Angelo Ribelle
La Via Che Conduce All'Inferno E' Lastricata Di Buone Intenzioni? Piacere, Io Sono Il Pavimentatore...
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Novembre
Post n°215 pubblicato il 09 Novembre 2014 da Solo_Vita
Novembre capriccioso questo. Sa di averla combinata grossa, eppure ti sbatte in faccia la leggerezza dell'aria di una primavera marocchina duemilacinquecento chilometri più a nord, coi prati ancora in fiore, i grilli che cantano, le serate che indugiano ad oltranza all'aperto nonostante la notte alta. Come fai a volergli male? E noi a non capirci più niente. Bussole smagnetizzate, naviganti senza stelle, gps senza satelliti. Butto giù tutto d'un fiato un bicchiere di palinka, mentre la ragazza al bancone guarda compiaciuta questo italiano che sembra aver già appreso i riti della terra magiara. Pare una bambola di porcellana, con quei lineamenti sottili, la pelle chiarissima, gli occhi di ghiaccio ed il viso gentile incorniciato da capelli color del grano. Mi gira la testa e non so di chi sia la colpa. Poi realizzo. Biascico col mio inglese stentato che gradisco un altro giro di liquore. Più in là il Danubio che si distende è un enorme gigante voluttuoso . E' impressionante vedere navi portacontainer che lo solcano intimorite, consapevoli del rispetto che merita quella limacciosa autostrada senza polvere, quasi tremila chilometri che partono dalla Germania ed arrivano sino al Mar Nero. Pazzesco. Orfani di un'estate mai nata ci aggrappiamo a queste folate di aria tiepida come naufraghi ad un pezzo di relitto, disperati eppure lucidi, consapevoli ed increduli del fatto che sia l'unica occasione che si presenterà per scaldarci dentro. Neppure avessimo oltrepassato di corsa i leoni di pietra all'imbocco dal Ponte delle Catene per poi cadere direttamente dentro al fiume in piena. Inutile chiedersi quanto durerà, nessuno può saperlo. Siamo sempre tutti troppo proiettati a cercare di interpretare il futuro e rimuginare nel passato, piuttosto che vivere questo presente traballante e meraviglioso. Buttati, la primavera dell'anima non conosce stagioni. E se cadi pazienza, il pavimento rimane alla stessa altezza per tutti, straordinario esempio di democrazia. Nel tuo rassicurante Occidente come in questo limbo chiamato Budapest. Buona fortuna. |
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INFERNO, CANTO V, VV. 127-138
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lanciallotto, come amor lo strinse:
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
esser baciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi baciò tutto tremante.
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante.
Inviato da: cjeannine0000
il 24/07/2014 alle 19:20
Inviato da: viaggio80
il 20/05/2013 alle 16:40
Inviato da: viaggio80
il 07/05/2013 alle 12:26
Inviato da: soleinvernale0
il 17/12/2012 alle 16:31
Inviato da: KimLaStrega
il 04/05/2011 alle 16:18