Creato da robertocass il 22/03/2011
Storie di Vita Ordinaria e di Controinformazione

Area personale

 
 

Archivio messaggi

 
 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Cerca in questo Blog

 
  Trova
 

FACEBOOK

 
 
 

I miei link preferiti

 

Ultime visite al Blog

 
acquasalata111robertocassamorino11m12ps12solitudinesparsadony686cassetta2amici.futuroieriDott.Ficcagliamarabertowgprimicerisurfinia60terrybrevilucylla_sd
 

Ultimi commenti

 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Tag

 
 

Chi può scrivere sul blog

 
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
 
 

 

 
« Il MarittimoIl Marittimo »

Il Marittimo

Post n°69 pubblicato il 26 Aprile 2016 da robertocass
 
Foto di robertocass

3° Puntata

 

 

 

Avevo il diploma di Aspirante al Comando di Navi Mercantili, preso con un misero 40 ma andava bene così.

Il gioro dopo vado all'unica compagnia di navigazione che conoscevo, la Fratelli D'Amico.

Gli uffici sono al centro di Roma, mi presento e con mia sorpresa vengo subito accolto con molta simpatia, mi rispondono che non vi sono problemi, devo solo fare il libretto di navigazìone e che poi mi fanno partire.

Vado subito alla Capitaneria di Porto e da allora sono parte integrante della Gente di Mare.

Passanno forse 15 giorni e arriva la chiamata.

E' sempre stato così, ho sempre seguito gli eventi che anzi mi hanno sempre anticipato, ho sempre fatto le scelte che mi venivano proposte senza mai pensarci più di tanto, senza mai pensare che forse era meglio non farlo.

E devo dire che per fortuna il bilancio è positivo.

E così accettai subito, solo il tempo di preparare la valigia, andare a Genova ed imbarcarmi come Allievo Ufficiale di Coperta sulla Lorenzo D'Amico.

Sono emozionato, non ho molti giorni per prepararmi e non vedo l'ora di partire.

Arrivo a Genova in treno, vado al porto, finalmente sono arrivato, davanti a me la nave, grande e bella.

Veramente non è né grande né bella, è una vecchia carretta con diversi anni sulle spallle.

Una carretta allora era una nave che non aveva noli prefissati e girava di porto in porto finchè non aveva il carico per partire con una rotta che nel nostro caso partiva da Genova verso gli Stati Uniti e il Canada'.

Buongiorno sono il nuovo allievo.

Sì prego il Primo ti aspetta.

Sulle navi mercantili oltre al Comandante c'é appunto il Primo Ufficiale, il responsabile di tutto quello che concerne il carico e l'allievo deve collaborare con lui e fare apprendistato.

Dopo di lui la struttura prevede il Secondo che cura l'amministrazione e la contabilità e il Terzo che segue il personale e fra l'altro cura l'aspetto sanitario.

E questo è un aspetto che sulle navi mette sempre l'angoscia.

La malattia è una delle paure più comuni per chi vive in mare, ammalarsi vuol dire comunicare con il medico solo via radio e le complicanze possono diven- tare gravi.

Ho conosciuto un terzo che aveva eseguito un operazione di appendicite solo seguendo le istruzioni via radio, senza avere nessuna nozione e solo ascoltando il medico che gli diceva cosa fare.

In qualche modo aveva salvato la vita al malcapitato, giusto il tempo neces- sario di avvicianrsi alla costa e dare la possibilità ad un elicottero di prenderlo a bordo e portarlo in ospedale.

Per questa paura incoscia ogni volta che si rimane in porto per qualche giorno tutti marcano visita e tutti vanno a farsi segnare qualche medicina.

Questo ieri, quando io ho cominciato la nave restava in porto diversi giorni, si doveva scaricare quasi tutto a mano e si doveva aspettare che arrivassero le nuovi merci da trasportare.

Oggi con le portacointainer tutto avviene in poche ore e addirittura con le petroliere al largo senza entrare mai in porto.

Il personale durante la sosta in porto non scende quasi mai, e nel caso solo per le emergenze.

