Creato da robertocass il 22/03/2011
Storie di Vita Ordinaria e di Controinformazione

Area personale

 
 

Archivio messaggi

 
 
 << Giugno 2018 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30  
 
 

Cerca in questo Blog

 
  Trova
 

FACEBOOK

 
 
 

I miei link preferiti

 

Ultime visite al Blog

 
acquasalata111robertocassamorino11m12ps12solitudinesparsadony686cassetta2amici.futuroieriDott.Ficcagliamarabertowgprimicerisurfinia60terrybrevilucylla_sd
 

Ultimi commenti

 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Tag

 
 

Chi può scrivere sul blog

 
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
 
 

Messaggi di Giugno 2018

 

Venere

Post n°144 pubblicato il 09 Giugno 2018 da robertocass
 
Tag: venere
Foto di robertocass

 

 

 

 

Si parla molto di spazio e delle future possibilità che avrà il genere umano.

Come noto, la SpaceX di Elon Musk (quello della Tesla) si è dato l’obiettivo di portare l’uomo su Marte e creare lì un insediamento permanente mentre invece pochi giorni fa Jeff Bezos (quello di Amazon) ha chiarito meglio i piani della sua Blue Origin per creare una colonia umana sulla Luna.

La NASA, che in ogni caso ha in cantiere nuovi progetti sia per la Luna che per Marte, ha appena svelato i suoi piani per andare su quello che, effettivamente, è il pianeta più vicino alla Terra: Venere, che dista solo 108 milioni di chilometri.

Venere, a dispetto del nome, è un pianeta ricoperto di nuvole gonfie di acido solforico con una pressione atmosferica di 100 volte superiore a quella terrestre ed una temperatura al suolo che supera i 500 °C.

Non proprio un posticino ospitabile ma la NASA ha messo a punto il suo “High Altitude Venus Operational Concept” che ovviamente non prevede una presenza umana al suolo.

Come si intuisce dal nome, il progetto, che prevede una missione con personale umano della durata di 30 giorni, ha l’obiettivo di avvicinarsi abbastanza in modo da studiare il pianeta dall’alto sfruttando una gigantesca “colonia gonfiabile e fluttuante” (simile a un dirigibile) che stazionerebbe a circa 50 chilometri dalle nuvole acide, dove la temperatura è notevolmente meno rovente.

Il piano non è ancora attuabile (alcune delle tecnologie necessarie non esistono ancora) e soprattutto è molto rischioso: dopo aver raggiunto l'orbita di Venere, lo shuttle con a bordo gli astronauti dovrebbe attaccarsi a un razzo separato all’interno del quale si trova la stazione di ricerca ancora non gonfiata.

Mentre precipita verso Venere, la stazione, con già a bordo il personale umano, si sgancerà dal razzo e inizierà a gonfiarsi prendendo forma per fermarsi a fluttuare a distanza di sicurezza dal pianeta.

Dopo un mese di ricerche, il personale dello shuttle si sgancerà dalla stazione, per tornare in orbita e ricollegarsi all’astronave che lo porterà sulla Terra.

Nonostante si tratti di un progetto ancora teorico, comunque con un suo piano di fattibilità, è la prima volta che la NASA studia un modo concreto per studiare Venere.

Ma perché dare vita a una missione così pericolosa?

L’obiettivo è quello di trovare segni che dimostrino le tesi secondo cui il pianeta, qualche milione di anni fà, avesse un clima abitabile con acqua allo stato liquido e che sia stato abitato da alcune forme di vita.

La riprova, se ancora ce ne fosse bisogno, che realtà e fantascienza si stanno confondendo e che oggi è difficile sapere o immagginare cosa ci porterà il progresso scientifico nei prossimi anni.

 

 
 
 

Ho vissuto

Post n°143 pubblicato il 07 Giugno 2018 da robertocass
 
Foto di robertocass

 

 

 

 

Ho vissuto 65 anni

780 mesi

23400 giorni

561600 ore

33.696.000 minuti

2.021.760.000 secondi

 

Comincerò col dire, dei giorni e degli anni della mia infanzia,

che il mio unico personaggio indimenticabile fu la pioggia.

La grande pioggia australe che cade come una cateratta dal Polo,

dai cieli di Capo de Hornos fino alla frontiera.

In questa frontiera, o Far West della mia patria,

nacqui alla vita, alla terra, alla poesia e alla pioggia

(Pablo Neruda da Confesso che ho vissuto)

 

Ho vissuto alla velocità dei sogni

Tra sfavillanti scintille

Ho piantato un albero di susine

Ne hanno assaggiato i frutti

Meno male che ho amato la tristezza

Soprattutto la tristezza che c'è nell'occhio delle pietre

Del mare dell'essere umano

E ho amato la gioia improvvisa

Meno male che ho amato la pioggia

Meno male che sono stato in carcere

Ho amato l’irraggiungibile

In tutte le mie nostalgie

Meno male che ho amato il ritorno.

(Nazim Hikmet)

 

Saprai che non t’amo e che t’amo

perché la vita è in due maniere,

la parola è un’ala del silenzio,

il fuoco ha una metà di freddo.

Io t’amo per cominciare ad amarti,

per ricominciare l’infinito,

per non cessare d’amarti mai:

per questo non t’amo ancora.

T’amo e non t’amo come se avessi

nelle mie mani le chiavi della gioia

e un incerto destino sventurato.

Il mio amore ha due vite per amarti.

Per questo t’amo quando non t’amo

e per questo t’amo quando t’amo.

(Saprai che non t'amo e che t'amo di Pablo Neruda)

 
 
 

Una lettera d'addio

Post n°142 pubblicato il 02 Giugno 2018 da robertocass
 
Foto di robertocass

 

 

 

 

Cara Manu,

il tuo cancro era stato scoperto nel luglio dello scorso anno e in gennaio te ne sei andata.

Ho vissuto con te i mesi della tua malattia aiutandoti come ho potuto.

È stato allora che tra me, 82 anni, e te, 77, sono iniziati i messaggi telefonici, messaggi che rileggerai nel giardino della tua nuova casa, la «Casa delle Anime Belle».

25 novembre, ore 23.15.

Io: «Ti auguro una notte tranquilla. Scusami se alle volte non sono all’altezza».

Tu: «Per me sei una persona preziosa, non avrei potuto volerti il bene che ti voglio. Avrei voluto prima d’ora che tu venissi ad abitare con me, ma... È come se sempre fossimo stati sotto lo stesso tetto! Come vedi sto pensando a cose belle!».

28 nov., 22.40.

Tu: «Grazie per quanto sei costretto a fare per me!».

Io: «Non sono costretto dal momento che sei la persona cui tengo di più».

29 nov., 6.47.

Tu: «Dato che la tua casa oramai è uno scrigno di belle opere moderne, casa nostra è oramai questa».

6 dic., 22.31.

Tu: «Sono contenta che tu possa riposare un po’ di giorni. Noi ci penseremo sempre».

8 dic. 22.10

Tu: «Tutto bene, io risorgerò».

11 dic., 22.34

Tu: «Quello che mi hai dato ti sarà ricompensato dal cielo. Io risorgerò presto».

Dopo non sei stata più in grado di usare il telefono: forse però ci ritroveremo di nuovo e sarà bellissimo e le parole non serviranno più.

Ennio

 

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963