Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
Giancarlo Fabbri giornalista freelance

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Messaggi del 21/09/2013

23° corso fotografico di base col gruppo “La Rocca”

Post n°375 pubblicato il 21 Settembre 2013 da fabbri.giancarlo
 

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La Scuola di Marano sede del gruppo fotegrafico e dei corsi

Castenaso (Bologna)

Con il patrocinio dell’assessorato alla cultura di Castenaso (Bologna) lo storico gruppo fotografico “La Rocca” ha organizzato, il 23° corso fotografico di base. Corso teorico e pratico che si svolgerà partendo dall’analogico, l’immagine su pellicola, per giungere poi alle moderne tecniche della fotografia digitale. I corsi si terranno per un massimo di 40 partecipanti, con 12 lezioni teoriche, una a settimana dalle 21 alle 22.30 più alcune uscite pratiche, e inizieranno il 27 settembre.
Le lezioni teoriche si terranno di venerdì nella sede del gruppo nel centro culturale comunale “La Scuola” in via della Pieve 35 a Marano di Castenaso. Come ha spiegato il presidente del gruppo “La Rocca”, Leonardo Landi, «si parte dall’analogico perché le conoscenze di base della fotografia sono uguali anche per il sistema digitale. Il corso viene svolto con la visione di immagini, tramite un proiettore digitale, con la fotocamera che sarà utilizzata solo nelle uscite sul campo previste per mettere in pratica quanto appreso». Per informazioni: 338-4611687; 339-1074058; landi.l@alice.it; http://www.laroccafoto.it.
L’associazione oltre a organizzare concorsi sociali partecipa anche a quelli nazionali, con lusinghieri risultati. Tanto da porsi tra i primi club di fotoamatori della provincia bolognese. col presidente che parla del gruppo con soddisfazione. «I soci si ritrovano il martedì sera, dopo le 21, per organizzare iniziative e l’ultimo martedì del mese si tiene un concorso interno come stimolo per migliorarci. La fotografia è anche un pretesto per trovarci insieme e conoscere nuovi appassionati». Ogni anno per la Festa dell’uva si organizza una mostra collettiva dei soci e si organizzano proiezioni di diapositive nel Cineteatro Italia.
In origine il gruppo faceva parte dell’associazione “Mandragola” che univa pittori, scultori, scrittori e fotografi. In occasione di una mostra, nell’87, venne poi l’idea di formare un circolo autonomo nato, nell’88, col nome “La Rocca” da un parco di Castenaso. I soci locali svolgono poi, nei limiti del possibile, un compito importante registrando per le future generazioni i cambiamenti nel territorio castenasese, nella popolazione, negli usi e nei costumi. Non c’è infatti evento ove non ci sia un fotoamatore a riprenderne le fasi salienti… a futura memoria.

 
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Un convegno su quando i vetri erano di pietra

Post n°374 pubblicato il 21 Settembre 2013 da fabbri.giancarlo
 

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Faenza (Ravenna) 

Probabilmente molti non sanno, e non si immaginano nemmeno, che molte delle domus patrizie romane prendevano luce da finestre dotate di lastre di pietra. E a Faenza (Ravenna), il 26 e 27 settembre, come in un gioco di parole si terrà un convegno internazionale per far luce sul tema mettendo a confronto, per la prima volta in Italia, esperti di “lapis specularis”, chiamato specchio o vetro di pietra, o anche pietra di luna degli antichi Romani. Il titolo dell’incontro è infatti: “Il vetro di pietra. Il lapis specularis nel mondo romano dall’estrazione all’uso”.
Il convegno, che vedrà la partecipazione di esperti italiani e stranieri si terrà a ingresso libero, con inizio alle 9, nel Museo Civico di Scienze Naturali “Malmerendi”, di Faenza, in via Medaglie d’Oro 51. Per info: 0546.662425; 338-1600208; http://www.archeobologna.beniculturali.it.
Derivato dal gesso, minerale tecnicamente chiamato Selenite (ovvero pietra di luna), il lapis specularis è una pietra affascinante, diafana come il ghiaccio, dura come il marmo, ha la caratteristica di sfogliarsi in strati abbastanza sottili e traslucidi da lasciare passare la luce, presentando, quindi, quasi le stesse peculiarità del vetro.
Infatti i Romani ne facevano ampio uso e passeggiando per Ercolano o Pompei è ancora possibile vedere finestre chiuse da lastre di questo minerale. Tanto che Plinio, nella “Naturalis Historia” indicava le cave di lapis nel bacino del Mediterraneo: Cipro, Spagna, Tunisia, Turchia e, in Italia, vicino a Bologna e in Sicilia. Per gli esperti non è per scarso uso se questa pietra è poco o nulla conosciuta in Italia ma per mancanza di considerazione da parte del mondo scientifico. Con il convegno che vuole, appunto, colmare questa lacuna.
Organizzato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici e dal Parco della Vena del Gesso Romagnola, il convegno riunirà archeologi, speleologi, storici e geologi, con la partecipazione di archeologi spagnoli che illustreranno la loro decennale esperienza maturata nelle cave di lapis della zona vicino a Segóbriga, non lontano da Madrid.

 
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