Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

Di tutto e di piu'.....

 

Messaggi di Settembre 2016

Arriva da New York..

Post n°7702 pubblicato il 30 Settembre 2016 da nina.monamour

 

Un'impresa funebre ha pensato di offrire un nuovo servizio per bambini e anziani durante l'ultimo saluto ai propri cari.

In certi momenti più che una parola di conforto serve un naso umido che si accucci vicino a noi e si faccia coccolare. Ne è convinto Matthew Fiorillo, titolare della Ballard-Durand Funeral & Cremation Services di New York, un servizio funerario che ha indrodotto una nuova figura, quella del cane da consolazione.

Il cucciolo si chiama Lulu, è un goldendoodle e da qualche tempo offre conforto soprattutto ai bambini e agli anziani che assistono all'ultimo saluto a uno dei propri cari.



Lulu porta una pettorina che reca la scritta: "Accarezzami, sono un amico" e pare abbia una sensibilità unica nel capire cosa sia il caso di fare e cosa no.

Con i bambini, ad esempio, Lulu si concentra sul gioco e cerca di distrarli dal dolore.

Quando invece si tratta di un anziano si pone a lato del banco, unisce le zampette e sembra che preghi insieme alla persona in lutto.

La pet therapy, del resto, è una realtà che funziona anche negli ospedali e nei centri di cura e l'idea di Fiorillo è stata quella di applicarla anche all'industria funeraria. Pare che i suoi clienti siano grati per la presenza di Lulu che reca quel conforto momentaneo a sostegno del momento dell'ultimo saluto.

 

 

 

 I nostri amici a quattro zampe sono una fonte inesauribile di amore e conforto. Ancora una volta una bella storia che spero potrà essere fatta propria anche da tanti impresari di pompe funebri italiani per aiutare i propri clienti a superare i drammatici momenti legati alla cerimonia funebre. Certo non tutti i cani potrebbero essere adatti a questo ruolo, così come non tutti possono fare ad esempio pet therapy con i malati in Ospedale. 

Buona giornata e buon lavoro.

fonte Panorama

 
 
 

L'invasione..

Post n°7701 pubblicato il 29 Settembre 2016 da nina.monamour

 

A metà Luglio è arrivato in Italia Pokemon Go, una versione rinnovata del famoso videogioco che dal 1996 imperversa sulle consolle di bambini e ragazzi di tutto il mondo, con oltre 275 milioni di pezzi venduti. E così quest'Estate i famosi piccoli mostri hanno trovato casa negli smartphone di utenti di mezzo mondo.



Il giorno in cui il gioco è uscito in Italia, mi trovavo con una amica e il suo nipotino, che non ha perso un minuto per iniziare a giocarci; lo vedevo così elettrizzato che gli ho chiesto di farmi vedere come funzionava. Dunque si scarica l'applicazione del gioco sul proprio cellulare e gli si permette di individuare il luogo in cui ci troviamo, che diventa così lo scenario della caccia ai piccoli mostri.

Noi eravamo seduti in piazza a prendere un gelato e il ragazzino mi ha fatto subito notare che proprio lì vicino c'era un Pokemon; mentre a passo veloce lui si è diretto verso una fontana per catturarlo, ecco sopraggiungere un ragazzino dall'altro lato della piazza che lo ha catturato battendolo sul tempo. All'inizio ho pensato che, tutto sommato, fosse meglio un gioco come questo che ti fa muovere e, girare per la città e vedere perfino i monumenti, piuttosto che uno che si incolla per ore ad una sedia davanti ad uno schermo.

Ma poi è successo qualcosa che ha "ribaltato" il mio giudizio.

Quando abbiamo lasciato la piazza, Roberto ci precedeva e continuava a giocare camminando sul marciapiede, ad un tratto, deve avere visto sullo schermo un Pokemon da catturare proprio dall'altra parte della strada. D'istinto ha deviato la sua rotta scendendo dal marciapiede, pronto ad attraversare la strada senza curarsi di guardare se stessero arrivando macchine e noi, altrettanto d'istinto, l'abbiamo bloccato affarrendolo per un braccio.

Non c'è bisogno di molte parole per dire quanto sia potenzialmente pericoloso questo gioco, nelle ultime settimane di questo si è parlato spesso durante i telegiornali, segno che la mia è stata un'impressione ampiamente condivisa. E il bello è che il gioco non sta ammaliando solo i ragazzi e forse non ci crederete ma ho visto due uomini adulti inchiodare le loro auto in pieno centro e scendere trafelati per contendersi la cattura di un Pokemon, discutendo piu' che animatamente su chi l'avesse avvistato per primo.

