Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

Di tutto e di piu'.....

 

Messaggi di Maggio 2016

Come in una commedia..

Post n°7549 pubblicato il 13 Maggio 2016 da nina.monamour

 

 

Ci sono giorni nella vita in cui non succede niente, giorni che passano senza nulla da ricordare, senza lasciare una traccia, quasi non si fossero vissuti.

A pensarci bene, i più sono giorni così, e solo quando il numero di quelli che ci restano si fa chiaramente più limitato, capita di chiedersi come sia stato possibile lasciarne passare, distrattamente, tantissimi.

Ma siamo fatti così, solo dopo si apprezza il prima e solo quando qualcosa è nel passato ci si rende meglio conto di come sarebbe averlo nel presente.

Ma non c'è più.


 

A tutti Voi buon fine settimana..

 
 
 

Sappiamo cosa mangiamo?!

Post n°7548 pubblicato il 13 Maggio 2016 da nina.monamour

 

 

Ogni giorno mangiamo circa 10 cibi differenti, ma sappiamo veramente cosa mangiamo?
Ho stilato una raccolta di 10 alimenti che il 90% delle persone non sa come sono prodotti.


1. Yogurt greco, gli scarti industriali della sua lavorazione producono milioni di litri di siero di latte acido, che vengono scaricati nei fiumi, non solo è illegale, è anche dannoso per l’ambiente.

2. Succo d’arancia confezionato, vengono aggiunti vari additivi molto dannosi per la salute, per fare in modo che ogni bottiglia abbia lo stesso sapore e colore.

3. Il latte confezionato? È il risultato della lavorazione del latte di centinaia di mucche diverse, provenienti da decine di allevamenti e senza un adeguato controllo qualitativo.

4. Maraschino, le ciliege vengono "sbiancate" artificialmente per poi essere "ricolorate" di rosso con un additivo chimico e dannoso per l’uomo.

5. La maggior parte delle zuppe pronte sono insaporite con il glutammato. Amminoacido potente e potenzialmente dannoso. E, oltretutto, il processo di preparazione delle zuppe pronte è così violento che si usano carote enormi e durissime per fare in modo che non si disintegrino.

6. Alla maggior parte dei gelati industriali viene aggiunta la carragenina, uno stabilizzante che si ricava dalle alghe marine.

7. Gli hot dog sono fatti con un "pastone" composto dagli organi riclicati degli animali, grassi e amido di mais.

8. La maggior parte dell'olio "extravergine di oliva" importato negli Stati Uniti è in realtà olio di semi.

9. Yogurt alla fragola, il colorante rosso è ottenuto dalle cocciniglie, insetti e parassiti.

10. Per affumicare il bacon, la carne viene appesa e inondata di "fumo liquido".

 

Buona giornata e buon lavoro a tutti.

 
 
 

★ ★ ★

Post n°7547 pubblicato il 12 Maggio 2016 da nina.monamour

 

 

Il fatto è che la tristezza è di una misura che non mi sta bene, mi sta troppo stretta. E poi è di un colore così scuro.

Ecco, la felicità è della mia misura, anzi a volte è un pò larga, ma preferisco stare comodamente felice. E se anche capitasse qualcosa di triste cerco nelle tasche della tristezza qualche sorriso dimenticato, qualche gioia nascosta che qualcuno ha trascurato o non è riuscito a vedere.

Ne trovo sempre perché troppo spesso dimentichiamo di sorridere quando invece ne abbiamo tutte le ragioni.


 Buona giornata


 
 
 

Nessuna omertà, nessuna vendetta..

Post n°7546 pubblicato il 11 Maggio 2016 da nina.monamour

Non so quanti di Voi. ieri sera, ha seguito il film trasmesso su Rai Uno.
Tratta da una storia vera, l’eroica battaglia per ottenere giustizia della madre di Peppino Impastato, il giovane giornalista e attivista politico barbaramente ucciso per aver sfidato il padre e la mafia, la pellicola parte dalla morte del ragazzo avvenuta il 9 maggio 1978 e va avanti per oltre un ventennio fino al 25 ottobre 2000, giorno in cui Felicia testimonia al processo contro Badalamenti, accusato dell’omicidio (verrà condannato all’ergastolo l'11 Aprile del 2002).

Un film tributo alla donna che per la prima volta ha rotto la tradizione dell’omertà e della vendetta e che ha messo tutto il suo impegno personale, civico e sociale nella lotta contro la mafia.

