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GINO STRADA E LA CROCE ROSSA

Post n°18 pubblicato il 27 Maggio 2006 da beansidhe

Ci sono situazioni che non conosciamo,ci sfuggono, che vengono continuamente travisate e modificate in base al messagio che chi le diffonde vuole inculcarci...

Riprendo testualmente dal blog di Beppe Grillo una lettera a lui inviata da Gino Strada.

E non faccio commenti.Lascio a voi.

“Mi fanno conoscere da Milano, la sorprendente intervista ad Alberto Cairo, «il medico italiano da 16 anni in Afghanistan», uscita su Magazine. Chissà perché i giornali si ostinano a definire Alberto Cairo un medico, e chissà perché Alberto Cairo regolarmente non smentisce? Sa anche lui di non esserlo, è dottore in legge, di professione fisioterapista.
Così, dopo aver appreso che l’oppio-2006 «sarà una grande annata, senz’altro il migliore raccolto dal ’99», il fisioterapista italiano spazia sul mondo: dalla droga a Karzaj, dagli aiuti umanitari a Maurizio Scelli. Ne ha per tutti.
«La gente comincia a non fidarsi più del simbolo della Croce Rossa». Che scoop! Se ne è accorto, con anni di ritardo, anche Alberto Cairo, che tra l’altro per la Croce Rossa lavora, anzi per l’Icrc, il nucleo originario ginevrino del movimento della Croce Rossa.
Noi, sfortunatamente, ce ne rendiamo conto da molto tempo. E ci rendiamo conto che «la gente», anche qui in Afghanistan e non solo in Iraq, ha perfettamente ragione a non fidarsi.
Ai tempi della occupazione sovietica, i responsabili dell’Icrc definivano i mujaheddin «la resistenza afgana» (vi sono centinaia di rapporti e documenti con questa definizione), ma ai tempi dell’occupazione americana (e italiana!) quelli che combattono le forze occupanti sono tutti chiamati da Cairo «talebani», semplicemente. Alla faccia della «neutralità», uno dei sacri e sbandierati principi dell’Icrc. «E gli americani sono cinque anni che li combattono» precisa il fisioterapista.
Verissimo. Da cinque anni in Afghanistan vi sono scontri, attentati, assassinii, rapimenti, sparizioni, torture, bombardamenti. Direi che la parola «guerra» descriva bene la situazione.
Invece no, almeno secondo Cairo, che non perde l’occasione – per lui un vero hobby – di lanciare frecciate ad Emergency. Io sarei «bravissimo a farmi pubblicità»: grazie, me ne compiaccio.
Ma poi, per dare sostanza alla calunnia, precisa «i suoi ospedali curano le ferite di guerra. Ma la guerra è finita».
Gli ospedali, naturalmente sono quelli di Emergency e non i miei. Strana però questa guerra, nella visione di Cairo: un po’ c’è, un po’ no, si combatte ma è finita, si spara ma non ci sono feriti... Ho l’impressione che se Emergency decidesse di aprire un reparto ustionati il dottor Cairo direbbe che il fuoco non scotta. Problemi suoi.
Quando nel 2000 Emergency decise di aprire il Centro di Kabul per curare le vittime di guerra, l’Icrc insorse. Protestarono con l’ambasciata italiana a Islamabad (quella di Kabul era chiusa), con il Ministero della sanità a Kabul (talebano), con la delegazione italiana all’Onu a Ginevra.
Protestarono perché si apriva un ospedale: perché pensano di detenere in esclusiva - lo pensano davvero! – il diritto di decidere quando un ospedale serve e quando no, se è bene o male che ci sia.
In quella occasione, e fu anche l’ultima, Alberto Cairo visitò la sede di Emergency a Milano.
Venne a spiegarci che «quell’ospedale per vittime di guerra non serviva», che i bisogni erano «coperti da loro», cioè dall’Icrc.
Intendeva ben altro, ma non poteva dirlo.
Avrebbe dovuto dire che il Comitato Internazionale della Croce Rossa aveva ricevuto in passato, e continuava a ricevere, una grande quantità di milioni di dollari all’anno – soprattutto da vari governi – per curare i feriti di guerra in Afganistan. Voleva dire che chiunque avesse aperto un nuovo Centro – magari un ospedale pulito, efficiente, di alto livello – poteva fare ombra (e far calare i dollari e gli yen) alla mitica Icrc e al «suo ospedale» a Kabul: quello di Karteh-Seh, che ben conosco.
Lo visitai nell’aprile del 2000: una sorta di immondezzaio dove le pazienti-donne stavano chiuse in una prigione con un chiavistello e la guardia davanti, a impedire visite a chiunque, medici compresi. Chiuse a chiave e guardate (non a vista, naturalmente) dai talebani, in un ospedale sostenuto dalla Croce Rossa. In questo modo erano «coperti» i bisogni. Da loro.
Emergency ha aperto il Centro di Kabul (che ha fatto seguito al Centro di Anabah e ha preceduto quello di Lashkargah) perché ce n’era bisogno. Nel 2001, epoca talebana.
L’ unico ospedale nel Paese, ancora oggi, dove i feriti non spendono nulla per essere curati.
In cinque anni, quell’ospedale «inutile» ha curato 40.890 pazienti, ricoverati o trattati ambulatorialmente, ed eseguito 12.173 interventi chirurgici. Senza distinzione, neanche di genere. Le donne hanno potuto essere curate e hanno potuto lavorare, curare altri, senza chiavistelli né burqa, in un ambiente ospitale non discriminante.
Quell’ospedale «inutile» è riconosciuto ufficialmente dal Ministero della Sanità afgano come il Centro di eccellenza nazionale per la chirurgia di guerra e traumatologica.
In quel Centro – dotato tra l’altro dell’unico reparto di Rianimazione di tutto il Paese e dell’ unica tomografia computerizzata gratuita per la popolazione - c’è un alto standard di cura e di passione nel lavoro. Anche per questo, oltre che per la sua igiene e in qualche modo la sua “bellezza”, questo ospedale è considerato da tutti il migliore in Afganistan.
Non da Alberto Cairo, ovviamente, che senza averlo mai visitato può comunque proclamare che «di ospedali così ce ne sono almeno altri 15». Mi piacerebbe davvero.
Avanzerei una proposta, a giornalisti del Corriere o di altre testate. Andate a vederli, gli ospedali segnalati da Alberto Cairo, e scriveteci su, magari immaginandovi di essere voi i pazienti.
Poi, se ne avete voglia, passate a visitare il «Centro Chirurgico per vittime di guerra di Kabul». Qui lo chiamano «Emergency Hospital», qualsiasi cittadino di Kabul ve lo saprebbe indicare. Non servono appuntamenti né preavviso, non abbiamo bisogno di passare un po’ di vernice fresca...
E già che ci siete, chiedete ad Alberto Cairo di farvi visitare, essendone direttore, i «6 ospedali ortopedici della Croce Rossa Internazionale sparsi in tutto l’Afghanistan».
Ospedali ortopedici? Neanche l’ombra!
Laboratori per la produzione di protesi sì. Ma che c’entrano con gli ospedali? Se un fisioterapista (con tutto l’affetto per la categoria) diventa “medico”, un centro protesi diventa poi un ospedale ortopedico? Non è “creativa” solo la finanza!
Dimenticavo. Ogni anno, dall’ «ospedale ortopedico» dell’Icrc di Kabul numerosi pazienti, vittime di guerra “a guerra finita”, sono stati inviati al Centro di Emergency perché bisognosi di interventi ortopedici. Feriti immaginari i nostri o ospedali fantasma i loro?

