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LA PAGE

ESSERLO...

 

 

L'inizio

Post n°58 pubblicato il 23 Novembre 2014 da page1974
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“Se non avessimo mangiato quel frutto,” disse lei fissandolo negli occhi, “non avrei mai assaggiato un fico o un’ostrica, non avrei visto l’Araba Fenice risorgere dalle sue ceneri, non avrei conosciuto la notte, né avrei saputo cosa significa sentirmi sola quando tu non ci sei; non avrei sentito il mio corpo, gelato anche in mezzo alle fiamme, che si scaldava appena pronunciavi il mio nome e avrei continuato a vederti nudo senza sussultare e non avrei mai saputo come è bello quando scivoli dentro di me come un pesce che inventa il mare.”

Gioconda Belli

 
 
 

IO vedo IO sento IO parlo

Post n°57 pubblicato il 23 Settembre 2014 da page1974
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IL CORAGGIO DI UNA DONNA

Parlare di femminicidio, di violenza sulle donne, non si può ne si deve limitare al resoconto di morti annunciate condite da gelosie, tradimenti o sesso..parlarne obbliga a citare anche il CORAGGIO che spesso differenzia la donna dall'uomo.

La donna che nel suo proteggere i figli e la famiglia spesso dimentica di proteggere se stessa.

Un grande inchino alle donne del sud, donne della mafia, della 'ndrangheta, della camorra...donne in lacrime che vedono morire figli, mariti, padri, donne che spesso vediamo con i capelli raccolti e il viso provato accanto ai mariti chiuse in un tacido accordo, donne che chiudono la porta delle loro case al mondo, al ritorno dal funerale di un caro.

Mi chiedo spesso quanto grande possa essere il cuore di una madre, costretta a guardare la tragedia che ogni santo giorno si consuma lungo la strada di un paesello caratteristico e piacevole all'occhio, ma intriso di sangue e disperazione...vedere uscire di casa il proprio figlio..fingere un saluto distratto..aspettare il tonfo della porta chiudersi, sedersi e mettersi le mani fra i capelli...pregare che quel figlio torni.

E si parla di dolore, di ferite, occhi neri, si parla di mariti gelosi, tradimenti venuti alla luce, incapacità di rassegnarsi ma anche di CORAGGIO....CORAGGIO di donne speciali, donne che mostrano al mondo quanto un cuore e quanto l'amore  possano essere forti e pericolosi per chi li sfida.. un esempio per tutti è Lea Garofalo, una donna tra tante che fece la differenza.

Figlia della 'ndrangheta, stanca e contraria alla famiglia, donna incinta che decide di fuggire e di trasferirsi a Milano con il marito per dare un senso nuovo a quella vita, per far si che gli occhi di sua figlia non fossero cotretti a vedere ciò che ai suoi non era stato risparmiato.

Sperava, sognava un futuro diverso ma commise il suo primo errore..in quel viaggio portò con se quell'odio da cui fuggiva, il marito Carlo Cosco.
Si ritrovò la 'ndrangheta in casa nonostante il trasferimento...madre di una bambina decise di combattere il tutto collaborando con la giustizia contro la propria famiglia e la famiglia del Cosco, denuncia omicidi e illegalità soprattutto della famiglia del marito.

Inserita nel programma di protezione con la figlia viene isolata...lo stato l'abbandona in più di un occasione...sola, spaventata e delusa  rinuncia al programma di protezione...inizia un minimo di rapporto con l'ex marito che usa la figlia per avvicinarsi a lei, subisce un primo attentato al quale sfugge, attentato commissionato da Carlo Cosco.

A soli 35 anni cede ancora difronte alla richiesta del Cosco di passare del tempo con la figlia, solo una madre può comprenderne il perchè...quel tempo, per lei, significherà la morte.

Il Cosco con dei complici la rapì, la torturò e l'uccise occultandone il corpo.

Denise, la figlia, si schiera dalla parte della madre e  testimonia contro lo stesso padre, garantendolo alla giustizia.

 
 
 

"Ferite a morte"

Post n°56 pubblicato il 29 Agosto 2014 da page1974
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IL MOSTRO


Avevamo il mostro in casa e non ce ne siamo accorti, l'ha detto mia madre agli inquirenti, avevamo il mostro in casa e non ce ne siamo accorti....

Era li che fumava vicino al caminetto e non ce ne siamo accorti, avevamo il mostro proprio in casa e non ce ne siamo accorti, guardava la partita e non ce ne siamo accorti...

Ma neanche il mio marito se n'era accorto, dico, lui che aveva proprio il mostro dentro non se n'era accorto, poveraccio, c'aveva sempre da fare, avanti e indietro con il Pandino, anche quando m'ha messo incinta per la terza volta non se n'era accorto.