Il Primo era un ex ufficiale della Marina Militare famoso per la sua intransigen- za e per l'abitudine di comportarsi come se fosse ancora su una nave da guerra, con una mania per la disciplina che talvolta era fuori luogo.

Ma io ero il suo allievo, dovevo seguirlo ed imparare, anche perchè dopo 18 mesi avrei dovuto dare l'esame per passare Terzo e le prove non erano affatto facili.

Ma Mondini, questo era il suo nome, si rivelò un ottimo insegnante, burbero e taciturno ma un vero uomo di mare.

Il nostro turno di lavoro era dalle 4 alle 8 e dalle 16 alle 20.

Ogni ufficiale ha un turno diverso sempre diviso nelle quattro ore, tanto che è facile non incontrarsi per giorni.

Fuori dal turno o ti riposi o svolgi del lavoro d'ufficio.

Ci si alza di notte e si fa normalmente il punto nave con il sestante utilizzando le stelle.

Veramente la nave utilizza il massimo della tecnologia ed il punto nave è istan- taneo, si utilizzano sistemi come prima il Loran ed oggi il GPS che ti permet- tono di sapere sempre esattamente dove sei.

Ma è uso affiancare questi sistemi a quelli tradizionali sia per un controllo sia per l'eventualità di un'emergenza che causi il black out elettronico.

Per lo stesso motivo due marinai sono fuori a dritta e a sinistra in modo da affiancare il radar.

Il motivo è sempre lo stesso, un guasto in mare aperto è sempre possibile e il rischio di affidarsi solo alla tecnologia è troppo grande.

Ogni giorno si vede il sorgere del sole.

In mare è uno spettacolo stupendo e si utilizza sempre per controllare il punto nave.

I calcoli sono tutti a base di logaritmi, si usano le tavole ma non ho mai potuto utilizzare una calcolatrice.

Sempre per lo stesso motivo i calcoli si fanno a mano in modo da non perdere mai l'esercizio.

La vita in mare è molto solitaria, in navigazione ognuno svolge il suo lavoro in modo indipendente.

Il personale non addetto ai turni si dedica alla lotta contro la ruggine, altro grande nemico, e per evitarla si picchetta e si vernicia continuamente.

La nave viene utilizzata per carico e scarico e l'usura è normale, fra l'altro la Lorenzo D'Amico non era appena uscita dai cantieri e la manuntenzione era fondamentale e veniva fatta sempre.

Il Primo non voleva che avessi confidenza con il personale, tantomeno che uscissi a terra con loro.

Questo non lo capivo, mi sembrava e non sempre gli davo retta.

Mi ricordo del garzone di camera, un napoletano che puliva le camere degli ufficiali e ci faceva da cameriere.

Era gay, oggi sarebbe normale ma allora molto meno, si era imbarcato deluso da una storia con un uomo molto più grande di lui.                                                                           Ogni volta che lo incontravo a colazione, a pranzo o a cena mi raccontava la storia, tanto che alla fine cercavo di evitarlo.

In navigazione si ha tempo libero ma in porto tutto diventa frenetico, bisogna controllare che tutto avvenga senza danni al carico.

Arrivavano gli scaricatori ed erano sempre tanti, si scaricava spesso a mano e si creava una gran confusione.

Nelle stive il Primo mandava sempre a me e la cosa all'inizio non mi piaceva.

Non era certo gente tranquilla, mi chiamavano signò ma erano furbi e si rubavano tutto, aprivano i cartoni dicendo che si erano rotti e scompariva tutto.

Certo il carico era assicurato, ma io non ci stavo e urlavo sempre, almeno all'inizio, poi ho capito la manfrina e spesso chiudevo un occhio.

Il personale era sempre tutto italiano con molti baresi e napoletani e non c'erano mai problemi.

Negli ultimi imbarchi che ho fatto sono ormai tutti stranieri, si parla solo in inglese, che fra l'altro capiscono molto male, e la sera si gira armati, perchè spesso bevono e diventavano pericolosi.

Ma allora non lo sapevo, ero giovane e pieno di voglia di fare.

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963