Si fa presto a dire "lotta alla mafia" ma quando nasci a Cinisi negli anni Settanta, sposi un mafioso e chi abita a cento passi da casa tua ti uccide un figlio, hai solo due strade, la ritorsione o la giustizia e la mamma di Peppino Impastato ha scelto la seconda.  

A 38 anni da quel suo "io vendette non ne voglio", Matteo Levi con la coproduzione di "Rai Fiction" ha scelto di far conoscere al grande pubblico quella donna fiera e coraggiosa, con il film "Felicia Impastato"



La fiction, presentata in anteprima alla Camera dei Deputati nei giorni scorsi, ha il pregio di lanciare un messaggio attuale, contro gli uomini della mafia a vincere è una donna che di fronte alle ante chiuse dei cittadini conniventi al potere mafioso spalanca la porta della sua casa, decide di non fermarsi davanti allo straziante dolore del lutto ma sceglie la strada della legalità 

La figura di Felicia, ben interpretata da Lunetta Savino, da premiare in primis per il tentativo di mantenere lo stretto accento siciliano della mamma di Impastato, emerge nella maniera più fedele possibile, frutto di un lungo lavoro di incontri con i parenti, gli amici, i nipoti.  

Il film è una storia in cui ritrovarsi, chi, siciliano e non, ha conosciuto di persona mamma Felicia, riconoscerà le sue parole, quel suo "zitta non ci sto per questo devo andare fino in fondo" bisbigliato tante volte ai giovani che l’hanno incontrata prima di quell’11 aprile 2002 quando Gaetano Badalamenti è stato condannato.

Per nulla scontata anche la scelta di registrare le scene a Palermo e a Cinisi, dove la storia quei cento passi, ancora oggi, non sono stati compiuti da tutti. Il film restituisce agli italiani un pezzo di storia che ha come protagonisti uomini e donne cui gli italiani devono molto, i Magistrati Costa, Chinnici, uccisi dalla mafia come il giornalista Mario Francese; Antonino Caponnetto che ebbe l’intelligenza di "archiviare" il caso per permetterne poi la riapertura nel momento giusto e Franca Imbergamo, che, come nella realtà, incontra Chinnici da giovane studentessa per poi trovarsi anni dopo sulla scrivania il caso "Impastato".

A lei che oggi lavora alla Procura nazionale antimafia si deve la condanna di Badalamenti; il messaggio di Felicia è bellissimo, quella donna ha sempre cercato giustizia e ha saputo distinguerla dalla vendetta. L’unico ricordo vero di quella storia per lei resta il suo ringraziamento, quando hanno concluso il processo a Badalamenti, perché non era rivolto a lei ma alle istituzioni sane che le avevano restituito fiducia in questo Stato. Non intende partecipare al coro scandalizzato di chi oggi scopre che anche nel mondo dell’antimafia c’erano comportamenti discutibili. L’antimafia è un universo complesso, eviterei ogni generalizzazione e ogni bagno di retorica, le persone perbene si possono riconoscere da quello che fanno e i cialtroni da quello che dicono.

La storia di Peppino è una cartina di tornasole per comprendere cosa deve essere l’impegno antimafia, quanti rischi di strumentalizzazione possa correre e quanto possa essere in alcuni momenti difficile portare fino in fondo la ricerca della verità e della giustizia.

A me è piaciuto molto, buona giornata e buon lavoro.

 

 
 
 

L'autolesionismo..

Post n°7545 pubblicato il 10 Maggio 2016 da nina.monamour

Oh….non venitemi a dire che a nessuna è mai capitato di desiderare profondamente l’uomo di un’altra donna!!

Che poi "desiderarlo" non significa necessariamente "prenderselo", tant’è che spesso ci squagliamo nella contemplazione di quello che potrebbe essere l’uomo dei nostri sogni ma che in realtà è destinato a restare “nei sogni!"

Non tutte infatti siamo disposte/capaci di arpionare un uomo, ignorando il fatto che è già impegnato, e nemmeno di provarci. Per questo preferiamo continuare a soffrire in silenzio anche perché è lo stesso subconscio che ci dice, anche se non ci fa comodo sentirlo, che “non s’ha da fare”.




