Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
« Non ti curar di loro.. | There is no better way to fly... » |
Post n°6998 pubblicato il 31 Marzo 2015 da nina.monamour
Non tutti i postini saranno come Ruoppolo Mario, alias Massimo Troisi nel film diretto da Radford e tratto dal romanzo di Skàrmeta. Per Pablo Neruda, in esilio su un'isola di pescatori, il postino è il collegamento con il mondo, è molto di piu', un amico, un compagno, il tramite che permette al Poeta di diventare parte della comunità. Oggi Neruda smanetterebbe su Facebbook? Non avrebbe piu' bisogno del Postino? No, ne avrebbe bisogno quanto prima e avrebbe bisogno pure della carta e dell'inchiostro e della loro "vita" tra le dita. E noi, oggi, abbiamo bisogno della posta e dei postini? In Italia le Poste, con la "p" maiuscola, hanno mutato pelle; non vendono piu' soltanto francobolli e non consegnano piu' soltanto la posta a parenti, amici, clienti. Piazzano prodotti finanziari, sono di fatto banca, vendono libri, giocattoli, gadget. Nel mutar pelle, però, le Poste rischiano di dimenticare che hanno un'anima, e una missione, che è il senso di ogni lavoro e di ogni impresa. La sensazione è che le Poste si stiano dimenticando della posta; sensazione sgradevole anche perchè la legge di stabilità 2015 prevede (perdonate il burocratese, che non è mio) "misure di razionalizzazione del servizio e di rimodulazione della frequenza settimanale di raccolta e recapito sull'intero territorio nazionale", oltre ad una "nuova determinazione delle tariffe". In altri termini, posta piu' lenta, piu' limitata, piu' cara, brutta storia. Il caso dei giornali è noto e clamoroso; noi che leggiamo e che vorremmo ricevere giornali a casa, e per questo ci abboniamo alla consegna postale (l'alternativa è la consegna in edicola), paghiamo un servizio che promette quel che non garantisce. Poveri noi! E povero postino, ieri protagonista della vita comunitaria, colui che di casa imbuca, suona campanelli, saluta, scambia parole e dà un contributo decisivo al tessuto connettivo della comunità, specialmente in un'Italia fatta per la maggior parte di borghi, di paesini. Ridateci Mario il Postino, Signori delle Poste. E tornate a consegare la posta, in milioni aspettano, aspettiamo, fatelo, e saranno e saremo ancor meglio disposti verso i vostri prodotti "altri". Ve lo raccomando, confidando in una ricevuta di ritorno che non sia una scusa.
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