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Angelo Ribelle

La Via Che Conduce All'Inferno E' Lastricata Di Buone Intenzioni? Piacere, Io Sono Il Pavimentatore...

 

 

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Il Canto

Post n°195 pubblicato il 25 Marzo 2011 da Solo_Vita

C'è odore di fiori nell'aria ancora fredda.

I pensieri nella testa sono confusi mentre la penombra della stanza è scheggiata dai lampi del vecchio tubo catodico. Sorrisi anni ottanta figli di un palinsesto al risparmio si scontrano con la povera tappezzeria strappata.

Il letto disfatto, un posacenere stracolmo, dall'ultimo mozzicone abbandonato sale perpendicolare un filo di fumo grigio che sembra puntare dritto al cielo, come se il soffitto scrostato neppure esistesse. La bottiglia di Oban è in fin di vita, lasciata com'è con solo due dita di whisky sul fondo.
Nessuna traccia umana all'interno della stanza dell'alberghetto da una stella nel cuore della Città Eterna.

Fuori intanto tardano ad arrivare gli ultimi baci della notte ormai di passaggio, quelli sofferti, sudati, meritati e maledetti perchè, vista l'ora, non potranno avere seguito alcuno.
E scorre il Grande Fiume, testimone di imperatori, puttane, brava gente e anime tormentate alla ricerca di un nascondiglio sicuro e limaccioso.

Sembra impossibile ma c'è ancora chi si chiede se sentirsi felici senza apparente motivo sia una colpa. Si interroga mentre la radio passa un motivetto stupido, candidato a diventare il tormentone, trovandosi di colpo a canticchiarlo mentre un sorrisetto immotivato si distende come una gazzella rattrappita su in alto, verso gli zigomi.

-E' una colpa la felicità?-

Semaforo lampeggiante giallo, la vecchia golf rallenta, si assicura che non arrivi qualche pazzo dell'ultimo minuto e varca l'incrocio.

Al sorriso si è aggiunto un leggero tamburellìo delle dita sulla corona del volante. Cazzo quanto sei bella Roma, mentre scorro dentro di te in questo viale che costeggia il Tevere.

Il mozzicone si è spento e il filo perpendicolare di colpo si spezza come se fosse una cesoia invisibile a tagliarlo -ZAC!-. Rimangono così soltanto i telefilm in milionesima visione ad animare qualcosa che è morto almeno cinquant'anni fa, mentre un brivido corre tra i capelli e le venute intrappolate sulla moquettes dalla notte dei tempi. Chissà che facce avevano gli ultimi due amanti che si sono dati stendendosi senza remore sul pavimento, chissà dove sono, cosa fanno. Come mai tutto passa.

Bolle il Fiume stasera, dicono dipenda dalle piogge dell'ultima settimana e dal caldo che ha sciolto le nevi chissà dove, ma chi lo conosce non sente un borbottìo, bensì un canto.

E lo intona il vecchio Marcello, mentre guarda lo spicchio di cielo che riesce ad intravedere tra i cartoni che lo coprono.
-Una volta era un capitano d'industria e ora guarda com'è ridotto- dicono di giorno i passanti ai bambini che lo incrociano per impaurirli -se non studi farai la stessa fine-.

E piange il Vecchio, ma senza lacrime.Non ne ha più. Sogna una donna, l'unica, tutte le notti, sperando di poterla riabbracciare, baciare, amare di nuovo.

Ha scelto di starle vicino lui, proprio accanto al letto del Tevere, scrigno torbido dell'unica amata di sempre. Lei che non potendolo scegliere a vent'anni, lo aveva scelto per sempre.

In notti come questa sembra di sentirlo cantare, provate ad ascoltare. E' bellissimo.

Nel frattempo una golf passa con la musica a tutto volume, il conducente intravede una sagoma stretta tra i cartoni, impreca, e affonda il piede sull'acceleratore.

Nessuna traccia della felicità, una cesoia invisibile l'ha tagliata via, neppure fosse fumo.

Un'altra primavera sta per arrivare.

Buona fortuna.

 
 
 
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INFERNO, CANTO V, VV. 127-138

Noi leggiavamo un giorno per diletto

di Lanciallotto, come amor lo strinse:

soli eravamo e sanza alcun sospetto.

Per più fïate li occhi ci sospinse

quella lettura, e scolorocci il viso;

ma solo un punto fu quel che ci vinse.

Quando leggemmo il disiato riso

esser baciato da cotanto amante,

questi, che mai da me non fia diviso,

la bocca mi baciò tutto tremante.

Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:

quel giorno più non vi leggemmo avante.

 

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