Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
Giancarlo Fabbri giornalista freelance

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Messaggi del 20/08/2013

Alla Mura il cohousing è alle fondamenta

Post n°336 pubblicato il 20 Agosto 2013 da fabbri.giancarlo
 

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San Lazzaro (Bologna)

Alla Mura San Carlo di San Lazzaro (Bologna) il cohousing è alle fondamenta. Ha infatti preso il via, all’angolo tra le vie Samoggia e Seminario, la prima casa ecologica condominiale condivisa e solidale. Un’iniziativa dell’associazione “È/cohousing” per riproporre in modo innovativo una delle forme più antiche di aggregazione umana come modello sociale, economico e di valori.
L’idea era già nata tre anni fa, in un gruppo di amici ecologisti, resa possibile dalla costituzione della “Cooperativa Co-Housing Mura San Carlo” che aveva vinto il bando per l’assegnazione del terreno in diritto di superficie. Lotto dove sorgeva parte della Casa Andreatta, al civico 68 di via Galletta, demolita e sostituita da due edifici con sviluppo verticale di proprietà comunale.
Come ha spiegato Massimo Giordano, presidente dell’associazione, sarà realizzato un edificio di 12 alloggi, tutti privati, da 93 o 72 metri quadri con molti spazi comuni, attrezzature e servizi condivisi. Si va dalla lavanderia alla sala musicale, dalla stanza per il bricolage all’officina per riparazioni con attrezzi in comproprietà, fino a una sala in comune con cucina per pranzare o cenare insieme, quando se ne ha voglia, con un giardino da 600 metri aperto sul parco pubblico.
L’intento è quello di promuovere l’idea solidale che prevede percorsi di integrazione sociale con il territorio, anche con “banca del tempo”, l’adozione del verde, attività culturali e sportive collaborando con le realtà singole o associative che già operano sul territorio.
Il primo cohousing urbano del bolognese sarà realizzato con tecniche di bioedilizia in classe energetica alta. Saranno in cemento solo le fondamenta dell’edificio a sostegno di una struttura in legno di tre piani fuori terra con tutte le più moderne tecnologie per il risparmio e l’autosufficienza energetica, con la produzione di acqua calda con il solare termico e di elettricità con impianto fotovoltaico.
«Il cohousing – precisava Giordano – è in grado di dare benefici sul piano sociale ed ecologico. La condivisione di spazi, attrezzature, e risorse, agevola la socializzazione e la cooperazione tra le persone. Infine, con la costituzione di gruppi d’acquisto, favoriscono il risparmio e diminuiscono l’impatto ambientale di queste comunità».

 
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Filippo De Pisis fu anche (per un po’) sanlazzarese

Post n°335 pubblicato il 20 Agosto 2013 da fabbri.giancarlo
 

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San Lazzaro (Bologna) 

Nel bel volume “San Lazzaro di Savena, la storia, l’ambiente, la cultura” (Parma Editore, 1993), curato dallo storico Werther Romani, lo stesso curatore scrisse che nel 1915 Villa Pallavicini (non più esistente dopo le distruzioni della guerra), alla Croara di San Lazzaro, ospitò il giovane Filippo Tibertelli. Un diciannovenne che si innamorò di questi luoghi che gli ispirarono molte rime poi raccolte, a firma Filippo De Pisis, nel libro “I canti de la Croara”, sua opera prima, pubblicato a Ferrara nel 1916 grazie ai risparmi della madre. Un giovanotto che dopo gli svogliati studi universitari a Bologna, dove abitava in via Marsala 17, si dedicherà infine completamente all’arte come poeta, scrittore e, soprattutto, pittore.
E quel rampollo di una nobile famiglia ferrarese, quella dei marchesi Tibertelli, pubblicò quella raccolta di odi utilizzando per la prima volta il nome De Pisis con cui è conosciuto come uno dei più grandi artisti italiani del Novecento. Pittore che morì in manicomio a sessant’anni di età, nel 1956, dopo una vita definita già a quei tempi “dissoluta” e “scandalosa” in quanto omosessuale e per di più, o peggio, fascista.
Dopo grandi mostre a Ferrara, città natale, e a Bologna nel 2009, il prossimo 13 settembre la città di Parma gli dedica una mostra con circa 80 dipinti esposti nella prestigiosa sede della Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo. Opere importanti che illustrano l’excursus artistico del pittore ferrarese partendo dal periodo romano (1920-1924), per passare a quello parigino (1925-1939) e londinese (1935 e 1938), poi quello milanese (1940-1943) e veneziano (1943-1949).
Nel concreto molte città italiane, piccole o grandi, hanno ricordato il De Pisis artista intitolandogli strade o piazze. Non sembra però che ciò sia avvenuto a San Lazzaro nonostante che il De Pisis giovane sia stato, probabilmente, il primo non sanlazzarese a scrivere liriche dedicate a questo territorio. D’altro canto è stata dedicata una via di San Lazzaro a Pier Paolo Pasolini, omosessuale e comunista, intellettuale, scrittore, poeta e cineasta, che del territorio dei gessi non ha scritto proprio nulla.

 
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