Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

Di tutto e di piu'.....

 

 

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Un silenzio complice..

Post n°7200 pubblicato il 10 Settembre 2015 da nina.monamour

San Ferdinando e Rosarno, due paesi della Piana (Calabria) che cominciano a tremare, ora che le arance ingrossano sugli alberi. Fra poche settimane, milioni di piccoli soli cominceranno a brillare fra le foglie degli alberi.

Foglie di un verde così intenso, di un profumo così forte, di una carnosità e lucidità così corpose, da sembrare finte.

E saranno proprio loro a fare da sfondo alla luce di ogni singolo frutto. Di ogni piccola sfera magica, contenitore divino di succo vitale. Le stesse foglie che accarezzerano, senza essere minimamente considerate, le mani nervose di migliaia di neri.

Schiavi..gli schiavi..


Oggi come ieri, un tempo, il cotone, oltre il grande oceano, senza possibilità di tornare da Mamma Africa. Oggi, i pomodori in Campania, l’uva in Puglia, e le arance. Dio sa cos’altro, in giro per la penisola. Con la speranza di portare benessere laggiù, nella terra natìa, a chi è rimasto, aspettando, magari col sogno di una capanna più ampia e del pezzo di terra desertica che ci sta attorno e che, ancora, non appartiene alla famiglia.

Sono loro, i neri “buoni”.


Quelli che non vedi la sera all’angolo dei baretti di periferia o ai giardinetti, in attesa che qualche tossico bianco arrivi con i soldi in mano, pronto a consegnargli in cambio di una bustina di mexxxa da fumare, pippare o schizzare nelle vene, già, perché esistono anche quelli. I maledetti, irregolari anche loro, ma antipatici a tutti.

I primi, timidi lavoratori mi inteneriscono e mi creano uno stato di disagio con il mio presunto equilibrio etico, che, però, cerco di abbattere partecipando ad ogni campagna in loro difesa. In questo angolo di mondo che offre lavoro, ma ruba dignità.

Sono convinta che, per gli stessi reati che commettono in casa nostra, dalle loro parti rischierebbero cento volte tanto in reclusione e mille volte tanto in perdita di dignità umana. Le carceri, in quei Paesi, sono poco più che un buco profondo nel terreno.Tutti irregolari, dunque, è vero, ma con dei distinguo ben precisi.

La necessità di cui sono vestiti i poveri lavoratori sfruttati li porta ad accettare paghe da fame, che, peraltro, cercano di non spendere. Anzi, spediscono mensilmente alla famiglia, tenendo per sé il minimo che serve a sopravvivere, vivendo come animali.

Anzi, peggio.
Gli introiti del malvivere degli irregolari feccia, invece, sono alti, tanto alti da farli sentire padroni di casa in casa nostra, tanto da renderli arroganti e violenti. Già, spacciatori, assassini, ladri, magnacci, contrabbandieri. Il peggio del malaffare, con la benedizione delle norme sull’integrazione, che non ci consente di distinguere.

Cercano tutti, infatti, compresi certi nostri politici, di farci venire il senso di colpa se pensiamo male, se sospettiamo, se denunciamo, se accusiamo.

Cercano di convincerci che il dovere di ospitalità comprende soprattutto l’accettazione di usi e costumi lontanissimi da noi. Tentano di vestirci di caftani, ungerci di olio di argan, cibarci di involtini primavera, aromatizzarci al cardamomo, convertirci a suon di bhajan.

E chi se ne frega se, in mezzo ai buoni ci sono migliaia di stronzi. E’ il rischio da correre. E qui non ci sto più, lo sappiamo tutti che un certo “spaccio” è in mano ai nordafricani. Che “i furti in casa” li fanno “quelli dell’est”. Che gli orientali controllano il mercato con metodi mafiosi. Anche qui, nel Sud, ma, guai a dirlo! Lo sappiamo tutti che i nomadi delinquono quanto le clarisse pregano.

Ma, tutti zitti! Rischi il linciaggio mediatico, e, così, col silenzio complice, fai il gioco di chi, forse non volendo, crea il vero razzismo generalizzato. E sì, perché, così facendo, finisce che gli stranieri ci stanno sul culo tutti. I cattivi e i buoni, i delinquenti e gli onesti, gli scansafatiche e i gran lavoratori. Perché, temendo di passare per inquisitori, ci consegniamo al più bieco razzismo.

Quello di chi non salva nessuno.

Quello di chi non sceglie, quello "da appartenenza". Quello non confessato, ma sibilato ad ogni occasione. Quando, per esempio, ci sembrano troppi i bimbi stranieri nelle aule degli asili e delle scuole e trasferiamo i nostri figli da un’altra parte.

Quando ci urtiamo con la commessa colorata o dall’accento esotico e non acquistiamo più in quel negozio.

