmi, diss’io e volsimi al mio lume, questo qual è, che sí forte s’avanza 20 e fa sí grandi e torbide le schiume?" Ed ello a me (con ridente sembianza mi riguardò e disse): "Questo è Lete, ch’è interpretato a noi dimenticanza. Assai t’è chiar, per le genti poete, 25 ch’egli eran molti che credeano allora che l’alma, uscita fuor de la sua rete, perdesse, qui bevendo, la memora e che, perduta, senz’altro governo tornasse in altro corpo a far dimora. 30 Ancor diceano che venia d’Inferno. Ma passiam oltre, ché a far troppo avrei a dir di lui ciò ch’io n’odo e dicerno". Cosí per Libia rimovendo i piei e spiando d’alcuna cosa bella, 35 che fosse da notar ne’ versi miei, io fui dove si mostra e si novella come ’l beato Giorgio uccise il drago e che scampò da morte la donzella. Molto è il paese dilettevol, vago 40 di verso noi e abondevol d’acque; ma in verso il mezzodí non vale un ago. Da Foroneo, figlio di Cam, nacque la prima gente di questo paese: tanto l’Africa a lui allora piacque. 45 Questo si scrive e tra loro è palese; e poi un fiume il manifesta quivi che ’l nome tiene ancor, che da lui prese. D’oro, d’argento e di gemme son divi coloro che vi stanno e han gran copia 50 di biada, dico, di vigne e d’ulivi. "Come a Italia, Solin disse, s’appropia provincie assai, cosí date ne sono a Libia, tra l’Egitto e l’Etiopia. Ma pon mente a quel ch’ora ti ragiono, 55 a ciò che, se ti vien mai caso o destro, lo sappi ragionar sí come il sono. Tanto è questo paese aspro e silvestro in verso l’Etiopia, ch’a passarvi impaccio pare a ogni gran maestro: 60 perché le selve e ogni bosco parvi formiculare di vari serpenti, con diversi veleni, grandi e parvi. E perché sappi con quanti tormenti altrui offendan, ti dirò d’alcuno 65 e quanto al viver loro hanno argomenti. In fra gli altri piú principale è uno: cerasta è detto; ha otto cornicelli, co’ quai si pasce allora ch’è digiuno. Dico che a inganno sa prender gli uccelli: e, se udissi dire a che partito, ben ti parrebbon gli argomenti belli". E io: "Per altro tempo l’ho udito come la coda fuora al gioco tene e l’altro corpo asconde e sta romito". 75 "Se ’l sai, rispuose, dir non me ’l convene". E seguí poi: "Ancora vi si vede in molta copia de l’amfisibene. Questi han due teste: l’una, ove si chiede; l’altra hanno ne la coda e van bistorti, 80 però che con ciascuna morde e fiede. Giaculi v’ha tanto securi e forti, che, trapassando lungo ai lor procinti, gli altri animai da lor son lesi e morti. Li scitali son tanto ben dipinti, 85 che spesso a chi li mira torna danno: sí dal piacer de lo splendor son vinti, che presi son, ché partir non si sanno". |
Inviato da: Vince198
il 22/03/2023 alle 09:51
Inviato da: valerio.sampieri
il 22/03/2023 alle 09:45
Inviato da: valerio.sampieri
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