Creato da marcalia1 il 09/05/2008
Riti e miti della devozione popolare

 

I miei link preferiti

 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

Ultime visite al Blog

iasmina53smartpaolobernamarcoamadei69corrado3020080patrizia17loredanabazzimagnifico.pinafauchonoamodio1940aura66croce_editorefbrevborisrasuragiraluugo.albano
 

Ultimi commenti

Questo può suonarti strano, lo sai che puoi raggiungere i...
Inviato da: Philip Hudson
il 17/09/2021 alle 21:33
 
Questo può suonarti strano, lo sai che puoi raggiungere i...
Inviato da: Philip Hudson
il 17/09/2021 alle 21:32
 
commento non trovato
Inviato da: ospite
il 20/03/2020 alle 15:07
 
commento non trovato
Inviato da: ospite
il 18/03/2020 alle 15:38
 
commento non trovato
Inviato da: ospite
il 18/03/2020 alle 01:06
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« SULLE VISIONI MARIANE. C...UN MONDO PIENO DI CONTRA... »

Gesù è davvero morto sulla croce?

Post n°22 pubblicato il 06 Luglio 2009 da marcalia1
 

 

     Uno dei guai letterari degli ultimi tempi è stato, a mio giudizio, il romanzo Il codice da Vinci scritto da Dan Brown. E' stato un guaio non solo perché la massa dei lettori si è lasciata irretire dalle fumisterie intellettuali di questo mediocre scribacchino, quanto (e soprattutto) perché il sedicente studioso di misteri cristiani ha scopiazzato ipotesi contenute in due libri "seri", rispettivamente La rivelazione dei Templari di Picknett&Prince e Il Santo Graal di Baigent et alii. Ora, al di là dei miei pregiudizi di poco conto, è davvero possibile che Gesù non sia morto sulla croce? Stando a quanto raccontano gli Ahmadis, una setta eretica musulmana, Gesù subì il martirio ma a differenza di quel che si è creduto fino ad oggi non morì sulla croce. Rianimato nel fresco della notte da decesso apparente, egli fu aiutato invece a rifugiarsi fra gente di etnia giudea nel Kashmir ed in Tibet dove visse ancora per molto tempo conducendo una santa esistenza (diverse leggende tibetane conoscono infatti la figura di Gesù sotto il nome di Issa). Giunta la vera morte naturale fu poi seppellito a Srinagar mentre Maria, sua madre, venne tumulata a Kashgar. Tale supposizione potrebbe apparire ridicola se non blasfema agli occhi di moltissimi cristiani, ma basandoci sui Vangeli canonici, carichi di notizie sfuggenti e spesso contraddittorie, qualsiasi congettura presa sotto esame ne giustifica l'ovvietà. Mani, principe persiano e fondatore della dottrina manichea, nato nel 214 d.C., conosciuto tra l'altro come «Salvatore», «Apostolo», «Signore» e «Illuminatore», sosteneva che Gesù non era morto sulla croce, ma che era stato all'opposto rimpiazzato da un sostituto, di solito identificato in Simone di Cirene il quale, come raccontano gli stessi Vangeli, si accollò il peso della croce aiutando Gesù verso il Calvario. Basilide, gnostico alessandrino del II secolo, rimettendoci al giudizio di Ireneo, propugnava ugualmente un'eresia terribile: cioè che la crocifissione era una frode, che Gesù non era morto sulla croce, e che il suo posto era stato preso da un altro. In un codice non datato ritrovato tra i rotoli di Nag-Hammâdi, dal titolo il Secondo trattato del Grande Seth, Gesù parla in prima persona: «Io non soccombetti a loro come essi intendevano... E non morii in realtà ma solo in apparenza, perché essi non gettassero vergogna su di me [...] Essi mi percossero con la canna; fu un altro, Simone, che portò la croce sulle spalle. Fu un altro, colui al quale imposero la corona di spine... E io ridevo della loro ignoranza». Quanto affermato da Mani e da Basilide concorda anche con un versetto della quarta sura del Corano, in riferimento a Gesù: «Non lo uccisero né lo crocifissero, ma così parve loro» (157); i commentatori islamici spiegano come egli si fosse nascosto in una nicchia da dove avrebbe assistito alla crocifissione del sostituto, che spesso viene indicato appunto in Simone di Cirene. Secondo certe leggende islamiche e indiane Gesù dunque morì vecchio, in Oriente, e i membri della setta