ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 06/03/2010

FESTA DELLA DONNA: IL TRAFFICO DELLE DONNE NEL MONDO DI OGGI

Post n°3219 pubblicato il 06 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

È curioso che in tempi di femminismo trionfante, siamo costretti a parlare di una nuova forma di schiavitù delle donne, ben più umiliante e dolorosa di quelle antiche. Eppure non possiamo tacere di fronte al «traffico delle donne», che è la forma di schiavitù femminile dei tempi moderni. Purtroppo su questo drammatico problema si stende oggi una spessa e pesante coltre di silenzio, perché non hanno interesse a parlarne né gli Stati per i quali il «turismo sessuale» è talvolta una delle prime entrate del proprio bilancio, né gli Stati ai quali il traffico delle donne serve per rifornire i centri di «riposo e di divertimento» delle basi militari all’estero, e tanto meno i trafficanti, spesso collegati con la polizia e i sistemi giudiziari, ai quali il traffico delle donne frutta più del commercio illegale delle droghe. Per tale motivo, è assai difficile avere dati precisi circa la vastità del fenomeno. Tuttavia, per quanto riguarda l’Asia, che è l’epicentro mondiale del traffico delle donne, una buona informazione ci è fornita da un recente articolo di una religiosa salesiana indiana, Philomena D’Souza, teologa e psicologa, dell’arcidiocesi di Bombay, apparso sul bimensile cattolico The New Leader  e riportato da La Documentation catholique (5 février 2006, n. 3, 141-145).

Un clima sfavorevole alle donne.

Il traffico delle donne nel mondo asiatico — soprattutto, ma non solo: la stessa cosa si può dire di vari Paesi africani — si comprende meglio se lo si vede come una manifestazione della scarsa considerazione in cui è tenuta la donna. Le scelte discriminatorie variano da Paese a Paese. In alcuni la nascita di un bambino è considerata un dono, mentre quella di una bambina una maledizione degli dèi, per cui le bambine sono eliminate con l’aborto e l’infanticidio. Altrove, per frenare la crescita demografica, s’impone ai genitori di avere un solo figlio che si preferisce sia un maschio: se perciò nasce una femmina, dev’essere uccisa. In altri Paesi le cure mediche, quando ci sono, vengono riservate ai fratelli, ai padri, ai mariti e ai figli maschi. In altri Stati, le bambine sono vendute dai genitori per pagare debiti oppure sono cedute a persone ricche per servizio o per uso sessuale in cambio di qualche piccolo introito per mantenere la famiglia. Le giovani spose vengono uccise se i padri, secondo il contratto pattuito, non pagano coloro che le hanno sposate: le chiamano «morti per dote». Infine, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ogni giorno 6.000 bambine sono sottoposte alle mutilazioni sessuali (escissione, infibulazione), soprattutto in Africa. Molte muoiono; le altre vivono per tutta la vita col pericolo di gravi infezioni e con mutilazioni permanenti. In questo clima culturale — assai diffuso tra gli strati più poveri e degradati della popolazione di taluni Paesi — si comprende come il traffico delle donne possa aver luogo in misura così vasta e in forme tanto disumane.

Che cos’è il «traffico delle donne»?

Col termine «traffico di donne» s’intende il commercio umano, la «tratta», che ha come prodotto di base le donne, sia adulte, sia giovani e bambine. Tale commercio comprende il reclutamento, il trasporto e la vendita di tali persone a scopo di sfruttamento sessuale nei locali di divertimento, negli alberghi, nelle basi militari, nei luoghi di turismo internazionale. Alla base del traffico ci sono la violenza e l’inganno. Il suo meccanismo è complesso. Per il reclutamento ci si serve di tutti i mezzi per ingannare le vittime, come le promesse menzognere di impieghi lucrativi, i falsi matrimoni e le altre forme di seduzione, oppure si ricorre alla violenza, alle minacce e all’uso di droghe per costringere le donne a lasciare il luogo di residenza. Una volta reclutate, le vittime vengono trasportate nei luoghi in cui c’è richiesta di donne per uso sessuale. Di ciò si occupano le mafie dei vari Paesi, le quali formano una rete internazionale che ha tentacoli dappertutto e trova assai spesso validi alleati nelle polizie e negli organi giudiziari. Per l’Italia, la mafia maggiormente impegnata nel traffico delle donne è quella calabrese, la ‘ndrangheta, strettamente collegata sia con le mafie colombiane per il traffico della cocaina, sia con le potenti mafie albanesi, a loro volta collegate con le mafie turche, afghane e asiatiche, per il traffico di eroina e, soprattutto, per il traffico di donne, di cui rifornire i bordelli dell’Europa; sono infatti assai richieste le ragazze da 5 a 15 anni di età, per evitare agli uomini che le useranno l’infezione del virus Hiv-Aids.
Secondo le cifre fornite dall’Onu, nel corso degli ultimi dieci anni, 30 milioni di donne sono state oggetto di «tratta» nel mondo, sia per scopi lavorativi (le ragazze vengono vendute a ricche famiglie per compiere lavori domestici e, insieme, per i bisogni sessuali dei maschi della famiglia), sia per scopi di prostituzione.

L’Asia, maggiore centro del commercio mondiale delle donne.

Un caso paradigmatico è quello dell’India. Questo grande Paese, che conta ormai oltre un miliardo di abitanti, è insieme luogo di reclutamento, di transito e di destinazione di questa tratta della vergogna. Gli Stati del Sud, come l’Andhra Pradesh, il Tamil Nadu e il Karnataka, come pure le regioni tribali del Jharkhand, del Chhattisgarh, dell’Orissa e gli Stati del Nord-Est, sono le principali zone di reclutamento di donne e di bambine, inviate poi come schiave domestiche e sessuali verso le grandi metropoli e le spiagge di Goa. Tuttavia è assai più redditizio il traffico di donne a livello internazionale. Più di 500.000 donne del Bangladesh sono state destinate all’India, al Pakistan e al Medio Oriente. Si calcola che dal Nepal sono state trasportate in India 200.000 donne, con un flusso medio di 5.000/7.000 donne ogni anno. Almeno il 20% di esse sono ragazze con meno di 16 anni che finiscono nei bordelli di grandi città come Puna, Bombay e New Delhi. Su una stima di 2,3 milioni di donne indiane vittime della prostituzione, almeno un quarto sono minori provenienti dal Nepal e dal Bangladesh. Esistono poi in India più di 1.000 «quartieri di prostitute», conosciuti internazionalmente come red-light districts (distretti a luci rosse). L’Asia è l’epicentro del traffico internazionale delle donne. La Thailandia è il luogo di destinazione di 20-30.000 donne birmane, vittime di promesse menzognere di lavoro. Concretamente, il numero delle case chiuse in Thailandia è di circa 80.000; ma in certe «case» non ci sono donne thailandesi: sono tutte donne straniere, provenienti dalla Birmania, dalla Cina del Sud, dal Laos, dalla Cambogia, dal Vietnam e da altri Paesi situati nell’Europa dell’Est e in America Latina. Nel 2000 si calcolava in due milioni il numero delle donne di nazionalità straniera che «lavoravano» nell’industria del sesso. Paradossalmente, mentre alcuni Paesi asiatici si arricchiscono, le donne di questi Paesi sono vittime del traffico sessuale. Così si possono trovare prostitute della Malaysia a Hong Kong e in Australia. Donne thailandesi sono dirette verso il Giappone, Taiwan, l’Australia, la Malaysia e il Medio Oriente. Ragazze coreane sono inviate a Hong Kong e in Giappone, il quale è il Paese asiatico che detiene il più importante mercato dell’industria del sesso, per quanto concerne le donne asiatiche. Infatti sono più di 150.000 le donne straniere, in maggioranza thailandesi e filippine, ad essere impiegate nel settore giapponese della prostituzione.

