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Rime del Berni 16-18

Post n°1221 pubblicato il 19 Febbraio 2015 da valerio.sampieri
 

Rime di Francesco Berni

16

Capitolo di Papa Adriano

O poveri, infelici cortegiani,
usciti dalle man de' fiorentini
e dati in preda a tedeschi e marrani,
che credete che importin quelli uncini
che porta per insegna questo arlotto,
figliuol d'un cimator de panni lini?
Andate a domandarne un po' Ceccotto,
che fa profession d'imperiale,
e diravvi il misterio che v'è sotto.
Onde diavol cavò questo animale
quella bestiaccia di papa Leone?
Che li mancò da far un cardinale?
E voi, reverendissime persone,
che vi faceste così bello onore,
andate adesso a farvi far ragione;
o Volterra, o Minerva traditore,
o canaglia, diserti, asin, furfanti,
avete voi da farci altro favore?
Se costui non v'impicca tutti quanti
e non vi squarta, vo' ben dir che sia
veramente la schiuma de' pedanti.
Italia poverella, Italia mia,
che ti par di questi almi allievi tuoi
che t'han cacciato un porro dietro via?
Almanco si voltasse costà a voi
e fessevi patir la penitenza
del vostro error. Che colpa n'abbiàn noi,
che ci ha ad esser negata l'audienza
e dato su 'l mostaccio delle porte,
che Cristo non ci arebbe pazienza?
Ecco che personaggi, ecco che corte,
che brigate galanti, cortegiane:
Copis, Vincl, Corizio e Trincaforte!
Nomi da far isbigottir un cane,
da far ispiritar un cimitero,
al suon delle parole orrende e strane.
O pescator deserto di san Piero,
questa è ben quella volta che tu vai
in chiasso et alla stufa daddovero.
Comincia pur avviarti a Tornai
e canta per la strada quel versetto
che dice: "Andai in Fiandra e non tornai".
Oltre, canaglia brutta, oltre al Traghetto!
Ladri cardinalacci schericati,
date loco alla fe' di Macometto,
che vi gastighi de' vostri peccati
e levivi la forma del cappello,
al qual senza ragion foste chiamati.
Oltre, canaglia brutta, oltre al bordello!
Ché Cristo mostrò ben d'avervi a noia,
quando in conclavi vi tolse il cervello.
S'io non dic'or da buon senno, ch'i' moia,
che mi parrebbe far un sacrifizio
ad esser per un tratto vostro boia.
O ignoranti, privi di giudizio,
voi potrete pur darvi almeno il vanto
d'aver messa la chiesa in precipizio.
Basta che gli hanno fatto un papa santo,
che dice ogni mattina la sua messa
e non se 'l tocca mai se non col guanto.
Ma state saldi, non gli fate pressa,
dategli tempo un anno e poi vedrete
che piacerà anco a lui l'àrista lessa.
O Cristo, o santi, sì che voi vedete
dove ci han messi quaranta poltroni,
e state in cielo e sì ve ne ridete!
Che maledette sien quante orazioni
e quante letanie vi fur mai dette
da' frati in quelle tante processioni!
Ecco per quel che stavan le staffette
apparecchiate ad ir annunziare
la venuta di Cristo in Nazarette.
Io per me fui vicino a spiritare
quando sentii gridar quella Tortosa
e volsi cominciar a scongiurare.
Ma il bell'era ad odir un'altra cosa:
e' dubitavan che non accettasse,
come persona troppo scrupulosa;
per questo non volevan levar l'asse
di quel conclavi ladro scelerato,
se forse un'altra volta ei bisognasse.
Dopo che sepper ch'egli ebbe accettato,
incominciorno a dir che non verrìa
et aspettava ogniun d'esser chiamato.
Allora il Cesarin volse andar via
per parer diligente; e menò seco
Serapica in iscambio di Tubbia.
O sciocchi, a Ripa è sì tristo vin greco,
che non avesse dovuto volare,
se fusse stato zoppo, attratto e cieco?
Dubbitavate voi dell'accettare?
Non sapevate voi ch'egli avea letto
che un vescovato è buon desiderare?
Or su, che questo papa benedetto
venne (così non fusse mai venuto,
per far a gli occhi mei questo dispetto):
Roma è rinata, il mondo è riavuto,
