Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
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Stasera andrà in onda su RaiUno la nuova fiction “Il Giudice meschino“, miniserie televisiva in due puntate con Luca Zingaretti e Luisa Ranieri che racconta la storia di Alberto Lenzi, un Pubblico Ministero alla Procura di Reggio Calabria. Un uomo che del lavoro non vuol saperne molto; è pigro, donnaiolo e amante della bella vita. Solo dopo la morte di Giorgio Maremmi, Collega Magistrato e amico carissimo, ucciso in un agguato, Alberto decide di cambiare rotta ed inizia a combattere la ‘ndrangheta, i criminali e gli statali corrotti. L’attrice Luisa Ranieri, che nella serie interpreta il ruolo di Marina Rossi, la donna innamorata di Alberto Lenzi, è un Maresciallo dei Carabinieri, è una donna molto forte, che crede molto nel suo lavoro, che ne ha fatto quasi la sua religione, ed è la persona più fidata nella Procura del Giudice Alberto Lenzi… Il messaggio più importante che questa fiction vuole trasmettere ai telespettatori è che esiste una Calabria affascinante, compenetrata nelle vicende e nell’intima personalità dei personaggi protagonisti di quelle vicende, che portano al bivio, alla scelta più ardua, quella di dare un senso alla propria vita, di scegliere tra il bene e il male e riscoprire, dentro di sé, il valore etico della giustizia. Il Giudice meschino è una storia calabrese, ma è anche una storia universale. Che racconta il travaglio interiore di ogni uomo che, scivolato nel disincanto, trova la forza per una scelta morale. E’ una storia di speranza e di redenzione. Le scene sono state girate per oltre un mese e mezzo nei palazzi del centro di Reggio, la mia adorata e bellissima città (scusate la modestia), a Scilla, a Sant’Elia ed in altri luoghi della provincia. In particolare, i palazzi del centro storico reggino hanno sorpreso, per bellezza estetica e per lo stato di conservazione e il Regista, Carlo Carlei, ha confessato di essere rimasto particolarmente colpito da Reggio. Il messaggio primario di questa fiction è che siamo tutti complici con la storia dei rifiuti tossici, nel senso che il non dire e il non vedere, anche dello Stato, in qualche maniera diventa complice, perchè l’affare rifiuti tossici è un affare che riguarda tutta l’Italia, la fiction è ambientata in Calabria perchè il libro scritto da Gangemi è ambientato lì, ma potrebbe essere in qualsiasi parte d’Italia. Secondo me, dunque, è questo il messaggio principale di questa fiction, è la prima volta che si parla di rifiuti tossici e possibilità di apparati dello Stato collusi, non è mai stata affrontata questa tematica, specialmente nella fiction Rai, che è la fiction dello Stato. E' un richiamo anche a una coscienza, siamo tutti, anche noi cittadini, in qualche maniera collusi con aver visto e aver fatto finta di non vedere, anche solo per come distribuiamo i nostri rifiuti e per come lasciamo il nostro pianeta ai nostri figli… Questa fiction racconta molte sfaccettature, perchè sullo sfondo non c’è solo l’inchiesta ma anche, e sopratutto, la storia legata al personaggio di Alberto Lenzi e il rapporto con i suoi cari. Sullo sfondo il rapporto del Giudice meschino con l’inchiesta, ma sopratutto c’è anche l’incontro di un uomo con se stesso, con le sue debolezze, con la sua incapacità di essere padre, fondamentale è il rapporto tra lui e il figlio, il rapporto con questa donna, che per lui è "una delle tante", perchè lui è un donnaiolo, non si prende mai delle responsabilità, è un uomo in fuga. E invece un grosso evento privato, la morte di questo suo carissimo amico, mette un po’ in discussione Alberto Lenzi, su tutti i piani, e quindi ritrova una vitalità, e in qualche maniera anche nel lavoro trova una sua validità insomma, una sua concretezza… E' una fiction che ha tanti aspetti insieme, è una fiction che parla di un’Italia di oggi, di un’Italia in cui ci riconosciamo, con personaggi che non sono tutti rosa o tutti neri, ma che sono invece sfumati con i lati più meschini e i lati più positivi… Gli argomenti per piacere al pubblico della fiction, credo, ci sono tutti perchè è una storia di riscatto (ed è anche il riscatto mio essendo una calabrese) e di rinascita di un antieroe, di un servitore ignavo dello Stato che fa un percorso personale di riscoperta. Buona visione "Un bocca al lupo a questi due grandi Artisti, quali la Corna e Zingaretti e grazie a tutti i Calabresi che hanno partecipato alla realizzazione di questa fiction.. Noi meridionali ne siamo orgogliosi".
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