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Post n°16 pubblicato il 28 Novembre 2016 da Ru.Ja
C'è ampio spazio addosso, quando l'inventiva non s'arresta -dimori- un ramo azzarda, struscia e graffia una gota, quando la lingua assolve la nutrizione del fiato, -vellica- l'involucro ossa/derma e t'agiti pelle tesa/dai carmi divorata, arrestata su un -delirio- la mano il cielo resta strepito e il vento sulla persona mi passa -distinguendomi- come quando poco cogitabondi ci parlavamo la notte/ nell'avara circonferenza di un palmo. |
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« Fammi essere forte, forte di sonno e di intelligenza e forte di ossa e di fibra; fammi imparare, attraverso questa disperazione, a distribuirmi: a sapere dove e a chi dare, a riempire i brevi momenti e le chiacchiere casuali di quell'infuso speciale di devozione e amore che sono le nostre epifanie. A non essere amara. Risparmiamelo il finale, quel finale acido citrico aspro che scorre nelle vene delle donne in gamba e sole. Non farmi disperare al punto da buttar via il mio onore per la mancanza di consolazione; non farmi nascondere nell'alcol e non permettere che mi laceri per degli sconosciuti; non farmi essere tanto debole da raccontare agli altri come sanguino dentro; come giorno dopo giorno gocciola, si addensa e si coagula ». Sylvia Plath
Inviato da: cassetta2
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