Quando non assumiamo baby sitter straniere, perché finisce che rapiscono i bambini. Quando diciamo “son tutti ladri” “son tutte puxxxe”…

Il razzismo di chi dice “io non sono razzista... ma”


Commenti al Post:
NonnoRenzo0
NonnoRenzo0 il 11/09/15 alle 00:31 via WEB
I mille volti dell'ipocrisia..non ci rendono onore predicando bene e razzolando male...lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo ci sarà sempre finchè il dio denaro fa da padrone. Buona notte Nina, buon fine settimana, ciao Renzo
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 11/09/15 alle 21:25 via WEB
Ciao Renzo pensa che il reclutamento all’estero (in molti dei casi in Tunisia) di disperati allettati da false e ingannevoli prospettive di svolgere una regolare attività lavorativa in agricoltura, con paghe dignitose e buone condizioni di vita, avveniva col semplice ma efficace metodo del "passa parola" da opera di reclutatori che provvedevano poi a organizzare i "viaggi della speranza" verso la Sicilia e la Calabria e successivamente attraverso i complici in Italia, gli spostamenti massivi degli operai dapprima nell’agro di Siracusa e, in un secondo momento, in quello pugliese. Non ho parole, buon week-end.
 
eric.trigance
eric.trigance il 11/09/15 alle 08:43 via WEB
Penso che abbia ragione, Nina, bel post, meriterebbe essere alla prima pagina ! Un bacio.
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 11/09/15 alle 21:30 via WEB
Credo che tutta l'Italia sappia di questo orribile scempio, non è solo la Calabria ad essere coinvolta in queste nefandezze, ma nessuno ne parla, avere gli "schiavi buoni" in territorio italiano fa gola a tanti coltivatori. Buona serata Eric.
 
giampi1966
giampi1966 il 11/09/15 alle 11:22 via WEB
amo la calabria!!! Hai fatto bene a sollevare il velo su questi schivi del XX secolo, la cosa vergognosa è che esistono queste situazioni anche in regioni dove il lavoro è rarissimo, quindi o schiavo o disoccupato. Un abbraccione
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 11/09/15 alle 21:50 via WEB
Ciao Giampi, non serve solo "sollevare il polverone", intanto il Sindaco di Rosarno, mia carissima amica cammina sotto scorta notte e giorno, lo Stato se ne infischia, così si tutelano le persone? A che serve lottare se poi cadi in un bellissimo agguato organizzato? Non so darmi la risposta! Grazie caro per la tua partecipazione, sereno week-end.
 
riccardo20_04
riccardo20_04 il 11/09/15 alle 14:05 via WEB
Buongiorno Nino la Calabria è la seconda zona di coltivazione delle arance, e credo che nel 2009 la sua produzione ha superato le 870mila tonnellate. Sono frutti destinati in gran parte alla trasformazione industriale, ideale per succhi e concentrati. Le condizioni di queste povere persone sono simili a quelle dei campi profughi delle zone di guerra o perfino peggiori, vivono almeno duecento lavoratori stagionali. Sono arrivati da tutta l’Africa, dal Ghana, dal Burkina Faso, dalla Costa d’Avorio. Ogni Inverno almeno duemila persone arrivano nella località agricola di Rosarno per guadagnarsi da vivere raccogliendo le arance, che finiranno sui banchi dei mercati e dei supermercati o verranno trasformate in succo o in concentrato destinato alla produzione di bevande analcoliche. Prodotti ottenuti dallo sfruttamento di chi si trova alla base della filiera produttiva. Buon fine settimana.
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 11/09/15 alle 21:45 via WEB
Il sistema criminale, Riccardo come ben sai, è ben organizzato, con rapporti di cooperazione tra "datori di lavoro" e "caporali", in grado di dare vita a massicci fenomeni di tratta di persone all’interno dei confini dello Stato italiano, al fine di procurare manodopera in grado di soddisfare le esigenze di lavoro stagionale agricolo in piu' Regioni d’Italia. Una volta a destinazione gli "schiavi operai" erano collocati in campi lontani chilometri dai centri abitati, e di fatto "prigionieri" dei loro aguzzini, vivendo in fatiscenti alloggi. E poi dicono che non sono razzisti e che non sfruttano queste persone, cribbio!! E non parlo solo della Calabria, parlo dell'Italia in generale. Anche a te buon fine settimana.
 
