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« DAI TRAGUARDI PER LA FIN...DAI TRAGUARDI PER LA FIN... »

RETORICA

Post n°2209 pubblicato il 18 Marzo 2019 da antonioi0

Tutto iniziò nell’oramai lontano 1995, i primi di gennaio per la precisione. Il freddo non avvolge così tanto da stringersi e, forse anche per questo, la lungimiranza contorna quei giorni, e –G-. Perché –G- è qui scritto in sovra frase!? Perché è un caso insolito, strano e inconsueto per le sue caratteristiche da dove poi nasce l’inizio del caso g, o meglio, l’iniziazione della favola del grimm.

 

una mattina s’innescò qualcosa, tanto da evidenziarlo in sovra frase. Si alimentò, autonomamente, quello che si potrebbe definire un sogno vivido fra il proprio eco e la propria sfera sensoriale… tra insolite caratteristiche in cui si manifestò, addirittura loquace. Così, il sogno di –G-… apparentemente, si manifestò con la Televisione. Grandi emozioni avvolsero quei momenti, accolti come se si fossero assopiti con la propria prospettiva ed introspettiva, almeno per la sua. Sembrò circoscritta in se, protratta verso un nuovo fenomeno, ‘fra’ nuove congiunture. E’ così che nacque il suo sogno anche se, ad onore del vero, non predefinito da precisi obiettivi. C’era però un nuovo orizzonte, una nuova introspettiva discreta ma affascinante tanto da rendersi, forse per il concatenatosi stupore, nuovo ma attonito, come se si fosse completamente affidato, e fidato, delle nuove circostanze almeno quelle che lui viveva, e vedeva. Venne circoscritto e aiutato perché aveva in se una nuova possibilità, un nuovo ‘potere’, una nuova metodica per potere valutare e, circoscrivere.

 

Il suo sogno abbracciò lui, le sue circostanze e chi gli era vicino. Negli inizi non sembrò definirsi in qualche nuovo dogma religioso ma in un vivido propositivo paradigma, senza potere esecutivo e né tanto meno morale. (…) Così, il suo sogno, prese progressivamente sempre più vita… come fosse normale. Condivisa; amata; combattuta; affascinante; angusta ed insidiosa come la curiosità. Nel suo decorso sembrò che gli imperativi contrari perdessero di significato perché quando la curiosità assume amore per l’adesso, e per il domandi, chissà perché poi dà peso solo a quello. Così continuò quello strano ‘sogno’ anche se, le contrarie prospettive, come fossero un difetto cominciarono ad imperare, e sembrò sul serio. Dopo quella bella e promettente mattina, caratterizzata da quel portento così loquace, per strani motivi ‘g’ divenne l’ultimo, senza più la vita normale e senza più quel ‘nuovo orizzonte’. Nasce così ‘la favola’ del grimm. Perde forza ed anche buona parte del suo ‘potere’, o meglio lungimiranza, almeno nel suo aspetto esteriore perché la sua introspettiva si rese di colpo evanescente. Così, il suo sogno si allontanò sempre di più, lasciandolo come una persona come tutte le altre ma ancora con in mano una vita da affrontare, almeno fra l’aspetto oscuro della sua strana storia. Una parte del suo sogno però, quella che gli rimaneva, assume l’insolita ed astratta fisonomia di un enigma, un proposito che si verserà nella sua strada e che poi costituirà la trama di questa storiella. Così la neve e la pioggia, la primavera e l’inverno, contornarono, come per tutti, la sua vita; a parte le normali prove come affrontare il lavoro, le persone e perché no, il tempo libero, ‘g’ ebbe qualcosa in più da affrontare, e confrontarsi. È la parte del suo sogno rimasto che, come una benevola creatura, rimase vivo ma confuso fra le trascese valutazioni e azioni delle persone, di vari ceti. Una trascesa congiuntura si trasformò in un impegno angusto, costante anche se affascinante forse perché un nuovo è sempre meglio del consueto. Le caratteristiche del ‘sogno rimasto’ costituiscono cosi parte del fenomeno ‘del grimm’ perché quel nuovo portento, se mai lo avesse avuto, non ebbe mai alcun potere o privilegio a parte la remota possibilità di contrastare le difficoltà della vita e quella dello strano fenomeno, a volte contemporaneamente. Da altro versante un destino assume così zelo e pertinacia e, come un agguerrito testardo, cerca di combattere non solo le difficoltà della vita ma anche quelle che prendono forma e soprattutto motivo, nel sogno di ‘g’ e la strada che lo definisce e alimenta. Non era una persona ricca, ma neanche uno sprovveduto. Nel mentre, e tra il decorso del fenomeno, alcuni lo schernirono; lo derisero mentre lui è però come rinchiuso in un ascensore senza che si possa difendere, a volte accusandolo senza un fondato proposito. Così, nel suo cammino, si addizionarono e costituirono ulteriori prove, rimanendo spesso tra la bivalenza della sua strana esistenza, o esistenze! Anche questo è il grimm; nessuna addizionata possibilità per potere affrontare uno strano caso e il calore, affronti o ingerenze che alcune persone potevano esercitare anche tra le congiunture, e le trascese convergenze di quello strano e lungo sogno che tanto dava da fare, e da pensare. Le cose si fanno però più serie, almeno per ‘g’, perché in quelle capestro circostanze deve avanzare con le sue sole forze. Prende così la sua strada, prende ‘un altro ascensore’ per tentare di risalire e passa così fra le prove, le stagioni, e gli anni. Nel suo cammino inciampa in un incidente perché venne coinvolto in un fatto criminoso e così, ha a che fare con la legge. Spesso, le conseguenze del ‘suo sogno’ si trasformarono in un insidioso ed angusto mistero, trasformandosi e, presentandosi, come una difficile ed apparente pesante patologia, da sconfiggere. Sembrò che fosse in grado di travolgerlo. Per questo rimase a volte dubbioso, perplesso, apparentemente senza più vita e né motivo. Davanti alla legge si mostra però in piena salute e, quando giudicato, forse per la concitazione per l’assoluzione in corso, una parte del suo sogno prende vita e loquacità! “…al nostro signore…” - ribatterono i Giudici (si tratta di una particolare lungimiranza);1998.