eretica degli Ahmadis raccontano la stessa cosa: rianimato da morte apparente, egli sarebbe stato aiutato a fuggire in Kashmir dove finì i suoi giorni predicando e conducendo una santa esistenza. Questi ultimi tuttavia affermano che sulla croce salì proprio Gesù. In ogni caso, sussistono anche altre considerazioni (che traggo dal saggio di Baigent et al., già citato). Innanzitutto Gesù non fu crocifisso sul Golgota, una collina di roccia glabra già mal interpretata dagli evangelisti come "il luogo del cranio" a ragione della sua conformazione. Golgota infatti non deriva da gulgōleth ("località del teschio") ma significa "collina di Goath", Gol-Goath, menzionata anche dal profeta Geremia (31,39). Giovanni 19,41 poi sostiene con maggior puntiglio che la condanna venne eseguita dentro o nei pressi di un giardino dove c'era un sepolcro nuovo di cui il vangelo di Matteo 27,60 ne attribuisce la proprietà a Giuseppe d'Arimatea, ricco ed influente seguace di Gesù che taluni sostengono essere suo parente. Inoltre Luca 23,49 afferma che i presenti alla crocifissione assistevano da lontano, sicché tutto fa sembrare l'esecuzione un fatto intimamente famigliare e riservato a pochi privilegiati, eseguita dentro una proprietà privata, probabilmente identificabile con l'Orto di Getsemani. Secondo il vangelo di Giovanni i piedi di Gesù vennero fissati al legno della croce, alleviando in tal guisa la pressione sui muscoli pettorali, il che gli avrebbe permesso di respirare, e le sue gambe non subirono il crurifragium, ossia non vennero spezzate: si tenga in conto che spezzare le gambe non era un atto di ulteriore sadica degradazione verso il condannato, ma un gesto di clemenza per accelerare la morte e sgravarlo dalle sofferenze (per i romani infatti la crocifissione era considerata un crudelissimum teterrimumque supplicium). Sulla croce, un uomo con i piedi fissati al legno poteva resistere per un giorno o due, ma in alcuni casi di eccezionale robustezza fisica il patimento avrebbe potuto prolungarsi per anche una settimana. Ora, pur sollevando l'obiezione dello sfinimento corporeo e della debilitazione a causa della flagellazione, è strano che Gesù muoia solo dopo poche ore, tant'è che lo stesso Pilato (come narra Marco 15,44) si meraviglia e chiede la conferma del decesso ad un centurione. In tutti i Vangeli, tranne quello di Luca, Gesù muore immediatamente dopo la somministrazione della spugna imbevuta di aceto. Hugh J. Schonfield, un famoso biblista, avanzò nel suo libro del 1965 The Passover Plot (tr.it. Gesù non voleva morire, Tindalo, 1968; Il complotto di Pasqua, Endas Libri, 2004) la tesi stravagante, in verità abbastanza verosimile sotto la luce della narrazione evangelica, che Gesù sarebbe stato fatto addormentare con un potente narcotico sulla croce al momento di calmare la sua sete, tale da apparire a tutti come morto, e trasportato poi, verso il cader della notte, da un gruppo di discepoli in un luogo opportunamente vicino e sicuro, da dove sarebbe uscito per le sue fugaci apparizioni riportate dai Vangeli. Per il professor Schonfield quello di Gesù sembra dunque piuttosto il finto scenario di un decesso opportuno, fatto per evitare che gli rompano le gambe e realizzare così una profezia dell'Antico Testamento. Inoltre, per la legge romana di quei tempi, a un uomo crocifisso veniva negata la sepoltura. Eppure Pilato concede subito a Giuseppe d'Arimatea, potente membro del sinedrio, di portar via il corpo di Gesù. E non basta. Nell'originale greco del vangelo di Marco, quando Giuseppe chiede il corpo, usa la parola soma, la quale indica esclusivamente un corpo vivo: kai etésato to soma toù Iesoù (15,43). Pilato, acconsentendo alla richiesta, si esprime col termine ptoma che invece significa salma, cadavere: kai gnoùs apò toù kenturìonos edorèsato to ptòma tò Ioseph (15,45). Secondo il testo greco, quindi, Giuseppe domanda per ottenere il corpo vivo di Gesù mentre Pilato lo esaudisce concedendogli quello che egli ritiene, o finge di ritenere, un cadavere.


