Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
Giancarlo Fabbri giornalista freelance

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Messaggi del 20/06/2013

Sculture di Eros Mariani in mostra a Bagnara

Post n°285 pubblicato il 20 Giugno 2013 da fabbri.giancarlo
 

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Bagnara di Romagna (Ravenna)

La rocca sforzesca di Bagnara di Romagna (Ravenna) dal 28 giugno al 7 luglio ospita una mostra di sculture degli artisti Adele Iandolo, Eros Mariani e Cristina Oggioni con inaugurazione alle 19.30 di venerdì 28 giugno alla presenza delle autorità e di personalità della cultura. La mostra d’arte, a titolo “Il viaggio, l’immaginario, la conoscenza” sarà poi visitabile nei giorni 29 e 30 giugno, dalle 10 alle 13 e dalle 19 alle 23.30, e 6 e 7 luglio dalle 10 alle 13 e dalle 19.30 alle 22.30. Apertura straordinaria, alle 21, venerdì 5 luglio in occasione di un concerto di musiche ispirate alle composizioni di Tonino Guerra. Informazioni: 0545.905501; 335-8415861; http://www.comune.bagnaradiromagna.ra.it.
Mariani, in particolare, è un artista molto apprezzato, anche in ambito europeo, che crea inquietanti figure enigmatiche come idoli pagani di ancestrali divinità. Donne farfalle, chimeriche unioni di uomini, donne e animali, androgini sfingi o ermafroditi dalla forte carica erotica. Da qui la citazione a Freud: «L’arte è soltanto istinto erotico sublimato», Eros, appunto, che crea tali sinuose ed eleganti figure plasmando il freddo ferro in ieratiche e affascinanti figure con uno stile personale inconfondibile. Le opere di Mariani si notano a colpo d’occhio.
Come aveva scritto il critico Giorgio Ruggeri: «Modellare il ferro è una gara dura. Si tratta di torcere, ritorcere, saldare e battere a caldo un materiale diverso da ogni altro: diverso dal bronzo e tanto più dal marmo, diverso dal legno e da che altro sia. (…) Ne sa qualcosa Eros Mariani, vero homo faber che sente nel ferro la sua seconda natura».
Mariani è nativo di Ravenna ma, da anni, l’artista si è trasferito a Osteria Grande di Castel San Pietro (Bologna), dove ha a disposizione una moderna e attrezzata officina. Le prime mostre all’inizio degli anni ‘80, a Bologna, diedero il via a esposizioni personali e collettive in molte città italiane e all’estero: Spagna, Svizzera, Portogallo, molte volte in Francia. Ma è in Austria, con le prime mostre nel 2000, poi in Germania, che trova un incondizionato apprezzamento alla sua arte che espone in permanenza. Soprattutto grazie al sostegno, e impegno, della attiva manager culturale Agneta Kreischer nel far conoscere, e apprezzare, le opere di Mariani nei paesi di lingua tedesca. Da vedere.

 
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Al Cine-Porto Boff la Fiom nel docufilm di Bugani e Marzeddu

Post n°284 pubblicato il 20 Giugno 2013 da fabbri.giancarlo
 

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Bologna

Lunedì 24 giugno a Bologna, alle 21 con ingresso libero all’interno del parco XI settembre dell’ex manifattura tabacchi – nel cuore del quartiere Porto e nei pressi della Cineteca di Bologna, con entrate dalle vie Azzo Gardino, Riva Reno e del Castellaccio – ci sarà la proiezione del documentario inchiesta “Fiom, viaggio nella base dei metalmeccanici” di Giuliano Bugani e Daniele Marzeddu.
Proiezione inserita nella programmazione del Cine-Porto Boff rassegna dedicata alle produzioni cinematografiche indipendenti. Il Boff racchiude in sé il cinema “off”, fuori dai circuiti commerciali, invisibile ma vitale e ricercato che ha come obiettivo quello di aprire gli occhi su un mondo visibile ma lontano e sconosciuto.
Il docufilm “Fiom. Viaggio nella base dei metalmeccanici” è stato realizzato da Giuliano Bugani (operaio metalmeccanico, giornalista, documentarista, poeta e scrittore) e da Daniele Marzeddu (fotografo e videomaker). Il film è nato da un progetto di Bugani a seguito all’accordo sulle rappresentanze sindacali firmato dai sindacati Cgil, Cisl, Uil e dalla Confindustria il 28 giugno 2011 e, contro il quale, la base del sindacato metalmeccanici Fiom-Cgil scioperò, per la prima volta, contro lo stesso segretario della Cgil Susanna Camusso.
«Il documentario – spiega Bugani – attraversa città di tutta Italia con voci e immagini di lavoratrici e lavoratori Fiom e di Rsu di fabbrica, portando alla luce il disagio e la rabbia degli iscritti sulle conseguenze di quell’accordo, ma non solo. Il film pone le sue battute finali sulla sconfitta delle lotte Fiom e la cancellazione dell’articolo 18, in seguito al quale – conclude il giornalista esponente della sinistra politica e sindacale – anche la stessa Camusso venne messa in discussione».
Il docufilm attraversa città di tutta l’Italia nelle voci e nelle immagini di lavoratrici e lavoratori della Fiom, e delle Rsu di fabbrica, portando alla luce il disagio e la rabbia degli iscritti sulle conseguenze dell’accordo del 28 giugno 2011, ma non solo. Simbolica la figura di Giorgio Cremaschi, storico sindacalista e leader della Fiom, che fa da filo conduttore tra le dichiarazioni dei lavoratori intervistati.
Per informazioni: 348-8428834; 338-9306519; docufiom@gmail.com; giuliano.bugani@fastwebnet.it; daniele.marzeddu@gmail.com.

 
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