 

un borghese g, uno strano ma accettato borghese, almeno per la cultura della modernità. Proviene dalla classica famiglia, appartenente al ceto medio. I suoi genitori sono istruiti quel tanto che basta così come la cultura inerente alla legalità od alla propria filosofia con cui intravedere il mondo. Suo papà era un controllore di volo mentre la mamma, un’amante della filosofia ‘personale’ con cui intravedere, o tentare di vedere, nuove ideali e differenze a cui potersi ispirare tra infelici prospettive, almeno quanto la storia, od orizzonte di ‘g’. Rimane poi una diaspora ed un pugno di mosche, un perché ed un testarda pertinacia. La sua differenza s’ insidia fra le sfumature del ‘sogno’ e delle debite considerazioni. Le differenze e i difetti divengono amici ma anche nemici, costruiscono un perché ed un pretesto non precostituito. Non s’innalza un motivo ma un ideale è capace di assumere piglio, defilarsi e costituirsi tra le difficoltà. Dopo aver compiuto il suo cammino e, con con ‘l’ascensore’ che prese arrivò in cima almeno dopo che, incredibilmente, riuscì ad affrontare le difficoltà che il destino impose e poi emergere così fra le congiunture del suo strano caso, nel 2005 arrivando così in ‘alto’, vicino ad un orizzonte. Da altro versante però, questa storia ed i sui ideali da alcuni vengono interpretati addirittura come un potere principesco, dal profilo legislativo, aneddoto o pretesto mai abbracciato da alcuno. Nasce, o meglio si amplifica così, una dimensione astratta. E’ costituita da considerazioni oppure dissidi ma ‘g’ è da un’altra parte anche se deve affrontare e decifrare oltre il suo caso, la sua prospettiva che sembri vada scemando. E’ circoscritto dalle conseguenze e dagli approfondimenti inerenti a quel strano sogno e soprattutto al suo proposito. E’ anche per questo motivo che è indagato. …le Autorità! “…come è ‘g’ !?” …chiesero amichevolmente. Nel mentre è nel bel mezzo, oltre che delle sue dovute giustificazioni anche contro una non democratica opinione in merito, almeno così sembrò. Non risponde alle Autorità perché coinvolto dalle conseguenze ed in tutti i trascendenti, ed abnormi, caratteristiche del suo caso. Nel mentre impatta tra la bivalenza del fenomeno, lavorare e nel tempo libero darsi da fare per il suo caso. Anche per questo motivo gli accertamenti si protrarranno nel tempo. Fra stridenti circostanze e tanta pertinacia si arriverà alla risoluzione, cioè alla spiegazione, o giustificazioni in merito alla misteriosa ma abnorme ‘immagine’ che ‘g’ poteva ‘produrre’. Al di là del suo sogno e, di questi orizzonti, è questo apparente pretesto che attirò l’attenzione delle Autorità.