Il turismo sessuale.

Negli ultimi dieci anni i Paesi asiatici sono divenuti quelli in cui si è maggiormente sviluppato il commercio delle donne. Tutto è cominciato negli anni Settanta del secolo scorso, quando una forte pressione internazionale fu esercitata sui Paesi asiatici, perché sviluppassero l’industria del turismo come la via più facile e più sicura per uscire dalla loro condizione di povertà. Le grandi bellezze naturali e le ricchezze culturali di tali Paesi avrebbero attirato un gran numero di europei e di americani e un fiume di denaro si sarebbe riversato su di essi, costituendo il motore dello sviluppo di tutto il continente asiatico. In realtà, in pochi anni si è sviluppata l’industria del turismo, ma anche con un carattere particolare, quello sessuale, per cui alcuni Paesi asiatici, come la Thailandia, sono divenuti la mèta sospirata di europei e americani, desiderosi di fare esperienze sessuali esotiche con donne giovani e, soprattutto, adolescenti e bambine. In tal modo, il turismo sessuale è divenuto una delle principali e forse la principale fonte di ricchezza per vari Paesi. Per tale motivo, il turismo sessuale è stato incoraggiato e favorito dagli Stati, chiudendo gli occhi sulle spaventose tragedie che esso rappresentava per milioni di donne, sacrificate per la «prosperità» nazionale. Si calcola che il turismo sessuale faccia guadagnare alla sola Indonesia 1,2-3,6 miliardi di dollari ogni anno.

Il «servizio» delle donne oggetto della «tratta».

Come si svolge il «servizio» delle donne? Nei contratti di lavoro per dipendenti di alto livello sono previsti servizi di «riposo e di divertimento» e vacanze all’estero: in tali contratti è incluso il «servizio» di donne. Queste poi «servono» nei bar, nelle ville sulle spiagge, negli alberghi, nelle discoteche, nei caffè, nei centri di massaggio, nelle sale di ginnastica, nei club porno: tutti locali nei quali le donne devono prestarsi a soddisfare le fantasie sessuali di una clientela maschile priva di scrupoli. Per sé, nei contratti che le donne stipulano con il trafficante è scritto che esse dovrebbero danzare, servire in un bar, accogliere e distrarre i turisti. Ma è tutto un tragico inganno, compresa la promessa di un alto compenso. Una volta che la donna è in mano a un trafficante, costui si impadronisce del passaporto e dei documenti personali, nel caso che li abbiano, le costringe ai più avvilenti servizi sessuali e impone loro di pagare il debito contratto con lui per il trasporto e l’ingaggio, che può andare da 3.000 a 30.000 dollari, a seconda del Paese di provenienza. In certi Stati, il traffico di donne oggi è sofisticato e si serve di internet per promuovere le cyberprostitute o le donne temporaneamente vostre: il cliente detta alla donna gli atti sessuali che egli vuole che lei compia. Un altro «servizio» che le donne asiatiche oggetto della «tratta» sono costrette a rendere è il lavoro domestico presso famiglie facoltose: si tratta di una vera schiavitù domestica, poiché le donne che vi sono costrette non solo sono adibite a lavori pesanti, ma sono alla mercè dei loro padroni e dei figli maschi per uso sessuale. Questa è la triste esperienza di donne del Nepal e del Bangladesh in India, di donne indiane nel Medio Oriente e di donne filippine in quasi tutti i Paesi. Il fatto grave è che queste donne — generalmente povere, poco istruite e provenienti da ambienti rurali — sole e spesso senza documenti si trovano al di fuori del sistema di protezione sociale e legale dei loro Paesi di provenienza e non possono beneficiare della protezione giuridica dei Paesi in cui «lavorano». Perciò non resta loro che affidarsi al trafficante che le ha condotte nel Paese in cui si trovano e a diventarne schiave.
Una terza forma di «servizio» richiesta alle schiave asiatiche della tratta è quella di «sposare» un occidentale. Agenzie matrimoniali negli Stati Uniti, nel Canada, in Australia, in Gran Bretagna, in Germania offrono ai loro clienti una «sposa» orientale, che essi possono scegliere da un catalogo di donne orientali. Una volta che queste «spose per posta» giungono attraverso i trafficanti internazionali nei Paesi richiedenti, vengono date a uomini che possono esercitare su di esse terribili violenze di ogni genere, soprattutto sessuali. Si tratta quasi sempre di giovani tra i 20 e i 25 anni, acquistate da uomini di più di 50 anni. Acquistando una «sposa» orientale, questi uomini fanno un ottimo affare: hanno una schiava sessuale, una persona che si occupa di loro e una serva che si occupa della casa: tre persone al prezzo di una sola!
C’è poi in alcuni Paesi asiatici il sistema della «sposa a tempo». Così gli arabi che risiedono nel Pakistan per un breve periodo possono prendersi una donna che cucina, lava i panni e soddisfa i loro desideri sessuali. Al termine del soggiorno la donna è abbandonata e, se sono nati dei figli, tocca a lei prendersene cura. Ci sono poi i falsi matrimoni. Donne vietnamite accettate in Cina, dove sperano di trovare un lavoro, sono vendute come spose o concubine a cinesi, generalmente in province lontane, da dove non possono fuggire. Data poi la sproporzione tra uomini e donne, dovuta al fatto che milioni di bambine cinesi sono state uccise durante la «campagna per un solo figlio (maschio)», talune donne sono costrette a diventare spose di un uomo e dei suoi figli maschi. Spose del Bangladesh e del Nepal sono cedute dai loro mariti a uomini indiani. Molti pakistani si sono sposati con donne emigrate dalla Birmania per sfuggire alla dittatura e le hanno costrette a tessere tappeti. I loro figli, raggiunta l’età di 4-5 anni, diventano apprendisti tessitori. In tal modo, questo sistema procura agli uomini un’amante, una lavoratrice e una riproduttrice di mano d’opera per l’industria di esportazione di tappeti. Così, dietro la facciata di un matrimonio, si nascondono situazioni di schiavitù che sono una delle forme del traffico di donne esistenti nel Pakistan.
Quanto abbiamo detto sin qui potrebbe far pensare che il traffico delle donne per scopi sessuali sia un problema principalmente asiatico. Invece è un problema mondiale, che esiste in tutti i continenti. Si pensi al traffico di donne nigeriane che vengono condotte in Italia con la promessa di trovare un lavoro, anche se molte sono consapevoli della fine cui sono destinate, e, una volta giunte nel nostro Paese, vengono private del loro passaporto e affidate a madame nigeriane, che le avviano alla prostituzione sia sulle strade sia in locali chiusi appropriandosi del denaro guadagnato, che deve servire per pagare il debito, sempre enorme, contratto col trafficante che le ha condotte in Italia. Si pensi al traffico di donne che dai Paesi dell’Europa dell’Est, come la Moldavia, la Bielorussia, l’Ucraina, vengono condotte con l’inganno di promesse fasulle o con la violenza, ma anche con il miraggio di lauti guadagni ottenuti prostituendosi nei Paesi ricchi dell’Europa, sempre bisognosa di nuova merce per il necessario ricambio e per le crescenti richieste dei cittadini europei, nonostante che a livello politico e giuridico ci si batta con forza per i diritti delle donne.
Si deve, purtroppo, rilevare che questo drammatico problema del «traffico delle donne» nel mondo di oggi è assai poco sentito e considerato, tanto che quasi non se ne parla e non se ne discute. Quanti, ad esempio, hanno saputo che il 23 agosto 2005 è stata celebrata la Giornata internazionale della lotta contro la schiavitù in tutte le sue forme (lavoro forzato, lavoro dei bambini, prostituzione, turismo sessuale, traffico delle donne a scopo sessuale) e per la sua abolizione? E, d’altra parte, mancando ancora a livello mondiale un impegno serio contro il traffico delle droghe, come si può sperare che si voglia combattere il traffico delle donne?
Eppure si tratta di un problema di grave violazione dei diritti umani. In realtà, il «traffico delle donne» viola in maniera evidente il diritto fondamentale alla vita e alla dignità umana; viola il diritto alla salute, alla libertà e alla sicurezza delle persone, il diritto a non subire violenze, crudeltà e trattamenti degradanti. Per le bambine e le giovani che sono oggetto del traffico si viola il diritto all’educazione e a non essere vittime di matrimoni forzati. Dietro queste gravi violazioni di essenziali diritti umani ci sono enormi interessi, poiché il traffico delle donne è una delle attività più redditizie per le mafie di tutti i Paesi; per tale motivo le organizzazioni criminali nazionali e internazionali non lo abbandoneranno se non costrette da una impegnativa e costante azione anticrimine degli Stati, condotta a livello internazionale. Purtroppo, c’è da dubitare che ci sia oggi la volontà di combattere in maniera seria ed efficace il «traffico delle donne». Si tratta, infatti di un problema che è meglio far finta di non vedere e sul quale conviene tacere.
- Giuseppe De Rosa - laciviltacattolica -