Io si, è naturale, mi sono venuti subito a noia i broccoli e lì ho capito; inutile buttare i soldi per il test, lo so da me, il broccolo è un segnale infallibile, micidiale, cinque volte che sono rimasta incinta me l'ha detto il broccolo.

Di figli ne ho solo tre: uno l'ho perso appena nato e l'altro mi è rimasto in pancia sette mesi e non ne è più uscito.

Sono morta prima.

Avevamo il mostro in casa e non ce ne siamo accorti, l'ha detto pure mia sorella, non c'andava daccordo col mi marito, non si sono piaciuti mai, questione di carattere o di segni zodiacali, lei è una scorpione reagisce, una volta che il mi marito l'ha strattonata ha cominciato a strillare come un aquila...ma che ti strilli? vuoi farti sentire da tutti i vicini?...e che vuoi che sia uno spintone? E allora io? Quando mi ha tirato la sedia in testa che avrei dovuto dire? Sono sfoghi così...del momento, si sa, gli uomini hanno queste punte di carattere, hai visto come sono fatti fisicamente? Sono un fascio di nervi ma deboli di stomaco, la sedia è volata perchè non avevo tolto la cipolla dal sugo, c'aveva ragione lui, non la digerisce e poi stà male....comunque ha funzionato perchè dopo la botta che ho preso, la cipolla non l'ho più messa da nessuna parte.....

Avevamo il mostro in casa e non ce ne siamo accorti, ma nessuno proprio se n'era accorto, neanche il brigadiere, m'ha vista il mese scorso in fila alle poste con la faccia viola di pugni e m'ha detto:"che ti sei fatta Teresa?"...io per non creare problemi e chiacchiere ho detto che ero caduta dalle scale della cantinetta e lui mi ha guardato e ha sorriso...poi come un papà buono, mi ha consigliato di far pace col mi marito e di essere più tranquilla...di non farlo arrabbiare.....io ci ho provato a non farlo arrabbiare, ma lui si è incaponito a portare questa donna in casa, una situazione momentanea ha detto, ma lei si era presa subito la stanza della nostra figlia più grande e si faceva portare  il caffè al letto dal piccolo.

Io per carità, mi facevo i fatti miei e pure la biancheria le stiravo alla tipa, per farlo contento, per tenerlo buono, ma lui era sempre su di giri, la notte si alzava, girava per la casa, sbatteva le porte, andava da quella e poi dopo un pò tornava a letto e fumava.

E io zitta, guardavo la luce della luna e speravo che passasse...una sera mi ha preso da dietro convinto che dormivo, l'ho fatto fare anche se non mi piaceva, non volevo svegliare tutta la casa..a volte si fa prima a non dire niente...meglio non reagire e tutto passa, si sà, a un certo punto l'uomo si acquieta, è la natura...

La mattina dopo mentre pulivo i broccoli ho capito, era successo di nuovo, lui non voleva altri figli da me e c'aveva ragione, dove lo mettevamo un altro ragazzino? Adesso c'era pure questa signora in casa, è chiaro, c'era meno spazio, insomma questa sua amica in difficoltà che doveva rimanere poco ma che già aveva occupato l'armadio del tinello, girava in sottoveste davanti ai vicini...avevamo il mostro in casa e non ce ne siamo accorti....

Al settimo mese ormai la pancia si vedeva tanto e gliel'ho dovuto dire, ma sembrava tranquillo, siamo andati in gita tutti e tre, una scampagnata con la signora e i panini, lui ha preso una latta di benzina dal garage.... "perchè prendi la benzina papà, la macchina è diesel..." "fatti i fatti tuoi!" gli aveva risposto ma senza menarlo..era di buon umore.

No...non era un mostro, senò mi bruciava subito viva...invece per fortuna prima mi ha dato una vangata in testa che mi ha stordito forte e quando mi ha dato fuoco non ho sentito quasi niente.... Lo vedi?....non avevamo un mostro in casa, ci pensava a me....anche alla fine.... senò non mi stordiva prima con la vangata, senza sarebbe stato peggio, avrei sofferto molto di più...è stato un pensiero per me...non avevamo un mostro in casa, era solo un pò nervoso di temperamento....

Il bambino lo avrei chiamato Vito...come il nonno.

 

 

 
 
 

Amale...