Che dire, l'allegra follia di questo gioco è forse un modo per distrarsi dalla realtà che spesso, oggi, allegra non è ma che merita invece tutta la nostra attenzione, come pure la merita la salvaguardia della nostra incolumità, almeno quella non dovremmo metterla a rischio, non credete?

 
 
 

Contro la rabbia..

Post n°7700 pubblicato il 28 Settembre 2016 da nina.monamour

 

 

Giornata Mondiale 28 Settembre

 

 

Sono più di 55.000 le persone che muoiono di rabbia ogni anno. La maggior parte vive in Africa e in Asia. Il 60/70% delle vittime sono bambini e ragazzi dai 5 ai 15 anni. E' una malattia infettiva causata da un virus che colpisce il sistema nervoso.

La trasmissione all'uomo avviene tramite il morso di un animale, nel 98% dei casi da morsi o graffi di cani domestici infetti.

Possono trasmetterla anche altri animali quali volpi, pipistrelli, gatti selvatici.

 


L'obiettivo di questa Giornata mondiale contro la rabbia è sensibilizzare l'opinione pubblica sull'impatto di questa malattia, nell’uomo e negli animali, sull'importanza della prevenzione e sulle strategie di eradicazione del virus attraverso la vaccinazioni degli animali, l’educazione delle persone al rischio, e favorendo l’accesso a cure mediche appropriate per coloro che sono stati morsicati da un animale.

 

 

In particolare, l'evento ha come obiettivo il coinvolgimento di 55 mila persone, una per ogni persona morta per rabbia.

La numerosità dei partecipanti fu già superata durante la prima edizione della Giornata mondiale della rabbia, nel 2007, a cui parteciparono circa 400 mila persone in 74 Paesi, dimostrando un interesse che, in questi anni, ha portato alla realizzazione di eventi in 135 Paesi, di campagne educative per 150 milioni di persone e di campagne vaccinali per 4,6 milioni di cani

 

Buona giornata

 

 
 
 

Il dialogo..

Post n°7699 pubblicato il 27 Settembre 2016 da nina.monamour

 




In ogni rapporto umano, la cosa più importante è parlare.

Ma le persone non lo fanno più, non sanno più sedersi per raccontare e ascoltare gli altri.

Si va a teatro, al cinema, si guarda la televisione, si ascolta la radio, si leggono libri,

ma non si conversa quasi mai.

 

 

 


Buona giornata

 
 
 

Tra miti e leggende..

Post n°7698 pubblicato il 26 Settembre 2016 da nina.monamour

 

 
L'oracolo di Capo Vaticano

Stamattina desidero parlarvi di un posto incantevole, a lungo considerato luogo inaccessibile e sacro, Capo Vaticano, con il suo promontorio magico, si affaccia sul mar Tirreno nella provincia calabrese di Vibo Valentia. La magia salta agli occhi già dal nome, Vaticano deriverebbe infatti dal latino Vaticinium, che significa oracolo, responso, a rievocare una leggenda che vuole la punta estrema del promontorio abitata dalla Profetessa Manto.

A Lei si sarebbero rivolti i naviganti prima di avventurarsi tra i vortici di Scilla e Cariddi e lo stesso Ulisse,

 

 

scampato agli scogli del pericolo, avrebbe chiesto auspici a Manto circa la prosecuzione del suo viaggio. Ricorda le antiche origini di questo mito anche lo scoglio che sta davanti al capo e porta il nome di Mantineo, dal greco Manteuo. Sotto il promontorio si distendono spiagge di sabbia bianca e finissima, lambite da un'acqua cristallina.

Tra le spiagge più suggestive Torre Ruffa, teatro di una triste e leggendaria vicenda. Rapita dai Saraceni, la bella e fedele vedova Donna Canfora si sarebbe gettata dalla loro nave al grido "Le donne di questa terra preferiscono la morte al disonore!".



Proprio per onorarne il sacrificio il mare cangia colore ad ogni ora ed assume tutte le sfumature dell’azzurro velo che ne cingeva il capo, e l’eco delle onde, che s'infrangono contro la battigia, altro non sarebbe che lo struggente lamento con cui Donna Canfora saluta ogni notte la sua amata terra.

Pagine piene d’amore furono invece dedicate a questa terra dal veneto Giuseppe Berto che scelse Capo Vaticano per dimora e definì questo tratto di litorale "Costabella", contribuendo molto allo sviluppo turistico della zona.

