Creato da lauro_58 il 10/11/2006

Next 2.0

A volte ho vinto, molto più spesso ho perso. Cammino tra le strade della speranza senza ripari. E se inizia a piovere, mi fermo e guardo attorno. Poi alzo il bavero del cappotto, accendo una bionda e ricomincio a camminare.

 

 

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Il premio

Post n°189 pubblicato il 09 Settembre 2009 da lauro_58
 
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continua ...

Ed invece no, perché la proposta era eccitante ma sapeva di melliflua bellezza, di squilibrio, come quella notte sempre più scura, silenziosa e solitaria al centro della città.
Scelsi quel SI sebbene avessi netta la sensazione che non fosse una buona idea farlo.
Ma le buone idee a volte assomigliano a bolle di sapone, scoppiano prima di aver fatto completamente il loro dovere.

Feci fatica a credere a ciò che la nuova schermata riportava.
Hai scelto di giocare. Complimenti!!  La posta è 10.000 Euro contro un giorno della tua vita. Se indovini i soldi sono tuoi. Digita 3 per  annullare la scelta fatta; hai sei secondi per farlo.
Che cavolo di proposta è! Un giorno della mia vita per 10.000 Euro.” Pensai.
Una manciata di secondi per riprendersi da una sorpresa qualsiasi e scegliere sono pochi, figurarsi per una proposta del genere.
Passarono troppo in fretta e scelsero per me ciò che avrei scelto comunque.
Già perché potevo andarmene e tornare in giornata per recuperare il bancomat, ma non lo feci.
Avevo deciso subito che un giorno della mia vita in cambio di quella cifra, nel caso avessi perso, era uno scambio equo.

Sul monitor comparve il logo della banca poi sei file di carte coperte, sempre con sei carte ogni fila.
Le fissai senza respirare in attesa della mossa, sei secondi questa volta dovevano bastare!
Si scoprirono una di seguito all’altra in rapida successione e ci restarono per sei secondi, quindi di colpo tutte coperte.
Poi l’aiuto.
Seconda carta della seconda fila.
La prima, è la prima, ne sono sicuro.”
La scelsi.
Peccato, hai perso.” E venne mostrata quella giusta, la prima della terza fila.
Diedi un pugno contro quel dannato display, imprecando.
Ed ora cosa succede ?” non ebbi il tempo di finire la frase.
Vuoi vincere 20.000 Euro? Stesse regole, per due giorni della tua vita.”
Quel coso aveva rilanciato, dandomi la possibilità di riprovarci.
Non sapevo come avrei fatto a pagare il dovuto, nel caso avessi rifiutato, perché non era stato specificato ma questo era l’ultimo dei miei pensieri.
Cos’erano mai, infondo, due giorni di vita?
Del resto spesso ci si annoia ed anche per più di due giorni. Quei soldi invece, avrebbero fatto la differenza altro che per due giorni!!

Spinsi senza indugi SI e giocai due giorni della mia vita per 20.000 Euro.
A quattro per 40.000 ero impaziente di giocare di nuovo, ad 8 per 80.000 ero certo di aver indovinato il criterio di sequenza. Un gioco al rialzo cui non feci caso, incantato dal fascino perverso che quella sfida regalava.
Poi, dopo l’ennesima scelta di continuare a giocare, il monitor si spense.
Feci per andarmene, quando quel maledetto ronzio che non sopportavo più ricominciò e dall’apposita feritoia apparve uno scontrino. Era il rendiconto, che conteneva in modo analitico tutte le giocate fatte. Ne avevo fatte quattordici ed avevo accettato la quindicesima. Ero passato da un giorno, ad un anno fino ad arrivare a ventidue, senza rendermene conto.
Sullo scontrino c’ era scritto;
Giocata per un controvalore pari a 16384 giorni. Credito insufficiente.
Lo sfilai e sul monitor apparve la scritta Game Over.

Cercai di restare il più lucido possibile, ma i secondi passavano e l’angoscia aumentava.
Un po’ perché pensavo alle scelte fatte.
Tre volte il 6 per accedere ad un gioco in cui dovevo scegliere in sei secondi una carta tra le 36 disponibili, disposte in sei file di sei carte ognuna. Ancora 666.
Un po’ per quella canzone che sentivo, dapprima in lontananza e poi sempre più vicino.
Era Purple Haze, conosco a memoria tutte le canzoni di Are you Experienced.
Una volta, scherzando tra amici, avevo chiesto mi accompagnasse durante l’ultimo viaggio.

In effetti non mi era mai capitato di provare nulla di simile prima di allora, inoltre quella notte così scura, assomigliava poco all’inizio di un altro giorno e sempre più alla fine del tempo.
Che stesse venendo a prendermi?

Il premio (The prize) è un riflessodigitale di Lauro


Purple Haze (J. Hendrix)

 
 
 
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