Post n°55 pubblicato il 11 Agosto 2014 da page1974
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Ci sono le donne....
e poi ci sono le donne donne
E quelle non devi provare a capirle, sarebbe una battaglia persa in partenza.
Le devi prendere e basta.
Devi prenderle e baciarle, e non dare loro il tempo di pensare.
Devi spezzare via, con un abbraccio che toglie il fiato, quelle paure che ti sapranno confidare una volta soltanto, a bassa bassissima voce.
Perché si vergognano delle proprie debolezze e, dopo avertele raccontate, si tormenteranno - in un agonia lenta e silenziosa- al pensiero che scoprendo il fianco e mostrandosi umane e facili e bisognose per un piccolo fottutissimo attimo, vedranno le tue spalle voltarsi ed i tuoi passi allontanarsi.
Perciò prendile e amale.
Amale vestite, e senza trucco che a spogliarsi sono brave tutte.
Amale indifese e senza trucco, perché non sai quanto gli occhi
di una donna possono trovare scudo dietro un velo di mascara.
Amale addormentate, un po' ammaccate quando il sonno le stropiccia.
Amale sapendo che non ne hanno bisogno, sanno bastare a se stesse.
Ma appunto per questo, sapranno amare te come nessuna prima di loro.
(Alda Merini)

 
 
 

...tendiamo la mano...

Post n°54 pubblicato il 07 Agosto 2014 da page1974
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...e giornali e giornalisti continuano a non voler rinunciare al linguaggio che occulta la violenza sulle donne, non parlano di femminicidio ma continuano a parlare di raptus, di liti...minimizzano la cosa, giri di parole per tirare la conclusione che lei ha sbagliato facendolo ingelosire.....il vestito era sbagliato, le scarpe con il tacco e gli incontri con le amiche al bar erano sbagliati...il trucco, i capelli ben pettinati..."puoi esser donna ma solo per me" concetto naturale e logico per molti, per troppi...la donna può far perdere la testa, non si lamenti se poi l'uomo esploda difronte alla sua gonna corta....

..raptus...un attimo di follia dopo anni in cui bagni un asciugamano per picchiarla senza lasciar segni...un attimo di follia dopo anni in cui le stringi le mani intorno al collo per poi chiederle scusa e promettere di cambiare..un attimo in cui per anni l'accompagni ad ingessare arti costringendola a definirsi sbadata quando sale o scende le scale....

..sono solo raptus di follia certo....che concludono però anni di violenza psicologica e fisica...anni in cui l'uomo promette senza mantenere...anni in cui lei resta in silenzio perchè è l'uomo che ama, perchè può cambiare, perchè è il padre dei suoi figli....

..cancellate quella parola "raptus" dalle vostre menti, dai giornali, dalle voci dei giornalisti...gli uomini non sono poveri diavoli che hanno perso la ragione perchè innamorati, perchè gelosi....sono assassini feroci, aguzzini privi di pietà e quelle morti non sono frutto di semplici liti ma MORTI ANNUNCIATE, sono il sintomo dell'incapacità del sistema di ascoltare e di porre rimedio alle tante richieste di aiuto...denunce rimaste inascoltate...vicini di casa, familiari, colleghi di lavoro muti e chiusi dentro l'indifferenza...amici che aprono le bocche e spalancano gli occhi a fatto accaduto...solleviamo il capo e guardiamoci negli occhi e poi...un solo gesto il più significativo...tendiamo la mano...

 
 
 

ELENA

Post n°51 pubblicato il 10 Giugno 2013 da page1974
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 “ Pensavo che la colpa fosse mia. Che lo soffocavo con il mio amore. Che non sapevo prenderlo e renderlo felice. Per anni mi sono umiliata sperando che lui diventasse un uomo migliore, quello che era prima di sposarci....ad ogni litigio seguiva la fase della riconquista. A casa cominciavano ad arrivare mazzi di fiori a ogni ora…Ero lusingata, inutile negarlo. Però in quella determinazione c’era anche qualcosa di forte, una specie di imposizione.."

 
 
 

SARA

Post n°50 pubblicato il 10 Giugno 2013 da page1974
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“La prima volta che mio marito mi ha picchiata sono rimasta sorpresa, ma l’ho presa come una dimostrazione d’affetto: anche mio padre da piccola mi picchiava sempre. E lui era l’amore della mia vita, il padre di mio figlio: se mi menava era perché mi amava. Me lo meritavo, avevo sbagliato io”.

 
 
 

BARBARA

Post n°49 pubblicato il 28 Marzo 2012 da page1974
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La notte del 24/05/2007 viene trovata nella sua camera da letto, a terra, morta, Barbara Cicioni, incinta di otto mesi e mezzo, nella villetta dove abitava insieme al marito, contigua alle abitazioni degli altri famigliari del marito.