Però non possiamo fare a meno di osservarlo, da vicino o da lontano, e perderci nella sua perfezione, piena di difetti, ma comunque perfetta!
Di lui ci piace tutto, persino il suo modo di “non essere il nostro tipo”, non c’è niente che cambieremmo, anche se quel gesto o quell’espressione, su un altro uomo, ci farebbero arrabbiare sicuramente!
Ma lui, oltre ad essere "l’uomo dei nostri sogni", è anche "l’uomo che non possiamo avere e questo ce lo rende tanto più caro, quanto più acuto è lo struggimento nel constatare questa cosa!

Che fare in questi casi?

Mah, voi sapete che io non sono per la teoria del bianco e il nero e amo le sfumature del grigio, quindi mi piace pensare che le donne, davanti a questo tormento d’amorosi sensi, si dividano in due categorie.

Drastiche, tutte coloro che, non potendo averlo e rischiando l’autolesionismo, decidono di troncare ogni rapporto, riducendo la frequentazione a zero e sforzandosi di cancellare il ricordo dell’adorabile carnefice anche nei loro pensieri più reconditi.

 Mediatrici, tutte coloro che, pur coscienti della natura prettamente onirica del rapporto, preferiscono continuare a "frequentare" il loro sogno, tenendoselo accanto come amico, confidente, uomo di fiducia.



Quale sia la scelta migliore davvero non lo so.
Sta di fatto che entrambe le soluzioni provocano una grande sofferenza e in ogni caso ci sembrerà che sia stato aggiunto il danno alla beffa, mah!

Allora? Che si fa? Come si evita questa infatuazione per "l’uomo d’altre?"
Eh Signore mie, se fosse così facile decidere come far funzionare questo cuore pazzo.
Mi sentirei di dirvi quando cominciate a provare quell’interesse “equivoco” per un uomo impegnato, girate a largo prima di fare danni.

Però non credo sia così facile perché infondo l’alchimia che si crea tra due persone va ben oltre il nostro self-control, però cerchiamo di stare attente perché quando poi ci siamo invaghite, “rinunciare” farà male solo a noi!

 
 
 

Strumenti di tortura..

Post n°7544 pubblicato il 09 Maggio 2016 da nina.monamour

 

 

Risultati immagini per bruciare reggiseni

 

Identificarsi senza vergogna come femministe dà luogo ad una lunga serie di effetti perversi, i più fastidiosi dei quali sono i disinformati moti di spirito di molti uomini eterosessuali (e non solo), che ritengono sia originale e brillante fare dell’ironia sulla questione.

Una delle battute o dei tentativi di delegittimazione più frequenti consiste nel tentare di chiuderci la bocca dicendo: "Ma vai a bruciare reggiseni, va!"
L’eliminazione di tale pezzo di biancheria intima tramite pratica incendiaria occupa difatti l'immaginario collettivo in associazione alle fantomatiche Femministe, che sarebbero inoltre incazzate, urlanti e desiderose di evirare il proprio prossimo.

Per diverso tempo, ho pensato anche io che, in un qualche remoto passato antecedente la mia venuta al mondo, qualche gruppo femminista avesse effettivamente bruciato reggiseni.
Avevo però la netta impressione che qualcosa mi stesse sfuggendo, perché un conto è un atto dimostrativo circoscritto nel tempo, un altro è dire addio ad un pezzo di biancheria che, in molti casi, ha una enorme utilità e senza il quale sarei personalmente condannata ad un perenne mal di schiena.

Ho poi scoperto, grazie ad un simpatico video che tutta la faccenda delle femministe brucia reggiseni era in realtà una leggenda metropolitana,  che con il passare degli anni ha dato luogo allo stereotipo che ora ci viene periodicamente scagliato contro. 

A quanto pare, l'origine del mito fu una protesta tenutasi nel 1968 in occasione di Miss America. Un gruppo chiamato New York Radical Women si piazzò fuori dalla sede del concorso di bellezza, con l’intenzione di dare fuoco ad una serie di oggetti, denominati per l'occasione "strumenti di tortura femminile". Oltre ad attrezzi per pulire e trucchi vari, nella lista rientrava anche un reggiseno.

Protesta Miss America 1968

L'intera faccenda si riduce però a questo, perché la polizia intervenne prima che fosse possibile procedere con la pratica incendiaria pianificata.

Da allora, l’immagine di quel gruppo di donne irate è andata espandendosi e deformandosi, tanto che alcune femministe ritengono che bruciare reggiseni sia parte del nostro repertorio, con tutta la confusione e le problematiche che ne derivano (es. inalazione di sostanze tossiche).

Personalmente ritengo che il punto non sia bruciare o non bruciare reggiseni, anche perché sul rapporto tra femminismo e biancheria intima potremmo fermarci a parlare per mesi interi, tanto complessa e stimolante è la questione.