Finale a sorpresa. Ho finito da poco di scrivere queste note in risposta ai reiterati attacchi giornalistici (non provocati, come si usa dire) di Alberto Cairo contro Emergency e contro di me, e mi accingo a gustare la pastasciutta serale con il resto del team di Emergency, quando riceviamo la visita - alle venti e trenta di mercoledi 5 aprile - del Capo Delegazione dell’Icrc.
Il numero uno della Croce Rossa Internazionale in Afghanistan, Reto Stocker, viene a casa nostra accompagnato dal dottor Alberto Cairo.
Ci spiega che «it has been a big fuck-up», espressione grassoccia equivalente a «una gran stronzata». Il dottor Cairo ci dice d’essere stato a cena in Italia con amici, tra i quali la giornalista Camilla Baresani, autrice del “servizio”. Chiacchierando nel dopocena – quando, si sa, la lingua è più sciolta... - si spazia da Karzaj a Scelli, dalla droga alle Ong e gli sono scappati quei commenti su Emergency. Spiega anche, molto dispiaciuto, di avere detto sul nostro lavoro anche altre cose molto carine che la giornalista cattivona e faziosa ha poi «tagliato» dall’intervista travisandone il senso. Che peccato!
Il Capo Delegazione dichiara che questa vicenda è stata un grave errore da parte di Alberto Cairo, e che dall’Icrc hanno anche protestato con la giornalista, oltre che pesantemente redarguito il loro dipendente.
«Sono venuto per porgere ufficialmente le scuse dell’Icrc e per assicurare a Emergency che una cosa del genere non si ripeterà» ha detto Reto Stocker, in presenza di testimoni. Bene. Ma le calunnie e il danno sono pubblici. Perché non scrivere queste cose al Corriere, chiedendo una rettifica? Lo abbiamo chiesto ufficialmente. «Io non sono disposto a farlo» ha risposto Cairo.
Prima getta fango su Emergency in centinaia di migliaia di copie – ma le sue parole sono state fraintese, d’altra parte capita anche ai Presidenti del Consiglio! -, poi si rifiuta di scrivere una lettera al giornale per dire come stanno le cose.
Sono in ritardo per la cena. Arrivederci alla prossima.”
Gino Strada.

