I FEEL GOOD
La musica è felicità
Avviala qui
MENU
IO PROTEGGO I BAMBINI
ECLIPSE
SONO UN RAGAZZO PADRE
I MIEI BLOG AMICI
- a proposito di elliy, nicoletta
- seduta i piedi del mare, Malù
- BAR CENTRALE, Ada
- Serendipity, Stefy
- Che tu sia per me
- Il neurone single
- Il Muratore
- Scintille
- le.clochard Ed_Felson
- Whats happened ?... Red
- The kiss
- ISTANTI.....
- ne abbiamo bisogno..manu
- Esperienzedichat
- al femminile
- Deborah Evelyn M.
- inpuntadipensiero ... mitho
- Impressionidautore helene
- Alla tavola rotonda Primosire
- come le nuvole Carpediem
- kallide § azioni
- E HO DETTO TUTTO!! faropoeta
- putpurrì Acetosella
- Dietro langolo tesi
- Ai papà del mondo...Roby
- La parola...vi_di
- Letteratura Poesia mariagrazia
- per_voce Dea
- SILENZIO DELLA NOTTE durandot
- Vita in web dominella
- Angoloprivato luxxil
- la finestra nagel_a
- scorrere insieme Luna
- cisonoriuscita - Cinzia
- RiflessiDigitali- lauro
- Le Poesie di Erasmo
LEGNO BAGNATO
Sono in crisi d'astinenza, come un tossicomane, ho ormai sempre più bisogno di tornare a sentire l'aspro tocco del legno bagnato di sudore, di una barra di timone, nella mano.
L'emozione di una giornata di sole invernale in mezzo al mare, come uno stato di grazia. Un regalo inatteso.
Manipolo le foto delle crociere passate, per provare una sensazione di piacere, che svanisce, effimera, troppo rapidamente. Voglio di nuovo una barca, ormai mi è insopportabile questa deprivazione.
Voglio sentirla sotto i miei piedi, voglio toccarla, riempirmene gli occhi, voglio lavorarla, voglio sentirla soffrire con me sotto le raffiche. Voglio usarla e viverla.
Davanti alle immagini statiche dei reportages dei viaggi già fatti, incomincio a sentire il bisogno sempre più forte di mollare gli ormeggi. Voglio nelle mie narici l'odore del legno bagnato di mare. La calma serena, di una notte in rada, lontano dal turbine travolgente di questo mio ultimo anno sconvolto da shock emotivi, da passioni travolgenti e violente nei miei confronti. Ho esaurito il periodo della quaresima, è finito il mio ramadan, che avevo previsto, forse cercato, quando scrivevo che non avrei passato un'estate dalle notti cullate da uno scafo. Cosciente dell'imminente naufragio della mia "Sherpa" esistenziale.
Ma un'araba fenice, sta risorgendo dentro di me. Adesso incomincio con forza crescente, quasi ossessiva, a vedermi percorrere le rotte delle isole, verdi o sassose, dai profumi più intensi.
Mi sogno in viaggio a sud, non solo quello della bussola, ma quello mitico della speranza di riappropriarsi di se.
Adesso ho una croce di stelle che mi aiuta nella rotta verso il piacevole calore del sole, a sud. E' finita la fredda notte dell'indifferenza, del gelo, della stella polare.
Voglio una barca magari di legno, per sentirne l'odore di bagnato. Quello stesso bagnato che ti fa rabbrividire quando è freddo come una nebbia londinese, ma che ti fa esaltare, quando è caldo come l'umore di una donna che gode con te.
Avrei voglia di partire ora, subito, di mollare tutto. La mia scrivania si sta facendo più odiosa ogni momento. Vorrei vederla ingombra di tavole da carteggio, su cui inseguire le ruvide Kornati o l'ignota Itaca, la verde Mljet o la piccola Paxos. Voglio confondere lingue latine greche e slave di giorno, le nostre di notte. Voglio sentire vibrare le sartie col vento e la tua pelle con le mie carezze. Voglio bagnarmi di mare, di te, di immenso piacere.
