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CULTURA E GIUSTIZIA
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TERREMOTO E RICOSTRUZIONI IN IRPINIA IL RESTAURO E I PIANI DI RECUPERO DEI CENTRI STORICI MINORI
Post n°4176 pubblicato il 01 Maggio 2024 da antonioi0
PERCIÒ, LO STESSO SIGNIFICATO DI AUTENTICITÀ RIFERITO AD UN LUOGO PUÒ IN QUESTO CASO NON ESSERE LEGATO SOLO ALLA MATERIA, AL SOLO SPAZIO FISICO, MA NECESSARIAMENTE SI LEGA AD ALTRI FATTORI, ALL’INTERAZIONE TRA LA COMUNITÀ E LO SPAZIO ABITATO, A COME LA COMUNITÀ RICONOSCE PROPRIO QUELLO SPAZIO. LA SCELTA DELLA RICOMPOSIZIONE TOTALE PER VENZONE, DUNQUE, COSTITUIVA UN’OPZIONE IDEALE, CONSAPEVOLE PERÒ CHE L’ARTICOLAZIONE E LA COMPLESSITÀ DELLE OPERAZIONI AVREBBE PORTATO AD UNA REALTÀ SIMILE MA DIVERSA AL TEMPO STESSO, RISPETTO ALLA PREESISTENTE. IL PIANO DI RICOSTRUZIONE ERA DIVISO IN ISOLATI, UNITÀ EDILIZIE ED ELEMENTI EDILIZI. SOTTO LA SORVEGLIANZA DEL COMITATO DI SETTORE, VENNERO RILEVATI TUTTI I RESTI MURARI, INDIVIDUATE LE FONDAZIONI DI OGNI EDIFICIO DISTRUTTO E CENSITE LE PROPRIETÀ, DANDO UN QUADRO COMPLETO DELLA SITUAZIONE PRECEDENTE IL SISMA. CON UN METODO CHE FU LO STESSO SU TUTTO IL CENTRO STORICO SI VERIFICARONO LA COICIDENZA DEI TRACCIATI VIARII, IL RECUPERO DEGLI ELEMENTI MURARI E DI TUTTI I RESTI LAPIDEI E IL REINGLOBAMENTO DEGLI STESSI, LA RICOSTRUZIONE DELLE PARTI PERDUTE ATTRAVERSO FORME E MATERIALI DISTINGUIBILI, SECONDO UN DISEGNO DI INSIEME CHE RIPORTA LA SITUAZIONE PRECEDENTE AL SISMA, TENENDO COMUNQUE SEMPRE CONTO DELLA NECESSITÀ DI RISPONDERE A DETERMINATE ESIGENZE TECNICHE, SOPRATTUTTO ANTISISMICHE. ACCANTO AL PIANO DI RICOSTRUZIONE, PARTE INTEGRANTE DI QUESTO FURONO IL PIANO DEGLI INTONACI E LE INDICAZIONI PER IL RESTAURO DELLE PIETRE, NONCHÉ IL CATALOGO DELLE FORATURE E IL PIANO DELL’ARREDO URBANO. DECISIVO FU IL COORDINAMENTO RELATIVO AD OGNI SINGOLO PROGETTO PRESENTATO, COORDINAMENTO CHE SI TRADUCEVA ANCHE IN UNA UNIFORMITÀ DI SIMBOLOGIE NONCHÉ DI CRITERI TECNICI DI INTERVENTO, OMOGENEITÀ DI ELABORATI, CAPITOLATI E PREZZIARI, VALIDI PER TUTTI I PROGETTI DEL CENTRO STORICO. PER POTER CONTROLLARE IL RISPETTO DEI SUDDETTI PRINCIPI VENNE COSTITUITO UN UFFICIO UNICO DI DIREZIONE LAVORI, COORDINATO ANCHE ESSO