 

(…) Quella strana possibilità, o sogno, lo hanno però circoscritto, per comprenderlo! Ammette che, cinque anni prima della nascita del suo sogno, in discoteca, una notte, ha assunto degli stupefacenti, di carattere e applicazione neurologico (1989). Non che fosse un criminale ma il suo sogno e, la sua immagine, a volte si contrastava con i parametri del suo orizzonte e –fra- le ‘sue’ insolite congiunture, quelle iniziali. Inizia così un discreto periodo di accertamenti al riguardo: chissà… forse l’indagato alimentava il suo sogno ed il suo proposito con dei farmaci; forse insoliti trucchi, dubbi da chiarire con sospettosi ma competenti investigatori. Nasce così, oltre un ulteriore limbo, un altro sogno. Nonostante stanco e sferzato dai brutti anni trascorsi perché quasi sempre alle prese con la ‘sua’ faccenda, stritolato dalle conseguenti vicissitudini, cominciò, per passione, a studiare il suo strano caso. Passano così ancora una volta i mesi, ed ancora una volta gli anni alle prese con il suo strano sogno anche se protratto in un profilo diverso, un obiettivo diverso. Ultimati gli studi del fenomeno e, accertato che non venga alimentato con delle ‘scorciatoie’, quasi dieci anni dopo e quasi venti dall’ inizio del suo caso, saranno emesse, pubblicamente, le sentenze forense al riguardo (<… per contumacia> -Stato Italiano- /’ immagine - fenomeno’… inerente - al caso g – 1995/2004-5): strane visioni (1994) dovute dall’ingerimento di - droga sintetica -; contrazione, o adattamento spontaneo ad un nuovo limbo (proposizione vivida fra il proprio eco e la propria sfera sensoriale), - cattolica – (1995); tesi di spiegazione del fenomeno - limitazione editoriale – (perché a carattere pioneristico - fase antecedente alla pre sperimentale); risarcimento danni per il tanto lavoro esercitato per resistere fra cui vi comprendono, oltre che le spese sostenute, gli studi e il libro (IL CASO ‘G’, ADDIZIONANDO GLI STUDI E LE SPIEGAZIONI ALLE AUTORITA’, SINO AD ARRIVARE ALLE SENTENZE IN MERITO, E’ DURATO 17 ANNI). Oramai finito l’impegno per il suo caso e, assolto dalle Autorità per presunte truffe, Gianluca è adesso inoltrato in altri settori; forse per i strani e difficili studi con cui si è dovuto confrontare, e spiegare, l’inerzia della ricerca lo trasporta così in altri sogni, potendo così traguardare altri orizzonti. Come tutti s’ insidia e passa fra la neve e il sole, tra la primavera e l’inverno, fra il proprio eco e il proprio destino che si vuole amare e contrastare, anche quello proveniente dal fenomeno che a volte, quotidianamente, sembra confondere. Il ricercatore, tra vicissitudini e abnegazione, continua tra il suo testardo destino tanto da diventare poi Titolare di una nuova Agenzia (ICN), Titolare di nuove idee (emesse ad Autorità di competenza). Fra lo scherno, le dissimili e impari condizioni per potere affrontare e resistere ad un contrasto di questo genere, negli anni, dal niente il potere dei sogni e, soprattutto con l’abnegazione per raggiungerli e la pertinacia per definirli, con la propria testa per potersi guidare sembra poi possibile migliorarsi, studiare e protrarsi in altri destini. Sembrano in grado di definire alcuni sogni, anche saperli spiegare; basta credergli… anche di farne parte ma non solo nel loro bell’ aspetto, dovendo accettare il prezzo di volerli seguire perché a volte, ricompensano i meritevoli. Il risarcimento intestatogli dalla legge, è dovuto anche al fatto che nel decano dedicato (1995/2004-5) a questa insolita faccenda, è che per seguire, perseguire e difendere il suo vivido sogno e la sua vita, in tutte le circostanze che l’hanno richiesto, è che non è mai stato retribuito. Così ci ha rimesso più che la camicia ma grazie alle Autorità, a tanto impegno e con un po’ di tenacia l’ha poi ripresa e rimessa… in questa circostanza difendendo i suoi sogni, la sua posizione e la sua verità; civilmente. Tra il suo