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Un’Unica Famiglia Umana

Post n°186 pubblicato il 12 Maggio 2017 da RoHarLu

L’unione degli esseri in un’unica famiglia, è quanto, per il momento, ci aspetta nell’attuale percorso dimensionale terrestre e connesso salto evolutivo.

Per molti rappresenta una sorta di miraggio, una situazione utopica, che può esistere solo nelle fantasie di qualche sognatore, o rimanere comunque circoscritta all’ambito delle idee o degli ideali spirituali.

Essere, considerarsi, una famiglia, la Famiglia Umana - e rapportarci in tal modo con eventuali altre famiglie “cosmiche”, dopo magari esserci ricongiunti con altri “parenti” sparsi in altre parti dell’universo, è in verità un’impresa molto stimolante, e seducente anche, che in tanti considerano - stanno imparando almeno - molto più che mera fantasia, o addirittura frutto dell’immaginazione di qualche mente instabile.

È vero che ci si “ferisce” e ci si “danneggia”, e si tendono a sfoderare molte poco buone qualità, anche in ambito familiare. Però, potrebbe farci bene pensare che queste cose passeranno, e, nel momento in cui saremo veramente una grande e vera famiglia, azioni del genere non avranno più veramente motivo di esistere.

Chi ha governato – nel “male” - questo spazio, ha potuto farlo proprio grazie a questa mancanza di fratellanza, di unione, tra gli appartenenti allo stesso genere [umano], o alla stessa famiglia [umana, terrestre, che, in verità, dovrebbe comprendere tutti gli esseri in un modo o nell’altro “ospitati” da madre terra, dagli animali, ai vegetali e a tutto il resto].

La divisione, e l’enorme spreco di energie e risorse, conseguente alle lotte fratricide, ha consentito un durevole “controllo” e una costante manipolazione, che non dovrebbero poter sussistere nei confronti di esseri pienamente sovrani, e assolutamente dotati di libero arbitrio, già solo per “diritto di essenza”.

L’unione, il sentirci parte di una stessa “Idea”, l’idea del creatore per questa parte di creazione/manifestazione, potrebbe condurci quindi, nella direzione opposta, con la ripresa a pieno titolo delle sorti della nostra esistenza, senza più controlli, né manipolazioni, né macchinazioni, né suggestioni, né convincimenti.

Forse potrebbe sembrare eccessivo il concetto di vivere senza alcuna regola, o moderazione, o fondamenta, nella misura in cui queste ultime potrebbero essere considerate dirette estrinsecazioni dei “convincimenti”.

Non sarebbe male provare, però. E chissà, magari qualcuno tra noi ha già provato, e cerca di trasmettere questo tipo di possibilità agli altri della specie.

Comunque, non si vuole rigorosamente affermare che occorrerà rinunciare a tutte le nostre convinzioni, o pseudo certezze, atteso che, forse, neanche riusciremmo a connettere [in questa fase] senza alcun punto di riferimento. Tuttavia, potremo già iniziare considerandole semplicemente tali, cioè convinzioni meramente proprie, che altri, della nostra stessa famiglia, possono anche condividere o abbracciare, ma senza dover considerarli “nemici”, o minacce, per la nostra sopravvivenza nel caso si comportassero in altro modo.

Potremmo cioè iniziare a perdere l’idea della loro assolutezza, e della loro categoricità e indiscutibilità.

Qualsiasi cosa nell’universo è in continua trasformazione. Questo possono vederlo, e verificarlo, tutti. Quindi, perché dovrebbero esserci delle verità “universali”, che mai cambieranno? Forse potremmo esserlo Noi, a livello essenziale. Forse potrebbe esserlo il Creatore, di nuovo a livello essenziale. Ma perché “gestirci”, in altri spazi, in altre “combinazioni energetiche”, allo stesso identico modo?

Questo non significa ovviamente non osservare in modo assoluto alcun tipo di regola. Potremmo darcene qualcuna, quella ritenuta più opportuna secondo gli scopi che ci prefiggiamo sul momento.

Del resto, di che regola si ha bisogno quando siamo tutti la stessa essenza? Se gli altri provengono dalla stessa Fonte/Sorgente, e hanno lo stesso ”senso di presenza” – e non potrebbe essere in altro modo, altrimenti sarebbe lo stesso anche per noi – lo stesso “Io Sono”, o “Sono”, o “Io”, e se ognuno di noi vede questo nell’Altro, quale codice dobbiamo osservare e applicare? Solo quello, del Cuore, che disciplinerebbe un’armoniosa condivisione delle rispettive creazioni. Nient’altro.

È sicuramente semplice, ma certamente non è facile al nostro attuale senso di evoluzione. Che poi significa che non riteniamo, perché quella è la nostra “convinzione”, di essere “maturi” a tal punto da potercelo permettere.

Eppure prima o poi occorrerà cominciare.

Nel frattempo comunque, potremmo cominciare con il comprendere chi siamo, e che siamo tutti la stessa Essenza/Vita originata dalla stessa Sorgente.

E tutto il resto, magari, verrà da se.  Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

 

Marius L.  

 
 
 
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