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CHIARIMENTI
Le notizie riportate nel presente blog, ove altrimenti non specificato, sono affidate alla memoria dell' autore e non possono pertanto essere considerate degne della minima fede. Ritengo sia mio preciso obbligo morale diffondere bufale, spacciandole per vere e viceversa. Chi si fida di me sbaglia a farlo, ma, volendo, potrebbe prendere spunto da quel bel po' di verità che sarà in grado di trovare in ciò che scrivo, per approfondire l' argomento, se gli interessa, altrimenti, ciccia.
Chi volesse comunque riferirsi a fonti ancor meno affidabili di una vacillante memoria di un incallito bufalaro, potrà consultare Wikipedia o, peggio ancora, la Treccani Online che a Wikipedia spesso rinvia. Degno di considerazione è il fatto che le idiozie di cui Wikipedia è spesso -non sempre, siamo onesti- intrisa fino al midollo sono consultabili gratis, laddove per la redazione della Treccani online lo Stato ha erogato all' ente, presieduto da un non bene amato ex ministro di nome Giuliano, due bei milioncini di euro nostri: che fine avranno fatto? Non c'è alcuna malizia da parte mia, s'intende, nel formulare questa domanda: solo semplice curiosità.
La lettura di questo blog è vivamente sconsigliata a chi ignora cosa sia l'ironia e/o non è in grado di discernere il vero dal falso.
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Post n°1148 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da valerio.sampieri
Il Dittamondo vidi che quella è men di questa in piano, e questa piú che quella par diserta 5 e mostruosa da ciascuna mano. Io mi rivolsi a la mia guida sperta: "Di quel, diss’io, che è scuro a vedere, andando noi, quanto piú puoi m’accerta". Ed ello a me: "Figliuol, tu dèi sapere che di qua son molti luoghi rimoti pieni di genti, di mostri e di fiere. Da la parte di Libia vo’ che noti uomini lunghi di dodici piedi, che nominati son di qua Serboti. 15 De’ cinocefali i Nomadi credi, una gran gente, che vivon di latte: poco ne dèi curar, se non li vedi. Cosí, per quelle prode ascose e quatte, popol bestiali e salvatichi stanno 20 e, ’n fra gli altri, i Sambari, genti matte. Tra lor ti dico che bestia non hanno con quattro piedi, ch’abbia orecchia in testa; per uso, a chi va ’l can lor signor fanno. Li Azachei sono gente da tempesta; 25 cacciando vanno leofanti e leoni; la vita loro è stare a la foresta. Ne’ gran diserti di queste regioni son fiere molte e velenose assai e propriamente infiniti dragoni. 30 Qui non bisogna dir, ché so che ’l sai, la poca forza ch’egli hanno ne’ denti e che sol con la coda altrui dán guai. Ma quel che non ne sai voglio che senti, de la pietra draconica, com’io, 35 a ciò che ’l sappi dire a l’altre genti. Nel celabro del drago acerbo e rio, subito morto, la pietra si trova; ma se stai punto, non l’andar ratio. Bianca la truovi, rilucente e nova; 40 d’essa giá molti re si gloriaro, provate le vertú a ch’ella giova. Sotaco, autor discretissimo e caro, ti scrive e dice la natura propia: però lui truova, se ’l vuoi saper chiaro. 45 E io ancora assai te ne fo copia; ma qui nol conto, ché mi par mill’anni ch’io t’abbia tratto fuor de l’Etiopia. Per queste selve ancor, piene d’affanni, cameleopardi sono e fanno stallo: 50 nabun lo noman Cirenensi e Fanni. Questo ha propio collo di cavallo e la sua testa simile al camello e qual bufalo ha i piedi, senza fallo. Del pelo, a riguardare, è molto bello: 55 risprende di colori ed è rotato d’un bianco tutto, che riluce in ello. Questo ti dico che fu pubblicato essendo Cesar dittatore, in prima per lui, che per altrui, dal nostro lato. 60 Ancora dentro a queste selve stima un animal molto diverso e strano: cefos lo noma, se mai ne fai rima. Del busto mostra quasi come umano, perch’ello ha gambe e pie’ tratti a quel modo 65 e similmente ciascheduna mano. Gneo di Pompeo quivi pregio e lodo, però che sol dinanzi dal suo ludo questo palesa, ché di piú non odo. Un altro animal v’ha fiero e crudo: 70 quei del paese il chiaman noceronte e io il nome suo cosí conchiudo. Suso le nara, sotto da la fronte, un aspro corno porta per sembiante, miracoloso a dir, ben ch’io nol conte. 75 Odio si porta tal col leofante, che spesso si combatton fino a morte: non tien l’un l’altro, quando può, in bistante. Ancor non è men grande né men forte; ne l’acqua si riposa, per costume; colore ha busseo e le gambe corte". Dissemi apresso quel mio caro lume: "Un animal, ch’è detto catoplepa, picciol del corpo, lungo il Negro fiume si truova, al quale fuor degli occhi crepa 85 tanto velen, ch’a colui ch’ello offende di subito senz’alma riman l’epa". Allor diss’io fra me: Ben fa chi spende e non è scarso a trovar buona guida, se va dove ir non sappia e non l’intende. 90 Che farei io di qua, tra tante nida di serpenti e di fiere, se non fosse costui che mi consiglia e che mi fida? Certo io ci rimarrei in carne e in osse. |
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