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luna_nel_sole il 27/05/06 alle 15:04 via WEB
i soliti sgambetti ... peccato che si legga in grassetto quella frase ... peccato che quando si chiama la CRI arriva, qui in tutta Italia e anche all'estero ... peccato che nelle notti fredde sono le autovetture delle unità di strada CRI a scaldare le pancie (e non solo le pagine dei Blog) di chi anche QUI soffre ... e si accovaccia proprio sotto le sedi di rappresentanza di alcune associazioni ... che non sono ad Affori .. o che so alla Bullona ... ma in Piazza Duomo, in Via Meravilgi ... bè pazienza ... chissà che prima o poi invece di pestarsi i piedi non si incominci a collaborare ognuno con le proprie qualità ognuno con le proprie risorse ... ognuno con i propri uomini e le proprie donne ... che NON vogliono scendere in conflitto con quelli che come loro spesso sacrificano la vita in famiglia per dedicarsi con devozione e umiltà agli altri ... più o meno di frequente, con gesti più o meno visibili ... ma sempre pronti ... chi da 143 anni e chi con un simbolo di IMPATTO da poco più di 15 anni ... il bene non ha tempo ... il bene non ha età ... ma il peso delle affermazioni per chi si sacrifica per aiutare gli altri SI è molto pesante e difficile da digerire... alcuni personaggi fanno moda ... fanno tendenza ... sanno proporsi nelle piazze ... altri invece fanno attività meno evidenti, meno note ... forse dovrebbero avere la forza di EMERGERE ... ma non tutti hanno un ottimo studio di pubbllicità come quello della bravissima moglie di Strada. cosa altro dire ... Viva la solidarietà ... in ogni sua forma purchè sia sempre rispettosa di tutti coloro che si sacrificano giorno e notte ... per lo più come VOLONTARI e, ne conosco anche molti che pur essendo dipendenti utilizzano il loro tempo libero per fare del volontariato nel medesimo ente ... saranno forse 300.000 soci della CRI tutti e 300.000 degli imbecilli che non meritano fiducia? Hanno una storia, hanno un passato, hanno un presente ed avranno sicuramente un futuro ... perchè sono nati da un IDEALE ed hanno delle regole hanno dei PRINCIPI ... che 300.000 soci volontari solo in Italia (e si chiamano soci ma si "tirano su le maniche tutti i giorni" per aiutare, per raccogliere fondi, per organizzare) siano tutti delle PERSONE DELLE QUALI NON FIDARSI? Io lo direi a mio figlio per raccomandargli di non accettare le caramelle dagli sconosciuti ... lo direi a cappuccettorosso prima di entrare nel bosco ... attenta al lupo non fidarti ... VOI LO STATE DICENDO nei confronti di chi vuole solo rendersi utile e NON CI GUADAGNA PERSONALMENTE NULLA!
(Rispondi)
 
