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Vincenzo da Filicaja

Post n°4459 pubblicato il 07 Aprile 2018 da valerio.sampieri
 

Quattro Sonetti

Italia, Italia, o tu, cui feo la sorte
Dono infelice di bellezza, ond'hai
Funesta dote d'infiniti guai,
Che in fronte scritti per gran doglia porte;

Deh fossi tu men bella, o almen più forte,
Onde assai più ti paventasse, o assai
T'amasse men chi del tuo bello a i rai
Par, che si strugga, e pur ti sfida a morte!

Che giù da l'Alpi non vedrei torrenti
Scender d'armati; nè di sangue tinta
Bever l'onda del Pò Gallici armenti;

Nè te vedrei del non tuo ferro cinta
Pugnar col braccio di straniere genti
Per servir sempre o vincitrice, o vinta.

2

Questa, che scossa di sue regie fronde
Sol coll'augusto Tronco ombra facea,
Gran Pianta eccelsa, e tanto al Ciel s'ergea;
Quanto fur sue radici ampie, e profonde:

Quella: ove nido facean gl'Ingegni, e donde
Virtù sostegno, e nudrimento avea,
E che di gloria i rami alti stendea
- Dal Caspio lido alle Tirintie sponde;

Ecco cede al suo peso, ecco da l'ime
Parti si schianta, e ciò, che un tempo resse,
Colla cadente Sua grandezza opprime;

E come il Mondo al suo cader cadesse,
Strage apporta sì vasta, e sì sublime,
Che han maestà le sue ruine istesse.



3

E ben potrà mia Musa entro le morte
Membra ripor lo spirto; e viva, e vera
Mostrar lei, qual fù dianzi, e dir qual'era;
E parte tor di sue ragioni a Morte.

Dir potrà, che fù giusta, e saggia, e forte;
Onor del sesso, e di sua stirpe altera;
Donna, che fuor de la volgare schiera
Il Ciel già diede al secol nostro in sorte.

Donna, che altrui fù norma; e norma solo
Di se dando a se stessa, in se prescrisse
Legge a gli affetti, e frenò l'ira, e 'l duolo.

Donna, che in quanto fece, e in quanto disse,
Tanto levossi sovra l'altre a volo,
Che mortal ne sembrò, sol perchè visse.

4

Vivrà l'Arcadia. Un di Talìa mel disse,
Mel disse Apollo, e mel giurò per quella
Sempre ostinata gioventù sua bella,
E in verde Lauro di sua man lo scrisse.

Nè Stoa mai tanto, nè mai tanto visse
L'Accademia, e 'l Liceo, di cui favella
De l'antica non men l'età novella.
Nel gran bollor de l'erudite risse.

Vivrà l'Arcadia; e la fatal congiura
Degli anni edaci, che sì ratti vanno,
Fia, che a lei di far fronte abbia paura.

E fin quando a morir le cose andranno,
Ne l'angonia del Mondo, e di Natura,
Arcadia i boschi risonar sapranno.

Vincenzo da Filicaja
Raccolta di rime italiane, tomo 1 - Parigi 1744, pag. 298-300

 
 
 
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