LA LIBERTÀ
NEMO
« SCRIVOLANDO | DUE ("La lettera" racconto blu) » |
La strega
L'ambiente era immerso in un buio profondo, freddo di morte, quando sferraglianti d’armi arrivarono i gendarmi ad aprire la porta chiodata di quella segreta, illuminando piccole sfere d'umido con le torce.
Si avvicinarono alla donna accovacciata vicino al muro con le mani legate dietro la schiena. La misero in piedi e la spinsero verso il tavolo largo e grezzo che ospitava tre uomini, seduti dall'altro lato.
Lei era in piedi, con una leggera veste chiara che le scendeva dalle spalle fino a quasi toccare terra. Era magra, per i lunghi periodi di fame, ma nonostante ciò con i muscoli tonici e ben formati. Era piuttosto alta rispetto alla media. Gli occhi neri erano evidenziati da ciglia lunghe che raggiungevano le folte sopracciglia appena arcuate sotto la fronte pallidissima.
Il giudice interruppe quel silenzio chiedendo, per formalità se il suo nome era quello a loro noto e se si riconoscesse strega e malfattrice come indicavano le prove a suo carico. Ma il silenzio si rimpadronì dell'ambiente. La donna farfugliò qualcosa con quel filo di voce di cui era capace dopo cinque giorni di digiuno in quella prigione.
Uno dei tre seduti al tavolo scattò in piedi mettendo in guardia gli astanti dalle frasi in lingua demoniaca che sicuramente quella strega stava pronunciando, recitando un teatralissimo scandalo. Ma nessuno dei presenti sembrò dargli ascolto, avvezzi a quei rituali.
Le guardie la afferrarono e la trascinarono verso un tavolo, su cui la gettarono dopo averle con un unico gesto strappato la veste di dosso. Lei fu capace solo di un gemito che accompagnò il tonfo del capo sulle assi.
Le legarono i polsi e le caviglie. Incominciarono a tirare le funi che le allargarono le braccia e le gambe come i raggi di un immaginario cerchio. Quando tutto fu ben teso, la sua nudità esplose per il bianco della pelle sottolineando il nerissimo folto pube.
Era di una bellezza indiscutibile. Persino le guardie, uomini dai gusti grezzi, sembrarono colpiti, prima di incominciare a scambiarsi apprezzamenti grevi e pregustando la possibilità di mettere le mani e non solo, su quel boccone.
Il giudice si avvicinò e incominciò urlando a dirle di confessare l'uso di galli neri e altri animali nei suoi riti satanici, e di ammettere di aver giaciuto con bestie e streghe.
Si raccontava che avesse più di centotrent'anni e che fosse stata vista bere sangue per ritornare giovane d'aspetto, ad ogni luna per giacere, gradita a Satana!
Lei non rispondeva, sapeva che era inutile.
Il giudice dette altre stupidaggini tanto per dirle, si abbatté teatralmente su una sedia vicina per fingere spossatezza nella lotta contro il male. Anche questa era una scena già vista.
Stando seduto davanti a quelle gambe divaricate il suo sguardo si andò ad infilare in quella specie di fuga prospettica, che suo malgrado scatenò un’improvviso movimento sussultorio del saio all’altezza del bacino.
Era da quando era adolescente che la bramava, e finalmente era lì. Ordinò a tutti di allontanarsi.
Quando furono soli, si avvicinò alla donna e le disse:
Finalmente ti avrò!
Si sfilò il candido saio e salito sul tavolaccio si apprestò a penetrarla.
In quel momento, quando già sfiorava le grandi labbra col suo sesso mai stato così eretto, sentì la fredda voce della donna dire:
Ti seguo da quando sei nato, questo è il tuo ultimo giorno, sono venuta a prenderti per strapparti alla tua nefanda vita e portarti con me all’inferno, io sono, sotto mentite spoglie, la tua Morte!
Fu subito buio.
|
FOOTBALL AMERICANO TRUCKS BARI
ESISTE UN MOMENTO
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: socrate52
il 14/07/2012 alle 17:43
Inviato da: lunanera1959
il 13/12/2010 alle 21:45
Inviato da: elliy.writer
il 02/11/2010 alle 23:01
Inviato da: deepblue52
il 01/11/2010 alle 18:19
Inviato da: alba.chiara65
il 08/09/2010 alle 22:22