Il punto è avere una risposta pronta, la prossima volta che qualche imbecille tenterà di zittirvi con l'invito ad abbandonare la conversazione e ad andare a bruciare reggiseni, come nel mio caso, mandatelo a quel..paese!

Ora che avete letto questo post dovreste avere gli strumenti per farlo.
Quindi, missione compiuta.

 

 
 
 

L'Angelo del focolare..

Post n°7543 pubblicato il 08 Maggio 2016 da nina.monamour

 

 

Alla mia cara mamma che non c'è piu'..

Ciao mamma,
vorrei che tu leggessi questa lettera che sto scrivendo per te.
A volte le parole non riescono a esprimere ciò che il cuore sente, forse quando scrivo il cuore è più attento e sa suggerirmi le parole giuste.
Mi sei sempre stata vicino e hai condiviso con me le lacrime di bambina, a volte per ingenui capricci, altre volte, un pò più adulta, per le sfide che la vita mi presentava.

E tu eri lì, sempre lì ad ascoltarmi e a consolarmi con i tuoi: "Non preoccuparti, vedrai che tutto andrà bene". Eri lì, accanto a me, anche quando la gioia entrava nella mia vita e tu eri pronta a condividerla e a gioire per me.

Non so se sono la figlia che tu avresti voluto, ma spero di non averti mai deluso.
Negli anni le tue "lezioni di vita" mi sono state di grande aiuto sia nelle difficoltà che la vita troppo spesso ci presenta, sia nei momenti che sorprendentemente la vita sa anche regalarci.

Riconosco il tuo difficile compito adesso che sono mamma anch’io, che fatica esserlo in alcuni momenti!
Spero di essere per i miei figli anche solo una parte di ciò che tu sei stata per me.
Ti voglio bene mamma.



Auguri a tutte le mamme, oggi è la vostra/nostra festa.
Io credo, però, che ogni mamma debba essere festeggiata ogni giorno dell'anno e anche di più.
Mamma è sempre, di giorno, di notte, in ogni istante della vita.




Buona Domenica

 

fonte: A.L.

 
 
 

Il fascino dell'Isis..

Post n°7542 pubblicato il 07 Maggio 2016 da nina.monamour

I musulmani che vivono quì devono accettare la nostra cultura e non sentirsi vittime dei nostri valori! Crescono nel nostro mondo ma diventano nmici del dialogo, della libertà, della ragione. Voglio parlarvi di un conflitto culturale pericoloso, che fa vittime soprattutto tra i giovani che hanno bisogno di sentirsi eroi.

Samra e Sabina scrivevano sui muri della scuola "I Love Al Qaeda", a Vienna hanno buttato via i jeans per indossare la hijhab, sono fuggite in Siria e sono diventate spose dei combattenti del Califfo, e sono morte.

Sedotte dal fascino machista dell'Isis, in Occidente, alla grande affermazione delle donne è seguita la crisi della mascolinità. L'immagine dei guerrieri dell'Isis, invece, è quella di uomini che si difendono e che sembrano veri maschi, rispetto agli uomini sbiaditi occidentali, per cui le due ragazze, affascinate dall'avventura di andare in un mondo di guerriglieri, sono state spinte dalla voglia di opporsi al nostro sistema di valori.

 


Amina è una studentessa italiana musulmana, frequenta un Liceo milanese, porta il velo, ma non accetta alcuna lettura storica del Corano; per questo, nel bel mezzo di un incontro, si è alzata ed ha apostrofato il relatore dicendo che non servono i libri per capire, il Corano dice tutto ed ha abbandonato l'aula.

Tutto è accaduto in un Istituto Commerciale milanese, dove si parlava di Islam con due firme del Corriere della Sera, grandi esperti del mondo mediorientale. L'aula magna era piena di ragazzi dell'ultimo biennio che hanno studiato Giulio Cesare e Napoleone, Platone e Kant, Dante e Voltaire, cittadini di un mondo che recita la "lode al dubbio" di Brecht, ma il dubbio è un disvalore per Amina.

