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« GiiovanninoDiceva mio padre »

La forma dell'Universo

Post n°165 pubblicato il 08 Novembre 2019 da robertocass
 
Foto di robertocass

 

 

 

 

Se si iniziasse un viaggio in linea retta, avendo a disposizione un tempo praticamente infinito, un viaggio da realizzare nell’Universo, prima o poi ci si ritroverebbe al punto di partenza.

E’ questo il risultato ottenuto analizzando i dati del telescopio spaziale Planck, che portano a concludere che l’Universo potrebbe essere una specie di “immensa sfera” e non una sorta di “foglio piatto” come lo si immagina ora.

E se così fosse realmente si dovrebbero cambiare molte idee su quel che crediamo di conoscere dell’Universo.

Il telescopio Planck ha funzionato dal 2009 al 2013 con lo scopo di mappare la radiazione cosmica di fondo, la radiazione più antica che l’uomo sia in grado di osservare e studiare, frutto del Big Bang avvenuto 13,8 miliardi di anni fa.

I dati del telescopio Plank avrebbero dimostrato che l’effetto “lente gravitazionale” che agisce sulla radiazione cosmica di fondo è superiore a quanto ci si aspettava.

L’effetto “lente gravitazionale” è lo stiramento della luce a causa della forma dello spazio-tempo che può essere distorto dalla materia e dall’energia presente nell’Universo.

Alessandro Melchiorri dell’Università Sapienza di Roma e i suoi colleghi hanno calcolato che ciò potrebbe essere dovuto al fatto che la forma dell’Universo è diversa da quella che pensavamo.

La maggior parte dei dati cosmologici infatti, suggerisce che l’universo è piatto, nel senso che non dovrebbe possedere una curvatura e dunque potremmo immaginarlo simile ad un foglio di carta.

Ma le misure ottenute dal Planck indicano invece, che potrebbe essere “chiuso”, o sferico, il che significherebbe che se si viaggiasse abbastanza lontano in una direzione, si finirebbe appunto dove si è iniziato il viaggio.

Questo implica che nell’Universo dovrebbe esserci presenza di materia oscura in quantità superiori a quanto ipotizzato finora, che trascinerebbe l’Universo ad avere una forma sferica finita.

“Questi sono i dati cosmologici più precisi finora ottenuti e stanno dando un quadro diverso a quello che si aveva finora”, afferma Melchiorri.

Questo enigma cosmologico si aggiunge a quello che vuole che l’Universo vicino sembra espandersi più velocemente di quanto dovrebbe secondo il modello standard dell’Universo.

Il gruppo di lavoro di Melchiorri ha calcolato che l’enigma della diversa velocità di espansione sarebbe ancor più difficile da risolvere se l’Universo fosse sferico.

“Abbiamo bisogno di un nuovo modello e non sappiamo ancora come sia”, afferma Melchiorri.

Nessuno ha escogitato un modo per conciliare le osservazioni del Planck con le molte misurazioni cosmologiche finora ottenute.

L’Osservatorio Simons, che è attualmente in costruzione in Cile, sarà in grado di misurare la “lente gravitazionale” della radiazione cosmica di fondo in modo ancora più preciso del Planck e dunque potrebbe darci una nuova spiegazione sulla reale forma dell'Universo.

 

 

 
 
 
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