la peste spenta, allegri gli uffiziali:
oh, che ventura che noi abbiamo avuto!
Non si dice più mal de' cardinali;
anzi son tutti persone da bene,
tanto franzesi quanto imperiali.
O mente umana, come spesso avviene
che un loda e danna una cosa e la piglia
in pro, in contra, come ben gli viene!
Così adesso non è maraviglia
se la brigata divien inconstante
e mal contenta di costui bisbiglia.
Or credevate voi, gente ignorante,
ch'altrimenti dovesse riuscire
un sciagurato, ipocrito, pedante?
Un nato solamente per far dire
quanto pazzescamente la fortuna
abbia sopra di noi forza et ardire?
Un che, s'avesse in sé bontate alcuna,
doverrebbe squartar chi l'ha condotto
alla sede papal ch'al mondo è una?
Dice 'l suo Teodorico ch'egli è dotto
e ch'egli ha una buona conscienza,
come colui che gliel'ha vista sotto.
L'una e l'altra gli ammetto e credo senza
che giuri; e credo ch'egli abbi ordinato
di non dar via beneficii in credenza:
più presto ne farà miglior mercato
e perderanne inanzi qualche cosa,
pur che denar contanti gli sia dato.
Questo perché la chiesa è bisognosa
e Rodi ha gran mestier d'esser soccorsa
nella fortuna sua pericolosa;
per questo si riempie quella borsa
che gli fu data vota; onde più volte
la man per rabbia si debbe aver morsa.
Ma di cui vi dolete, o genti stolte,
se per difetto de' vostri giudizii
vostre speranze tenete sepolte?
Lasciate andar l'impresa de gli uffizii
et si habetis auro et argento
spendetel tutto quanto in benefizii,
che vi staranno a sessanta per cento;
e non arete più sospizione
ch'e denar vostri se gli porti il vento.
Non dubbitate di messer Simone,
ché maestro Giovan da Macerata
ve ne farà plenaria assoluzione.
A tutte l'altre cose sta serrata
e dicesi: "Videbimus"; a questa
si dà un'audienza troppo grata.
Ogni dimanda è lecita et onesta:
e che sia il ver, benché fusse difeso,
pur al lucchese si tagliò la testa.
Io non so se sia 'l vero quel c'ho inteso,
ch'e' tasta ad un ad un tutti i denari
e guarda se' ducati son di peso;
or quei che non lo sa studii et impari,
ché la regola vera di giustizia
è far che la bilancia stia di pari.
Così si tiene a Roma la dovizia
e fannosi venir l'espedizioni
di Francia, di Polonia e di Gallizia;
queste son l'astinenze e l'orazioni
e le sette virtù cardinalesche
che mette san Gregorio ne' Sermoni.
Dice Franciscus che quelle fantesche
che tien a Belveder servon per mostra,
ma con effetto a lui piaccion le pesche;
e certo la sua cera lo dimostra,
ché gli è pur vecchio et in parte ha provato
la santa cortigiana vita nostra.
Di questo quasi l'ho per iscusato,
ché non è vizio proprio della mente,
ma difetto che gli anni gli han portato;
e credo in conscienza finalmente
che non sarebbe se non buon cristiano,
se non assassinasse sì la gente.
Pur quand'io sento dir oltramontano,
vi fo una chiosa sopra col verzino:
id est nemico al sangue italiano.
O furfante, ubbriaco, contadino,
nato alla stufa, or ecco chi presume
signoreggiar il bel nome latino!
E quando un segue il libero costume
di sfogarsi scrivendo e di cantare,
lo minaccia di far gettar in fiume:
cosa d'andarsi proprio ad annegare,
poi che l'antica libertà natia
per più dispetto non si puote usare.
San Pier, s'i' dico pur qualche pazzia,
qualche parola ch'abbia del bestiale,
fa con Domenedio la scusa mia:
l'usanza mia non fu mai di dir male;
e che sia 'l ver, leggi le cose mie,
leggi l'Anguille, leggi l'Orinale,
le Pesche, i Cardi e l'altre fantasie:
tutte sono inni, laude, salmi et ode;
guàrdati or tu dalle palinodie.
I' ho drento un sdegno che tutto mi rode
e sforza contra l'ordinario mio,
mentre costui di noi trionfa e gode,
a dir di Cristo e di Domenedio.