passato da chiarire, il ‘presente’ da giustificare e il futuro da costruire, nel mentre della sua storia e del ‘suo’ sogno è come salito e poi uscito con il suo ascensore, per il lungo viaggio oramai consunto ma con in mano un fiore, un garofano di colore turchese trovando però un orizzonte ombroso, cupo, quasi irreale, come rimasto incastrato fra irte convergenze, come dovendo amare e poi essere in grado di spiegare uno strano sogno, vivido ma come irrimediabilmente pervaso dalle trascese convergenze ma ancora attivo e traguardante fra strane e altre realtà, fra incomprensibili parodie perché sembra che vivano senza una basamento, almeno sino a ieri, nel mentre di un inconsueto limbo come fosse una prigione al di là delle apparenze, al di là dell’immagine sino ad arrivare al nocciolo dovendo però lealmente tentare di contrastare la sostanza al di là degli orizzonti, guardandosene bene anche di liberare i pochi sogni rimasti, così rari da sfidare e toccare l’anima od addirittura l’essere, tentando di avviluppare od addirittura rubare persino un seme forse raro, forse unico come un orizzonte, senza più ninfea perché sembra non riverberare più, neanche fra i sogni. Un seme da dove dovrebbe nascere nuova vita, un nuovo orizzonte come fosse un traguardato e zelante futuro rimasto però incastrato fra un orizzonte, come il dogma del ‘grimm’, nuovo per davvero perché esiste oltre che l’utile il domani, altri traguardati mondi rinvenuti come nelle avventure pioneristiche fuori patria, almeno dopo estenuanti prove ma vicino ai confini della fantasia fra inspiegabili trascendenze, combattute con le poche energie rimaste come fossero dinamiche propositive da sembrare un bene, prezioso, rimasto però poi in un periodo vuoto e pieno dei ‘tutti’ da sembrare quasi un apparente incantesimo. Un’ atmosfera apparentemente penetrante, senza un’ apparente ideologia fondata, quasi contro logica come fosse un’impetuosa ombra, viva solo vicino ai confini, come un’involuzione tanto da trasformare le immagini, i valori, le storie, tanto da cambiare, forse per sempre, il colore del garofano da turchese chiaro in blu scuro perchè il seme non verrà consegnato ad alcun re, né tanto meno ai cortigiani in cerca di facile fortuna, in nome della politica o della Giustizia perché alcuni hanno, fra il paradosso della libertà, del sapere e del diritto, deriso, infranto e usato un vivido sogno, continuamente, senza stregua ferendo oltre che la vittima, l’etica, mentre prosegue il decorso di questo strano racconto, chiamato a narrare una strana trama alimentata anche da uno zelo contrastante ad altri autori, apparentemente coercitivi di strani ‘limbi’, a cielo sereno, facendo così traguardare nuovi sogni e nuovi ideali tanto che uno oltre ad avere ripreso la camicia ha adesso conquistato, dopo tanta abnegazione applicata anche nei festivi, senza ascensori sociali esterni o depredando i sogni altrui, la cravatta, perché è riuscito a liberarsi e poi diventare Titolare di una nuova Agenzia madre (ICN/ Agenzia industriale privata), padre contenitore di alcune nuove idee dedite alle fondamenta di una nuova Azienda - Compagnia Italiana. Questa, è la strana storia, della favola del grimm. Icn nascerà?

Scommetto che questa retorica la conoscevi prima. E che altro potesse rendersi possibile?”

E’ ANCORA DA DEFINIRSI L’IMPLEMENTAZIONE BASE E POI DI CARATTERE ‘POLITICO’ DALL’AGENZIA PRIVATA ICN COME FONDAZIONE, ASSOCIAZIONE, COOPERAZIONE AZIENDALE E/O ALTRO. PROCEDURA INTERPOSTA TRA IL TITOLARE NELLA NOMINATA E LE AUTORITA’ ITALIANE. AGENZIA INDIPENDENTE DALLE INGERENZE DAI MONDI DELLA POLITICA. PROCEDURE IMPLEMENTATIVE E DI CARATTERE COLLABORATIVO NON SOTTOPOSTE ALL’OBBLIGO DI VOTO, A PARTE QUELLO DELL’OSSERVAZIONE DELLE COSTITUZIONE ‘OSPITANTE’, E DELLA LEGALITA’ NEL SUO COMPLESSO”.

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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