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Kawabata Yasunari

Post n°88 pubblicato il 16 Ottobre 2009 da valerio.sampieri
 
Foto di valerio.sampieri

Kawabata Yasunari (in giapponese si usa prima il cognome) fu un giornalista, sceneggiatore e scrittore, nato ad Osaka nel 1899 e morto suicida nel 1972 ed insieme con Mishima Yukio è forse il più noto scrittore giapponese (scrivere in Giappone deve costituire attività molto pericolosa, dato che anche Mishima ha fatto la stessa fine). Nel 1968 gli fu attribuito il Premio Nobel per la letteratura, tra la sorpresa generale, in quanto è noto che tale ambito riconoscimento viene generalmente assegnato a chi nella vita non ha ancora fatto un tubo. Può darsi che tale mia opinione sia viziata da avvenimenti recenti.

La voce su Wikipedia mi sembra discretamente redatta e ad essa rimando per chi fosse interessato a saperne di più. Di Kawabata ho letto un solo libro, intitolato "Meijin" (Il Maestro di Go), la cronaca romanzata di un famoso incontro di Go, gioco di origine cinese del quale Kawabata era un grande appassionato, giocato nel 1939 tra Honinbo Shusai, l'ultimo rappresentante della Scuola Honinbo e Kitani Minoru (il cui cognome nel libro è stato cambiato in Otake). Occorsero diversi mesi per disputare la partita, svoltasi in diverse sedute in varie parti del Giappone. Ogni giocatore disponeva di un tempo di riflessione complessivo di 40 ore per disputare  tutta la partita. Al termine di ogni seduta di gioco (l'orario di gioco era prefissato), chi aveva la mossa la trascriveva su un foglio che veniva inserito in una busta poi sigillata. La busta veniva aperta all'inizio della seduta successiva e, ricostruita la posizione sul Goban (il tavoliere di gioco), la partita continuava sino a sera.

Kawabata seguì l'incontro come inviato di un quotidiano, sul quale la sua cronaca venne pubblicata a puntate. Con qualche lieve modifica, Kawabata ne trasse successivamente il suo romanzo.

Ovviamente chi conosce il gioco (in Italia siamo due o trecento: ammetto che il numero è sorprendentemente basso, considerato l'altissimo numero di matti in circolazione) potrà cogliere nel romanzo molteplici motivi di interesse, ma anche il profano potrà aver modo di conoscere aspetti interessanti della cultura giapponese, primo tra tutti l'eterna lotta, tuttora esistente, tra tradizione e modernità. Il Giappone -oggi un paese ultramoderno- è uscito dal Medioevo soltanto nel 1867 (inizio dell'Era Meiji), con il crollo dello Shogunato.

Lo Shogun, come tutti sapranno, era in sostanza il vero padrone del Giappone, essendo l'Imperatore niente più che una figura simbolica. Lo Shogunato nacque nel 1603, allorché Tokugawa Yeyasu sconfisse tutti gli altri Daimyo (feudatari), sottomettendoli e dando inizio alla dinastia che fu padrona assoluta del Giappone per oltre 250 anni.

Anche la nascita e la storia dello Shogunato sono in qualche modo connesse al gioco del Go. Nel 1582 si svolse nel tempio di Honnoji una partita tra Nikkai (un monaco buddista in seguito noto come Honinbo Sansa, fondatore della Scuola Honinbo e primo Meijin -Maestro- della storia) e Kashio Rigen, fondatore della Scuola Hayashi, nel corso della quale si verificò un triplo ko (in sostanza, una posizione che si ripeteva continuamente, impedendo che il gioco arrivasse alla sua conclusione). Il giorno dopo, il 2 giugno, il generale Akechi Mitsuhide si ribellò a Oda Nobunaga, il principale daimyo dell'epoca che sembrava destinato a conquistare il Giappone, uccidendolo. Per questo motivo il triplo ko fu considerato portatore di sventure al punto tale da far considerare una partita come mai giocata. Nobunaga era appassionato di Go, al pari del suo successore Toyotomi Hideyoshi che in poco tempo riuscì a sedare la ribellione di Akechi Akihide.

Nel 1600 Tokugawa Yeyasu conquistò l’egemonia sull’intero Giappone e tre anni dopo divenne Gran Generale. Nel 1603 il primo Shogun Tokugawa Yeyasu invitò Sansa come suo istruttore di Go, giocando con lui a 5 pietre di handicap (come Nobunaga e Hideyoshi) e nominandolo Meijin Godokoro (vera e propria carica statale che aveva giurisdizione assoluta sul gioco. Sansa, unico esempio nella storia, fu anche nominato Shogidokoro: lo Shogi è un gioco giapponese simile agli scacchi). Nello stesso anno furono invitati per giocare alla presenza dell’ Imperatore i quattro massimi giocatori dell’epoca, i quali dettero in seguito vita alle quattro grandi Scuole di Go, lautamente finanziate dal Governo centrale: Sansa (Scuola Honinbo), Kashio Rigen (Scuola Hayashi), Nakamura Doseki (Scuola Inoue) e Senkaku, figlio di Senya (altro monaco buddista che fu l'istruttore di Nikkai). A partire dal 1626, inizialmente con cadenze irregolari, in seguito annualmente, si disputava nel Castello di Edo una cerimonia denominata Oshirogo, alla quale partecipavano gli Iemoto (capi delle Quattro Scuole) e gli Atome (successori designati dagli Iemoto). La cerimonia ebbe termine nel 1863 in quanto, per via delle forti tensioni sociali che dopo soli quattro anni avrebbero condotto l'ultimo Tokugawa all' abdicazione, lo Shogun aveva ben altro a cui pensare.

Vabbè, immagino di essere rimasto solo. Se vi fosse qualche sopravvissuto alla precedente narrazione, immagino che potrà essere sorta in lui qualche curiosità in merito alla storia del Giappone e ritengo perciò utile fornirgli un link ad una cronologia ben articolata e corredata da dipinti vari. Naturalmente, non sono così fesso da fornire un link ad un sito giapponese, altrimenti il malcapitato non avrebbe la possibilità di capire un accidente, data la difficoltà estrema della lingua. Un testo cinese è invece molto più facilmente comprensibile. In alternativa, Wikipedia edizione inglese, è discretamente articolata e sviluppata ed è sufficiente inserire una delle parole chiave nel testo (Shogu, Tokugawa, Emperor, Iemoto, ecc.).

Forse è opportuno chiarire (sempre ammesso e non concesso che vi siano superstiti) il perché di questo mio repentino cambio di rotta rispetto ai più recenti post. Anzitutto, Angela mi aveva chiesto perché io fossi così interessato al Go: ormai è chiaro che il mio interesse è dovuto ad una insana follia. In secondo luogo sono pigro ed in particolare non mi piace viaggiare. Se avessi proseguito a parlare di politica, con conseguente commento di Andrea che mi chiede continuamente il perché io sia nervoso, crucciato et similia, sarei stato costretto ad andarlo a cercare a Firenze per pestarlo di botte. Non so dire se la soddisfazione pistatoria mi avrebbe ripagato del fastidio del viaggio. Infine, mi sono reso conto che la politica è tutta una burletta. Ci troviamo di fronte ad attori, peraltro bravissimi. Casualmente, infatti, mi sono imbattuto ieri sera negli incomprensibili bofonchiamenti di bersani che evidentemente si stava esibendo nell'imitazione di prodi. Era evidente che bersani recitasse: non può esistere qualcuno più cretino di fregnoncini!

 
 
 
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