 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Rispondi al commento:
boy21bs
boy21bs il 05/08/09 alle 17:30 via WEB
La storia di Gesù in India è una storia inventata, nel senso che non sono state trovate solide fonti sia cristiane che laiche, le quali possano dimostrare la veridicità di tale tesi. La "leggenda" di Gesù in Oriente ha iniziato a diffondersi in occidente grazie a Nikolai Notovitch un giornalista Russo-Ebreo che alla fine del XIX secolo, nel 1887, in un monastero di Hemis nella zona del Ladakh ai piedi dell'Himalaya nel Tibet, trovò dei rotoli di corteccia che parlavano di un Isa o Isha. I rotoli narrano di un Isa o Isha nato in Israele, che all'età di tredici anni con una carovana giunse a Sindh in India. Venne ricevuto dai sacerdoti di Brahma e conobbe i Veda. Il suo messaggio di uguaglianza e il suo monoteismo gli inimicò i sacerdoti di Brahma e dovette fuggire verso il Nepal e il Tibet, cioè in terra buddista. Si diresse poi verso la Persia, dalla quale venne espulso. Quindi, ritornò in Israele. Venne crocifisso, ma venne sottratto al supplizio che non era pensato come pena di morte, ma solo come tortura. Venne curato dai suoi e poi fuggì in Kashmir dove si sposò ed ebbe figli. Morì in Kasmhir. La sua tomba sarebbe a Sriagar nella capitale del Kashmir. I buddhisti considerarono Isa o Isha una reincarnazione di Buddha, il Buddha-Isa. Ci sono varie motivazioni che rendono improbabile questa tesi: 1. I rotoli secondo quando asserito da Notovitch furono confezionati dopo il VII secolo d-C. in India e passarono poi nel Nepal e nel Tibet, quindi risalgono a molto tempo dopo la morte di Gesù e sappiamo che a quell'epoca il cristianesimo in Asia era già ampiamente diffuso, in forme gnostiche e nestoriane che rivendicavano dottrine differenti: - nel II e III sec d.c. si hanno informazioni riguardanti la predicazione del cristianesimo in Asia, dapprima in forma gnostica grazie anche alle carovane commerciali che provenivano dalle zone dell'Asia minore; - una massiccia diffusione si ebbe poi nel V sec. con il Nestorianesimo, ossia una di quelle dottrine teologiche sulla natura della figura storica di Gesù, nella parte orientale dell'impero romano. Le chiese nestoriane ebbero una grandissima diffusione in Asia, grazie anche alla protezione, in funzione anti-bizantina, dell'Impero Persiano. Convertirono in gran numero i discendenti degli antichi popoli mesopotamici e si diffusero fino in India e Cina, infatti nel 498 il patriarca nestoriano di Seleucia divenne patriarca della Persia, della Siria, della Cina e dell'India, e perciò queste ampie regioni conobbero la presenza di missionari nestoriani, e quindi contatti con quelle culture. Come si sa i Nestoriani predicavano la natura umana di Cristo scissa da quella divina, quindi considerano Gesù un Uomo ha tutti gli effetti che, dopo la resurrezione, avrebbe dovuto morire come tale. quindi già prima del VII sec. la figura di Cristo era conosciuta in Oriente, a causa della intensa attività di evangelizzazione, da parte delle correnti gnostiche e dei nestoriani che hanno influito nel formare la leggenda del Cristo in India. Per quanto riguarda lo gnosticismo va presa in considerazione l'attività del teologo eretico Basilide che predicò nell'impero persiano e in oriente tra il 120 e il 140, la dottrina secondo cui Gesù non era morto e la crocifissione l'aveva subita Simone di Cirene. 