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Storia nostra 101-105

Post n°2254 pubblicato il 15 Novembre 2015 da valerio.sampieri
 

Storia Nostra
Cesare Pascarella (1858 - 1940)

CI

Ma siccome qui drento a ’sto paese
Se pô di’ che oramai tutta la gente
Li botti li sentiva solamente
Sparà’ pe’ le funzioni de le chiese,

Quanno che venne l’ora che l’intese,
Nun ce se stiede a strologà’ la mente
E nun ce se fissò manco per gnente
Perché naturarmente lei se crese

Che tutti queli botti che sentiva,
Sempre piú forti e sempre piú vicini,
Fosse la processione che sortiva.

Ma, invece de sortì’ la processione,
Cominciorno a sortì’ li bollettini
De le vittorie de Napoleone.

CII

Quelle vittorie che nun c’era verso
De fermalle, e che quanno fu passato
Tutto er tempo che aveveno durato
E se poté guardalle in senso inverso,

Uno s’accorse che qualunque Stato
Der monno avesse vinto o avesse perso,
Tutto quello che aveveno trovato
Com’era, lo lassaveno diverso.

Defatti da quer dì, Francia o nun Francia,
Pe’ pesà’ le faccenne de ’sto monno
Se cambiorno li pesi a la bilancia;

E l’omo stesso, come tu già sai,
Nun fu piú quello! Ma ’ste cose, in fonno,
È inutile a ridille. Capirai.

CIII

Me pij un pezzo de merluzzo a mollo,
Che tutto er santo giorno stava a sede’
Davanti a la piluccia sur treppiede,
Che caso mai je ce voleva er bollo

P’annà’ da Papagiulio a Pontemollo;
Che tutto in un momento je succede
Che se trova sordato, dritto in piede
Cor fuciletto in mano e er sacco in collo,

Davanti a quello che se lo stracina
Da le rene bollente der deserto
Fino a li ghiacci de la Beresina;

Si ce rimane, be’ va be’, ce resta;
Ma si ritorna a casa, pôi sta’ certo
Che ce torna co’ quarche cosa in testa.

CIV

Quarche cosa per cui se trovò messo
Co’ l’occhi de la mente in quelo stato,
Che quanno che je fosse capitato
Un fatto che je rimaneva impresso,

Si prima lo guardava cor riflesso
Der vetro de l’occhiali der curato,
Adesso invece s’era abituato
A guardallo co’ l'occhi de se stesso.

E si prima che lui se ne fosse ito,
Bastava ’na chiamata in parrocchietta
Perché t’avesse subito ubbidito,

Adesso invece ch’era rivenuto,
Si volevi che lui te desse retta,
Te ce voleva er guanto de velluto.

CV

Perché se dice presto l’ignoranza;
Ma quello, stracinato Dio sa dove,
Aveva visto e inteso cose nove,
E n’aveva capito l'importanza.

Percui, si adesso lo volevi smove’
Co’ le chiacchiere, quello in circostanza
Te portava davanti l’uguajanza
Co’ li princípi de l’Ottantaove;

E si mai te faceva maravija,
Te ce poteva puro mette’ accanto
Li Diritti dell’Omo e la Bastija.

Tutta roba che lui s’era imparata
Dall’antra gente in mezzo a tutto quanto
Quer ferreffoco de la Grand’Armata.

Cesare Pascarella
Storia Nostra

 
 
 
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