Creato da lauro_58 il 10/11/2006

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A volte ho vinto, molto più spesso ho perso. Cammino tra le strade della speranza senza ripari. E se inizia a piovere, mi fermo e guardo attorno. Poi alzo il bavero del cappotto, accendo una bionda e ricomincio a camminare.

 

 

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Un sambuchino con la mosca!

Post n°80 pubblicato il 30 Luglio 2007 da lauro_58
 

La normalità … cos’è la normalità !
E’ normale pensare ad una mosca come ad un’ insetto perlomeno noioso, molto spesso immondo … no ?
Associamola ad un bicchierino di sambuca, ed ecco che la mosca si trasfigura in un chicco di caffè.
Prendi un luogo qualunque dove succede un’ evento positivo oppure tragico.
Ci passi il giorno dopo, o solo dopo poco che la “normalità” è stata ripristinata, e sembra come se l’accaduto non fosse mai successo.
Anche nel bar-tavola calda di Emilio, la gente aveva ricominciato il viavai come se nulla fosse successo.
Eppure Eugenio lo avevano portato via da poco.
Era pallido, gli occhi sbarrati e non riusciva a parlare.
Il garzone di bottega, un ragazzo che aveva chiesto ad Emilio un lavoretto estivo per tirare su qualche soldo, entrò nel bar di corsa, dopo averlo incrociato in quello stato sulla barella, mentre veniva caricato in ambulanza.
“Cosa è successo ad Eugenio capo ?” disse il ragazzo.
Mamma mia questa mosca è di una noia mortale, non riesco a scacciarla via ! Eugenio non faceva che ripetere queste parole”

Emilio era come una pallina da tennis.
Faceva sù e giù sulla pedana dietro il bancone, come se fosse indaffarato a  mettere a posto chissà cosa.
In realtà si tormentava le mani e parlava tra se.

Mamma mia questa mosca è di una noia mortale, non riesco a scacciarla via !  l’ha detto non sò neanche quante volte, poi l’ho ripreso stufo di questa sua cantilena.
Ma quale mosca Eugè, e falla finita non c’è nessuna mosca, se ti sentono i clienti che figura ci facciamo ?”.
Ma lui si era già zittito, mi sono girato e stava disteso che sembrava morto.”

Emilio parlava … da solo, un monologo il suo … suonava come un modo per scusarsi.
“Non aveva gridato però, diceva quelle parole con discrezione ma si vedeva che era infastidito, ed io gli avevo risposto male!!!
Che non c’era nessuna mosca.
Gli dava fastidio, la mosca.
Ed ora lui non c’è più.
Lui non c’è più e la mosca è ancora qui, forse, ed io continuo a non vederla.”

Emilio si accorse del ragazzo che lo guardava attonito, la sua domanda non la aveva sentita, ma si rivolse a lui lo stesso.
“Capisci…lei è ancora qui, io non riesco a vederla, ma lei è ancora quì e lui non c’è più.
E non gli darà più fastidio, perché lui l’hanno potato via, Eugenio, lui… il mio amico.
Ci conoscevamo da bambini, eravamo cresciuti insieme, abbiamo aperto questo locale.
Poi è arrivata lei e lui ora non c’è più.”

Sembrava un distributore…un distributore inceppato, un disco incantato, una slot-machine dopo un giro vincente.
Gli occhi sbarrati, la faccia cenciosa ed allarmata, come se solo lui si accorgesse del pericolo incombente.
Poi di colpo si fermò e guardò un punto fisso proprio lì oltre il bancone.
Un cliente appena entrato seguì il suo sguardo, tentando di capire cosa stesse fissando.
Non vide nulla ma pensò bene di ordinare ad Oreste un “sambuchino con la mosca” piuttosto che a lui, tanto più che Eugenio per lui non era mai esistito.
Oreste aveva rimpiazzato Eugenio dietro il bancone.
Oreste ed Eugenio una persona valeva l’altra per quel cliente appena entrato, non c’era nulla di strano per lui, a parte l’ atteggiamento di Emilio, così intento a fissare quel punto oltre il bancone.

Lo “sbicchieramento” del cesto pieno che Oreste andava infornando nella lavabicchieri, lo sbloccò appena in tempo da quello stato.
Mamma mia questa mosca è di una noia mortale, non riesco a scacciarla via ! d
isse Oreste, un paio di volte.
Emilio sgranò gli occhi a quelle parole e si girò di scatto atterrito.
Non vide Oreste, lo cercò con lo sguardo.
Lo scorse a terra … seduto, occhi sbarrati la bocca aperta come a cercare l’aria che sembrava finire …

"Un sambuchino con la mosca" è un riflessodigitale di Lauro

 
 
 
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