 
 
 

LO SCHIAFFO DEL CARDINALE

Post n°3218 pubblicato il 06 Marzo 2010 da diglilaverita
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Un sonoro ceffone è stato metaforicamente inferto al segretario del partito laburista scozzese Jim Murphy, da parte di un uomo di Chiesa noto per la sua coraggiosa schiettezza. Si tratta del Cardinale Keith Michael Patrick O’Brien, Arcivescovo di St. Andrews ed Edimburgo e Presidente della Conferenza Episcopale scozzese, che prendendo spunto dalla recente deriva legislativa in materia di libertà religiosa, di adozione per le coppie omosessuali e di unioni civili, ha accusato il Governo di aver «totalmente ignorato» i principi della Chiesa Cattolica Romana. La severa reprimenda dell’alto prelato è nata come reazione ad un discorso tenuto da Murphy durante la riunione di un think-tank laburista tenutasi lo scorso 23 febbraio. Il segretario aveva, infatti, invitato a «prendere in considerazione e rispettare» i valori degli elettori credenti. In quell’incontro, peraltro, lo stesso Murphy aveva espresso l’opportunità politica di blandire i voti di quel particolare bacino di elettori, arrivando persino a spiegare come fosse necessario ribadire che le stesse Sacre Scritture attribuiscano al partito laburista «la legittimazione ideologica per cambiare i vecchi ordinamenti». E si era messo pure a citare la Bibbia: «Come Davide dice nel Salmo 9, “il Signore è un riparo per l’oppresso e un rifugio sicuro in tempo di angoscia”».
Il discorso, com’era prevedibile, non è stato particolarmente gradito dal superlaico Terry Sanderson, presidente della National Secular Society, che ha accusato Murphy di aver trascinato, con le sue parole, il partito laburista in un «terreno pericoloso». «Non è più il caso» ha protestato l’anticlericale britannico «che ai preti sia consentito ingerirsi nella politica e condizionare il voto dei fedeli».
Il Cardinale scozzese, notoriamente poco avvezzo alle diplomazie curiali – è, infatti, uno che non ama mandarle a dire – non si è lasciato irretire dai tentativi opportunistici di strumentalizzare il voto cattolico. Monsignor O’Brien, a differenza del laicista Sanders, preferisce alle fumisterie ideologiche, il pragmatismo chestertoniano. E, quindi, grazie ad un sano senso della realtà, unito ad una profonda conoscenza della natura umana, non è caduto nella trappola dei politicanti. Anzi, proprio il discorso di Murphy gli ha dato il destro per sferrare un attacco frontale. Così, il porporato ha denunciato come nel Regno Unito si sta da tempo assistendo ad un «sistematico e spietato attacco ai valori familiari» grazie all’attuale governo. Ha poi proseguito con un lungo cahier de doléances.
«Quando si è introdotta la legge che ha permesso la sperimentazione sugli embrioni umani e la loro conseguente distruzione», ha tuonato il Cardinale, «le obiezioni della Chiesa e delle altre confessioni religiose sono state totalmente ignorate».
«Quando si è introdotta la legge sulle unioni civili e sulla possibilità di adozione per le coppie dello stesso sesso» ha proseguito il porporato «le obiezioni della Chiesa e delle altre confessioni religiose sono state totalmente ignorate».
«Quando il governo si è rifiutato di affrontare il drammatico problema dell’aumento del numero di aborti» ha incalzato Sua Eminenza «le obiezioni della Chiesa e delle altre confessioni religiose sono state totalmente ignorate».
«E più recentemente», ha proseguito monsignor O’Brien, «nelle ultime proposte di legge destinate a scardinare definitivamente quel che resta della libertà religiosa, questo governo non ha tenuto nel minimo conto le preoccupazioni dei credenti».
Questo sì che è un evangelico parlar chiaro, privo di quella ridondante ambiguità che, come insegna il Nazareno, «a Malo est».
I veri Pastori, del resto, si manifestano nei momenti di difficoltà, ed oggettivamente la Chiesa cattolica, – insieme a tutta la cristianità –, vive oggi in Gran Bretagna una situazione davvero drammatica. Un’ultima considerazione sull’utilizzo improprio delle Sacre Scritture da parte del laburista Jim Murphy. Quando ho letto della sua citazione del Salmo 9, mi è venuto in mente l’episodio della terza tentazione di Gesù nel deserto. Satana condusse il Figlio di Dio sul pinnacolo del tempio di Gerusalemme e, invitatolo a gettarsi, Gli citò testualmente un verso del Salmo 91: «Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede». Evidentemente anche il demonio ama citare la Bibbia per i suoi malevoli scopi. E pare abbia una particolare predilezione per i salmi. - Amato Gianfranco - culturacattolica -

 
 
 

GLI HANNO LEGATO LE MANI PERCHE' FACEVANO IL BENE

Post n°3217 pubblicato il 06 Marzo 2010 da diglilaverita
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Perché il Signore fu ammanettato dai suoi carnefici? Perché hanno impedito il movimento delle sue mani, legandole con dure corde? Soltanto l'odio o il timore potrebbero spiegare che si riduca così qualcuno all'immobilità e all'impotenza. Perché odiare queste mani? Perché avere timore di esse?

La mano è una delle parti più espressive e più nobili del corpo umano. Quando i Pontefici e i genitori benedicono, lo fanno con un gesto di mani. Per pregare, l'uomo congiunge le mani o le alza verso il cielo. Quando vuole simboleggiare il potere impugna lo scettro. Quando vuole esprimere forza, impugna il gladio. Quando parla alle moltitudini, l’oratore sottolinea con le mani la forza del ragionamento con cui convince o l’espressione delle parole con cui commuove. È con le mani che il medico somministra le medicine e l'uomo caritatevole soccorre i poveri, gli anziani, i fanciulli.

Mani di Maestro e di Pastore
Le Tue mani, Signore, che cosa hanno fatto? Perché sono state legate? Dall’alto dei cieli, sei venuto con disegni di amore per riunire gli uomini. Con bontà ineffabile, hai assunto la nostra natura umana. Hai voluto avere un corpo umano, per amore dell'uomo. È per fare il bene che le Tue mani sono state create.