beansidhe
beansidhe il 27/05/06 alle 16:40 via WEB
"Voi" non credo sia il termine adatto.Io non sto criticando o infierendo su qualcuno.La storia della pubblicità però mi fa veramente arrabbiare.Io ho conosciuto Gino Strada di persona,sua moglie,sua figlia.E mi fido di ciò che dice,perchè non sono li con lui a poter verificare, ma so che non mentirebbe così,per il piacere di farlo, e nemmeno direbbe una cosa per un'altra.E nemmeno farebbe nomi senza essere sicuro di quello che dice.Ragioniamoci,senza scannarsi e senza litigare.Io abito a cento metri dalla croce rossa.Alcune persone fondamentali della mia vita sono volontari della Cri.Mia nonna ha ancora ben poco da vivere,e se non fosse per queste persone stupende che ogni volta corrono e arrivano in due minuti sarebbe già andata da parecchio tempo.Mia cugina,una delle mie preferite,è stata volontaria per tanti anni. Ora,la Croce Rossa è fatta di persone.Come tutte le associazioni,altrimenti non si chiamerebbero così.Come la Chiesa.Come le famiglie.E non tutte le persone sono oneste.Gino parlava proprio di questo.E' questo generalizzare (che non ha fatto Gino)che porta alle incomprensioni e ai conflitti.Sicuramente anche in Emergency o in qualsiasi altra associazione o partito non sono tutti onesti...che dobbiamo farci?Parlarne,denunciare queste cose,fare in modo che le persone non in grado di ricoprire il ruolo che hanno,perchè troppo impegnate a sollevare scaramucce e polemiche"perchè quello è più famoso o prende più finanziamenti",stiano da un'altra parte.Soprattutto quelle che non sono in grado di riconoscere i propri errori...non fanno che del male a ciò che rappresentano.Non ho mai detto(e nemmeno Gino)che i volontari della Croce Rossa sono degli imbecilli.Non lo direi mai.Mai.Anche perchè non sono loro a creare questi problemi.E' però vero che per esperienza personale ho conosciuto dei fanatici che si arrabbiavano perchè le ambulanze del paese limitrofo erano arrivate prima di loro,oppure esultavano e litigavano con i volontari di un'altra associazione perchè l'anno prima "li avevano battuti"(testuali parole)e avevano soccorso più persone,oppure ancora che insultavano gli ex volontari(che magari studiando per diventare infermieri,in stage con orari sfiancanti,stanchi delle rivalità,decidevano di fermarsi per un po')dicendo loro che se mollavano non "avevano le palle".Questi"senza palle" poi magari vanno a lavorare con i malati terminali. Anche questi sono solo degli esempi.Sono esempi di persone che sbagliano.Lo facciamo tutti.Ma gli errori,come nel caso dell'opposizione all'ospedale di Gino,fondamentale ed attrezzato(e indispensabile,lo sappiamo),che possono costare la vita di migliaia di persone per una semplice questione di facciata-va tutto bene,ci pensiamo noi,facciamo tutto noi-ecco,questi errori,SONO ASSOLUTAMENTE COSE INCIVILI E AL LIMITE DEL GROTTESCO.
(Rispondi)
 
 
luna_nel_sole
luna_nel_sole il 30/05/06 alle 02:31 via WEB
il problema è l'accanimento sempre e sistematicamente contro qualcuno ... quando invece si dovrebbe lavorare insieme se, quello che si desidera, è fare qualcosa per portare aiuto, conforto e soccorso a chi soffre lontano, un pò più vicino e sotto la prota di casa. Fortunatamente non tutti i volontari sono come tu li descrivi ... mi conforta il fatto che un incontro di non molto tempo fa nella sede di Emergency con i rappresentanti della CRI aveva appianto le divergenze sorte tra le due associazioni. Sai cosa penso personalmente? che a volte a seconda di come si affrontano le argomentazioni e si sostengono le proprie tesi i punti vista cambiano. L'accusa qui viene letta in senso globale ... questo fa male. NOTA: Bè ma per la mia affermazione sulla pubblicità dovresti essere solo contento! ... era un complimento! per concludere, c'è già tanta soferenza e dolore ... prendersela uno contro l'altro rischia solo di avere un effetto ... agire separati e non sfruttare invece i potenziali derivanti dalle specificità delle associazioni ... senti ma se sei di MIlano ... chi hai votato?
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beansidhe
beansidhe il 30/05/06 alle 10:33 via WEB
Si ma cavolo qui non si tiene presente una cosa fondamentale:anch'io sono d'accordo con il restare uniti,perchè sicuramente si fa del bene in maggior misura...ma non mi sembra sia stata Emergency a non volere ospedali della Croce Rossa in zona!E' questa secondo me la cosa assurda.E appunto per questo bisogna rimproverare non Emergency,ma il simpatico"dottore"che ha fatto tanta cattiva pubblicità per non avere poi il coraggio di ritrattare...E gli altri della Icrc che si sono opposti(e questo è veramente fuori da ogni idea di bene comune,di collaborazione e di solidarietà...e non credo ci sia niente da obiettare)all'ospedale di Kabul. Per di più questa è una lettera comparsa in due blog, mentre l'intervista a Cairo è stata pubblicata e venduta a tutta Italia su un quotidiano fra i più letti.Quindi questo accanimento,se permetti,io lo vedo al contrario...E non i sembra qui ci sia accanimento,solo una spiegazione,una difesa rispetto a quello che molti italiani hanno letto,e a cui nessuno ha fatto sentire l'altra campana.Questo mi sembra sacrosanto.Non ho votato, per mia fortuna non abito a Milano, ma in una zona della Lombardia un po' più verde...Ciao!
(Rispondi)
redsharkpa
redsharkpa il 27/05/06 alle 15:49 via WEB
ciao bea. grazie stò meglio...sei passata da me? uao! cmq mi son copiato il teso perchè ora non ho il tempo di leggerlo tutto e bene purtroppo e siccome merita e sò di cosa parla lo farò con calma..complimenti a presto
(Rispondi)
 