17

Capitolo d'un ragazzo

I' ho sentito dir che Mecenate
dette un fanciullo a Vergilio Marone,
che per martel voleva farsi frate;
e questo fece per compassione
ch'egli ebbe di quel povero cristiano,
che non si dessi alla disperazione.
Fu atto veramente da romano,
come fu quel di Scipion maggiore,
quand'egli era in Ispagna capitano.
Io non son né poeta né dottore,
ma chi mi dessi a quel modo un fanciullo,
credo ch'io gli daria l'anima e 'l cuore.
Oh state cheti, egli è pur un trastullo
aver un garzonetto che sia bello,
da insegnarli dottrina e da condullo!
Io per me credo ch'i' fare' il bordello
e ch'io gl'insegnarei ciò ch'io sapessi,
s'egli avesse niente di cervello.
E così ancora, quand'io m'avvedessi
che mi facessi rinegare Iddio,
non è dispetto ch'io non gli facessi.
Oh Dio, s'io n'avesse un che vo' dir io,
poss'io morir come uno sciagurato,
s'io non gli dividesse mezzo il mio;
ma io ho a far con un certo ostinato,
o, per dir meglio, con quelli ostinati
c'han tolto a farmi viver disperato.
Per Dio, noi altri siam pur sgraziati,
nati ad un tempo dove non si trova
di questi così fatti Mecenati.
Sarà ben un che farà una pruova
di dar via una somma di denari;
da quello in su non è uom che si muova.
Or che diavol ha a far qui un mio pari?
Hass'egli a disperar o a gittar via,
se non v'è Mecenati o Tucchi o Vari?
Sia maladetto la disgrazia mia,
poi ch'io non nacqui a quel buon secol d'oro,
quando non era ancor la carestia!
Sappi, che diavol sarebbe a costoro
d'accomodar un pover uom da bene
e di far un bel tratto in vita loro?
Ma so ben io donde la cosa viene:
perché la gente se lo trova sano,
ogniun va drieto al caldo delle rene
et ogniun cerca di tenere in mano;
così avviene; e chi non ha, suo danno:
non val né santo Anton né san Bastiano.
Cristo, cavami tu di questo affanno;
o tu m'insegna com'io abbi a fare
aver la mala pasqua col mal anno;
e s'egli è dato ch'io abbi a stentare,
fa' almen che qualch'un altro stenti meco,
acciò ch'io non sia solo a ruinare.
Cupìdo traditor, bastardo, cieco,
che sei cagion di tutto questo male,
riniego Iddio s'io non m'amazzo teco,
quando non era ancor la carestia!
Sappi, che diavol sarebbe a costoro
d'accomodar un pover uom da bene
e di far un bel tratto in vita loro?
Ma so ben io donde la cosa viene:
perché la gente se lo trova sano,
ogniun va drieto al caldo delle rene
et ogniun cerca di tenere in mano;
così avviene; e chi non ha, suo danno:
non val né santo Anton né san Bastiano.
Cristo, cavami tu di questo affanno;
o tu m'insegna com'io abbi a fare
aver la mala pasqua col mal anno;
e s'egli è dato ch'io abbi a stentare,
fa' almen che qualch'un altro stenti meco,
acciò ch'io non sia solo a ruinare.
Cupìdo traditor, bastardo, cieco,
che sei cagion di tutto questo male,
riniego Iddio s'io non m'amazzo teco,
poi che il gridar con altri non mi vale.



18

Sonetto del bacciliero

Piangete, destri, il caso orrendo e fiero,
piangete, cantarelli, e voi, pitali,
né tenghin gli occhi asciutti gli orinali,
ché rotto è 'l pentolin del bacciliero.

Quanto dimostra apertamente il vero
di giorno in giorno a gli occhi de' mortali
che por nostra speranza in cose frali
troppo n'asconde el diritto sentiero!

Ecco, chi vide mai tal pentolino?
Destro, galante, leggiadretto e snello:
natura il sa, che n'ha perduta l'arte;

sallo la sera ancor, sallo il mattino,
che 'l vedevon tal or portar in parte
ove usa ogni famoso cantarello.

 
 
 
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Un blog di: valerio.sampieri
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