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Tutto in una stalla… a lume di candela

Post n°177 pubblicato il 17 Febbraio 2013 da fabbri.giancarlo
 

 

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Pianoro (Bologna)

Storia e storie, cultura e culture, memorie e ricordi, utensili e attrezzi di scomparsi mestieri, antichi saperi, religiosità e superstizioni, lingua e dialetti, racconti e favole, vecchi e giovani, tutto questo in una stalla, a lume di candela in un’atmosfera amichevole d’altri tempi.
Parliamo dell’originale serata, svoltasi in quella che fu la stalla dell’ex edificio rurale che oggi ospita il Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini” di Pianoro (Bologna), che si è svolta ad ingresso libero sotto il titolo “At voi cunter ’na fola”. Una veglia a lume di candela, come una volta d’inverno, organizzata dal museo nell’ambito dell’iniziativa nazionale “M’illumino di meno 2013” per il risparmio energetico, lanciata dalla trasmissione Caterpillar Radio 2.
A lume di candela, il folaio (racconta favole) Adriano Simoncini – scrittore e storico della civiltà contadina e della cultura montanara – ha raccontato ai tanti presenti al museo fatti curiosi del passato, veri o verosimili. Già docente, e direttore didattico delle scuole pianoresi, condirettore della rivista di studi storici “Savena Setta Sambro”, direttore del centro di documentazione “La Loggia della Fornace” di Rastignano, Simoncini è autore, oltre che di opere di narrativa, di un saggio memorabile  come “Il crepuscolo della civiltà contadina”.
A seguire una giovane del centro culturale giovanile Pianoro Factory ha letto alcune favole provenienti dal mondo arabo rievocando suggestive atmosfere da Mille e una notte. La serata culturale si è infine conclusa con la lettura della favola dialettale “La fola d’Zvan fort” (“La favola di Giovanni il forte”) di Carolina Coronedi Berti. La direttrice del museo Maurizia Lazzarini, Marta Rocca autrice di “C’era una volta… an è brisa una fola”, e altre due signore, volontarie dell’associazione Territorio e Civiltà dei Mestieri, hanno letto alternativamente brani della favola nel vernacolo felsineo e la loro traduzione in lingua. Infine applausi, vino e ciambella, a conclusione di un’iniziativa che ha riportato i più anziani al ricordo, e i più giovani alla conoscenza, di modi di vivere e di tradizioni ormai scomparse.

 
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