A dare l’allarme al 118 è la cognata, a trovare la donna il marito, Roberto Spaccino, il quale affermò di essere uscito per fare delle commissioni e di aver successivamente, una volta rientrato, trovato la casa a soqquadro e la moglie senza vita, sul pavimento della camera da letto. Al momento dell’omicidio i due figli della coppia, di otto e quattro anni, dormivano nell’altra stanza.

In un primo momento si pensa che l’omicidio sia avvenuto ad opera di malviventi entrati in casa a scopo di furto (la stessa famiglia ne aveva già subìto uno nei mesi scorsi).

Il 29 maggio, poche ore prima del funerale di Barbara, Spaccino viene tratto in arresto e, sulla base delle rilevanze emerse dalle indagini, gli vengono contestati i delitti di omicidio volontario aggravato (futili motivi, crudeltà verso la vittima, rapporto di coniugio) per aver cagionato la morte della moglie Barbara Cicioni, maltrattamenti nei confronti della medesima e dei figli minori, calunnia nei confronti di ignoti, simulazione di reato (simulazione del furto).

 
 
 

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Post n°48 pubblicato il 12 Marzo 2012 da page1974

Pina Zanni, sposata..due bambine..il matrimonio inizia a traballare

a causa dei tradimenti del marito.

Una grande depressione si impossessa di lei, entra ed esce

dagli ospedali, imbottita di psicofarmaci e dolore, unica gioia

per lei sono le bambine, sorride solo per loro.

Il marito conscio dello stato della moglie non mostra

la minima pietà..porta donne nella loro casa, anche nei

momenti in cui lei è presente.

Pina prova a ribellarsi ma le viene detto da lui, che se la cosa

la turba, può andarsene altrove.

Iniziano quì diversi tentativi di suicidio da parte di Pina,

anche questi lasciano il marito indifferente.

Un giorno Pina, stordita di farmaci e completamente

inconsapevole di ciò che fa, lascia le figlie ai nonni e

parte per un viaggio in treno, che la condurrà a Roma.

Pina quindi si aggira per la grande città, nel frattempo,

i familiari disperati di Pina incitano il marito a cercarla,

esso si rifiuta definendo la moglie "pazza e incoscente".

Durante il suo cammino di solitudine, la donna sviene e

viene soccorsa da un passante, che la conduce

in ospedale.

La famiglia di Pina finalmente scopre dove si trova la figlia,

si precipitano a Roma.

Restano accanto a quel corpo immobile, i suoi occhi

fissano il soffitto, non risponde ne pronuncia parola.

Un solo istante resta sola con una zia...lei la chiama,

le parla, cerca di farla sorridere...finalmente la sua voce...

"marcello mi picchia"...la zia riferisce tutto ai genitori.

Mentre tutto ciò avviene, il marito è a casa con le figlie,

non muove un passo verso Pina, non solo, permette

alla sua attuale amante albanese, di andare da lui

mentre la moglie è via.

Quando Pina torna a casa troverà un marito indifferente,

e la sua richiesta di divorsio.

Pina prova a farlo ragionare ma lui minaccia di toglierle

le bambine, definendola "pazza".

Con Pina a casa, per Marcello diventa complicato vedere

la sua amante, ciò lo rende inquieto e le cose peggiorano

ulteriormente, Pina accetta di concedere a lui

il divorsio, chiama la madre al telefono e le comunica che

si trasferirà da lei con le piccole.

E' il 17 maggio 1997, i due sono a casa, Pina prepara le

sue cose e le cose delle bambine, pronta ad andarsene,

suona il telefono, è l'amante dell'uomo, Pina osa mostrare

disappunto, in Marcello scoppia un ira incontrollabile,

afferra la moglie e la porta di forza in bagno dove le

sbatte il capo ripetutamente contro il muro,

fino ad ucciderla.

Marcello, atroce e freddo, darà la sua versione dei fatti

dopo aver modificato la scena del delitto, infatti

spoglierà Pina e le metterà addosso un accappatoio,

dirà che la moglie è caduta da sola in bagno, sbattendo

la testa.

L'uomo dopo aver massacrato la moglie, andrà al lavoro

come nulla fosse, cercherà di coprire, cercando testimoni,

il suo ritardo.

Sarà la nonna di Marcello a trovare Pina in quelle

condizioni e ha chiamare soccorsi..purtroppo troppo tardi.

La polizia scarta subito l'impotesi montata dal marito,

le ferite alla testa sono troppe ed in più parti,

incompatibili con una caduta...sembra pestata a sangue.

Nonostante questo..e di ciò, i parenti di Pina,

ancora non se ne danno pace, la morte della donna

venne archiviata come incidente domestico.