Chi potrà esprimere, o Signore, la gloria che queste mani hanno dato a Dio quando su di esse si sono posati i primi baci di Nostra Signora e di San Giuseppe? Chi potrà esprimere con quanta tenerezza hanno fatto a Maria Santissima le prime carezze? Con quanta pietà si sono giunte per la prima volta in atteggiamento di preghiera? E con quanta forza, quanta nobiltà, quanta umiltà hanno lavorato nell’officina di San Giuseppe?

Quando la Tua vita pubblica è cominciata, sei stato principalmente il Maestro che insegnava agli uomini il cammino del Cielo. E così, quando la Tua voce si alzava e sovrastava le folle estasiate e riverenti, le Tue mani si muovevano segnalando la dimora celeste o condannando il crimine. E gli apostoli e le moltitudini credevano in Te, e Ti adoravano, o Signore.

Mani di Maestro, ma anche mani di Pastore. Non soltanto insegnavi, ma guidavi. Le Tue mani divine hanno avuto virtù misteriose e soprannaturali per vezzeggiare i più piccoli, accogliere i penitenti, guarire gli ammalati.

Ma queste mani, così soprannaturalmente forti che al loro impero si piegavano tutte le leggi della natura, avevano ancora un'altra funzione da eseguire. Non hai parlato anche del lupo vorace? Saresti Pastore se Tu non lo respingessi? Sì, il lupo… e prima di tutto il demonio. La Tua vita ha reso palese che il demonio non è un’entità di fantascienza. Il Vangelo ci parla di uomini ipocriti o di costumi dissoluti non soltanto come conseguenza della depravazione umana, ma anche come opera del demonio, attivo, tenace, rivelando ogni tanto la sua presenza con manifestazioni spettacolari di ossessione e di possessione.

Tu cacciavi il demonio, Signore, con terribile imperio, e di fronte alla Tua parola grave e dominatrice come il tuono, più nobile e più solenne di un canto di angeli, gli spiriti impuri fuggivano impauriti e vinti. Talmente vinti e impauriti che da allora innanzi hanno dovuto obbedire con docilità ai Tuoi Apostoli.

Perché tanto odio?
Dovunque la Tua parola è stata predicata ed è stata accettata dagli uomini, l’impurità, la rivolta, il demonio sono sempre fuggiti. E solamente sono tornati a spiegare sull'umanità le loro ali d'ombra e il loro potere di perdizione quando il mondo ha cominciato a rigettare la Tua Chiesa, che è il Tuo Corpo Mistico. Ma basterà agli uomini corrispondere nuovamente alla grazia di Dio affinché l'impero di quelle potenze ancora una volta decada e le tenebre, la lascivia, lo spirito della Rivoluzione tornino agli antri segreti dai quali sono usciti da secoli.

Pastore, le Tue mani divine non si sono limitate a brandire il bordone contro le potenze spirituali e invisibili che, nel dire di San Paolo, infestano l’aria, per perdere gli uomini. Esse hanno pure fustigato il demonio e il male nei suoi agenti tangibili e visibili, il male in concreto in quanto realizzato negli uomini, i farisei per esempio, oppure i venditori del tempio, immortalati nel Vangelo grazie al castigo esemplare che hanno sofferto.

Tu che hai raccomandato la mansuetudine sino agli ultimi estremi quando sono in gioco soltanto i diritti personali. Tu hai impiegato un’ardente e santa indignazione per screditare i farisei, e hai brandito la frusta per segnare a sangue i venditori. Nel servizio di Dio ci sono momenti in cui il non recriminare, equivale a tradire.

Queste mani che sono state così soavi per uomini retti come l'innocente Giovanni e la penitente Maddalena, queste mani che sono state così terribili per il mondo, il demonio, la carne, perché stanno legate e messe in carne viva? Perché tanto odio, perché tanta paura da sembrare necessario legare le Tue mani, ridurre al silenzio la Tua voce, estinguere la Tua vita?

Signore, per capire questa mostruosità, bisogna credere all'esistenza del male. Bisogna riconoscere che così sono gli uomini, che la loro natura, quando prende il cammino della rivolta, non c'è infamia né disordine di cui non sia capace. E quando qualcuno Ti nega, comincia ad odiarti, a odiare ogni bene, ogni verità, ogni perfezioni di cui Tu sei la personificazione stessa. E se non Ti ha portata di mano, in forma visibile, per scaricare il suo odio satanico, allora colpisce la Chiesa, profana l'Eucaristia, bestemmia, propaga l'immoralità, predica la Rivoluzione.

Signore, ascolta le nostre suppliche
Sei ammanettato, o Gesù mio. Dove sono gli zoppi e i paralitici, i ciechi, i muti che hai guarito, i morti che hai risuscitato, i posseduti che hai liberato, i peccatori che hai sollevato, i giusti a cui hai rivelato la vita eterna? Perché loro non vengono a spezzare i lacci che legano le Tue mani?

Anche qui la forza del male è palese. I Tuoi nemici amano talmente il male che, anche sotto le umiliazioni delle corde che Ti legano, percepiscono tutta la forza del Tuo potere… e tremano! Per essere sicuri, vogliono trasformare in piaga l’ultima fibra di carne Tua ancora sana, vogliono versare l’ultima goccia del Tuo sangue, vogliono vederTi esalare l’ultimo sospiro. E nemmeno allora saranno tranquilli. Morto, infondi ancora timore. Bisogna sigillare il Tuo sepolcro e circondare di guardie armate il Tuo cadavere. L’odio al bene li rende perspicaci al punto di farli percepire ciò che vi è di indistruttibile in Te.

O, Signore, quante volte i Tuoi avversari tremano davanti alla Chiesa, mentre io, miserabile, vedendola ammanettata credo che tutto sia perduto! Ma quanta ragione avevano i Tuoi nemici! Tu sei risorto. Non soltanto le corde e i chiodi non sono serviti a niente, né la lastra del sepolcro, né il carcere della morte. Ti hanno potuto trattenere. Sì, sei risorto! Alleluia!

Signore mio, che lezione! Vedendo la Chiesa perseguitata, umiliata, abbandonata dai suoi figli, negata dai costumi pagani e dalla scienza panteista di oggi, minacciata all'esterno dalle orde del comunismo, e dall’interno dallo sproposito di quelli che vogliono venire a patti con il demonio, io esito, tremo, penso che tutto sia perduto.

Signore, mille volte no! Tu sei risorto per la Tua propria forza, e hai ridotto a nulla i vincoli con cui i Tuoi avversari pretendevano ritenerTi nelle ombre della morte. La Tua Chiesa partecipa di questa forza interiore e può in qualsiasi momento distruggere tutti gli ostacoli di cui da cui si vede circondata. La nostra speranza non è nelle concessioni, né nell’adattamento agli errori del secolo. La nostra speranza è in Te, Signore.

Esaudisci le suppliche dei giusti, che ti pregano per mezzo di Maria Santissima. Invia, o Gesù, il Tuo Spirito, e sarà rinnovata la faccia della terra. - Plinio Corrêa de Oliveira - atempodiblog -

 
 
 

IL ROSARIO UN TESORO DA RISCOPRIRE: COME PREGARE IL ROSARIO? - SECONDA PARTE -

Post n°3216 pubblicato il 06 Marzo 2010 da diglilaverita
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Quanto siamo venuti dicendo finora è estremamente importante al fine di ‘pregare il Rosario’. Infatti se manca la comprensione della figura di Maria e della sua collocazione all’interno della Storia della salvezza, se non si è capita l’importanza di prendere nella propria casa la Madre del Signore (“Ecco tua Madre!”) e la necessità della preghiera, si corre il rischio di svuotare di senso il rosario e di ridurlo a sterile ripetizione.