E così, quando uno degli Esperti invita i ragazzi a leggere "La rivincita sciita", un libro dello studioso Vali Nas che spiega il conflitto all'interno del mondo islamico sulla successione del Profeta alla guida del mondo musulmano, Amina si è alzata, affermando che il Corano è la verità assoluta. L'Esperto ha osservato che il Testo sacro non può spiegare un conflitto nato cronologicamente dopo la sua scrittura e Amina gli ha opposto la negazione di ogni dialogo possibile, sventolando il suo incrollabile "orgoglio islamico"

Poi è uscita dall'aula assieme ad altri studenti musulmani; un gesto estremista ed intollerante da parte di ragazzi che vivono con noi e frequentano le nostre scuole. Così come ci fanno riflettere le scelte di Samra e Sabina e le tante giovanissime schiave di uomini combattenti.

 

 

Dei Foreign Fighters il 10% sono donne, giovanissime, colte, spesso laureate, che lasciano le città occidentali dove sono nate e cresciute per unirsi all'esercito del terrore.

Perchè ragazzi cresciuti nel nostro mondo diventano nemici di valori sacri come la libertà, il dialogo, la ragione? Basta lo spirito ribelle giovanile a spiegare il fascino che esercita l'ideologia dell'Isis su di loro? Credo che il conflitto che sta esplodendo sia culturale, non religioso, la radicalizzazione che si sta espandendo nel mondo sunnita parte da una contrapposizione di fondo tra l'Islam e l'Occidente laico, non una guerra fra due religioni.

I musulmani si dimostrano disponibili ad ascoltare chi si professa cristiano, ma non chi si dichiara non credente o, comunque, figlio dell'Illuminismo e del Rinascimento, ed è questo il problema che è scaturito in quel Liceo. Amina ha espresso un concetto chiaro, se vuole parlare di Islam lo fa con il padre che conosce le cose perché è un buon musulmano oppure va dal grande della Moschea di al-Azhar al Cairo, che è la piu' grande autorità sunnita. Amina non si intromette nelle questioni cristiane e si aspetta che anche gli altri non si intromettano nelle sue.

E' una posizione inaccettabile, perchè nega i valori dell'intero Illuminismo, la libertà individuale, di pensiero, di conoscenza. Quando noi occidentali ci rapportiamo con l'Isis dovremmo sempre tenere presente che non c'è mai stato un pensiero laico nell'Islam del Medioriente, dove Stato, politica, guerra, esercito, civiltà sono sempre rapportati all'autorità religiosa. Se i musulmani vengono a vivere da noi, devono capire che quì c'è una tradizione di pensiero laico che separa la fede dalla cittadinanza.

Rinunciare ad affermare la nostra cultura significa avere già perso; stiamo per essere colonizzati da un'ideologia che è peggio di quella che combattevamo quarant'anni fa. Questo nuovo confessionalismo deve farci riflettere che se eravamo anticlericali e abbiamo combattuto per la laicità, oggi dobbiamo essere antimusulmani nello stesso senso, dobbiamo imporre i nostri valori, chi vive quì, deve, come ho già scritto prima, ricooscerli e rispettarli.

 

 
 
 

Abiti mentali..

Post n°7541 pubblicato il 06 Maggio 2016 da nina.monamour

 

Ridere di se stessi è una ginnastica molto sana.

Nonostante ciò, per svolgere questa terapia si deve avere qualcosa dentro.

Per esempio, l'intelligenza..

 

Ruba tutti i colori del mondo e dipingi la tela della tua vita eliminando il grigio

delle paure e delle ansie.

Abbandona i tuoi vecchi abiti mentali e vestiti di allegria,

non ricordo chi scrisse ciò,






La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero,


ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta...

Che ne dici?!

 
 
 

La parte migliore..

Post n°7540 pubblicato il 06 Maggio 2016 da nina.monamour

 

 

Parlate con le persone che fanno uscire la parte migliore di voi.

Quelle che vi rendono felici, che vi fanno sorridere a trentadue sentimenti dopo un

messaggio e che vi fanno brillare gli occhi quando le guardate.

Quelle con cui le parole escono spontanee e i discorsi naturali.

Parlate, parlate tanto... ma non spendete il vostro fiato con della gente che non capirà mai

nulla di voi.

Buon Venerdì

 
 
 

Con me Lui è diverso..

Post n°7539 pubblicato il 05 Maggio 2016 da nina.monamour

 

 

Sono sincera, il più delle volte mi viene da dare ragione agli uomini, perché è vero, le donne hanno una naturale predisposizione a rompere i maroni. Nel senso che quando si fidanzano, poche fanno loro il concetto di essere quella di prima, tutte invece pensano di avere il diritto di asfissiare il compagno in quanto di loro proprietà; credenza sbagliata.

