Marius Lion

L’osservazione delle varie verità.

Al di là di una Verità eterna, immutabile, e sempre vera in qualsiasi tempo, luogo, spazio, dimensione, vi sono tante più o meno grandi verità che conservano in qualche modo un nesso, un collegamento, con le varie manifestazioni, o con un qualche loro attributo o specifica.

La Verità autentica può servirci solo come punto prioritario di riferimento, anch’esso probabilmente mutevole sulla base dello strumento utilizzato per la sua rilevazione. Le altre, diversificate, innumerevoli, verità, ci servono forse per risalire, passo dopo passo, la china dell’esistenza complessiva, fino al reintegro in quell’Unità primordiale, l’Uno, o ciò che vi è prima, prima di ogni tempo e di ogni creatore, e che rappresenta la nostra sola origine.

Così, in ogni scorcio spazio-temporale nel quale ci troviamo a manifestare ed esprimerci, sperimentando le nostre parti di creazioni, abbiamo a disposizione diverse possibilità di “verità” da assumere come basi di avvio per le nostre indagini, e come potenziali mete dei nostri salti “evolutivi” - ammesso che sia questo che veramente accada.

A volte si pensa che esprimersi, parlando, proponendo, questa o quell’altra verità, seppur relativa ad una qualche variante operante nell’estensione che scandagliamo, possa essere in un certo senso poco utile, a taluno, o a tutti.

Avendo infatti preso atto, e in qualche misura compreso, che si tratta solo della “nostra” verità, e per questo, almeno nella stragrande maggioranza dei casi, poco adattabile alle realtà altrui, non scorgiamo in alcun senso quanto essa possa giovare alla causa di qualcuno, o di qualcosa.

Eppure, chi avverte un qualche contatto con i propri, chiamiamoli, maestri, o aiutanti, o fratelli maggiori, o guide, capta l’impulso, che non è solo interno, intimo, in quanto estremamente benefico e liberatorio per la propria crescita trasformativa, ma anche “esterno”, come se provenisse appunto da quegli stessi mentori, ad estrinsecare quanto da dentro si avverta l’esigenza di condividere.

Si potrebbe pensare, “ma dobbiamo diventare tutti scrittori, o poeti, o scultori, pittori, o chissà cosa”, visto che comunque, l’emozione, o qualsiasi cosa sia che voglia “andare fuori”, dopo essere passata attraverso un processo di interiorizzazione, integrazione, ed essere diventata in qualche modo più “noi”, può essere espressa in innumerevoli forme ed espressioni?

Forse si, dovremmo. O, almeno, dovrebbe chi percepisce l’urgenza di farlo.

Un cibo qualsiasi, un piatto succulento, non è niente se non viene mangiato, gustato, e digerito. E solo allora quella “conoscenza”, la conoscenza di quel “gusto”, può essere trasmessa,  divulgata, propagata.

Qualsiasi cosa venga sperimentata da chiunque nella creazione, diventa patrimonio del Creatore, e potenzialmente, di qualunque essere della creazione. È così che il creatore conosce la sua diretta, o mediata, creazione.

Ogni cosa deve essere saggiata per diventare saggezza. Però non occorre che tutti sperimentino tutto. Qualcuno collauda per primo, qualcun altro verifica qualcos’altro, che è la cosa di prima con una qualche variante, e così ancora e ancora, con un arricchimento durevole nella manifestazione del tutto in divenire.

Per questo in tanti attendono, nelle varie dimensioni, nei vari spazi, le esposizioni dei differenti “assaggi” e gustosità di chi si è sentito portato a farlo.

A molti serve, e parecchi altri ne sono deliziati.

E, in tale modo, un altro po’ di tempo è passato. Ma, potremmo dire, degnamente vissuto.  Namasté.

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.