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Giancarlo Fabbri giornalista freelance

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In un interessante volumetto la Parigi di Zucchini

Post n°654 pubblicato il 23 Agosto 2014 da fabbri.giancarlo
 

Stagione 03 Parigi

«Eri per me l’estate./ /Ora prevale l’ombra/delle perse stagioni -/ma per un folle istante/oggi mi ha rapito/il sole.». Questi sono pochi, semplici, versi scritti con sentimento da Gian Luigi Zucchini, sotto il titolo: “Me rapuit sol”, che ho scelto tra le tante raccolte nel volumetto “Una stagione a Parigi” uscito a cura delle Edizioni Capelli. Il volumetto è in pratica un regalo che l’autore ha fatto a se stesso come una sorta di raccolta di ricordi da rispolverare, con nostalgia, quando le asprezze della vita si fanno più pesanti e dolorose.
Ci sono infatti momenti, nella vita di ognuno di noi, che ci si ferma per riprendere fiato e riguardare il cammino fatto prima di riprendere la sempre più faticosa salita verso l’ignoto. E questo “Una stagione a Parigi” per l’autore è uno di questi momenti ripensando al periodo giovanile in quella capitale francese nota nel mondo come la “Ville Lumière” (la “città delle luci”). In “Luna d’autunno” Zucchini scrive: «Avevo venticinque anni, quando guardavo la notte per le prime volte, a Parigi. Interrogavo la vita. Ora sono vecchio, terribilmente vecchio. Non ha senso pensarci, eppure anche questa è una verità: la ritengo ingiusta, terribile». Ma in “Una stagione a Parigi” non c’è solo l’autunno della vita ma anche entusiasmi giovanili per la bellezza della città, delle sue vie e, soprattutto, ci sono poesie d’amore.
Gian Luigi Zucchini accademico pascoliano, giornalista, critico d’arte già docente universitario ha alle spalle una lunga carriera accademica e giornalistica. Nemmeno ventenne inizia l’insegnamento nelle scuole elementari, in città e in piccole località di montagna, continuando gli studi universitari, e già due anni dopo collabora con la terza pagina del quotidiano “L’Avvenire d’Italia” che allora si stampava a Bologna.
Negli anni successivi ha esteso la sua collaborazione ad altre testate e, dopo la laurea, è diventato docente universitario, insegnando fino a qualche anno fa, e conferenziere. Sempre per la pagina culturale ha collaborato, oltre al quotidiano già citato, con “L’Italia” di Milano poi fusosi con “L’Avvenire d’Italia” nell’unica testata “Avvenire”, con il “Telegrafo” di Livorno, per molti anni con “L’Osservatore Romano” e con “Il Secolo d’Italia”. Su argomenti d’arte scrive da oltre trent’anni per “L’Eco di Bergamo” (anche come opinionista politico e di costume). Molte infine le riviste di cui è, o è stato, collaboratore: “La Fiera Letteraria”, “Il Mulino”, “Humanitas”, “Il Bimestre”, “Il Ponte”, poi recentemente “I luoghi dell’infinito”, “Mete”, “Artearti”, e altre.
Gian Luigi Zucchini è poi autore di oltre una ventina di libri, su argomenti come la musica, l’educazione musicale, la musicoterapia le arti e i beni culturali, la poesia, l’educazione estetica, eccetera. Ha poi pubblicato un romanzo e, infine, una biografia su Giovanni Pascoli. Come critico d’arte collabora con la rivista “Savena Setta Sambro”.

 
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