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DIDATTICA DELL’ATTIVITÀ MOTORIA PER L'ETÀ EVOLUTIVA

Post n°2682 pubblicato il 20 Maggio 2020 da antonioi0

Che cosa sono l’Educazione fisica o le Scienze Motorie Sportive?

Sono due nomi della stessa disciplina educativa finalizzata allo sviluppo, alla crescita e al mantenimento delle funzioni motorie, coordinate con le capacità cognitive ed affettivo-relazionali.

In modo molto pragmatico possiamo dire che le finalità  rappresentano le mete dell’intervento educativo che vengono raggiunte attraverso lo sviluppo di tutti gli obiettivi generali.

In sintesi le Finalità di questa disciplina sono sostanzialmente tre:

educative, formative e preventive realizzabili attraverso la specificità della disciplina (Attività Motoria, Educazione Fisica o Sportiva). Una certa differenza invece esiste con l’allenamento ad una pratica sportiva agonistica, che qui non tratteremo, che consiste in un programma teso ad incrementare la funzionalità organica, ad accelerare il massimo sviluppo delle capacità motorie essenziali per il raggiungimento della massima prestazione sportiva. Inoltre un programma d’allenamento deve prevedere tempi piuttosto dilatati per l’insegnamento della tecnica e della tattica di quello specifico sport, nonché le simulazioni di gara. Per questo settore rimandiamo pertanto ad un’ampia ed esaustiva bibliografia già esistente in commercio. (Le finalità in modo più esteso sono illustrate a pag. 15)


COME PROGRAMMARE IL NOSTRO LAVORO

Quando si deve realizzare un apprendimento–insegnamento è necessaria “un’ulteriore competenza che consente all’insegnante di pianificare gli apprendimenti degli allievi individuando gli obiettivi, i contenuti, i mezzi, gli ambienti e i sistemi di verifica a breve, medio e lungo termine” per poi valutarne i risultati. (Casolo F.  “Lineamenti di teoria e metodologia del movimento umano” Milano, Vita e Pensiero, 2002)

Vediamo sinteticamente quali sono le variabili da considerare:

L'ETÀ è molto ovvio capire che le finalità, gli obiettivi, i contenuti, la metodologia, siano molto diversi tra loro se devo insegnare a bambini, ragazzi, adolescenti, adulti, anziani. E’ pur vero che potrei trovarmi ad insegnare ad un gruppo di adulti che vogliono fare una ginnastica di potenziamento aerobico con gli attrezzi oppure ad un gruppo di adulti che vogliono fare attività aerobica con la musica.  In questo caso, pur essendo analoga l’età, cambiano completamente i contenuti ed i mezzi.

IL GRUPPO/ CONTESTO: si potrebbe trattare di una scuola (primaria o secondaria) o di un gruppo di bambini di età non omogenea che frequenta un corso organizzato da una società di promozione sportiva, oppure un gruppo di bambini di una società di calcio, o bambini di un centro ricreativo estivo, ecc…

Anche se la fascia d’età è la medesima, il lavoro da programmare può essere completamente differente a seconda degli obiettivi che si devono raggiungere in quel contesto. Prendiamo ad esempio la fascia 6-8 anni. Se siamo in una scuola elementare si dovranno conoscere e perseguire gli obiettivi del programma di educazione fisica per la classe prima e seconda.

Se siamo in una Polisportiva in cui esistono squadre di calcio, volley e basket, cercheremo di sviluppare un’attività motoria che tenda anche ad individuare eventuali predisposizioni nei nostri piccoli allievi verso questi particolari sport.

Se stiamo lavorando in una società di calcio che organizza tornei anche per i giovanissimi, la nostra attività dovrà prevedere anche una preparazione tecnico/tattica che possa consentire ai bambini di svolgere una partita di calcio piuttosto che di basket o altro.

Quindi l’obiettivo in quel particolare contesto sportivo vincola già la mia programmazione.

IL TEMPO del mio lavoro, quanto dura?

Potrei essere stato assunto solo per i 2 mesi estivi o per tutto l’anno scolastico, o per sostituire un collega in malattia per qualche mese, o avere un incarico più prolungato. Questa attività potrebbe svolgersi su due ore settimanali (in linea di massima è così) o per tempi più dilatati. Gli obiettivi che mi porrò saranno proporzionali al tempo che avrò a disposizione. Infatti si parla di programmazione a lungo, medio e breve termine.

Inoltre c’è da considerare che dipende anche in quale parte dell’anno ci troviamo, nel caso mi trovi a sostituire un collega dovrò conoscere gli obiettivi già conseguiti precedentemente dal gruppo, prima di poter programmare una sequenza adeguata di contenuti.

I PREREQUISITI: ogni attività motoria deve essere adeguata, oserei dire fatta su misura, per quello specifico gruppo. Quindi non si può fare una buona programmazione senza conoscere il livello di capacità raggiunto dalle persone con cui lavorerò. Pertanto nelle primissime lezioni dovrò prevedere una serie di giochi, staffette, percorsi, esercizi, che mi diano la possibilità di “testare” il livello di sviluppo e padronanza delle principali capacità motorie condizionali e coordinative, nonché il livello di socializzazione che eventualmente esiste tra quelle persone, che potrebbe essere una grossa risorsa da cui partire.

L’AMBIENTE E LE ATTREZZATURE: non sempre ci troviamo a lavorare in un ambiente idoneo all’attività che dobbiamo svolgere. Spesso dobbiamo adattarci alle palestre esistenti che, in alcuni casi, per gli scarsi investimenti economici, sono piuttosto carenti di manutenzione o di attrezzature. Prioritaria è l’attenzione alla sicurezza che significa prima di tutto, osservare attentamente l’ambiente, prevedere ed eliminare (se fattibile) tutte le fonti di possibili incidenti: gli attrezzi contro cui si può sbattere o cadere andrebbero tolti o spostati; gli spigoli o i pali vanno protetti con materiale apposito, eventuali gradini o avvallamenti del terreno vanno accuratamente evidenziati, va costantemente controllata l’integrità delle attrezzature utilizzate, ecc.. Questo perché il D.L. 81/2008 Art.19 ci uniforma ai “preposti” cioè a persone che “in ragione delle competenze professionali e nei limiti dei poteri funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintendono all’attività…. e ne garantiscono l’attuazione in sicurezza, secondo le direttive ricevute”. In pratica l’insegnante è responsabile di tutto quello che potrebbe succedere ai propri allievi a meno che non riesca a dimostrare che il fatto dannoso, per la sua repentinità ed imprevedibilità gli abbia impedito un tempestivo efficace intervento teso ad evitare l’incidente.

 

Quindi, superata la fase della sicurezza dell’ambiente, dobbiamo valutare quali attrezzature sono a nostra disposizione prima di programmare la nostra attività.

 
 
 
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