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Banche e dintorni

Post n°21 pubblicato il 09 Marzo 2012 da Quintana5
Foto di Quintana5

Qualcuno intende passare 10 minuti divertenti e rilassanti? Allora cambi lettura, sicuramente questo non è l'argomento più divertente del mondo! Purtroppo impatta e non poco sulle nostre vite, quindi chi volesse leggere qualche dato sull'argomento si armi di santa pazienza e spero di annoiare il meno possibile.

Gli argomenti che affronterò sono due: il finanziamento straordinario della BCE e la norma che vieta alle banche di utilizzare la commissione di massimo scoperto, comunque la si chiami.

 

Iniziamo dal primo.

Qualche giorno fa la BCE ha concluso un'operazione di finanziamento straordinaria denominata LTRO (Long Term Refinancing Operation) che consiste nel prestare denaro alle banche per tre anni ad un tasso dell'1%. Si tratta di una operazione straordinaria, dal momento che queste iniezioni di liquidità hanno solitamente durate molto più contenute e per la quale sono state richieste garanzie meno valide di altre volte.

I motivi che hanno condotto le autorità finanziarie europee  a questa decisione sono principalmente due: sostenere l'acquisto di titoli di Stato ed evitare il cosiddetto credit crunch, vale a dire il blocco dei crediti verso i privati e le imprese. Questa volta il numero delle banche partecipanti è stato cospicuo e quindi bisogna pensare che probabilmente anche quelle di dimensioni ridotte faticano ad approvvigionarsi sul mercato.

 

L'erogazione complessiva è stata di 530 miliardi di euro, anche se una parte di questi viene da travaso di altre operazioni presso la BCE, quindi al netto parliamo di circa 300mld e di questi le banche italiane ne hanno presi circa 130. Non ci sono dati ufficiali, ma sappiamo che:

 

Banca Intesa 24 mld

Monte Paschi 15mld (stime)

Unicredit 10 (stime)

UBI 6 (stime)

Banco Popolare 3 (stime)

 

I restanti, come sopra anticipato, se li sono spartiti banche di dimensioni medio piccole.

 

La BCE, in altre parole, sta abbondantemente facendo tutto quello che può, ed anche di più per aiutare l'economia. Ma....c'è un ma. Vale a dire che l'egemonia tedesca si fa sentire e con quella una politica economica che continua ad essere rigida ed a volere come priorità assoluta il controllo dell'inflazione. Altrove le banche centrali si sono comportate diversamente, specificamente in Inghilterra e negli USA, creando moneta in maniera massiccia e ponendo i presupposti per l'inflazione, certo ma l'Inghilterra pare che riuscirà ad evitare la recessione, mentre gli USA sono cresciuti del 3% nell'ultimo trimestre del 2011.

Inoltre queste rigide politiche economiche stanno producendo recessione in tutta Europa ed infatti i giornali di oltre oceano si chiedono se questa della BCE sia una stampella o una cura (Washington Post) e qualcuno particolarmente critico ha addirittura detto che questa potrebbe essere eroina per le banche (Jacob Funk Kirkegaard).

 

Visto che ho parlato di impatto per le persone comuni, per coloro che poi vanno allo sportello a chiedere un mutuo per la casa o per l'azienda, cosa cambia? Leggiamo qualche dato, anche relativamente alla volta scorsa e poi traiamo le conclusioni.

 

  • Attualmente le sofferenze del sistema bancario italiano ammontano a circa 100 miliardi di euro; sono debiti che le banche devono coprire. (Fonte ABI)
  • Alla fine del 2010 il globale delle obbligazioni bancarie in essere ammontava a 629 miliardi di euro, di queste il 39% sono scadute nel 2011 e complessivamente ne scadranno entro il 2014 l'80%  dell'ammontare complessivo ed è assai probabile che le banche dovranno onorare questi debiti. (Fonte: Banca d'Italia)
  • Altra notizia: i depositi presso la BCE sono aumentati dopo l'operazione di rifinanziamento e questi depositi sono remunerati allo 0,25%, segno che le banche stanno ridepositando presso la BCE il denaro preso a prestito in quanto evidentemente si fidano poco tra loro.
  • L'esposizione in titoli di Stato è aumentata: per le banche italiane del 13%, per quelle spagnole del 26% (Fonte: BCE)

 

Interpretiamo dunque il quadro:

  • qualcuno ha ricevuto del denaro a buon prezzo, denaro che deve far fruttare perché nel 2015 andrà restituito e quindi nel frattempo deve produrre utili, altrimenti i soci (gli azionisti) si lamentano;
  • questo qualcuno ha anche dei debito forti, che deve rimborsare, per cui è il caso di mettere da parte delle riserve;
  • costui potrebbe prestare questo denaro a tassi agevolati, in fondo lo ha pagato poco e potrebbe permettersi di darlo sempre a poco;
  • Quando ha prestato soldi, però, spesso non glieli hanno restituiti o almeno solo in parte (le sofferenze cui accennavo sopra)
  • Può facilmente ottenere degli utili interessanti con un rischio assolutamente trascurabile acquistando titoli di Stato: a tre anni può spuntare quasi un 3% lordo, per cui alla scadenza del prestito si ritrova un utile da poter presentare ai soci, che saranno contenti.

 

 

Questo è il quadro, per cui la questione sarà: quanto denaro entrerà davvero nel ciclo dell'economia reale e a che tassi? La risposta purtroppo sembra scontata: alle banche converrà dare credito a famiglie e/o imprese solo se saranno praticamente prive di rischio ed a tassi non vantaggiosi: perché rischiare quando posso produrre utili senza patemi d'animo. La volta scorsa, con l'operazione di dicembre, quanto è finito ad alimentare il credito? Risposta che conferma questa analisi: solo il 4,5% del totale...purtroppo mi sembra sconfortante.

 

Quando si rimetterà in circolo il denaro? Quando il famoso spread diminuirà ancora, tanto che il gioco di acquistare titoli di Stato non sarà più pagante.

 

Quindi non aspettiamoci grandi cose.

 

Veniamo rapidamente al secondo punto: il decreto liberalizzazioni ha di fatto cancellato la possibilità per le banche di applicare la famosa commissione sul massimo scoperto, furbescamente chiamata in vari fantasiosi modi, "messa s disposizione fondi", "istruttoria rinnovo trimestrale fido etc.".

Le autorità dell'ABI si sono imbizzarrite, dicendo che un paese che non tutela le proprie banche non tutela sé stesso (cambiare "banca" con qualsiasi categoria ed il giochino riesce sempre); a me sembra che si voglia perpetuare una furbata: spesso questa è una commissione che il cliente percepisce poco, di cui non comprende bene la portata, capisce bene il tasso che gli si sta chiedendo, non altre voci oscure, per cui sarebbe bene che invece di gridare allo scandalo i signori banchieri mettessero questa commissione nel tasso da chiedere al cliente, in maniera chiara e trasparente, in modo di dare possibilità di scelta consapevole, senza dover sempre leggere i contratti con la famosa lente.

 
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