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NO!

No violence..

State molto attenti
a far piangere una donna
perché Dio conta le sue lacrime.

La donna è uscita
dalla costola dell’uomo,
non dai piedi
perché essere calpestata,
né dalla testa
per essere superiore,
ma dal fianco,
per essere uguale.

Un po’ più in basso del braccio,
per essere protetta.

Dal lato del cuore,
per essere amata.

(Dal Talmud)

 

 

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Emozioni

Post n°1971 pubblicato il 16 Gennaio 2025 da Vince198


 

 

In un vecchio brano di Lucio Battisti, le emozioni - alcune fra le tante esistenti  - furono descritte così:

Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi
Ritrovarsi a volare
E sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare
Un sottile dispiacere
E di notte passare con lo sguardo la collina
Per scoprire
Dove il sole va a dormire
Domandarsi perché
Quando cade la tristezza in fondo al cuore
Come la neve non fa rumore

E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte
per vedere
Se poi è tanto difficile morire
E stringere le mani per fermare qualcosa che
É dentro me
Ma nella mente tua non c'è

Capire tu non puoi
Tu chiamale se vuoi emozioni

Uscir dalla brughiera di mattina
dove non si vede ad un passo
Per ritrovar se stesso
Parlar del più e del meno
con un pescatore per ore ed ore
Per non sentir che dentro qualcosa muore
E ricoprir di terra una piantina verde
sperando possa
Nascere un giorno una rosa rossa

E prendere a pugni un uomo solo
perché è stato un po' scortese
Sapendo che quel che brucia non son le offese
E chiudere gli occhi per fermare qualcosa che
È dentro me
Ma nella mente tua non c'è

Capire tu non puoi
Tu chiamale se vuoi emozioni…

Forse sembrerà inusuale, anche strano, ma la nostra anima “parla” incessantemente, anche quando non vorremmo. Come parla? Usa un linguaggio molto complesso, intricato, finemente intrecciato nel suo dipanarsi: quello delle emozioni.

Disattende spesso una grammatica piena zeppa di regole, in cui le percezioni e i sentimenti sono i periodi più interessanti che compongono l’intero cursus vitae.

Non si riesce spesso, per la loro vivacità, a controllarle e in qualche caso fanno veri e propri disastri. Altre sono così ben accette nella loro spontaneità che inebriano l’anima   regalando stati emozionali di una “gratificante” … incoscienza.
Qualche volta ci trasformano in esseri brutali che poi cerchiamo di riportare in un alveo di serenità, in altre circostanze fanno addirittura scorrere lacrime a fiumi, in altri momenti ancora riescono a provocare risate irrefrenabili. Quanto predetto stimola fortemente il nostro cuore. E tanto altro.

Tuttavia le emozioni restano "invisibili", non si possono neanche toccare. Assomigliano a pensieri, fluiscono più o meno rapidamente, vorticosamente. Inconsistenti fisicamente.

Se non ci fossero come potremmo essere noi umani? Saremmo simili a ... macchine piene di congegni elettronici, chips, sensori, appannaggio della logica più piatta con una prevedibilità per certi versi sconfortante.

Le emozioni vanno accettate così come si creano e come sono, anche quando la loro intensità e rapidità possono creare problemi di vario genere, specie a livello psicologico.

Reprimere le emozioni? No, è peggio. Se dovesse verificarsi un evento che arriva a provocare forti tensioni emozionali, anche lacrime, è meglio che faccia il suo corso: dopo certe discese “spericolate”, ci sono sempre appaganti risalite dell’umore, fino a ritornare in uno stato di serenità pregressa.

In un mio precedente post ho fatto riferimento ad alcuni filosofi dell’antica Grecia e orientali che hanno esternato metodologie per allontanare possibili emozioni dovute a stress, difficoltà nel sapersi relazionare etc..
Hanno la loro rilevanza anche ai nostri giorni.

La cosa più importante è non farsi cruccio di nulla, lasciare che le emozioni, quali che siano, facciano il loro percorso completo fra mente e cuore, avere un po’ di pazienza, anche lungimiranza ché tutto ritorna nell’alveo di sempre.

Non dico che tutto si debba risolvere automaticamente, però quello che ho sempre sostenuto, cioè pazientare e aspettare il momento opportuno per reagire con risolutezza e raggiungere come l’obbiettivo anche non prefissato, sono le peculiarità necessarie per avere qualche piacevole soddisfazione nel corso della vita.



In questo e per quel che mi riguarda, non essendo perfetto - tutt’altro, non mi sono mai arreso facilmente: come tanti ho il mio personale modo di fare, a volte antipatico, orgoglioso, testardo, qualche volta lunatico, soprattutto brontolone (tendente al burbero), in qualche altro caso precipitoso e confusionario, però incapace di far male anche a una misera mosca. Simile a una bufera che passa sopra l’anima, la maltratta, la ribalta senza troppi complimenti, però dopo torna il sereno, il bel tempo e con esso il sorriso, l’amore per la vita e le sue immancabili incertezze, la pacatezza. Sempre.


 
 
 
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Un blog di: Vince198
Data di creazione: 21/07/2006
 

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