Quante volte i miei amici mi dicono: “L’ho mollata perché era peggio d’un gatto attaccato ai maroni”, oppure “Non mi interessa perché sembra non pensi, dato che ci sono già io a pensare”. Loro hanno ragione, ma le donne sono fatte così. E gli uomini sono fatti cosà. Se fosse stato tutto facile saremmo tutti accoppiati e felici nei secoli dei secoli, Amen. 
Io ho racimolato tutte le (solite) lamentele, testimonianze, tiritere di amici e amici e ho fatto un decalogo di cose che le donne non dovrebbero mai fare con gli uomini.

Guardare il cellulare. Donne, non fatelo perché è peggio per entrambi. Gli uomini per natura flirtano, molti tradiscono anche. Quindi è sicuro che se voi quando lui è in bagno gli acchiappate il cellulare troviate dei messaggi "strani". Vedete, all’uomo piace il concetto di possesso, il fatto che potrebbe, potenzialmente, avere anche altre donne, oltre che la propria. E se non fosse potenzialmente ma praticamente, tranquille, prima o poi esplodono, o loro o voi.

Ma sì, controllate Whatsapp, tutti gli uomini hanno paroline che vi faranno venire voglia di strangolarli, e quando dico tutti intendo l’intero universo maschile. Fidatevi delle vostre sensazioni, non invadete mai la privacy altrui, anche se a volte "bisognerebbe" per ottenere conferme. E se vi viene addirittura voglia di chiamare quella putxxxxa che ha osato scrivere "Allora quando ci vediamo?" Per dirne quattro non fatelo, con la calma si ottiene tutto, anche se ci vuole più tempo. Tutti i nodi, prima o poi vengono al pettine, ma sempre meglio che vengano in maniera naturale, perché tanto prima o poi vengano, che tragedia, scusate ma io odio le tragedie.

Stare addosso. L’uomo che sogna una donna-cozza o una donna-muschio non è un vero uomo. Il genere maschile ha più che mai bisogno dei propri spazi. Più rompi le balle, più lui si defila, e direi giustamente. Non fare mai agli altri ciò che fosse fatto a te. Se io trovassi uno che mi starebbe incollato come la maniglia alla porta, lo as-porte-rei seduta stante.
Dare ordini. Ad alcuni uomini piace la donna che da ordini, io rimango sempre dell’ideale che quelli normali sono essere indipendenti, e quindi autonomi, sempre nei limiti della coppia.

Lei che dice a lui "Non mangiare questo che ti fa male" o "No, qui non ci vai", è una donna spacciata. Lui resterà con lei perché gli uomini raramente lasciano dato che ciò rappresenta uno sbattimento, ma gli subentrerà quel concetto di fastidio che è peggio della sabbia nel letto.

Sbavare troppo. Quelle perennemente con i cuoricini appiccicati sugli occhi con lo scotch, a lungo andare, vanno a male. Stancano, stufano, stuccano come il troppo miele. Una donna deve essere prima se stessa, sì dolce, ma avere laggiù anche un pò di paxxle. Conoscete qualcuno che sta con una che pende perennemente dalle sue labbra? Ora che ci penso io sì, che tristezza.

Volere fare tutto con lui. "Amore andiamo al mare insieme. Amore usciamo coi i miei e i tuoi amici". Due cuori e una capanna. Mio dio no. Lui è lui e tu sei tu. Annullarsi per dedicarsi totalmente all'altro non ha senso, altrimenti il creatore ci avrebbe fatto già appaiati, invece siamo singoli. Sì insieme, ma non sempre, e questa è una regola base.

Dirgli no ad una Domenica di pallone. L’uomo medio e il calcio, l’uomo medio e la birra. E quando dico "medio" non intendo in senso negativo, intendo normale. Alle donne medie piacciono tacchi e lingerie, normali anche loro. Trascinare un uomo per centri commerciali di Domenica o costringerlo a venire alla cena dell’amica che gli sta pure sullo stomaco equivale al farsi lasciare l’indomani, o comunque a corna sicure. Perché l’uomo cerca la tranquillità e lo svago, sempre.


Non tempestarlo di chiamate e messaggi. Ma che diavolo c’è da dire? Nel senso se l’hai sentito due minuti fa, non chiedergli cosa fa dopo dodici secondi. E’ normale lui si innervosisce. Messaggi e chiamate sono più roba da donne, e le donne devono capire che questa differenza c’è eccome, quindi invece che tampinare gli ometti, che seguano le amiche. Anche perché poi se su Whatsapp il messaggio risulta come visualizzato, le femmine entrano in paranoia in tempo zero.