          Prima di indicare alcuni modi di pregare il Rosario (tu ne potrai trovare e suggerire altri), vorrei spendere alcune righe per evidenziare l’impegnatività di questa preghiera e come comportarsi con la ripetizione delle Ave Maria.

          Il Rosario non è una preghiera facile: più volte è venuta fuori la parola ‘contemplazione’ legata proprio alla recita della corona: scuola di contemplazione. Ora questo livello di vita spirituale è molto elevato ed è il frutto di un lungo cammino. Pensare ai contemplativi significa pensare a persone (uomini e donne) consumate da anni di preghiera prolungata, assidua, anche notturna... Nel nostro caso si vuole sottolineare che il Rosario non è una preghiera facile, ma che ha bisogno di alcune attenzioni, cui accenna anche il Papa nella sua Lettera

          Il clima deve essere generalmente un clima di silenzio, di raccoglimento. L’ideale sarebbe recitarlo davanti al Tabernacolo o davanti ad un’immagine sacra. A me piace recitarlo guidando in autostrada o passeggiando in luoghi silenziosi (corridoi, cortili, sale d’attesa...). si staccano i contatti con l’esterno e ci si concentra sulla preghiera. Personalmente trovo molto utile sostare un attimo dopo l’enunciazione del mistero: in genere metto a fuoco la persona o la situazione per cui voglio pregare, abbinandola al mistero proposto. Esempio: recitare il 3° mistero gaudioso (la nascita di Gesù) per qualche mamma che ha avuto o sta per avere un figlio o per le coppie che, pur desiderandoli, non hanno bambini. Oppure pregare per i missionari durante il 2° mistero glorioso (“Andate in tutto il mondo e predicate il mio Vangelo ad ogni creatura”).

          L’ascolto della Parola di Dio: “Per dare fondamento biblico e maggiore profondità alla meditazione, è utile che l’enunciazione del mistero sia seguita dalla proclamazione di un passo biblico corrispondente...” (n. 30)

          Non multa, sed multum: tento di insegnare ai giovani a pregare con il Rosario, evitando che diventi una noiosa ripetizione, da cui il cuore è assente. Per cui sono del parere che è meglio recitare uno o due decine bene, con calma, mettendo in atto gli aiuti di cui ho parlato sopra, piuttosto che ‘bruciare’ tutta la corono avendo alla fine la sensazione di non aver fatto nascere una preghiera vera.

Evitare lo strabismo! Strabico è colui che ha i due occhi scollegati, che fissano due cose diverse senza vederne bene nessuna. È un guaio grosso!

          Nella recita del Rosario devo concentrare la mente sulle parole dell’Ave Maria oppure sul quadro evangelico che il mistero ha annunciato o sulle persone, situazioni per cui voglio pregare? Non si possono fare 2 o 3 cose contemporaneamente!

          Esatto: occorrerà dunque farne una sola e questa generalmente è meditare con Maria il mistero proposto, fissando lo sguardo interiore sulla scena indicata e sui vari personaggi che la compongono (esempio: Gesù che prega nel Getzemani: il tradimento di Giuda, l’abbandono dei discepoli, l’angoscia del Maestro, l’adesione alla volontà del Padre...; la Pentecoste: chi è lo Spirito Santo, come viveva la Comunità cristiana, Maria Madre della Chiesa, i frutti dello Spirito...). La ripetizione delle ave Maria è la forma esteriore della preghiera e ha lo scopo di renderla più calma, distesa. Quando sono in ufficio mi piacere lavorare con un po’ di musica di sottofondo e questo non solo non mi disturba, ma mi rasserena e mi concentra. Le Ave Maria sono come la musica: vanno per loro conteo in forma quasi automatica, ma il cuore e la mente pensano, pregano, sono orientati su Gesù e su Maria.

E ora alcune indicazioni concrete sul come pregare il Rosario.

1.Meditare il quadro evangelico.

Già abbiamo anticipato qualcosa su questo modo, ritenuto il più completo e profondo. Viene annunciato il mistero che riguarda un fatto della vita di Gesù o di Maria e, mentre recito le 10 Ave Maria ci rifletto su. Per aiutarti ti offro qualche esempio.

1° mistero gaudioso: l’Annunciazione
Forse ci sarà qualche espressione del Vangelo che più ti ha colpito: medita su quella! Sarà:
La disponibilità di Maria
La bontà del Padre che ci dona Gesù
Gesù è il Salvatore
Maria è veramente Madre di Dio
“Si compia in me la tua Parola!”
Su ciascuna di queste tematiche puoi riflettere parecchie volte perché sono punti centrali nella vita di fede di ogni persona. Ma questo è solo il primo passo. Devo aggiungere un confronto con la mia vita!
Qual è la mia disponibilità di oggi?
Sono davvero pronto/a a fare la volontà di Dio? Oppure..
Gesù che prende corpo in Maria è lo stesso che ricevo nell’Eucarestia. Come lo accolgo?
Ogni chiamata di Dio è per la nostra realizzazione più grande. Ho parua del ‘progetto di Dio su di me’?
A volte mi capita che la meditazione iniziata durante la prima decina viene protratta per tutto il Rosario. Va benissimo! L’unica regola da osservare è far pregare il cuore.

1° mistero glorioso: Gesù risorge.
La Pasqua è il centro della nostra fede
Gesù vince la morte, frutto del peccato e diventa Signore dell’universo, della storia, quindi anche della mia vita
Gesù appare ai suoi amici, agli Apostoli, alle donne
“Si mise a camminare con loro”, i discepoli in cammino verso Emmaus
Gesù dona la pace e agli Apostoli il potere di perdonare i peccati e lo Spirito Santo
Per la tua vita:
Gesù è davvero il Signore della tua giornata
Mi fido di questo ‘risorto’?
Sono una persona di pace? Ho la pace?
Come celebro il sacramento della riconciliazione?

3° mistero glorioso: la Pentecoste
Tu sai chi è lo Spirito Santo? Questa decina può essere l’occasione per riflettere e riscoprire questa Presenza che avvolge tutta la nostra vita. Infatti lo Spirito Santo è
La presenza di Dio nella nostra vita
Una presenza trasformante, che ci fa creature nuove
La forza e la potenza di Dio in noi: gli Apostoli diventano coraggiosi testimoni
Il costruttore di unità nel mondo e nella Chiesa, nelle Comunità e in noi stessi
Luce nel dubbio e nell’oscurità: guida le scelte di Gesù, quelle della Chiesa primitiva e vuole guidare i tuoi passi.
I frutti dell’azione dello Spirito sono la pace, la gioia, l’amore

2.Il Rosario, specchio della mia giornata
Teilhard de Chardin, in una delle sue lettere, così si esprime: “Nel Rosario tutta la nostra vita si cristianizza attraverso lo sviluppo dell’Ave Maria in noi”. È proprio quello che abbiamo di più quotidiano, di più abituale ad essere ‘cristianizzato’.
Alla fine di una giornata il Rosario diventa il momento della revisione, del colloquio con Maria sui fatti del giorno: cose riuscite, altre andate male, pregi e virtù, limiti e peccato, coraggio e vigliaccheria...; tutto è fatto passare davanti a Lei con serenità e senso di fiducia.
Spesso siamo scontenti, agitati, irrequieti perché non troviamo il tempo per ricuperare la dimensione profonda della nostra esistenza. Il Rosario può diventare l’occasione per guardare ad alcuni fatti, ad alcune realtà della mia vita con maggior coraggio alla luce di Maria; ascoltare quanto ha da suggerire Lei per riprendere il mio cammino.Talvolta forse non sapremo offrire altro che la nostra stanchezza e il tempo della preghiera: anche questo è segno di amore e fedeltà.

