SUPERMAMME SINGLE

RAVE PARTY.... spero che mia figlia non ci andrà mai....

Ho letto il titolo e ho pensato che non mi riguardasse, ma poi ho notato la località... a un passo da me....

Mattia aveva 19 anni, era uno studente di un istituto tecnico. Viveva a Castellanza, in provincia di Varese, insieme alla madre. Mattia è morto la domenica di Pasqua all'ospedale di Cinisello Balsamo, stroncato da un cocktail droghe nel corso di un rave. Due giorni e due notti a ballare in un'area dismessa di Segrate, comune alle porte di Milano, circa 3mila i ragazzi che vi hanno preso parte. La vittima ha avuto quattro arresti cardiaci ed è deceduto dopo 12 ore di agonia. Chi vi ha partecipato dice che sarebbe potuto morire nello stesso identico modo in un'altro posto, per esempio in discoteca.

Ora che ci è scappato il morto si fa un gran parlare dei rave. Il vicesindaco meneghino De Corato (An) parla di regolamentazione, il capogruppo dell'Udc alla camera Volontè propone addirittura l'abolizione dei rave. Piobbicchi (Prc) punta il dito contro la legge sulle droghe Fini-Giovanardi, colpevole di non aver risolto nulla in materia ma di avere addirittura peggiorato le cose. I radicali invece propongono di mettere a disposizione dei consumatori di droghe il pill test, l'analisi chimica delle pasticche che consente loro di sapere cosa stanno assumendo, inclusa la presenza di equipe mediche all'ingresso dei rave.

Per LL la colpa è delle istutuzioni, che si coprono gli occhi fingendo di non vedere. Perché lo sanno benissimo cosa succede ai rave: «Premesso che considererei sbagliato reprimere secondo le modalità tipiche dei regimi fascisti & comunisti questi raduni, vorrei capire alcune cose... Inizio col chiedermi: vengono applicate le leggi in materia di droga? È noto, stranoto, arcinoto che a queste feste pasticche, acidi e quant'altro circola a kg... più che altro sono feste per i pusher, i ragazzetti che ci vanno mi risultano generalmente troppo storditi per poter dire che si divertano... le autorità ben conoscendo le problematiche annesse e connesse a questi incontri fanno in modo di concedere spazi molto lontani dai centri abitati... Un conto è un privato cittadino il quale può anche dire, "e a me che cacchio me ne frega?", ma lo Stato, Lui non può dire "me ne frego!". Lo Stato dovrebbe, per prima cosa, tutelare i propri figli, tutti. E dovrebbe anche far rispettare la legge in materia di droga. Inoltre vorrei capire come sia possibile, dopo aver partecipato ad un rave mettersi al volante dell'auto... vengono svolti dei controlli?...La legge fotte chi ha bevuto una birra o un bicchiere di vino, poi se ne fotte se automi incapaci di intendere e di volere si mettono alla guida?».

Pikku è contro la repressione ma nutre forti dubbi sull'ultilità del pill test: «La storia ci insegna che il proibizionismo non funziona. O funziona poco, lo concedo. Regolamentare quello che per sua natura va contro le regole mi sembra un paradosso, anche se culturalmente stimolante. La consapevolezza "da farmacia" su ciò che si sta per assumere potrà davvero dissuadere i consumatori? O prevarrà la logica perversa del tanto a me non fa nulla o peggio, della roulette russa? La mia soluzione? Lasciate che ognuno sia libero di bruciarsi il cervello (o la vita) come meglio crede. L'importante è che non gli sia consentito di guidare o di arrecare danno agli altri. E qui solo le forze dell’ordine ci possono aiutare. Le leggi ci sono, applichiamole»

Infine c'è la testimonianza di A. una ragazza che abitava vicino a casa di Mattia: «Quando hanno chiamato per avvisare chi fosse veramente mi è venuto il magone... non perché fossimo particolarmente amici, ma il paese non è molto grande, abbiamo fatto catechismo insieme, l'oratorio è quello e poi abitavamo di fronte, quindi il ricordo che hai è quello del bambino che giocava prima di fare lezione... e mai andresti a pensare a una fine così».