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« Vela solareIl mio viaggio a New York »

Lo Spazio Tempo di Einstein

Post n°217 pubblicato il 01 Giugno 2024 da robertocass
 
Foto di robertocass

 

 

 

 

Quando Einstein presentò nel 1905 la sua teoria della relatività la nostra concezione di universo cambiò per sempre.

Prima di lui, gli scienziati descrivevano ogni punto dell’universo utilizzando solo quattro coordinate: le tre posizioni spaziali più il tempo, per indicare in quale momento si era verificato un determinato evento.

Tutto questo cambiò quando il celebre scienziato realizzò che se ti muovi rispetto a un altro osservatore, invecchierai meno di qualunque altra cosa rimasta ferma.

Ogni volta che un osservatore si muove nell’universo rispetto a un altro, sperimenterà una dilatazione del tempo.

Il suo orologio scorrerà più lentamente rispetto all’osservatore fermo.

Quando Einstein presentò per la prima volta la sua teoria c’era un elemento mancante: non considerava la gravità.

Non aveva ancora idea che la vicinanza ad una grande massa potesse alterare anche lo scorrere del tempo.

A causa della rotazione e della gravità il nostro pianeta si gonfia all’equatore e viene compresso ai poli per questo l’attrazione gravitazionale della Terra ai poli è leggerissimamente più forte (di circa lo 0,4%) rispetto all’equatore.

L’obiettivo originale di Einstein, però, era di utilizzare orologi per verificare la validità della sua teoria.

Fu solo negli anni Cinquanta che si riuscì a testarne l’efficacia, dato che gli orologi al quarzo o meccanici non erano affidabili per questo tipo di esperimenti.

Fu così che venne creato l’orologio atomico: l’idea fu quella di utilizzare la frequenza vibrazionale di un atomo per tenere il tempo.

Fu grazie all’esperimento di Hafele-Keating che si riuscì a verificare con estrema precisione gli effetti del campo gravitazionale terrestre sullo scorrere del tempo.

Era il 1971.

Gli astronomi Richard Keating e Joseph Hafele presero tre orologi atomici, ne lasciarono uno in aeroporto, gli altri due se li portarono a bordo di due voli intorno al mondo, uno in direzione opposta all’altro.

Quello che volava verso est andava anche nella stessa direzione della rotazione terrestre e poiché il movimento dell’aereo e la rotazione del pianeta andavano nella stessa direzione, anche le velocità si sommarono: per le sue lancette sarebbe trascorso meno tempo.

L’altro venne portato a bordo di un aereo che si muoveva verso ovest, quindi contro la rotazione terrestre.

Al loro ritorno i tre orologi non era pù sincronizzati.

Quello che aveva viaggiato verso est era indietro di 59 miliardesimi di secondo mentre l'altro che aveva viaggiato verso ovest era avanti di 273 miliardesimi di secondo.

Sono ovviamente valori impercettibili che dimostrarono però ancora una volta l'esatezza delle teorie di Einstein.

Con Einstein tempo e spazio diventano una cosa sola, nel senso che, a causa della velocità della luce, essi s'influenzano reciprocamente.

Il tempo si ferma man mano che ci avviciniamo alla velocità della luce, l'intero Universo diventa più piccolo fino a diventare un singolo punto.

Il tempo e lo spazio si fermano quando si viaggia alla velocià della luce.

La vita di ogni individuo, delle stelle e di ogni evento fisico nell'universo è regolato dal tempo.

Ma il concetto stesso di tempo potrebbe essere solo un’illusione.

Come detto secondo Einstein il tempo scorre diversamente a seconda della posizione di un corpo in relazione alla prossimità ad un oggetto e alla sua velocità.

E questo nella sua teoria viene chiamato dilazione temporale gravitazionale.

Il tempo è relativo e questo effetto è il risultato dall'interdipendenza fra massa dell'oggetto e campo gravitazionale generato.

Più grande è la sua massa e più grande sarà il campo gravitazionale risultante.

Campo che deforma lo spazio tempo attorno ai corpi generando la spinta gravitazionale.

E questo spiega il Buco Nero.

Questi oggetti cosmici super massicci si formano quando una stella di gigantesche proporzioni arriva alla conclusione del suo ciclo e dal suo collasso si genera una reazione che comprime l'enorme massa stellare in uno spazio molto ristretto.

E qui si manifesta la dilatazione temporale più intensa conosciuta.

Quando ci si avvicina all'orizzonte degli eventi (il limite dopo il quale nemmeno la luce riesce a sfuggire alla forza gravitazionale e appunto si chiama buco nero) il tempo scorre molto più lentamente e se superato si arresta.

E questo può dimostrare che il tempo davvero, come ci dice Einstein, non esiste ed è solo un'illusione arbitraria della nostra percezione che cerca di comprendere in qualche modo le leggi fisiche che regolano l'Universo che ci circonda.

Un mistero enorme che stiamo lentamente cercando di capire, sul quale il genio di Einstein aveva già dato una spiegazione nel 1905.

Una teoria che solo molti anni più tardi siamo riusciti a spiegare e a provare sperimentalmente.

 

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