Un tempo arido e selvaggio, oggi il promontorio è un giardino incantevole, un affaccio naturale sul mare con una delle viste più sorprendenti sulle isole Eolie.

 

 

 


 
 
 

L'Estate è finita..

Post n°7697 pubblicato il 25 Settembre 2016 da nina.monamour

Nei pomeriggi settembrini, con le spiagge che ormai cominciano a svuotarsi (almeno al Sud) e il sole che tramonta prima e scalda meno, è un classico, ci sentiamo un pò malinconici.

Prima di continuare, desidero puntualizzare che non è lo stesso post dell'altro giorno, quello si chiama "Stress da rientro", questo "L'Estate è finita".

Premesso ciò andiamo avanti, tutti sappiamo che le vacanze durano poco rispetto ai lunghi mesi di lavoro, eppure bastano quei pochi giorni di stacco totale a farci sentire il peso del ritorno alla routine giornaliera, vero?  In fondo, tornare dalle vacanze è come fare ritorno a se stessi dopo aver esplorato uno spazio, fisico e mentale, diverso. Ma allora, io mi chiedo, come riuscire a far tesoro di quello che abbiamo vissuto e provato durante le vacanze trasformando la nostalgia in nuova energia per il quotidiano che sta per ricominciare?

 


Innanzitutto diciamo che sonno e riposo sono fondamentali per affrontare le nuove giornate di lavoro di buonumore; se durante le vacanze non abbiamo badato a troppe regole, ora come prima cosa dovremmo rimetterci in riga con il sonno, per essere freschi e pronti a concentrarci di nuovo sui nostri compiti.

Poi ci sono i ricordi da gestire affinché diventino anch'essi motivo di positività, un souvenir appoggiato sulla scrivania o comunque in un posto dove sia ben visibile può aiutare. Secondo me  immaginare di tornare in un posto piacevole e rilassante spesso basta ad alleviare lo stress e l'ansia da rientro.

Anche organizzare cene ed incontri con gli amici per scambiarsi racconti e fotografie può aiutare a neutralizzare la malinconia; è un classico, quando si racconta qualcosa che si è vissuto si aggiungono particolari, magari anche un pò fantasiosi, che danno ai nostri ricordi un pizzico di mitologia, con grande soddisfazione anche per noi stessi.

Addio Estate, e poi c'è lo sport, anche se non siamo patiti, sicuramente in vacanza abbiamo fatto piu' attività fisica del normale, magari abbiamo nuotato o camminato. E allora, perchè non continuare? Penso che ci guadagnerà non solo il nostro fisico ma anche la mente perché il movimento libera le famose endorfine, che ci fanno sentire felici e anche un pò euforici, tenendo lontana la tristezza.

Ma se davvero proprio niente aiuta a scacciare la malinconia, allora forse non è solo la vacanza che ci manca, magari è arrivato il momento di fare un pò di pulizia nella nostra vita ed eliminare quello che non ci piace. Certo non si può cambiare e subito, ma si può approfittare del ritorno, che è sempre una nuova partenza, per pensare a quello che non ci piace nel nostro modo di vivere ed iniziare a fare piani per rinnovarci.


 


Ah...dimenticavo, se possibile, cerchiamo di tornare al lavoro di Martedì, eviteremo la frenesia tipica del Lunedì

 

 

e, soprattutto, il Venerdì sarà piu' vicino!!

 

Buona Domenica


 
 
 

I contadini del futuro..

Post n°7695 pubblicato il 24 Settembre 2016 da nina.monamour

Alcuni anni fa, tornando dalle vacanze estive, trovai che sul mio terrazzo, in un vaso di fiori, si erano impiantati dei semi di peperoncino che avevano dato vita ad una meravigliosa pianticella con tanti cornetti rossi.

 

 

Quell'episodio mi diede il "la" per iniziare a coltivare sul mio terrazzo una serie di erbe aromatiche e, in seguito, alcuni alberelli di limone,

 


Certo le piante, anche le piu' piccole, vanno amate e curate, ma per me, oltre ad essere un modo per rilassarmi, è una grande soddisfazione perché vedere le piante crescere e dare i loro frutti dà gioia agli occhi e all'animo. E poi vuoi mettere il sapore dei frutti di una pianta coltivata in maniera naturale?