DALL’ARCHITETTO BALLARDINI, COSÌ COME IL LABORATORIO DI RESTAURO CHE SI RESE NECESSARIO ORGANIZZARE VISTA LA MOLE DI INTERVENTI SULLE MURATURE CHE LA RICOSTRUZIONE RICHIEDEVA. PRESSO IL LABORATORIO FURONO RACCOLTI TUTTI GLI ELEMENTI LAPIDEI DEL CENTRO STORICO E STUDIATE LE TECNICHE PIÙ ADATTE ALLA RICOMPOSIZIONE. IL PIANO DEGLI INTONACI, ELABORATO DA FRANCESCO DOGLIONI, BASAVA LE METODOLOGIE SU UN ACCURATO STUDIO DELLA QUALITÀ E DELL’EPOCA DEGLI INTONACI SUPERSTITI, FORNENDO POI UNA GAMMA DI CASI RISCONTRATI E UNA METODOLOGIA DI LAVORAZIONE DEGLI STESSI, ACCOMPAGNATO DA UNA PLANIMETRIA DEL CENTRO STORICO NELLA QUALE A CIASCUN FRONTE SI ATTRIBUIVA IL TIPO DI INTONACO PIÙ OPPORTUNO. QUESTO DIVENTAVA UNO DEI CAMPI DI INDAGINE PIÙ IMPORTANTI PER LA RIUSCITA DELLA RICOMPOSIZIONE DEI FRONTI. PER QUEL CHE RIGUARDA INVECE GLI INTERVENTI SUGLI EDIFICI, IN PARTICOLARE IL CONSOLIDAMENTO DELLE MURATURE, LE TECNICHE RACCOMANDATE ANCHE DAL PIANO ERANO LE INIEZIONI DI MALTA CEMENTIZIA, PER MIGLIORARE LA RESISTENZA E LA CONSISTENZA, ASSIEME ALL’INSERIMENTO DI PILASTRI E CORDOLI IN CEMENTO ARMATO. PER LE NUOVE COSTRUZIONI O LE PARTI DI COMPLETAMENTO SI RACCOMANDAVA LA MURATURA CON SETTO INTERNO IN C.A., IL RIVESTIMENTO IN MATTONI PIENI E LA CONTROPARETE INTERNA IN MATTONI FORATI INFRAMMEZZATA DA ISOLANTE FINO AL RAGGIUNGIMENTO DELLO SPESSORE ORIGINARIO, I SOLAI IN LATEROCEMENTO E LE COPERTURE IN LEGNO, ANCHE LASCIATE A VISTA. LA SEGRETERIA GENERALE STRAORDINARIA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA AFFIDÒ AD UN UNICO CONSORZIO DI IMPRESE LA REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI E SI COSTITUÌ UN UFFICIO UNICO DI DIREZIONE DEI LAVORI, COMPOSTO DA VARI TECNICI INCARICATI DI SEGUIRE I CANTIERI E DA UN ESPERTO DI ELEMENTI LITICI.355 LA RICOSTRUZIONE QUASI TOTALE DI VENZONE AVVENNE NEL GIRO DI POCHISSIMI ANNI: DALL’APPROVAZIONE DEL PIANO DI RICOSTRUZIONE DEL 1980, IN SOLI 6 ANNI QUASI TUTTA VENZONE VENNE RICOSTRUITA. RIMASE FERMO SOLO IL CANTIERE DEL DUOMO, QUASI INTERAMENTE CROLLATO, PER IL QUALE UN LUNGO DIBATTITO SUL RESTAURO O SULLA POSSIBILITÀ DI LASCIARE IL MONUMENTO A RUDERE, SI SVOLSE FINO AD APPROVARNE IL RESTAURO CON TECNICHE DI ANASTILOSI E LASCIANDO TUTTI I LACERTI DI INTONACI