Ricordo perfettamente il giorno in cui ti ho perso.
Sono arrivato, ti ho vista seduta e ho avuto un sussulto.
Sono io, ti ho detto.
Tu hai continuato a guardarmi, come se non mi riconoscessi.
Ti ho preso le mani e ho capito che era arrivato il tuo momento, ho capito che non avrei avuto più il tempo di parlarti, di spiegarti, di starti solo vicino ad ascoltarti.
Ho capito che non avrei più avuto il tempo di dirti quanto ti voglio bene e quanto mi sei mancata e quanto mi mancherai.
Ti guardo e ripenso alle tante discussioni, a quando sono scappato per vivere nel modo in cui volevo vivere o che pensavo di voler vivere.
Ora mi sono fermato, non scappo più.
E penso a quella foto di me bambino in braccio a te, io che guardo il mondo sorridente e tu felice che mi tenevi stretto.
Tu mamma e papà che se ne è andato qualche anno fa, siete stati per me un esempio, una guida.
Me ne accorgo solo ora, tu hai cominciato ad andare via dal giorno della sua morte, piano piano ti sei spenta, non volevi vivere da sola.
Il vostro amore era troppo forte, un amore che vi ha tenuto insieme per tanti anni, un amore forte che per me è stato il faro di quello che avrei dovuto fare e che non ho fatto.
Ed ora sono qui seduto sul letto e ti tengo la mano cercando di capire che tutto sta finendo.
Non riesco a sentirmi pronto.
Non riesco ad accettarlo.
E penso a quanto piangevo da piccolo, perché non volevo che tu andassi a lavorare e mi lasciassi solo.
Ecco, è come se tu tornassi a lavorare.
E io non posso fermarti e devo lasciarti andare.
Inviato da: Dott.Ficcaglia
il 26/06/2023 alle 12:10
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il 26/01/2022 alle 18:36
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