ROY1978

GIOCO D'OMBRE

Torno a scrivere recensioni di film.O almeno,ci provo.

Il film"Sherlock Holmes-Gioco d’ombre"è un buon apocrifo,nel senso che illustra nei dettagli la caccia a Moriarty che precede la caduta di entrambi nelle cascate del Reichenbach,e che Conan Do-yle definisce solo lunga e ricca di colpi di scena e di genio sia da parte di Holmes che del suo avver-sario.

La sfida di Holmes al"Napoleone del crimine"qui diventa una partita a scacchi prima metaforica poi reale,fronteggiandosi davanti ad una vera scacchiera,infine affrontandosi in un corpo a corpo.L’ abi-lità di Holmes nel prevedere i colpi da parare/schivare e quelli da infliggere,tale da renderlo capace di anticipare l’esito dello scontro e addirittura la diagnosi medica dello sconfitto,diventa una terza partita a scacchi, o meglio la fase conclusiva di un unico lungo gioco.

Come nel racconto di Doyle anche qui Holmes si salva,e ritorna proprio mentre Watson sta finendo di battere a macchina il racconto"L’ultima avventura",aggiungendo un punto di domanda a"The End".Questo lascia sperare che ci sarà un terzo episodio,se questo nuovo film avesse lo stesso suc-cesso del precedente.In quel caso sapremo se la caduta nelle cascate del Reichenbach sia stata fatale almeno ad uno dei due rivali.Io penso che anche il professore si sia salvato,perché era presente già nel primo episodio e poi perché dopo di lui sarebbe difficile trovare un altro cattivo all’altezza.Certo resta il cecchino Sebastian Moran,che rimasto vivo potrebbe portare a termine la vendetta del suo defunto capo, …ma queste sono illazioni quantomeno premature!

E’interessante notare che a differenza di tanti apocrifi di Holmes in questo film si sia scelto di mo-strare ciò che è accaduto prima delle cascate del Reichenbach e non dopo.Sui tre anni di assenza per morte presunta di Holmes invece la fantasia degli scrittori si è fin toppo sbizzarrita,finora,per cui e-sporre l’ ennesima spiegazione del mistero lasciato in ombra da Doyle sarebbe stato un espediente narrativo trito pur se diverso da tutti quelli che l’ hanno preceduto.

E’stato simpatico vedere Watson giocare d’azzardo e bere troppo,o ubriacarsi dopo aver cominciato a ballare ad una festa.Persino Mycroft Holmes,nei libri quasi più antipatico del fratello,si è qui rive-

lato un buffo personaggio secondario,giungendo a mostrarsi senza imbarazzo completamente nudo davanti alla signora Watson,ospitata a scopo cautelativo in assenza del marito.

Un peccato la morte di Irene Adler,già presente nel primo film come un’affascinate avventuriera che delinque al soldo del miglior offerente facendola in barba a un inedito Holmes innamorato.In realtà Conan Doyle ne fece il personaggio di un solo racconto,e ivi la dipingeva come una donna in-telligente e di dubbia reputazione,che Holmes stima e rispetta ma di cui certo non s’innamora.Lei d’ altro canto lo batte ma non è certo una Milady al servizio dei loschi affari di un altro Richelieu. Questa versione,però,almeno smussa un po’le voci sulla presunta omosessualità di Holmes,che par-rebbero confermate,nel film,dalla evidente gelosia che prova per la moglie dell’amico,che solo per il suo ruolo potrebbe privarlo dell’assistenza del suo più fidato collaboratore.Timore superfluo visto che Watson è troppo coraggioso,curioso e amante dell’avventura per diventare un pantofolaio.