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Jenseits des Lustprinzips

Post n°17 pubblicato il 09 Dicembre 2016 da Ru.Ja

 

La sofferenza è la conta che difetta ad una mano,

come smembrarsi ogni sera, affacciandosi dentro

a pirica polvere, nel frammento di vetro che ci scindeva,

riparo che inseguivo e vibrazioni schiodate a palmi nudi,

certi graffi ritraggono percezioni, sfilare da una lacerazione

gli urli e restare in attesa di un fiotto lungo il derma

che pressi sui polsi ogni primavera omessa,

strapparsi l’unghia che fa sangue e smarrirla sotto

i guanciali in quelle notti di fulgore, avvilupparsi gli arti

e farsi alveare, solo per i venturi inverni schiuso.

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Commenti al Post:
Quaaalude
Quaaalude il 15/12/16 alle 12:42 via WEB
Cronaca di un silenzio annunciato. Come farsi male tenendo un ghigno sfuggente.
 
cassetta2
cassetta2 il 12/07/20 alle 17:58 via WEB
Impegnatevi di pił con i post non posso essere l'unico a tenere in piedi la baracca.
 
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« Fammi essere forte, forte di sonno e di intelligenza e forte di ossa e di fibra; fammi imparare, attraverso questa disperazione, a distribuirmi: a sapere dove e a chi dare, a riempire i brevi momenti e le chiacchiere casuali di quell'infuso speciale di devozione e amore che sono le nostre epifanie. A non essere amara. Risparmiamelo il finale, quel finale acido citrico aspro che scorre nelle vene delle donne in gamba e sole. Non farmi disperare al punto da buttar via il mio onore per la mancanza di consolazione; non farmi nascondere nell'alcol e non permettere che mi laceri per degli sconosciuti; non farmi essere tanto debole da raccontare agli altri come sanguino dentro; come giorno dopo giorno gocciola, si addensa e si coagula ». Sylvia Plath

 
 
 
 

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