E' un sapore vero e intenso, niente a che vedere con il non-profumo di tutto quello che viene coltivato nelle serre a suon di fertilizzanti. Insomma, nel mio piccolo anche io faccio orgogliosamente parte di quella schiera sempre piu' vasta di persone che negli ultimi anni si sono lasciate conquistare dalla passione della coltivazione.

Un fenomeno che oggi ha raggiunto dimensioni notevoli ed ha attecchito (è proprio il caso di dirlo) non solo sulle terrazze delle nostre case, ma anche negli spazi verdi degli edifici pubblici e soprattutto nelle grandi aree urbane dove, grazie anche all'iniziativa di diversi Comuni, sono nati tantissimi orti urbani.

Così, con una spesa di affitto davvero irrisoria, la gente può avere il piacere e la soddisfazione di coltivare quello che serve per riempire la dispensa di casa. Sicuramente in questi tempi di crisi la possibilità di mangiare sano a costi contenuti è stata la motivazione iniziale.

Oggii però è scattato qualcos'altro, la disponibilità di un orto ha cambiato le abitudini, i gusti alimentari e, via via, il rapporto con l'ambiente e anche con le persone. Gli orti cittadini condivisi sono diventati, per esempio, un luogo di aggregazione, dove la Domenica gli orticoltori  grandi e piccoli del quartiere stanno insieme e organizzano delle grandi tavolate.

E così, un piccolo esercito di contadini urbani ha sottratto al degrado diversi appezzamenti di terreno. Adesso la palla è passata alle scuole e sono partiti tanti progetti di orti didattici. Una scommessa importante perchè seguire la crescita di una pianta, vedere il miracolo di un fiore che diventa frutto insegna quell'amore e quel rispetto per la natura che nessun libro può insegnare, siete d'accordo?

Chissà, forse questo è l'inizio di un'importante rivoluzione, forse la terra, da sempre ricchezza di ogni uomo, sta riscoprendo silenziosamente il suo ruolo di madre che ci educherà di nuovo a lavorare insieme per uno stesso obiettivo....

...una bella scommessa di civiltà!!

 

 

 

 

Buon Sabato

 
 
 

Buona giornata..

Post n°7694 pubblicato il 23 Settembre 2016 da nina.monamour

 

 

Quelle come me guardano avanti,

anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro.

Alda Merini

 

 

 

 

 
 
 

E' arrivato l'Autunno..

Post n°7693 pubblicato il 22 Settembre 2016 da nina.monamour

 

 

La parte difficile non è dimenticare il passato.

La parte difficile è dimenticare il futuro che avevi immaginato..

 

 

 

 

 

 

Benvenuto

 

 

 

 

 
 
 

Buon Pranzo..

Post n°7692 pubblicato il 22 Settembre 2016 da nina.monamour

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Stress da rientro..

Post n°7691 pubblicato il 21 Settembre 2016 da nina.monamour

All'inizio dell'Estate ci concentriamo sempre molto sull'organizzazione della nostra agognata vacanza e pianifichiamo tutto nei minimi dettagli per far sì che le ferie siano un periodo di riposo perfetto, senza intoppi e senza stress. E dopo la vacanza? Buio pesto, terra di nessuno, solo l'incubo di una strada lunghissima da percorrere fino alle prossime ferie.

E una certezza, valigie da disfare,

 

 

lavatrici da fare,


 

montagne di panni da stirare, ma se vogliamo che i benefici della vacanza non scompaiano in un battito di ciglia sarebbe bene pensare che anche il ritorno a casa merita merita un pò della nostra attenzione. Il rientro coincide non solo con il ritorno alla routine quotidiana, ma anche alle responsabilità della vita.

Dopo essersi buttati tutto alle spalle, tornare alla realtà può essere traumatico, quindi come evitare che questo capiti? Come far durare il piu' possibile l'effetto rigenerante delel vacanze? Qualche accortezza per riuscirci c'è, infatti la prima cosa da evitare è rientrare solo il giorno prima del ritorno al lavoro, la cosa migliore sarebbe fare in modo che passino almeno due o tre giorni prima di riprendere. Questo aiuta molto perchè passare dal relax assoluto all'impegno assoluto può diventare davvero pesante sia per il corpo sia per la mente.

Invece, con qualche giorno nel mezzo, abbiamo la possibilità di riabituarci alla routine con un pò di gradualità. Una volta rientrati poi, l'ideale sarebbe, se la situazione lo permette, non strafare per qualche giorno, evitare orari troppo lunghi e organizzarsi in modo da dare la precedenza ai compiti inderogabili, non si può dare risposta a tutto in un solo colpo!