 
Recitare il Rosario è fare comunione con...

Quando ero piccolo, esistevano delle corone del Rosario che erano il sogno di ogni ragazzino. Avevano i grani in ve­tro con innumerevoli sfaccettature e ogni decina aveva il suo colore: bianco, rosso, giallo, blu, verde. Era il Rosario «missionario»! Ad ogni colore corrispondeva un continente; non imparai mai ad abbinare un continente al suo colore giusto, ma con il passare degli anni mi resi conto della ricchezza di quella trovata «puerile». Pregando le Ave Maria, ti mettevi in comunicazione con i missionari di tutto il mondo, quelli noti e quelli sconosciuti, pregavi per il Regno di Dio sparso su tutta la terra...
La forma della corona è quella di una catena di grani: sug­gerisce l'idea di un qualcosa che unisce, che crea comunio­ne. Proprio così!
Stando con un gruppo quest'estate, ho visto che lo recita­vano in questo modo: prima di ogni decina, uno, a turno, sug­geriva un'intenzione. Si trattava di persone in situazioni difficili, amici lontani, coppie in crisi, altri che si preparavano a scelte importanti, le vocazioni, problemi riguardanti il grup­po... ; qualcuno invitava a pregare per i sacerdoti, gli amma­lati, gli anziani...
Quale vasta rete di unità si crea! In Maria ci troviamo tut­ti figli suoi e possiamo presentare a lei le nostre difficoltà, le nostre gioie, il nostro grazie...

          Ma c'è di più: attravero le 10 Ave Maria, durante le quali prego per una persona, io cresco anche nella carità: cerco di capire di più i problemi, le sofferenze, la situazione di quella persona; cerco di fare mio il suo mondo, entro in comunione con la sua vita e chiedo a Dio per mezzo di Maria la cosa più grande: che in quella persona si realizzi il progetto di Dio, la sua volontà e sappia dire di sì, sappia accogliere con di­sponibilità quanto le viene chiesto.

          È un'esperienza straordinaria ricordare le persone con le quali si hanno avuto delle tensioni, con cui non si va d'ac­cordo o che facciamo fatica a perdonare. Pregare per costoro è il primo passo verso la Riconciliazione, è avere la forza per andare loro incontro e riprendere insieme la strada.
Penso agli animatori dei nostri gruppi, ai catechisti; per loro il Rosario può diventare l'occasione di ricordare a Ma­ria i ragazzi loro affidati! Questo ci mette nel clima giusto per essere Educatori.
Il Rosario crea comunione! Recitato in gruppo, in famiglia, unisce il gruppo, la famiglia, dà un nuovo modo di stare insieme, di accogliersi, di affrontare i problemi. Si tocca con mano come davvero Maria è la Madre della Chiesa!

          Infine, come si può leggere il giornale, ascoltare le noti­zie della TV senza farle diventare oggetto di preghiera? Ec­co un altro inesauribile modo con cui recitare il Rosario. Nulla è banale quando è fatto per amore! Lo so che sovente si tratta difatti e problemi più grossi di noi: affidarli a Maria è segno di umiltà e di fiducia in lei.

4. Bellezza e ricchezza dell’Ave Maria

          Modello di una breve predica: l’Ave Maria comincia con le parole dell’angelo Gabriele.
“Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te”. Sono una predica perfetta, anche se breve.
Egli proclama l’essenza di ogni predicazione: “Il Signore è con te”. Ma c’è un secondo motivo: l’Ave Maria comincia dalla Parola di Dio che viene rivolta a noi, ci porta la Parola che infrange il silenzio tra Dio e noi. A volte consideriamo la preghiera come lo sforzo che facciamo per parlare con Dio, per raggiungere un Dio lontano. Invece questa semplice preghiera ci ricorda che non è così. Noi non infrangiamo il silenzio: siamo introdotti in una conversazione che era già cominciata senza di noi. La Parola di Dio crea uno spazio dentro il quale noi, a nostra volta, possiamo dire “Santa Maria, Madre di Dio!”

          “Noi non preghiera, siamo pregati!” Le nostre parole sono il riflesso, il prolungamento della Parola rivolta a noi. Le nostre preghiere sono Dio che prega, loda, ringrazia, benedice dentro di noi (Cfr Rom 8,14). I saluti dell’angelo e di Elisabetta a Maria continuano nelle parole che noi rivolgiamo a Lei; la seconda parte echeggia la prima. Così il saluto “Ave Maria, piena di grazia” diventa sulle nostre labbra “Santa Maria”. Elisabetta dice “Benedetto il frutto del tuo seno” e noi diciamo “Madre di Dio”.

          Ecco perché questa semplice preghiera è il modello di una breve predica: proclama la buona Novella, ci dona la Parola di Dio, una parola che echeggia nelle nostre parole, una parola che vince il nostro silenzio e ci dà voce.

          Una preghiera per la casa e una preghiera per il viaggio: il saluto dell’angelo ci porta alla casa di Nazaret, da dove comincia la storia: “E venne ad abitare in mezzo a noi”.
Il Rosario è spesso la preghiera della casa, della famiglia, della comunità. Ma il saluto dell’angelo non lascia a casa Maria. L’angelo è venuto a turbare la sua vita domestica. Maria è spinta a compiere un viaggio che la condurrà nella casa di Elisabetta, poi a Betlemme, in Egitto, a Gerusalemme. La porterà fino ai piedi della croce. È un viaggio che, alla fine, la eleverà al cielo e alla gloria. Quindi il Rosario è anche la preghiera di quelli che viaggiano.

          “Sono giunto ad amare il Rosario proprio come preghiera per i miei viaggi. È una preghiera per gli aeroporti per gli aerei. È una preghiera che recito spesso quando atterro in un luogo sconosciuto e mi chiedo cosa vi troverò e cosa potrò offrire. È una preghiera che recito quando riparto per ringraziare di tutto quanto ho ricevuto.”
Ave Maria: la storia di ognuno di noi. Ciascuna Ave Maria traccia il cammino che ciascuno di noi deve compiere, dalla nascita alla morte; nomina gli unici 3 momenti della nostra vita di cui abbiamo la certezza: siamo nati, viviamo e moriremo.

          Il concepimento : le parole dell’angelo promettono fecondità per una vergine (Maria) e per una donna sterile (Elisabetta). La benedizione di Dio ci rende fecondi e ciascuno di noi è il frutto di un grembo che è stato benedetto. È la benedizione di un nuovo inizio, la grazia della freschezza. Unomini e donne, pensati a immagine di Dio, prendiamo parte alla sua creatività. Siamo suoi soci nel creare e ricreare il mondo. E fecondità dice vita in tutte le sue espressioni, compresa l’are, la poesia, la musica... “Benedetto è il Frutto del tuo seno”: di fronte ad aridità, sterilità, futilità siamo chiamati a far germogliare il seme dell’infinita fertilità di Dio

          Adesso: il Rosario, attraverso le Ave Maria, invoca non solo il tempo della nascita, ma anche il presente. “Prega per noi peccatori adesso”. È il momento del nostro pellegrinaggio, è ora che dobbiamo andare avanti, sopravvivere, nel nostro cammino verso il Regno. E questo tempo presente è visto come un tempo in cui abbiamo bisogno di compassione, di misericordia. Nella Cappella Sistina, nell’affresco del Giudizio universale, appare un uomo che viene strappato al Purgatorio da un angelo con un Rosario. Questa preghiera ha dato il coraggio per andare avanti e vincere la paura a tanti cristiani perseguitati, che sopravvissuti dopo anni di isolamento continuavano a recitare l’unica preghiera che ricordavano. Ci dà il coraggio del pellegrino

          L’ora della nostra morte: di fronte alla morte noi recitiamo il Rosario: da soli non lo possiamo fare e Maria prega per noi. T. Eliot inizia una delle sue poesie con queste parole: “Prega per noi adesso e nell’ora della nostra nascita”. Ciò che desideriamo in ogni momento è sempre una nuova nascita. Ciò a cui aneliamo adesso, da peccatori, non è la misericordia che semplicemente dimentichi quanto abbiamo fatto, ma che faccia anche di questo momento un momento di nascita nuova, di un inizio nuovo. E di fronte alla morte aneliamo alle parole dell’angelo che annuncia una nuova fertilità. Poiché la vita di ognuno di noi è aperta alla novità infinita di Dio, alla sua freschezza inesauribile. E l’angelo ritorna più volte ad annunciare sempre una buona novella.