E se una donna entra in paranoia è una mina vagante.
Non commentargli qualsiasi cosa su Facebook. Non è un "segnare il territorio", ma l’ennesima invasione di campo. Una tipa che ci vuole provare con lui non la fermano certo i tuoi commenti o like, che sia chiaro. E poi, Dio santo, la vita vera è la vita vera, Facebook è Facebook (me lo dico da sola).

Essere la fidanzata che risponde “A me sta sempre bene tutto”. Significa che deve fare tutto lui, e lui prima o poi si stufa di essere l’unico essere pensante, come tutti, del resto. Essere quella che si fa sempre tremila paranoie. Tutte le donne per natura se le fanno in pratica, in teoria dovrebbero far credere di non farsele, perché gli uomini vogliono le donne senza problemi, o meglio, quelle che li facciano sentire in un nuvola.

Insomma le donne secondo gli uomini devono rappresentare il non-lavoro, lo scambio costruttivo, il relax, il flirt.
Credere di essere quella speciale. Con me lui è diverso. L’arroganza di pronunciare questa frase appartiene al 90% delle donne. Donne, che non vi scappi con lui, perché tutte siamo diverse l’una dall’altra, ma non possiamo essere così prepotenti da pensare di essere migliori di altre. Lo siamo in quel momento perché ci pare, ce lo sentiamo, ma dopo di noi verranno delle altre, e prima di noi, ne sono passate altrettante.

Sono bravissima nella teoria, e abbastanza anche nella pratica e detto questo, sono convinta sia proprio tutto così.

Buona giornata e buon lavoro

 
 
 

Impariamo a rallentare..

Post n°7538 pubblicato il 04 Maggio 2016 da nina.monamour

 

Come dei bravi giocolieri teniamo in piedi i birilli della nostra vita in continuo movimento, ma non ce la facciamo piu'! Allora impariamo a rallentare!

"Non ho tempo, avrei bisogno di una giornata lunga 25 ore". Quante volte abbiamo sentito queste frasi e quante volte le abbiamo dette? Siamo in un'epoca che spinge a riempirsi di impegni, a vivere rapporti mordi e fuggi, costruiti piu' sui social network che d persona. Si corre tutto il giorno sul lavoro, con i figli e il partner, ma dove porta tutto questo correre? Non sarebbe il caso di tirare il freno a mano e vivere con piu' lentezza?

 


La chiave per riuscire a liberarsi dai ritmi frenetici è la consapevolezza, imparare a capire perché si compiono certe azioni.

Durante il giorno ci si dovrebbe fermare a riflettere se quello che si sta facendo lo si fa per se stessi o per gli altri. Se si sta subendo una certa azione o c'è il piacere di farla.

Bisogna fermarsi e riflettere, negli ultimi tempi si è assistito ad un impoverimento dei rapporti, siamo diventati divoratori di tutto, dobbiamo fare mille cose e le facciamo di fretta. Il discorso vale anche per i sentimenti, i rapporti sono diventati superficiali, non ci concediamo il piacere di stare dentro ad un rapporto vero. Secondo Voi, una soluzione quale potrebbe essere? Ascoltarsi, dar retta ai sentimenti e cercare di capire che cosa vogliono dirci.


 

Una certa malinconia o un pò di insofferenza non devono essere catalogati come "capricci" perché possono esser segnali di qualcosa che richiede ascolto.

Tutti vorrebbero che fosse possibile avere qualche ora in piu' ogni giorno, ma si vuole piu' tempo per fare cosa? Se anche si riuscisse a ritagliare un'ora libera dagli impegni, come si riempirebbe? Vogliamo del tempo per noi, ma quando riusciamo ad averlo, ci affrettiamo a riempirlo di impegni. Si cerca tempo in piu' per svagarsi, per dedicarsi a se setssi, ma anche in questo caso si fa fatica a liberarsi dalla logica del correre e tutto questo rincorrere fa sì che si perdano di vista i contenuti importanti.

Per recuperarli, cominciamo a distinguere tra cose importanti e cose urgenti, e sarà sorprendente vedere quante volte le due liste non coincidano e quanto tempo dedichiamo alle cose urgenti, ma non importanti.