E poi importante mantenere alcune belle abitudini delle vacanze, per esempio uscire un pò la sera anche solo per una breve passeggiata.

Insomma vietato cominciare subito ad essere tutt'uno con il divano davanti alla Tv. E ritagliatevi del tempo anche per l'estetica, mettendo in atto tutte quelle strategie che aiutano a mantenere l'abbronzatura; anche l'abbigliamento gioca un ruolo importante in questo periodo di adattamento, passare dal bikini al tailleur è un pò traumatico, non vi pare?

E allora si può scegliere una via di mezzo con un abbigliamento piu' casual che vi faccia sentire meno "prigioniere". E anche il cibo fa la sua parte, dopo pasti leggeri e freschi, tanta frutta e tanta acqua, sarebbe sbagliatissimo iniziare a mangiare pesante, vi farebbe immediatamente riassaporare l'atmosfera invernale.

E poi le valigie, disfare le valigie praticamente ma non mentalmente, ossia cercare di mantenere una mente "leggera" e ottimista, almeno per un pò, senza rintanarci in casa; anche una gita in giornata può fare bene.

In fondo, chi ha detto che bisogna aspettare per forza altri dodici mesi per sentirsi di nuovo spensierati? E poi non dimentichiamo le....vacanze natalizie!

 

 


 
 
 

Attività varie..

Post n°7690 pubblicato il 20 Settembre 2016 da nina.monamour

Avete mai provato a chiedere ai vostri figli di piantare un chiodo o attaccare un bottone? Quasi certamente l'esperimento li metterà a dura prova e produrrà risultati a volte esilaranti. D'altra parte le capacità manuali, anche se fossero innate, vanno esercitate esattamente come ogni altra abilità.

Inorridiamo se i ragazzi non usano bene il congiuntivo, se sono ignoranti in Letteratura o se, come dicono alcune ricerche, hanno un basso divello di cultura matematica e scientifica. Ma chi si scandalizza se un ragazzo non sa sostituire una lampadina o la ruota di un'auto? Eppure il saper fare non è il terzo, è meno importante del sapere.

Nel 1963 la riforma dell'Istruzione istituì la scuola media unificata e tra le materie venne inserita "Applicazioni Teniche", obbligatoria per il primo anno, che diventava facoltativa per il secondo e il terzo.

 


Insomma, già da allora la materia in questione era considerata secondaria, al tempo in Applicazioni Tecniche prevedevano per i ragazzi piccoli progetti da realizzare in laboratorio con il compensato, imparare a collegare i fili elettrici per accendere una piccola lampadina, eseguire gli esperimenti studiati durante le ore di Scienze e cose simili.

Alle ragazze toccavano invece il ricamo, l'uncinetto e il prunto croce, ragazze ricordate? Io lo ricordo bene, e devo dire che questa materia mi ha insegnato tanto, so ricamare, so usare l'uncinetto, cucire un bottone e tante altre cose.

Discriminante?

Direi solo apparentemente, infatti queste "attività femminili" non solo sono legate alla creatività, ma hanno sul cervello lo stesso effetto che ha, per esempio, imparare a scrivere a mano, interessano cioè le aree coinvolte nell'attività del pensiero, del linguaggio e della memoria e inducono uno sviluppo dell'attività dei neuroni.

 

 
 
 

I mille volti della paura..

Post n°7689 pubblicato il 19 Settembre 2016 da nina.monamour

Chi da piccolo non ha mai avuto paura del buio? Be', è una delle prime paure che si sperimentano, perché il buio nasconde persone e cose intorno a noi e tutto quello che è ignoto, si sa; crea ansia. In seguito, dall'infanzia in poi, ognuno di noi sviluppa le sue personalissime paure, perché e paure sono la conseguenza di situazioni che abbiamo vissuto e ci hanno turbato o stressato.

Ricordo un'amica che, dopo la nascita del suo primo figlio, improvvisamente cominciò ad avere paura di volare; mi raccontò che un giorno in cui le condizioni meteo erano pessime e lei aveva preso l'aereo come aveva fatto mille altre volte (vive a New York), al momento del decollo era stata colta dall'angoscia, che cosa sarebbe successo a suo figlio se a lei fosse capitato qualcosa?