2. Dal punto di vista teologico, l'insegnamento di Gesù è completamente antitetico alla concezione del mondo sostenuta dalle religioni orientali. Quindi è da escludere il viaggio giovanile di Gesù in India, ed il fatto che esso abbia influito sulla Sua formazione religiosa, poichè dalle informazioni tratte dai vangeli sia canonici che apocrifi la Sua teologia è profondamente radicata sul concetto Ebraico di Dio e sulla sua realtà. Gesù continuò a riferirsi sempre all'Antico Testamento, indicando il suo pieno rispetto per la Legge di Dio, i suoi Profeti, e per il Dio d'Israele. Infatti, Egli osservò tutta la Legge in modo impeccabile. Egli non fece mai alcun riferimento né allusione ai Veda (i testi Indù). 3. Il nome Gesù, non è una derivazione da Isa o isha, né da Issa o da Yuz, nomi presenti nel Kashmir, o dal persiano Iuzu. Il termine Isa infatti deriva da isha, che è una forma contratta di ishvara (controllore supremo, signore). Come è noto, il nome Gesù è una italianizzazione del latino Iesus, il quale deriva dal greco Iesous, il quale a sua volta deriva dall'aramaico Yeshua, abbreviazione di Yehoshua, che vuol dire: Dio salvezza. Ye corrisponde alla forma contratta di Yeovè. In ebraico si ha Jahvéh, che rende, con la vocalizzazione, il tetragramma YHWH. Come si vede non c'è alcun rapporto tra i nomi Gesù,Yeoshua, Iesous, Iesus, e Isa o Isha o Issa. 4. Inoltre il ritrovamento dei rotoli da parte di Notovich, pare sia inventato o falsato, e che la tesi del Gesù in India sia riferita alla predicazione coeva di Hazrat Mirza Ghulam Ahmad Qadiani (1835-1908), un indiano che è stato il fondatore del movimento islamico della Ahmadiyya. È considerato dai suoi devoti come il Messia promesso e Imam Mahdi. Una parte dell'Islam considera eretico il movimento. Egli dichiara di avere avuto rivelazioni da Allah e di essere un prescelto. Il movimento di Ahmad, voleva proteggere la fede islamica dagli attacchi e dall'evangelizzazione dei missionari cristiani in India protetti dal potere coloniale inglese, per questo fu accolta con fiducia da una parte del mondo musulmano. Ahmad si scagliò con violenza contro il cristianesimo (la religione degli occupanti) denigrando la figura di Gesù Cristo, infatti secondo le sue rivelazioni e senza uno straccio di prova storica dichiara che, Yuz Asaf (nome con cui è chiamato Gesù) sarebbe stato crocifisso e sarebbe sopravvissuto 4 ore sulla croce, quindi si sarebbe ripreso dal suo svenimento all'interno della tomba in cui era stato deposto e curato da alcun suoi seguaci. Sarebbe più tardi morto in Kashmir in tarda età mentre era alla ricerca delle tribù perdute di d'Israele. Quindi pare proprio che Notovich si sia ispirato alle tesi di questo santone islamico accecato dall'odio nei confronti dei cristiani, piuttosto che riferirsi ad un ritrovamento non meglio specificato. Più tardi lo studioso Fida Hassnain, il quale si dichiara musulmano sufi ma in realtà ha legami sia con la setta di Ahmad che con logge massoniche tedesche e austriache, scrive alcuni libri per dimostrare che sia Notovitch, che Ahmad dicono