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Alberto Bonacci

Conforto

Stava pe’ partorì, strillava tanto
E se spremeva stesa drento a’ letto;
Sant’Anna, aiuto! - urlava - Cristo santo,
Nu’ lo farò mai più... ve lo prometto!...

Er marito, quer boccio de Peppetto,
Je s’era messo a sede accanto, accanto,
e quanno lei faceva ’no strilletto
Lui, brutto babbaleo, sbottava un pianto.

Lei, stufa de sentì ’sta zinfonia
Je fece: - Perchè piagni? e lui de botto:
Piagno perchè la corpa è tutta mia

Si mò stai drent’un letto sofferente!...
E lei: - Ma statte zitto co’ ’sto fiotto,
Quanto sei scemo... tu nun c’entri gnente...

Note di Valerio Cruciani:
In Marforio I, 53 - 16 Novembre 1902. Sonetto, schema: ABAB BABA CDC EDE. Vs. 6 tra i due accanto forse la virgola è un refuso. Vs. 8 babbaleo secondo Gennaro Vaccaro, Vocabolario Romanesco Trilussiano e Italiano-Romanesco (etimologico-lessicale-grammaticale-fraseologico-dei proverbi e modi proverbiali-dei sinonimi e degli opposti), Romana libri alfabeto, Roma 1971, pp. 402: "Sciocco. Stupido. Imbecille." Risulta dalla fusione di babbeo e mammaleo. Lo si ritrova in La scappatella del leone (nella raccolta La gente) e in La Verginella con la coda nera (in Acqua e Vino) di Trilussa. Vs. 13 fiotto secondo Vaccaro (Vocabolario Belliano, op. cit.): "Piagnucolio". Viene dal lat. fluctus, -us.

Alberto Bonacci


La bandiera

BANDIERA! Nome santo e benedetto
Sogno dorato de ’gni bon gueriero,
Tu sola je fai sbatte er core in petto,
Tu sola je stai fissa ’nder pensiero.

P’ariccontà la storia tua dar vero,
Ce vò ’na bibbrioteca, nò un sonetto,
Chè ar monno, nun c’è regno, nun c’è impero,
Che nun ciabbi pe’ te: fede e rispetto.

Pe’ te sopra a li campi de battaja
Tanti hanno avuto la gran bella sorte
D’acquistasse la grolia e la medaja;

Pe’ te c’è stato chi ferito a morte
Strillanno VIVA E’ RE, VIVA L’ITAJA!
Abbraccicato a te morì da forte!

Note di Valerio Cruciani:
In Marforio I, 39 - 30 Settembre 1902. Sonetto, schema: ABAB BABA CDC DCD. Vs. 6 nò è forse da considerare come effetto dell’apocope di non. Vs. 11 grolia tipico fenomeno di metatesi.

Alberto Bonacci

   
L’automobile

Adesso co’ ’sto coso ch’è un portento
Er monno ciarisente un gran vantaggio.
L’omo se pô pijà er divertimento
D’annàcce in giro e fa qualunque viaggio.

Pô fa un viaggetto a Utricoli, a Marino,
Pô annà ’nsinenta in Russia, a la ’Matrice...
E quarchiduno ce pô fa persino
Un viaggio longo; er viaggio de l’alice!

Le disgrazzie ce fiòccheno a dozzina
E ’gni momento ce succede un pianto...
Ma... invece de mettècce la benzina,
Ce potrebbero mette l’ojo... santo!...

Note di Valerio Cruciani:
In Marforio I, 29 - 26-27 Agosto 1902. Tre quartine di endecasillabi, schema: ABAB CDCD EFEF. Vs. 4 fa anziché fà o fa’ si ripete anche nei versi successivi, probabilmente è dovuto all’abitudine del poeta. Al vs. 8 il punto e virgola è forse un refuso per i due punti. Vs. 11 mettècce anziché mèttece, l’accento potrebbe essere errore di stampa, ma potrebbe anche essere volontà del poeta di spostare l’accento in 6ª.

Alberto Bonacci

   
Impieghi e donne

Tu nun saprai ’sta fresca in che consiste,
Ma l’omo adesso è bello che finito.
Mo mò là donna, pe’ l’impiego, insiste
E, in ogni modo, cià da mette er dito.

Te le vedi impiegate, computiste,
Cape stazzione... insomma s’è capito
Che l’omo ha da sta a spasso, e che ’ste criste
S’hanno da intrufolà per ogni sito!

Vedi: la donna, senza tante carte
Eh... fijo bello, che nun ottierebbe?
La donna cià la grazzia, cià la parte...

L’omo nun sà er busilli, a dilla tonna:
Per ottenè l’impiego basterebbe
Che facesse la parte de’ la donna.

Note di Valerio Cruciani:
In Marforio I, 14 - 4-5 Luglio 1902. Sonetto, schema: ABAB ABAB CDC EDE.
Vs. 3 là probabile refuso. N.d.A.: "Nel Tirolo hanno nominato capo stazione... una donna." Vs. 12 busilli, il Vaccaro (Vocabolario Belliano, op. cit.) ci dice che il termine deriva dalla scorretta divisione della locuzione latina in die Busillis anziché in diebus illis. Ha il valore di problema, nodo della questione, difficoltà. Vs. 14 de’ la anziché della o de la, probabile refuso (cfr. con de l’ al vs. 8 della poesia seguente).

Il Possenti (op. cit. pag. vol. I 264) ci dice che nacque in Calabria nel 1871, ma presto si trasferì a Civitavecchia, dove nel 1902 pubblicò il suo primo libro di versi, Scampoletti da gode’. Commerciava in pellami e sposò la figlia di Adolfo Giaquinto, Margherita. Collaboratore assiduo del «Rugantino», era noto soprattutto come compositore di canzoni per la festa di S. Giovanni. Morì nel 1916. (Valerio Cruciani).

Alberto Bonacci

 
 
 
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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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