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Creato da: rosarioforino il 06/12/2008
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CRAZY-WISE

Post n°202 pubblicato il 09 Marzo 2012 da rosarioforino

Don Chisciotte è folle perché adatta la realtà alla propria fantasia,ed è di questa fantasia che è innamorato,non certo di Dulcinea,che crede di amare mentre in realtà gli serve solo a completare il per-sonaggio in cui si cala.

In un passo del romanzo lo spiega egli stesso a Sancio,dicendogli che non necessariamente un poeta deve essere innamorato di una ragazza in carne e ossa,per scrivere versi d’amore.Basta averne un’ i-dea,o meglio un ideale. Così fa lui,sull’esempio dei cavalieri erranti di cui ha letto.

Trovo che qui Don Chisciotte sia molto vicino a rendersi conto della propria follia per poterne gua-rire.Quello che gli manca è la capacità,o meglio la volontà,di trarne l’ovvia conclusione che i cava-lieri erranti siano,appunto,solo eroi fittizi.

Egli sceglie di vivere nel mondo delle favole non perché sia migliore di quello reale,ma perché in esso è racchiuso il seme del riscatto dalle ingiustizie,rappresentato dai cavalieri erranti.Il proposito è nobile,e Don Chisciotte sarebbe quasi da prendere a esempio.Il guaio è che vede torti e nemici dove non ci sono,creando dal nulla avventure dall’esito tragicomico,senza il lieto fine che da lettore si a-spettava.Quando Sancio lo ribattezza"Il cavaliere dalla trista figura",egli commenta che a suggerir-gli tale nome dev’essere stato l’autore delle loro gesta.Colui che le scriverà,o che forse le sta già scrivendo.In questo passo appare evidente che egli abbia scelto di vivere in un mondo diverso, do-ve alla fine i conti tornano sempre perché c’è un dio che ricompensa l’audacia e la rettitudine di chi lo serve,anche se con l’ausilio della spada.Da questa fede trae nuovo vigore il suo coraggio,perché questo dio non permetterà che perisca prima di ricompensarlo.Don Chisciotte incarna l’esasperazio-

ne di un aforisma di Dostoevskij:"la gente si innamora delle idee".Tutti noi cosiddetti"sani di men-te"oscilliamo tra i due estremi.Siamo tutti un po’ Don Chisciotte quando crediamo in un Essere Su-periore che ci guida e veglia su di noi,o quando abbracciamo,in parte o in toto,un sistema filosofico che non ci contraddice,o quando scegliamo di passare la vita accanto alla stessa persona.Capita a tutti di fare cose senza senso,ma quando ce lo si fa notare,magari solo chiedendoci il perché di un certo comportamento, poiché siamo"sani di mente"anziché ammettere il torto rispondiamo sempre: "Fatti i cazzi tuoi".Don Chisciotte invece adduce le sue ragioni,che hanno un loro senso perché chi parla è matto,non scemo.Lo scemo della storia semmai è Sancio.

Questo per dire che capita a tutti di fare cose prive di scopo,se non addirittura controproducenti, so-lo perché ci va di farle;e spesso la pura ragione non basta a farci mutar condotta,ma occorre un’altra idea che ci piaccia di più,così come una ragazza più bella può farci disamorare di un’altra.

L’altra estremità,che ci salva dalla follia di Don Chisciotte privandoci però di Fede e amore è rap-presentata invece da Sherlock Holmes,che non s’innamora affatto delle teorie ma al contrario sostie- ne a ragione che sia un grave errore adattare i fatti ad esse,perché questo ci allontana dalla verità.Ma quanti la vogliono sul serio,la verità?Certo non Don Chisciotte,che impazzisce proprio per fuggirla, mentre nemmeno Holmes sfugge alla generalizzazione di Dostoevskij,essendo innamorato della lo-gica.Ciò che li accomuna,in ultima analisi,è la sete di giustizia;ma mentre Holmes crede che dipen-da dall’uomo e che sia merce di questo mondo,per Don Chisciotte essa va ricercata in un romanzo di cappa e spada.Il primo la serve con l’intelligenza,il secondo con la spada,e la follia è il passapor-to che permette di varcare la frontiera tra i due mondi,mentre la logica ci vincola in questo.

Un secondo tratto in comune tra i due eroi è poi l’odio verso la noia.Don Chisciotte secondo me im-pazzisce anche perché nel paese dove vive non succede mai nulla,ed egli stesso conduce una vita monotona,priva di forti emozioni,senza una donna accanto e con una modesta rendita che gl’ impe-disce di preoccuparsi dei soldi.

Sherlock Holmes in un mondo perfetto non avrebbe modo di far lavorare il cervello,quindi chi ci dice che non impazzirebbe a sua volta mettendosi in testa di diventare cavaliere errante?Gli opposti coincidono,come in politica l’estrema destra e l’estrema sinistra.

Un terzo tratto in comune tra i due è poi la propensione a schierarsi dalla parte del bene. Don Chi-sciotte così giustifica la propria sete d’avventura,mentre Holmes da’un senso al proprio acume met-tendolo al servizio della legalità.Tutti noi,credenti e non,vorremmo agire come meglio crediamo con la pretesa di fare in questo modo anche il bene del resto del mondo.E tutti,in forme diverse, dia-mo una giustificazione alla nostra condotta.Una scusante che come un abito elegante ci fa pavoneg- giare,ma che ci costringe anche ad interpretare un ruolo adatto a un tale vestito.

Una volta in un film sentii questa frase,rivolta ad un poliziotto da un criminale:"Tu senza di me non esisti".Credo che calzi bene sia per Don Chisciotte che per Sherlock Holmes,i due poli estremi della sanità mentale umana;perché è certo che se l’Uomo sapesse cosa vuole davvero si accontenterebbe della serenità,una volta raggiunta.

 
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Commenti al Post:
angeligian
angeligian il 10/03/12 alle 15:45 via WEB
Mi piace come scrivi. Mi sei piaciuto soprattutto nella frase "quando abbracciamo un sistema filosofico che non ci contraddice" perché è la pura verità. Ho sempre pensato che siamo noi ad adottare un'ideologia e quasi mai è l'ideologia a convincere noi. E dunque, un uomo prepotente e invidioso sarà certamente un comunista, come un uomo prepotente e egoista sarà un fascista. Facci caso. Cià cià
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