I genitori di lei non possono rassegnarsi, lottano..

finalmente dopo 10 anni riescono a far riaprire il caso,

Marcello questa volta non ha avuto scampo, pagherà.

Condannato e arrestato dopo 10 anni dall'omicidio....














 

 

 
 
 

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Post n°47 pubblicato il 10 Marzo 2012 da page1974

 

3 novembre 2006-Milano

Carmen, orfana..incontra un uomo e si appoggia completamente

a lui, dolce e disponibile, le da quella sicurezza che da anni non

ha più, spezza quella solitudine in cui piombò dopo la

morte dei genitori, giovanissima maschera la propria sofferenza,

una sofferenza enorme che tiene nascosta infondo all'animo.

Carlo la corteggia e la ricopre di attenzioni, finalmente lei torna

a sorridere grazie a lui.

Tutto è perfetto...ma la perfezione non tarda a trasformarsi

in dolore...dopo il matrimonio Carlo mostra la sua vera

natura.

Prosciuga il conto bancario di Carmen, 40 mila euro svaniti

nel nulla, Carmen chiede spiegazioni ma non riceve che insulti.

I parenti di Carmen, preoccupati, la spingono a riflettere

sul restare o no con il marito.

Carmen ascolta le giustificazioni di Carlo, bugie..solo bugie ma

Carmen ne è innamorata e lo perdona.

Le cose sembrano migliorare e Carmen resta incinta, da alla luce

la prima figlia...tutto sembra calmo, tutti pensano che

quella di Carlo sia stata solo una difficoltà passeggera.

Passa del tempo e Carlo ricomincia a dare segni di inquietudine,

i soldi vengono a mancare ancora, Carmen finge indifferenza,

forze non vuole accettare la realtà.

Resta incinta di nuovo, la felicità della donna è enorme.

Mentre Carmen vive la gravidanza con speranza e sorrisi,

Carlo precipita sempre di più nell'abisso del gioco, delle

scommesse....i soldi non bastano mai, gli aguzzini chiedono,

minacciano...

L'uomo è bravo a fingere con la moglie, che fino al suo

ultimo giorno, ignorerà i veri motivi di disagio del marito.

Mancano oramai 20 giorni alla nascita del secondo figlio,

Carlo è deciso..vuol racontare la verità alla moglie, l'affronta.

Carmen reagisce in malo modo, giunta quasi al termine

della gravidanza, resta vittima dell'ira di un uomo disperato.

Carlo la colpisce ripetutamente alla testa uccidendola.

Inizia ora il viaggio, la fuga di Carlo che non soccorre la

moglie ma, dopo aver preso la figlia più grande, parte

per la Svizzera.

I parenti di Carmen dopo due giorni iniziano a preocuparsi,

Carmen sembra scomparsa nel nulla, non risponde al telefono,

la porta della sua casa è chiusa, sembra non ci sia nessuno.

Il fratello preoccupato va dai carabinieri, questi non agiscono,

la privaci dei due coniugi maggiorenni va tutelata,e due giorni

son pochi per mettersi in allarme.

Non si danno per vinti, ogni giorno sostano sul pianerottolo

dell'appartamento dove viveva Carmen con il marito.

Un giorno la zia, ferma davanti alla sua porta, avverte uno

strano odore venire dall'interno...a questo punto i carabinieri

sono costretti ad intervenire buttando giù la porta.

Quello che vedono è raccapricciante...la donna è in avanzato

stato di decomposizione dopo 10 giorni di abbandono

in quella casa, ma a rendere la scena ancor più orribile

è la presenza del feto, espulso dal corpo con il rilassamento

dei tessuti.

Carlo è in Svizzera...viene contattato e invitato a presentarsi

dai carabinieri...lui accetta di partire.

Inizia a dare una sua versione all'accaduto,

incolpa i suoi aguzzini, che in più di un occasione. minacciarono

lui e la sua famiglia.

I carabinieri però non riscontrano prove che avvalorino tale tesi,

in breve le prove condurranno al marito.

Viene arrestato e condannato a 30 anni di carcere.





 

 
 
 
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Quando parli, parla dell'essenza.
Parla con te come se parlassi alla bambina che vive dentro te, parla con il bambino all'interno delle persone, degli alberi ;parla con i bambini più puri delle montagne.
Scoprirai che tutto quello che vive ha un bambino dentro di sé. Forse ha paura, alle volte può essere molto impaurito.
Se è così, abbraccialo con le tue parole, cullalo con il tuo silenzio e ascolta l'immensa Pace che sgorgherà dal tuo cuore.
Quando parli, parla l'essenza e l'essenza verrà a parlare con te.

Ada Luz Márquez

 

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