          Il Rosario: la mia storia nella Storia. L’Ave Maria è quindi la preghiera del cammino che ciascuno deve compiere, dalla nascita attraverso il momento presente, fino alla morte. Ma, in definitiva, la nostra vita non ha significato in se stessa, come vita privata e individuale. La nostra vita ha significato in quanto è inserita in una storia più grande che va dalla Creazione al Regno. E questo arco di tempo più lungo è scandito dai misteri del Rosario, che narrano la storia della Redenzione. Abbiamo bisogno di queste due dimensioni, di una storia a due livelli. Ho bisogno dell’Ave Maria individuale, del mio piccolo dramma personale, di fronte alla mia piccola morte personale. Forse la mia morte non significherà molto per l’umanità, ma sarà importantissima per me. Tuttavia occorre andare oltre questo livello puramente personale. Io devo trovare la mia storia inscritta nel dramma più vasto del progetto di Dio. La mia Ave Maria personale deve trovare posto nei misteri del Rosario, alla ricerca di quell’equilibrio necessario per dare senso pieno alla vita.
Conclusione: a pregare il Rosario si impara pregando con il Rosario! Buona strada! - Fonte: Teologo Borel - donboscoland -

 
 
 

IL ROSARIO UN TESORO DA RISCOPRIRE..... ALCUNE IDEE- FORZA - PRIMA PARTE -

Post n°3215 pubblicato il 06 Marzo 2010 da diglilaverita
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Prima di passare a trattare il “come” si può recitare il Rosario in modo tale che diventi preghiera, occorre mettere a fuoco alcune idee-forza che conferiranno una maggior profondità e ampiezza ai vari metodi che saranno suggeriti in seguito.

1.Il Rosario è una sintesi di tutto il Vangelo.
          Ad ogni decina di Ave Maria è premessa l’enunciazione di un ‘mistero’, cioè di un avvenimento , di un fatto della vita di Gesù, di Maria o della Chiesa. La parola MISTERO dice che questi fatti non sono fatti qualsiasi, ma si portano dentro una carica di salvezza: sono momenti di “storia sacra” particolarmente significativi (basti pensare alla nascita di Gesù, alla sua morte e risurrezione, alla Pentecoste...) e in qualche modo legati anche alla mia storia personale. Anch’io sono coinvolto in questa salvezza che Gesù, figlio di Maria, ha introdotto nel mondo.

          Ora, attraverso le varie decine, sono messo di fronte a questi fatti, dal momento in cui Gesù si è fatto uomo nel grembo di Maria fino all’incontro definitivo con Dio. In breve viene presentata tutta la “Buona Notizia” nei suoi momenti salienti per cui davvero il Rosario è il compendio di tutto il Vangelo.

          Ecco il giudizio di un teologo dei nostri tempi: “Il Rosario è l’unica preghiera che con la preghiera a Maria intreccia tutto ciò che è storia di salvezza: la riattualizzazione dei misteri della vita di Gesù, la sua giovinezza, la conclusione della sua vita pubblica nella passione, morte e risurrezione, in cui coinvolge anche Maria come segno della Chiesa” (von Balthasar).

Il Rosario è contemplare il Figlio con gli occhi della Madre.

          Attraverso le scene evangeliche, proposte dai 20 misteri del Rosario, siamo portati a fissare il nostro sguardo sul Protagonista, su Gesù che si fa uomo per noi, muore, risorge e invia lo Spirito Santo alla Chiesa e al mondo. In questa contemplazione il nostro cuore si apre per gustare e, direi, sperimentare l’amore del Padre, la vita del Figlio e la gioia dello Spirito.

          “La contemplazione di Cristo ha in Maria il suo modello insuperabile. Il volto del Figlio le appartiene a titolo speciale. È nel suo grembo che si è plasmato, prendendo da Lei anche un’umana somiglianza che evoca un’intimità spirituale certo ancora più grande. Alla contemplazione del volto di Cristo nessuno si è dedicato con altrettanta assiduità di Maria” (n. 10)

          In questo senso recitare il Rosario non è solo invocare Gesù con Maria, ma è un progressivo addentrarsi nel mistero del Figlio con gli occhi della Madre. Lei che “conservava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” è al nostro fianco per farci partecipi dei ricordi di Gesù (bambino, ragazzo, adulto, gli anni della vita pubblica, ... la sua passione, morte e risurrezione, i primi passi della comunità cristiana, della Chiesa...) impressi nel suo cuore e offerti a noi perché la forza di salvezza che quelli proviene giunga a noi e ci doni vita e speranza.

          “L’immergersi, di mistero in mistero, nella vita del Redentore, fa sì che quanto Egli ha operato venga profondamente assimilato e plasmi l’esistenza” (n. 13)

          In altre parole, recitare il Rosario è “mettersi alla scuola di Maria per leggere Cristo, per penetrarne i segreti, per capirne il messaggio” (n. 14). È Lei la Maestra esperta, che ci porta ad una conoscenza sempre più profonda del mistero del suo Figlio. E Maria è Maestra non solo nel senso che ha visto, ha conosciuto, ma soprattutto nel senso che ha fatto esperienza, ha vissuto Lei per prima la fatica della fede, l’umiltà del servizio, la disponibilità dell’accoglienza, il dolore e il buio della croce, la gioia della festa, l’attesa del Paradiso, la generosità del suo ‘sì’. Ora tutto questo lo sperimentiamo anche noi nel nostro vivere quotidiano e Maria ci è accanto, ci conforta, ci incoraggia come Maestra incomparabile.

          In questo senso, lo ricordavo precedentemente, il Rosario diventa scuola di contemplazione.

3.Il Rosario è Maria che porta a Gesù.

          Abbiamo detto che il Vangelo è il grande scenario su cui si inseriscono i diversi misteri del Santo Rosario; anzi è Cristo che attraverso le varie decine vogliamo contemplare e incontrare. Il Rosario ci offre un “segreto” per aprirsi più facilmente ad una conoscenza profonda e coinvolgente di Cristo. È la via di Maria per cui i misteri di Cristo diventano in un certo senso i misteri di Maria.
Ma chi è Maria?

