La quarta serata del Festival di Sanremo 2014 comincia già nel tardo pomeriggio di Venerdì, con il colpo di scena: Riccardo Sinigallia è escluso dalla gara. Salta fuori che il suo brano "Prima di andare via" non è inedito, il cantante romano lo ha già cantato dal vivo durante il festival Le corde dell’anima a Cremona lo scorso mese di Giugno
La quarta serata del Festival si apre con il primo vincitore nella categoria nuove proposte: è il giovanissimo rapper salernitano Rocco Hunt, che ha conquistato il pubblico con la sua Nu juorno buono. A Zibba va il premio della critica Mia Martini e quello della sala stampa. il campione Renzo Rubino si aggiudica invece il premio per il miglior arrangiamento.
Serata amarcord (Ancora? Sì ancora), ma stavolta con le più belle canzoni della musica italiana. Si parte con Marco Mengoni che canta Io che amo solo te di Luigi Tenco, e fin qui tutto bene. Il problema arriva quando i bravissimi Perturbazione intonano La donna cannone di Francesco De Gregori con Violante Placido.
Meglio Francesco Sarcina che canta Un diavolo in me di Zucchero accompagnato da un sexy Riccardo Scamarcio alla batteria, Frankie HI NRG MC e Fiorella Mannoia che giocano con Boogie di Paolo Conte, Francesco Renga e Kekko dei Modà con Un giorno credi di Edoardo Bennato. Ma quando Noemi, vestita di meringa gialla, sceglie La costruzione di un amore di Ivano Fossati rifletti sul fatto che forse le rocker dovrebbero cantare canzoni rock..
Si insedia la giuria di qualità, presieduta dal regista Paolo Virzì e composta da Silvia Avallone, Paolo Jannacci, Piero Maranghi, Aldo Nove, Lucia Ocone, Silvio Orlando, Rocco Tanica, Anna Tifu e Giorgia Surina. Il loro giudizio in finale peserà per il 50% sul punteggio finale.
È il turno di Ron, e la sua Cara sembra qualcosa di più di un omaggio a Lucio Dalla, tanto che anche gli orchestrali e i giornalisti in sala stampa applaudono. Poi tocca ad Arisa, in blu elettrico e scarpe gialle fluo (finalmente un vestito che le dona!), che prima pesta un piede a Fazio col tacco 12 e poi canta piacevolmente Cuccurucucu di Battiato con la band danese WhomadeWho, mentre Raphael Gualazzi e Bloody Beetroots strapazzano Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno con un ricostruito (chirurgicamente) Tommy Lee dei Mötley Crüe alla batteria.
Quando Cristiano De André canta Verranno a chiederti del nostro amore di suo padre Fabrizio («ricordo che la notte in cui la fece ascoltare a mia madre Puny ero piccolo e mi sveglia: lei stava piangendo di commozione») all’Ariston nessuno muove un muscolo.
E la Non arrossire di Giorgio Gaber cantata da Renzo Rubino e la più bella Simona Molinari mai vista su un palco, è di una raffinatezza rara ..
Vinca il migliore questa sera!!!!
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