beansidhe
beansidhe il 27/05/06 alle 17:16 via WEB
Certo che sono passata!poi ripasso!
(Rispondi)
jacopo147
jacopo147 il 29/05/06 alle 22:17 via WEB
ci vorrebbero più soggetti come gino strada, emergency e chi con la propria presenza la fa funzionare, soggetti che considerano il loro "lavoro" una sorta di "missione", un qualcosa che è giusto e doveroso fare. ovunque poni del denaro in abbondanza e contemporaneamente viene meno quell'emozione che gino ed emergency ben rappresentano si ottiene sempre lo stesso risultato, anche in cose di importanza e valore morale altissimo come la croce rossa e organizzazioni di aiuto umanitario. non entro nel merito di questo specifico caso perchè non ne so quasi nulla, è bello però vedere persone così che se ne vanno in giro a "farsi pubblicità". auguri anche se un pochinin in ritardo(3 giorni....perdono!)
(Rispondi)
 
beansidhe
beansidhe il 30/05/06 alle 10:35 via WEB
grazie caro!la penso proprio come te...altrimenti non avrei pubblicato questa lettera che mi ha fatto veramente incazzare...Gli auguri sono sempre i benvenuti...anche un mese dopo!
(Rispondi)
ALIENOSPAESATO
ALIENOSPAESATO il 30/05/06 alle 18:52 via WEB
gino strada è un autonomo benefattore, ed in quanto tale puo' dar fastidio ricordate la faccenda in IRAQ sui rapimenti e sui riscatti? bene, non dimenticate che per molti la parola "beneficienza" vuol dire "affari" ed e' chiaro che chi ostacola (nell'esempio) ospedali di emergency, vuole solo tutelare i suoi affari, e che siano sporchi di sangue poco importa! CHE MONDO DI MERDA!!!!
(Rispondi)
luna_nel_sole
luna_nel_sole il 30/05/06 alle 23:10 via WEB
giusto per non andare avanti all'infinito, anche perchè tanto non viene niente in tasca ne a me ne a te ... sai cosa mi auguro? che un giorno veramente le tante associazioni escano dai loro schemi e magari raggiungano degli obiettivi insieme. Poi, se deve essere fatta giustizia, che sia, perchè così è giusto. un abbraccio aqggiorna la pagina che parliamo di altro... a prima volevo aggiungere una cosa: sai cosa vi invidio? il senso di gruppo e il rispetto del leader sia per quello che fa per l'associazione, sia per quello che fa al difuori. Questo già fa molto e ti assicuro che fa la differenza, notevole, rispetto ad altre associazioni. Concludendo ... a prescindere che sarò sempre un pò ... lunga e prolissa ... se passo di qui non mi barelli vero! Ciao e grazie per la chiacchierata.
(Rispondi)
 
beansidhe
beansidhe il 31/05/06 alle 10:46 via WEB
Sinceramente il tuo augurio è uno dei più belli, e so che la maggior parte dei volontari sparsi in giro per il mondo lo vorrebbe...Speriamo!Passa quando vuoi,mi fa molto piacere avere un'avvocatessa del diavolo acuta e diretta come te!Ciao e un abbraccio...P.S.Scusa ma adesso sono curiosa...Tu chi hai votato?
(Rispondi)
 
 
luna_nel_sole
luna_nel_sole il 01/06/06 alle 14:01 via WEB
ma tu ... non fai visita ai blog degli altri Arguta Signorina?! buona giornata e a presto ...
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