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« Un Bravo PoliziottoUn padre troppo anziano »

Un padre troppo anziano

Post n°26 pubblicato il 11 Giugno 2012 da robertocass
 
Foto di robertocass

1° Puntata

 

 

 

Sì me ne sono accorto all'improvviso, fino a ieri giocava con Barbie, oggi l'ho vista diversa, mia figlia porta la minigonna e si trucca, sembra già una ragazza.

La cosa mi ha sconvolto, non me n'ero accorto, è cresciuta tanto e la cosa mi mette addosso una strana paura.

Sì mi sono detto è la classica gelosia del padre, ma per me è ancora più strano.

Ho 75 anni ed una figlia di 13, la differenza è troppa, è enorme.

Ci sarò quando avrà più bisogno di me?

Ci sarò quando uscirà con il suo ragazzo? e quando si sposerà?

Vedrò mai suo figlio?

 

Sì tutto è successo senza che me ne rendessi conto.

Mi ero separato dopo tanti anni di matrimonio ed ero in una situazione critica, non uscivo più di casa.

Una sera viene a trovarmi Sandro, un mio amco.

Roberto, dai preparati che andiamo a ballare.

Dove? alla mia età ma sei matto?

Ma quale età hai 60 anni e sembri un ragazzo.Dai muoviti.

 

E così mi sono fatto convincere, siamo andati in un locale famoso perchè frequentato da donne sole in cerca di avventure.

Entriamo, era una specie di tendone con un piccolo palco ed un orchestrina che suonava liscio.

Tanti tavoli attorno alla pista e tante donne che ti guardano, ci siamo seduti ed abbiamo cominciato a parlare con alcune tardone che sedevano vicino.

Una mi invita a ballare,non era brutta forse un pò pienotta ma troppo truccata, balliamo poi mi porta sul divano.

Qui comincia a strusciarsi e poi a toccarmi, io non sapevo che fare, la situazione mi metteva in grossa difficoltà.

Ora vorrei sapere perchè le donne sono diventate così, all'uomo (almeno a quelli della mia età) questo non piace.

A noi piace conquistare, a noi piacciono le donne che ci stanno dopo un pò di sana ritrosia, a noi piace convincerle.

Ma venire così assaliti è veramente strano.

Ero in difficoltà e forse si vedeva chiaramente perchè viene la cameriera, una bella ragazza bionda che si avvicina.

Scusi hanno chiesto di lei a bar.

Ah, come? Sì vengo subito.

 

Scusi signore l'ho vista in difficoltà e mi sono permessa di disturbarla.

Disturbarmi? ma si vedeva così tanto che ero in crisi?

Eh sì, era rosso in viso e sudava, ce ne siamo accorti tutti.

Stiamo sempre attenti a queste cose ed appena possibile interveniamo.

Ma tu non sei italiana e poi mi sembra di conoscerti.

No,sono ucraina.

Anche da te è la stessa cosa?

Sì normalmente siamo noi donne a prendere l'iniziativa, per me così è normale.

Va bene, ora vado via, grazie.

Di niente, se hai bisogno di qualcosa io lavoro qui tutte le sere.

Ah bene allora ci vediamo.

 

E così l'ho conosciuta, alta, bionda, slanciata, un bel viso molto slavo.

Io non ci pensavo per niente, sono basso e magro, porto gli occhiali e non sono certo un bell'uomo.

Lavoravo in banca, facevo il cassiere e lo facevo in quella stessa banca da quasi trent'anni.

 

Ma certo, è lì che l'ho vista, sicuramente è una cliente e sarà venuta a fare qualche operazione.

Sì ne sono certo, una tipa così te la ricordi sempre.

Non ci pensai più e ripresi la mia solita vita, anzi insolita visto che non mi ero ancora abituato a vivere da solo e cercavo di stare il meno possibile nel monolocale arredato che avevo affitato dopo la separazione.

 

Separazione, ci siamo separatati dopo quasi 25 anni di matrimonio.

Un matrimonio che a me sembrava felice, sì senza figli, ma avevamo una certa agiatezza, non avevamo problemi economici e a me tutto sembrava perfetto.

 

Tutto, fino a quando non sono rientrato quella sera come solito alle 18,00 e mi sono trovato mia moglie che mi aspettava con le valigie in mano.

Che fai? devi partire?

Non io, sono le tue con tutte le tue cose, voglio che te ne vai, mi sono stancata di questa vita di attesa, di attesa per poterti parlare, di attesa perchè quando arrivi sei stanco e dopo perchè è tardi ed hai sonno, di attesa a casa da sola perchè per non sentirti ho lasciato il mio lavoro e mi sono ridotta così, una scema che spera di avere qualcosa di sporco da lavare, così almeno passo il tempo.

Una scema che ti ha sempre ascoltato e che è sempre rimasta all'angolo in silenzio, una scema che adesso ha detto basta.

Sono dovuta andare da uno psicologo, ma ora ho capito che il mio male sei te, quindi ora te ne vai, la casa è mia e ti porti via tutto quello che ti appartiene.

Subito e senza parlare.

Dicendo così mi ha messo le valigie fuori della porta e mi sono ritrovato sul pianerottolo con il cappotto in mano e l'ombrello.

 

Non sono riuscito a dire niente, è vero che non ho mai parlato tanto ma stavolta non sapevo nemmeno cosa dire.

Mia moglie continuava ad urlare.

Non volevi figli, non volevi cani, non volevi la musica, ti dava fastidio la televisione, tutto era rumore e tu eri tanto stanco che volevi il silenzio assoluto.

Non si parlava mai, stavamo in silenzio ore intere, giorni interi.

E tu eri contento?

Non si litigava e tutto andava bene.

Sì io stavo tranquillo, pensavo davvero che tutto andava bene, come ho fatto a non accorgermi di niente?

 
 
 
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