Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
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Un convegno su quando i vetri erano di pietra

Post n°374 pubblicato il 21 Settembre 2013 da fabbri.giancarlo
 

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Faenza (Ravenna) 

Probabilmente molti non sanno, e non si immaginano nemmeno, che molte delle domus patrizie romane prendevano luce da finestre dotate di lastre di pietra. E a Faenza (Ravenna), il 26 e 27 settembre, come in un gioco di parole si terrà un convegno internazionale per far luce sul tema mettendo a confronto, per la prima volta in Italia, esperti di “lapis specularis”, chiamato specchio o vetro di pietra, o anche pietra di luna degli antichi Romani. Il titolo dell’incontro è infatti: “Il vetro di pietra. Il lapis specularis nel mondo romano dall’estrazione all’uso”.
Il convegno, che vedrà la partecipazione di esperti italiani e stranieri si terrà a ingresso libero, con inizio alle 9, nel Museo Civico di Scienze Naturali “Malmerendi”, di Faenza, in via Medaglie d’Oro 51. Per info: 0546.662425; 338-1600208; http://www.archeobologna.beniculturali.it.
Derivato dal gesso, minerale tecnicamente chiamato Selenite (ovvero pietra di luna), il lapis specularis è una pietra affascinante, diafana come il ghiaccio, dura come il marmo, ha la caratteristica di sfogliarsi in strati abbastanza sottili e traslucidi da lasciare passare la luce, presentando, quindi, quasi le stesse peculiarità del vetro.
Infatti i Romani ne facevano ampio uso e passeggiando per Ercolano o Pompei è ancora possibile vedere finestre chiuse da lastre di questo minerale. Tanto che Plinio, nella “Naturalis Historia” indicava le cave di lapis nel bacino del Mediterraneo: Cipro, Spagna, Tunisia, Turchia e, in Italia, vicino a Bologna e in Sicilia. Per gli esperti non è per scarso uso se questa pietra è poco o nulla conosciuta in Italia ma per mancanza di considerazione da parte del mondo scientifico. Con il convegno che vuole, appunto, colmare questa lacuna.
Organizzato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici e dal Parco della Vena del Gesso Romagnola, il convegno riunirà archeologi, speleologi, storici e geologi, con la partecipazione di archeologi spagnoli che illustreranno la loro decennale esperienza maturata nelle cave di lapis della zona vicino a Segóbriga, non lontano da Madrid.

 
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