Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
Giancarlo Fabbri giornalista freelance

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La favola del costo del biglietto

Post n°306 pubblicato il 19 Luglio 2013 da fabbri.giancarlo
 

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Bologna e provincia
“Carissimo bus: il biglietto da un’ora sale a 1,30 euro”, Questo il titolo della notizia data dal vecchio “Carlino” del 19 luglio 2013. Aumento che a cascata si riversa poi, più o meno proporzionalmente, sui vari abbonamenti e citypass. Anche se per la maggioranza dei veri utenti del trasporto pubblico bolognese dovrebbero aumentare i controlli e non il costo orario del biglietto col servizio che generalmente (sempre) utilizzato soltanto per una frazione del suo valore. Ma chi di dovere ha già incassato il valore di tutti i biglietti e abbonamenti in circolazione.
Con la beffa in alcune linee come la Tper 96 di Pianoro. La corsa da Rastignano a Pianoro (sette chilometri) dura una decina di minuti con l’utente che ha acquistato un ticket con validità di un’ora (in teoria potrebbe arrivare a Monghidoro ma c’è un’altra tariffa). Ma con quel biglietto usato dieci minuti non può tornare a Rastignano. Deve prendere un altro biglietto da un’ora per una corsa di pochi minuti.
Può sembrare una favola ma il fatto che racconto, emblematico, è del tutto vero. Raramente vado in centro ma un giorno ne ebbi necessità. Per il ritorno salii sul 96 al capolinea di piazza Cavour e, dopo aver obliterato il biglietto mi sono seduto accanto alla macchinetta. Dopo un attimo sale una signora che infila nella fessura il suo ticket (disse poi che era un citypass, quasi nuovo) che, però, non torna fuori.
La signora dà qualche colpetto all’infernale apparecchio, spinge tutti i pulsanti che vede (uno, ma ne cerca altri) senza risultati. Chiede quindi udienza e aiuto all’autista che indifferente stava leggendo il giornale (nessun pericolo, era fermo al capolinea; ma dei camionisti in autostrada li ho visti leggere, e come, col Corriere dello Sport steso sul volante). L’autista scossa e scrolla l’obliteratrice che forse voleva anche fare il gesto dell’ombrello. Dopo un po’ i due si arrendono; la signora si accomoda indispettita, l’autista si rimette al volante.
Come da film già visto non appena che il motore prende vita una sale e, zack, infila il cartoncino nella macchinetta. Così veloce che non feci a tempo ad avvertirla che la macchina mangiava i biglietti, con suo dispiacere. Visti gli inconvenienti mi ero preparato per avvertire chi si fosse avvicinato all’obliteratrice per dirgli che non funzionava. Fui deluso. Quando scesi a Rastignano dei circa quaranta utenti che erano saliti nessuno fece nemmeno il gesto di infilarvi il biglietto. Tutti abbonati? Tutti portoghesi? E i controllori… chi li ha visti?
Giancarlo Fabbri

 
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