jo23jo
jo23jo il 11/09/15 alle 14:14 via WEB
cara Nina non si dice più razzista si deve dire non amo gli stranieri emigrati....ormai ogni vocabolo non ha più il suo significato ....ci vergogniamo anche dalle parole pronunciate e inserite nei vocabolari...siamo un popolo senza dignità e carattere...Da sempre sono per la libertà dei popoli ,ma quanto accade da noi non è più libertà e solo miseria dell'animo umano . Uno stato che si rispetti deve avere leggi e regole che vanno rispettate da tutti, ed ogni cittadino deve andare fiero per quanto sa dare lo stato perché viva dignitosamente ,invece tutto è una babele e nessuno capisce chi è e dove vive ....mi fermo qui per non eccedere ...un abbraccio jo
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 11/09/15 alle 21:57 via WEB
Caro Jo mentre viene celebrato l’Expo come una grande occasione per rilanciare il Made in Italy, intere filiere agricole sopravvivono grazie allo sfruttamento del lavoro. Tutta l’Europa mediterranea produce in condizioni di grave sfruttamento i prodotti ortofrutticoli destinati in gran parte ai mercati del Nord e il modello si sta estendendo e non risparmia regioni un tempo immuni come ad esempio il Piemonte. E poi parlano di rispetto, o si permettono di dire che noi del Sud li sfruttiamo in quanto mafiosi, ma per favore..notte Jo.
 
ellen_ellen
ellen_ellen il 11/09/15 alle 15:43 via WEB
Ti auguro di trascorrere un sereno pomeriggio....una carezza per te ^_^
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 11/09/15 alle 21:47 via WEB
Grazie Ellen, buon fine settimana.
 
cuoresolitario_2000
cuoresolitario_2000 il 11/09/15 alle 17:44 via WEB
mia cara Nina, e' difficile prendere posizione, c'e'sempre da considerare, che l'uomo bianco e'un gran paraculo per non di de piu, l'uomo bianco, dice armiamoci e partite, ed ha le tasche che non si riempomo mai, come per esempio quel ragazzo nero che dicono che ha violentato la signora di giu, teniamo conto che ha 18 anni,e pure che si parla di complici bianchi,ma quelli non escono,, troppo comodo accollare tutto la negretto, lo so che tra loro ci sono pure i bastardi, ma lo sono di piu, quelli che li mettono sui barconi dissanguandoli gia dalla partenza , troppo lunga, un sorriso ciaao Nina, ste cose fanno solo pena, buon fine settimana ciaooo ;)
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 11/09/15 alle 22:13 via WEB
Considera Luigi che un chilo di arance costa 0,65 centesimi al mercato di Catania; 1,33 al supermercato nel centro; a Roma, il prezzo arriva a 2,10 euro. Puntare sulla trasparenza, dare il giusto a chi lavora eliminando gli intermediari inutili che sfruttano la manodopera, permetterebbe di abbassare il prezzo finale. Nell’anno dell'Expo 2015, si chiede un impegno alle imprese e alle istituzioni attraverso la responsabilità solidale delle aziende, che devono rispondere per quanto avviene anche nei livelli inferiori della filiera e soprattutto si chiede una normativa sull’etichetta trasparente e l’elenco pubblico dei fornitori, perché informazioni trasparenti permettono ai consumatori di scegliere prodotti liberi da sfruttamento, sei d'accordo con me? Credo di sì Luigi, sereno week-end.
 
carlingher
carlingher il 11/09/15 alle 21:14 via WEB
Ottima disanima,l'italiano e abituato a fare di tutta l'erba un fascio,per non parlare dello sfruttamento umano... un abbraccio.. Carlo
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 11/09/15 alle 22:03 via WEB
E' questo, caro Carlo che mi da fastidio, che mi si asserisca che dell'erba si fa un fascio! La manodopera nelle campagne viene organizzata in squadre e capisquadra, che diventano gli interlocutori unici per pagamenti e dispiegamento dei lavoratori nei campi. Mentre i medi produttori ricorrono direttamente ai caporali, le realtà più grandi preferiscono rivolgersi a strutture formalmente legali come le "cooperative senza terra" e sono formate sia da italiani che stranieri, non producono ma offrono servizi come la potatura e raccolta. Spesso sono aziende serie, altre volte forme di caporalato mascherato. Dietro un contratto formale con l’azienda committente, infatti, possono nascondersi lavoro nero, decurtazione delle buste paga, evasione contributiva. Io pago le tasse, e loro? Questa è l'Italia, uno schifo, e che schifo!!
 
brizolatcarlodri0902
brizolatcarlodri0902 il 12/09/15 alle 18:23 via WEB
All'agricoltore viene pagato pochi centesimi al chilo, il nero viene sfruttato e pagato ancora meno, io però al supermercato pago oltre due euro al chilo, in mezzo però qualcuno ci guadagna...Nina buon fine giornata, C.
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 12/09/15 alle 18:52 via WEB
Carlo, perdonami, ma ancora avevi dubbi su ciò?! Certo c'è e c'è sempre stato lo sfruttamento, una manodopera in nero! Un abbraccio..
 
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