la verità, cioè che Gesù da giovane fu educato in Oriente, e poi dopo essere guarito dalla crocifissione ha ingannato tutti, e in occulto se ne è andato in Kashmir dove si è rifatto una nuova vita con moglie e figli. Riguardo ai rotoli fatti di corteccia che sarebbero l'unica prova della presenza di Gesù in India e Tibet, in seguito alle dichiarazioni di Notovich, vennero inviate delle spedizioni per verificare se quei rotoli esistevano realmente, ma non venne trovato nulla. Successivamente, però, il mistico indiano Vivekananda il quale si considerava un santo con poteri divini e voleva fondare una religione universale, fece un ricerca con altri visitatori affermando di aver visto i documenti tibetani. Notovich, da parte sua, affermava di aver ricevuto il manoscritto dalle mani del superiore del monastero di Hemis nel Ladakh indiano ma, alle richieste degli studiosi occidentali, il superiore affermò di non aver mai incontrato Notovich, e lo denunciò come mentitore. Il manoscritto, non è mai stato visto né mostrato a nessuno. Elizabeth Prophet una scrittrice di libri che trattano argomenti esoterici ed occulti, pubblico' un libro, piuttosto famoso, ripercorrendo tutta la storia degli avvistamenti dei rotoli. Una ricerca organizzata da un'universita' americana nel 2005, invece, non ha portato a nulla. Riguardo alla tomba di Gesù in Kashmir non ci sono prove che accertino la presenza del corpo di Gesù nella tomba, e sappiamo quanti santoni vi siano in India, di tombe di Gesù ne hanno già trovate tre o quattro in giro per il mondo...credo che qualcuna sia di troppo! Tutte le notizie di Gesù in Kashmir iniziano a circolare in occidente solo alla fine del XIX sec...a buon intenditor poche parole! In conclusione ricordo che la chiesa indiana rivendica di essere stata fondata da S. Tommaso e non da Gesù in persona, inoltre se Gesù fosse stato in india come mai la sua presenza non ha lasciato una minima traccia o una comunità primitiva di cristiani che abbia impresso nella memoria della chiesa universale e della storia dell'umanità la sua eccezionale presenza in mezzo a loro? Poi dicono che Gesù abbia deciso di rifarsi una vita in India, mentre naturalmente negli stessi anni gli apostoli in occidente per professare Gesù risorto diventavano martiri e si facevano ammazzare per testimoniare il suo messaggio di amore e salvezza, quindi Gesù avrebbe voltato le spalle a tutti i suoi discepoli...cosa che non mi sembra in linea con quanto da lui insegnato! Considerando inoltre, che anche lo stesso S. Tommaso apostolo il quale si recò in India pochi anni dopo la morte di Gesù per predicare la buona novella, fu ucciso a causa della sua fede in Gesù Cristo nell'anno 72 d.c., nella regione indiana del Tamil Nadu.
 
* Tuo nome
Utente Libero? Effettua il Login
* Tua e-mail
La tua mail non verrà pubblicata
Tuo sito
Es. http://www.tuosito.it
 
* Testo
 
Sono consentiti i tag html: <a href="">, <b>, <i>, <p>, <br>
Il testo del messaggio non può superare i 30000 caratteri.
Ricorda che puoi inviare i commenti ai messaggi anche via SMS.
Invia al numero 3202023203 scrivendo prima del messaggio:
#numero_messaggio#nome_moblog

*campo obbligatorio

Copia qui:
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963