Uno dei problemi maggiori del nostro tempo è quello di vivere...connessi, si cercano luoghi di vacanza e alberghi con wi-fi, si organizzano aperitivi in locali dotati di di connessione e non si lascia mai a casa il cellulare o il tablet, anzi una volta seduti al tavolo è la prima cosa che si estrae dalla borsa. Si passano così intere serate a controllare messaggi e aggiornamenti sui social network.

Ci siamo mai chiesti cosa succede se proviamo per una sera ad impostare la suoneria silenziosa e a non tirarlo fuori dalla borsa? Cosa potrà mai succedere in quell'ora che abbiamo deciso di trascorrere con gli amici? In realtà, siamo tutti vittime del bisogno di controllare tutto in ogni momento, per questo smartphone e tablet ci danno l'idea di essere un perfetto, ma illusorio strumento di monitoraggio.

Eppure sappiamo benissimo che non si può controllare la realtà, quindi lasciamo stare la tecnologia ed il controllo remoto per goderci il presente con quello che ci offre; impariamo ad ascoltare con il cuore  e non solo con le orecchie.

 
 
 

La decisione migliore..

Post n°7537 pubblicato il 03 Maggio 2016 da nina.monamour





Non sono fredda, ho solo imparato a "selezionare" le persone che realmente meritano la mia presenza e chi la mia più totale assenza.


Ho eliminato diverse persone dalla mia vita…Persone che credevo essenziali per me, persone fatte di mille promesse e neanche un'azione.E più passa il tempo e più mi accorgo di aver soltanto preso la decisione migliore.Fabio Volo


Ho eliminato diverse persone dalla mia vita..
Persone che credevo essenziali per me, persone fatte di mille promesse e neanche un'azione.

E più passa il tempo e più mi accorgo di aver soltanto preso la decisione migliore.


“sono troppo pigra per raccogliere le provocazioni,preferisco farle marcire,insieme a chi le ha seminate”(via sseiforteprincipessa)


Sono troppo pigra per raccogliere le provocazioni, preferisco farle marcire, insieme a chi le ha seminate

 
 
 

Il reggiseno..

Post n°7536 pubblicato il 02 Maggio 2016 da nina.monamour

 

 

Quante volte avete pensato ( mi rivolgo a voi donne ) di non indossare il reggiseno?
Se l’idea c’è ma non avete mai avuto il coraggio di farlo, leggere questo post potrebbe aiutarvi parecchio.


 

Ho raccolto per noi donne vari motivi per non usare più il reggiseno ed oggi vi mostro i 5 motivi più importanti:

COMODITÀ

È il motivo più importante poiché il reggiseno crea parecchi fastidi come pruriti o magari fa sentire il seno rinchiuso, schiacciato. In caso di taglie grandi qualche sostegno serve sempre e se avete paura che si vedano i capezzoli, esistono coperture apposite.


 

VESTITI

Se fate a meno del reggiseno potreste indossare vestiti più particolari senza problemi, tipo vestitini con schiena nuda oppure quelli a fascia. Quest’ultimi possono essere anche indossati con reggiseni appositi ma con il seno libero è sempre meglio.

SENO SODO

Il vostro seno senza l’opprimente reggiseno rimarrebbe più sodo a lungo. Secondo ricerche il reggiseno è un bisogno mentale, infatti non serve ma bensì porta i tessuti di sostegno a non svilupparsi e quindi a degradarsi prima. Quindi pensateci bene.

SCHIENA

Sempre secondo gli studi medici, il reggiseno non farebbe bene alla schiena. Le ragazze iniziano ad usarlo troppo presto e non danno il tempo ai muscoli di svilupparsi regolarmente.

 


RISPARMIO

C’è sempre l’aspetto economico, e per i reggiseni si fa sentire e come.

In media durano 7 mesi e considerando che non ne avete solo un paio dovrete ricomprare ogni sette mesi in media 5 reggiseni.

Buona giornata

 


 
 
 

Buona festa dei lavoratori..

Post n°7535 pubblicato il 01 Maggio 2016 da nina.monamour



La Domenica è una giornata di relax da dedicare ad una persona speciale..
Una persona importante, una persona da coccolare, l'unica di cui ti fidi e a cui vuoi molto bene..
te stesso !!!





Ogni giorno dobbiamo dire grazie perché ogni piccolo gesto è parte integrante della nostra vita, anche quell'aroma di buon caffè
e quel piccolo cucchiaino di zucchero per addolcirlo.




e, soprattutto,

Buona festa ai lavoratori..





e per sorridere un pò..




 
 
 

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