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« IL CAIMANOLA DIPLOMAZIA DI BELLACHIOMA. »

SENZA PIETA'

Post n°110 pubblicato il 29 Marzo 2006 da obellaciao
Foto di obellaciao


29.03.2006
Prodi querela Berlusconi per le accuse dette durante Ballarò
di 
red

 La polemica politica tra Silvio Berlusconi e il professor Prodi rischia di passare dagli schermi televisivi al tribunale. Il leader dell’Unione, infatti, decide che la misura è colma e fa sapere: lo querelo. Il teatro dello scontro è stato, martedì sera, lo studio della trasmissione Ballarò. Si parla di condono del quale, secondo il presidente del Consiglio, avrebbero usufruito «l'Unità, l'Unipol e una società con i familiari di Prodi». Giovanni Floris, il conduttore, cerca di intervenire ma Berlusconi insiste: «Credo che Prodi abbia diverse società...». Poco dopo la fine della trasmissione, una nota di Silvio Sircana, portavoce del Professore: «È totalmente priva di fondamento la notizia che Romano Prodi possieda alcuna società. Il leader dell'Ulivo e dell'Unione si riserva inoltre, dopo un'attenta verifica di quanto affermato dai due esponenti della Casa delle libertà, di procedere con azioni legali».

Gaffes, attacchi, accuse, brutte figure, richiami del presidente, denunce. Questi alcuni dei risultati riportati dal cavaliere, durante la campagna elettorale. Ma soprattutto molte polemiche. E ad ammatterlo sono i suoi alleati. «Polemiche? Io ho subito le polemiche di Berlusconi, non le ho fatte. E davanti a polemiche reiterate ho risposto con un dignitoso silenzio e l'impegno contro il centrosinistra e Romano Prodi, che è il nostro unico avversario politico». Così il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ospite di "Radio anch'io", risponde ad un ascoltatore che gli chiede un commento sulle tensioni che da tempo si registrano nel suo rapporto con il presidente del Consiglio. «Io ho subito e sto subendo. Per senso di responsabilità non rispondo e continuo la mia campagna per far vincere i moderati e il centrodestra».

Un’aria pesante quella che si respirava martedì nello studio di Floris. Silvio Berlusconi si è accomodato nello studio di “Ballarò” quando ha ritenuto opportuno, a sipario aperto. Per far capire chi comanda. Emma Bonino (Rosa nel pugno), Fausto Bertinotti (Rifondazione Comunista) e Gianfranco Rotondi (Nuova Dc) ad aspettare l’entrata del premier che si è vantato di aver detto di no alla presenza in trasmissione di Massimo D’Alema «per puntiglio». E che puntualmente attacca il quotidiano l’Unità. «Un giornale – dice Berlusconi - che ogni giorno massacra la realtà». E a questo punto invece del conduttore, è intervenuto Fausto Bertinotti a difendere i giornalisti dal consueto e costante attacco smodato del premier. «Chiunque venga attaccato in una trasmissione senza essere presente - ha detto il leader di Rifondazione- ha tutta la mia solidarietà». Berlusconi ha reagito stizzito: «È ridicolo. Non consideriamo tutte le volte in cui attaccano me, “Ballarò” compresa, con me assente».

La trasmissione è andata avanti in una contrapposizione sempre più forte. Floris a dirigere l’orchestra in un difficile spartito. A fare domande scomode al premier dal quale si è guadagnato un «fazioso». Gli è stato chiesto di spiegare delle promesse non mantenute fatte nella stessa trasmissione un anno fa fino all’evolversi delle vicende giudiziarie e all’origine del suo patrimonio. Berlusconi si è ostinato a raccontare un Paese che non c’è e a rivendicare il diritto ad intervenire «quando gli altri dicono delle frottole». «Un altro film» come hanno detto gli esponenti del centrosinistra e Rotondi che ha cercato di scippare il tempo anche al suo leader per dimostrare che «la Dc è tornata».

La trasmissione poteva sfuggire di mano. È andata avanti. Secondo il canovaccio fissato che ai colonnelli di Berlusconi non è piaciuto. Bertinotti ha espresso il suo «disagio» nei momenti di maggiore sovrapposizione. Berlusconi ha detto di non provarlo «perché io in tv non ci vado mai». Poi si è alzato cercando di insegnare al conduttore il suo mestiere pur di guadagnarsi un’inquadratura in più. Bonino l’ha placcato e si è messa dalla parte di Floris ed ha rinfacciato al premier la sua nota misoginia: «Ma impari come ci si comporta. Lei non ama le donne, tanto meno in politica e se hanno carattere. Lei mi definì “la protesi di Pannella”. Si ingoierà questa espressione». E poi gli ha chiesto: «Ma la sua politica estera è la stessa di Calderoli e Giovanardi?»

Tasse, sviluppo, numeri, Istat. I dati forniti dagli esperti, «cosiddetti» secondo Berlusconi, sono stati tutti contestati dal premier perché nessuno, proprio nessuno, gli ha dato ragione quando ha parlato di tutto il bene che il suo governo ha fatto. E che non deve essere granché neanche per lui se l’unico tasto su cui insiste ormai è la paura per il futuro se per caso dovessero vincere «i comunisti» andando a rispolverare i bambini bolliti della Cina e i cento milioni di morti dello stalinismo esibendo il consueto «populismo» che questa volta è tutto appannaggio di chi è al governo e sotto le cui macerie «lei perderà» ha detto Bertinotti.

Contrapposizione. Anche forte. A volte al limite della rottura. Berlusconi e il suo sodale pronti ad elencare i danni che deriverebbero agli italiani se vincesse il centrosinistra. A lamentarsi della magistratura e della sinistra che tenterebbe di togliergli le sue aziende. A paventare la fuga dei capitali all’estero e un aumento insopportabile delle tasse. Ad attaccare Prodi che «ha usato il condono fiscale per una sua società». Bertinotti e Bonino a cercare di riportare la discussione nell’alveo di un confronto sui fatti.

La speranza è che Berlusconi si riposi. Glielo ha augurato Emma Bonino. «Presidente, io vorrei che lei si riposasse così campiamo meglio noi e campano meglio anche moltissimi italiani». Ma lui non molla. Al centrosinistra e agli alleati conferma: «Resterò capo dell’opposizione».

Ma il cavaliere non dà tregua e il giorno dopo, martedì, va avanti senza prender fiato, con le polemiche e le accuse erga omnes. Prima contro il professore leader dell'Unione. «Prodi usa la tecnica comunista, quando gli oppositori e gli avversari venivano tacciati di follia e rinchiusi nei manicomi quando gli andava bene, altrimenti venivano fatti fuori». Così il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi ha risposto alla domanda di un giornalista straniero che chiedeva un commento sulle parole del leader dell'Unione secondo cui il premier sarebbe affetto da "instabilità mentale"».

Poi è la volta di Floris. «Uno spettacolo faziosissimo, con un conduttore di una faziosità senza pari». Il presidente del Consiglio racconta così ai delegati del Ppe la sua esperienza «nella fossa dei leoni» a cui è stato «costretto ieri sera per poter tornare a parlare in televisione». Il premier ha raccontato alcuni passaggi che lo hanno visto tra i protagonisti di Ballarò, nella puntata di martedì, sottolineando che comunque «quella che io chiamo la fossa dei leoni mi ha trovato indigesto e allora ho vinto io,
come al solito».


 
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