DIPINTI E TUTTA LA STRATIGRAFIA MURARIA A VISTA. L’ESPERIENZA VENZONIANA CON IL SUO PIANO DI RICOSTRUZIONE, SI PONE COME “PROGETTO PILOTA” NELLA RICOSTRUZIONE DI UN CENTRO STORICO AFFLITTO DA UNA DISTRUZIONE DOVUTA AD UN EVENTO CATASTROFICO. UN PROGETTO PILOTA NON SOLO PER QUEL CHE ATTIENE ALLE TECNICHE DI INTERVENTO, ALLA MODALITÀ DI PROGETTAZIONE DEL PIANO STESSO, MA ANCHE, E FORSE SOPRATTUTTO RELATIVAMENTE ALLA RIAPERTURA DEL DIBATTITO SUL RESTAURO IN SENSO STRETTO E SUL RECUPERO DEI CENTRI STORICI IN SENSO PIÙ AMPIO. CIÒ CHE SI METTE IN DISCUSSIONE È SENZA DUBBIO LA CARTA DEL RESTAURO, DA POCO APPROVATA. LA STESSA PERMETTEVA, INFATTI, DI INTERVENIRE, SU UN MONUMENTO O SU UN AGGREGATO, CON UNA RICOMPOSIZIONE SOLO QUANDO ESISTESSERO QUALITATIVAMENTE E QUANTITATIVAMENTE ELEMENTI ABBASTANZA NUMEROSI DA GIUNGERE AD UNA “RICONFORMAZIONE” DELL’OPERA, NEL CASO CONSENTENDO DI INTERVENIRE CON AGGIUNTE SOLO QUANDO QUESTE NON FOSSERO “VISIBILI” NELL’ASPETTO ESTERNO DEL MANUFATTO. ANCORA, LA CARTA VIENE ULTERIORMENTE MESSA IN DISCUSSIONE PER LA SUA RIGIDITÀ RIGUARDO AD OPERAZIONI POSSIBILI ED ALTRE ASSOLUTAMENTE PROIBITE, RESTRIZIONE CHE NON TENEVA CONTO DELLA DIVERSITÀ NON SOLO DEI CARATTERI PRESENTI IN UN CENTRO STORICO, MA LA STESSA COMPLESSA COMPOSIZIONE DI UN CENTRO STORICO. QUESTO VALE A DIRE CHE A DIFFERENZA DEL MONUMENTO SINGOLO, L’AMPLIAMENTO DEL CONCETTO DI BENE CULTURALE DAL SINGOLO EDIFICIO ALL’AGGREGATO DI EDIFICI, FINO AD ARRIVARE AD INTERE CITTÀ, CONCETTO IN REALTÀ SVILUPPATO NEGLI ANNI PRECEDENTI IL SISMA ED ENTRATO A FAR PARTE A PIENO TITOLO DEL DIBATTITO SULLA TUTELA, PONEVA COME NECESSARIA LA REVISIONE DELLE METODOLOGIE DI INTERVENTO E ANCHE LA RIVALUTAZIONE DEL CONCETTO STESSO DI RICOSTRUZIONE E RIPROPOSIZIONE DI CARATTERI DELLA CULTURA STORICO/ARTISTICA E MATERIALE DI UN TERRITORIO, UN CENTRO STORICO, UN AGGREGATO. LO STESSO BALLARDINI È CONVINTO DELLA ERRATA INTERPRETAZIONE DELLA PAROLA “RIPRISTINO”, INTESA NEL SENSO NEGATIVO DEL TERMINE QUASI COME SINONIMO DI FALSO, PERCHÉ, CONVINTO DELLA SUPERFICIALITÀ DELLO STUDIO DELLE FORMAZIONI DELL’EDILIZIA STORICA, RITIENE CHE SIA ERRATO LO STUDIO E L’APPLICAZIONE DEI TIPI EDILIZI IN MODO PEDISSEQUO; È IN QUESTA RIPETIZIONE NON RAGIONATA, ACRITICA CHE