          Sono convinto che qui stia uno dei motivi della disaffezione al Rosario, specie tra i giovani: non sanno chi è Maria, non la conoscono; al più ne conservano un ricordo vago, molto legato al sentimento e a qualche devozione superficiale (ceri, immaginette, medaglie, ....). nella preghiera del Rosario invece bisogna immedesimarsi nei sentimenti e far propri gli atteggiamenti di Maria.


a.Maria, la fedeltà al quotidiano

          “Eccomi, sono a tuo servizio, Signore! Fa’ di me quello che vuoi!”. Ciascuno di noi in tanti momenti ha ripetuto e fatta propria questa disponibilità. Ma il tempo passa e si è tentati di far marcia indietro, di riprendere quanto si era promesso a Dio in un momento di entusiasmo.
Maria passa a Nazaret 30 anni con Gesù e Giuseppe. Per me è il luogo più santo del mondo. Pensa: non un giorno, un anno, ma 30 anni! Una vita! Ogni giorno voleva dire ripetere “Sì”! qui sta la grandezza di Maria: una grandezza semplice, silenziosa, nutrita di quotidianità, di gesti ordinari, di cose di tutti i giorni, ma fatte col cuore tutto di Dio, con la generosità e lo slancio della prima volta, con la gioia di chi ama con cuore indiviso.

b.Maria, la donna dell’attenzione

          Per saper ascoltare occorre tacere, fare silenzio dentro di noi, diventare capaci di accogliere quanto l’altro ha da dire. A Nazaret Maria è attenta a Gesù, a Giuseppe, ai vicini di casa... è attenta alla richiesta di aiuto di Elisabetta; si sobbarca un viaggio lungo, massacrante per quei tempi e va. È attenta e scopre che Gesù non è con lei nè con Giuseppe quanto a 12 anni lo portano al Tempio. Questa attenzione (che è tensione verso l’altro) la porterà a partecipare alle nozze di Cana e ad accorgersi dell’imbarazzo degli sposi quando il vino finisce. Sarà proprio questa attenzione a provocare il primo miracolo di Gesù, in seguito al quale ‘ i discepoli credettero in lui’.

c.Maria, la mamma di ogni giovinezza.

          “Santa Maria, Madre di Dio” recitiamo spesso. Quel Dio è Gesù di Nazaret, figlio di Maria. Lei lo ha dato alla luce, lo ha curato, seguito, allevato come fa ogni mamma con la propria creatura. Hanno condiviso, giorno dopo giorno, 30 anni di esistenza: “... e Gesù cresceva in sapienza, in età e in grazia presso Dio e gli uomini”. Poi Gesù lascia la casa e se ne va per compiere la sua missione. Maria non lo abbandona, ma continua a seguirlo e il Vangelo ce lo ricorda.
Quando Gesù muore, la mamma è là, sotto la croce a raccogliere il suo ultimo respiro e a ricevere un nuovo figlio, Giovanni e in lui tutti noi.

          Poche settimane dopo Maria è con gli Apostoli a ricevere il Spirito Santo nel giorno di Pentecoste: nasce la Chiesa e c’era bisogno, come ad ogni nascita, di una mamma!
Mi piace pensare a Maria che, come ci ricorda don Bosco, segue con il cuore di mamma ogni giovane nel periodo più delicato e straordinario della sua vita: la giovinezza. “Là dove c’è una vita che cresce, là c’è bisogno di una mamma” aveva scritto un giovane nel carcere.
Recitare il Rosario è stare un po’ di tempo con questa mamma, ascoltarla, parlarle, invocare il suo aiuto: “Maria, prega per noi... adesso....!”

4.Il Rosario è la preghiera dei ‘poveri’ e degli innamorati.

          “Il Rosario è sempre stato la preghiera delle persone semplice, umili, di coloro che non sanno fare profondi discorsi, ma vanno dritto al cuore. Per molti anni la beatitudine di Gesù sui poveri mi è sembrata incomprensibile, se non addirittura di cattivo gusto. Poi ho fatto un’esperienza che mi ha messo a contatto con i poveri e allora ho capito perché sono ‘beati’. Sanno attendere, hanno la pazienza del contadino che non forza le stagioni; sanno ascoltare perché sanno gustare il silenzio; vanno all’essenziale perché la loro vita è priva di fronzoli. Sono stati loro ad arricchire la mia vita. È proprio così: se non mi faccio piccola, povera, se non creo senso di attesa e spazio nel mio cuore, non riesco a pregare il Rosario, preghiera dei poveri.” (Federica, 23 anni)

          “Ricordo mi mamma: non ha frequentato neppure tutte le elementari. Donna semplice. Sul suo comodino c’è sempre la corona del Rosario e so che lo recita tutti i giorni. Quando vado a trovarla e mi fermo la sera, lo recitiamo insieme. Io non so cosa passa nel suo cuore e nella sua mente, non so come dice il Rosario. Sono sicuro però che per lei è un profondo momento di raccoglimento, di sguardo fisso in Dio, di abbandono alla sua volontà, di intensa preghiera per tutta la famiglia.
Posso dire che mi mamma è una donna ‘povera’ che non sa fare grossi discorsi di teologia e neppure approfondite considerazioni bibliche. Ripete le Ave Maria stando alla presenza di Dio e offrendo a lui i suoi giorni. Proprio come fa il povero che non è esperto nel parlare e comunica più con i gesti che con le parole: a volte un sorriso, uno sguardo valgono un trattato.
Anche Maria mi piace pensarla così: ‘povera’. Nel Vangelo appare come la donna del silenzio, che preferisce custodire nel suo cuore ciò che sente e vede. “Beati quelli che ascoltano la Parola di Dio e la vivono ogni giorno” (Sergio, 25 anni)

E in che senso si può dire che il Rosario è la preghiera degli innamorati?

          Sono stato colpito, correndo attraverso un parco della città, di quante scritte ‘amoroso’ siano state fatto oggetto panchine, alberi, tavoloni, palizzate, parapetti di fiumi e ponti... “Ti amo... remember me... I love you ... for ever...” con diversi nomi di ragazzi e ragazze, scritti con il gesso, il pennarello o intagliati nel legno. Sempre lo stesso, perenne, eterno sentimento dell’amore. E andate a dire agli innamorati che sono monotoni e quasi infantili a esprimere i loro sentimenti ripetendo le solite parole! Pensate se facessero lunghe dissertazioni sulla ‘filosofia’ dell’amore!

          L’Ave Maria, ripetuta decine di volte, è dire l’amore a Maria, servendosi di espressioni evangeliche che colgono tutta la realtà di questa Donna benedetta: “ ... piena di grazia, il Signore è conte, tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il Frutto del tuo seno... Madre di Dio”
Così pure, di fronte ad uno spettacolo della natura, si resta muti e “Che bello!” è l’unica cosa che si sa dire; oppure la reazione a certe sciagure è “Impossibile! Non può essere vero!” La mamma al suo bambino sa dire solo “Tesoro”. Poche parole quindi cariche di una valenza emotiva straordinaria, di una ricchezza interiore enorme.

          Ancora una considerazione: la ripetizione non è forse un elemento della vita? Non la caratteristica della vitalità dei bambini? Ti lascio alla lettura di questo splendido e simpatico brano di Chesterton.

          “I bambini hanno una grande vitalità, poiché sono fieri e liberi nello spirito; è per questo che vogliono sentirsi ripetere le cose immutate. Essi dicono sempre: “Fallo ancora” e gli adulti eseguono fino ad essere esausti, perché l’adulto non è così forte da esultare della monotonia. Ma forse Dio è tanto forte da esultare della monotonia. Può darsi che Dio ogni mattina dica al sole: “Fallo ancora” e ogni sera alla luna: “Fallo ancora”. Forse non è per una necessità automatica che tutte le margherite sono uguali; può darsi che Dio faccia ogni margherita separatamente, ma non si è mai stancato di farle. O forse egli possiede l’eterno appetito dell’infanzia; poiché noi abbiamo peccato e siamo diventati vecchi, mentre il nostro Padre è più giovane di noi. Non è detto che la ripetizione in natura sia un semplice ricorso ciclico; potrebbe essere un bis teatrale. Forse il Cielo chiede il bis all’uccello che ha deposto un uovo”.Fonte: Teologo Borel - donboscoland -

 
 
 
 
 

INFO


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Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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