L’ARCHITETTO CI RITROVA LA POSSIBILITÀ DI “FALSIFICARE” UNA CONDIZIONE EDILIZIA STORICA, AL CONTRARIO ATTRAVERSO LO STUDIO CRITICO E L’APPLICAZIONE CRITICA E RAGIONATA DI “TIPI” EDILIZI LEGATI STRETTAMENTE AL TERRITORIO, CONSIDERANTI I LEGAMI TRA LO SVILUPPO DI CERTA EDILIZIA SPONTANEA E I MODI DI VIVERE QUESTA IN RELAZIONE ALLA SPECIFICITÀ DEL TERRITORIO, BALLARDINI TROVA UN SENSO DIVERSO AL SIGNIFICANTE “RIPRISTINO”. LO STUDIO STORICO-CRITICO DEI MODI DI RIPETIZIONE ALL’INTERNO DI UN CENTRO STORICO E DEI MODI DI DIVERSITÀ CONDIZIONATI DA FATTORI DIVERSI, DOVREBBE ESSERE ALLA BASE DELLA CONSERVAZIONE E POI EVENTUALMENTE DEL “RESTAURO” DEGLI AGGLOMERATI URBANI STORICI. IL RIPRISTINO DIVIENE, QUINDI, NEL “CASO VENZONE” UNA SCELTA NON IN CONTRASTO CON ALTRE SOLUZIONI NÉ L’UNICA SOLUZIONE POSSIBILE, MA UNA SOLUZIONE CHE SUPPONE UN ATTEGGIAMENTO CRITICO, FORSE ANCOR PIÙ ACCORTO, APPROFONDITO E STUDIATO. PER QUESTO MOTIVO, RITENENDO LA MERA CLASSIFICAZIONE TIPOLOGICA RIDUTTIVA CI SI ORIENTÒ INDIVIDUANDO “AMBITI TECNICI” COSTITUENTI ELEMENTI O PARTI DEL PROCESSO DI TRASFORMAZIONE DI TUTTO L’INSEDIAMENTO, AMBITI CHE HANNO UN RADICAMENTO PRECISO NEL TERRITORIO OVE SI È REALIZZATA LA TRASFORMAZIONE STORICA. OGNI AMBITO POI ERA SUDDIVISO IN UNITÀ DI INTERVENTO, CORPI EDILIZI PRINCIPALI E CORPI EDILIZI SECONDARI. PER OGNI ELEMENTO, POI, ERANO RIPORTATI GLI ELEMENTI LAPIDEI RECUPERATI E CATALOGATI, DA RIMETTERE IN PRISTINO DOVE ERANO: IL RISULTATO CHE SI SAREBBE OTTENUTO, LA RICOSTRUZIONE DEL CENTRO STORICO DI VENZONE AVREBBE ASSUNTO UN NUOVO VALORE CONSAPEVOLMENTE, «COME TESTIMONIANZA PRIMA, COME CONDIZIONE MATERIALE PER LEGITTIMARE IL PASSAGGIO VERSO L’OPERA COMPIUTA DELLA RICOSTRUZIONE(…) COME OPERA POI, ENTRO LA QUALE GLI ELEMENTI SONO STATI RIMISURATI E RICOMPRESI IN UNA NUOVA STRUTTURA URBANA ED EDILIZIA CHE MAGGIORMENTE DI ADATTA, RISPETTO A QUELLA STORICA COMPLESSIVAMENTE PRESENTE AL 1976, AL PUNTO DA RILEGGERLA COME COINCIDENTE CON ESSA. MA TUTTAVIA NON COMPLETAMENTE!»356, IN QUESTA DIFFERENZA STA LA POSSIBILITÀ DI RIORGANIZZARE, PER DIRLA CON BALLARDINI, I GIUDIZI DI VALORE SUL PATRIMONIO EDILIZIO STORICO, SULLE NUOVE TECNICHE E SUI NUOVI
STRUMENTI. |
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