Da quel giorno, per lei volare era diventato un serio problema e quando era in aereo soffriva in silenzio con il cuore a mille. Dopo alcuni anni mi disse che piano piano la sua paura era diminuita e che per esorcizzarla le era servito molto parlarne apertamente con altre persone ma anche farsi spiegare da un Pilota il principio in base al quale un bestione di circa 350mila chili riesce a rimanere sospeso nell'aria.

La paura di volare non è rara, ma le statistiche dicono che ve ne sono anche altre molto diffuse; dalla paura di stare in alto (acrofobia), anche solo su una scala o un balcone, alle fobie, diffuso soprattutto tra le donne, dei serpenti (ofidiofobia) e dei topi (musofobia). Poi ci sono anche la paura di parlare in pubblico (glossofobia) e la ben nota claustrofobia, ossia paura degli spazi chiusi e ristretti, anch'essa molto diffusa.

Fra quelle piu' singolari c'è poi la paura dei clown, che interessa indistintamente adulti e bambini, e che pare sia stata alimentata da tutta una serie di film horror che hanno come protagonista proprio questa figura circense.

 

 

Ma oggi un'altra paura si sta diffondendo ed è quella legata al terrorismo che ha messo in crisi adulti e soprattutto bambini; rassicurarli non è facile perchè non è facile rassicurare in primis noi stessi. Forse parlarne e farne parlare è un buon inizio e poi...si naviga a vista in equilibrio tra spiegazioni, rassicurazioni e coccole.

Comunque non vergogniamoci delle nostre paure, perchè le abbiamo un pò tutti, e tutti cresciamo solo imparando a conoscerle e superarle.


 


 

Buon inizio di settimana

 
 
 

Perdonare e dimenticare?

Post n°7688 pubblicato il 18 Settembre 2016 da nina.monamour

Se qualcuno ci fa un torto, o peggio, ci fa del male, o ci tradisce, che cosa proviamo? Bé, sicuramente tanta rabbia, e purtroppo la rabbia è un sentimento che ti avvolge, ti travolge e non ti dà modo di vedere altro.



Fateci caso, quando si provano rabbia e risentimento per qualcuno, è come se la nostra vita ruotasse intorno a quello; ci svegliamo e ci pensiamo, andiamo a dormire e ancora ci stiamo pensando. La rabbia a volte poi sfocia nella vendetta, ma vendicarsi non significa liberarsi, al contrario, è l'anticamera di sensi di colpa che possono durare tutta la vita. Insomma la rabbia è un sentimento dittatore che ci tiene in ostaggio e quindi non ci fa essere liberi di vivere serenamente.

Fatta questa premessa, c'è solo una soluzione per eliminare la rabbia, dare spazio al perdono! Facile a dirsi ma non a farsi, direte giustamente Voi, e probabilmente è così se si guarda alla faccenda dal punto di vista piu' ovvio e scontato. Ovvero, se sono stato offeso, maltrattato, ferito, l'unica cosa che può risarcirmi è che il colpevole mi chieda scusa o venga punito. Ecco, se la mettiamo così, la faccenda potrebbe non risolversi mai, questo tipo di ragionamento fa dipendere la nostra serenità da qualcun altro e ci rende prigionieri di quella situazione.



E sapete perché?

Perché magari, ed è ciò che capita il piu' delle volte, la persona che ci ha fatto un torto non crede di avercelo fatto, oppure non è pentita, oppure non è affatto interessata al nostro perdono. Alla fine, così, chi ha fatto qualcosa di male continua tranquillamente la sua vita, mentre noi che lo abbiamo "subito" stiamo male. Perdonare è un'arte impegnativa, ha bisogno di esercizio e di concentrazione, forse sarebbe utile considerare come prima cosa che un torto subito è inevitabilmente passato nel momento in cui è accaduto!

Vivere nel passato significa fermarsi, non progredire e non crescere, e spesso proprio una delusione può dare il là per voltare pagina e migliorare la propria vita. Inoltre, in ogni situazione c'è qualcosa di positivo, a volte è meno vistoso del negativo, ma c'è!

Un esempio banalissimo, una persona che credevate amica vi ha fatto un torto grave? Forse, anzi sicuramente, non era davvero amica e forse (quì il lato positivo) dovete porvi qualche domanda su quali siano per Voi le caratteristiche fondamentali per considerare amica una persona.

 


Certo, perdonare è una fra le sfide piu' difficili da lanciare a se stessi, forse perchè si è convinti che renda deboli (non è il mio caso), mentre invece è l'esatto opposto. Perdonare implica infatti il dover lottare per superare le proprie emozioni negative con il risultato però che, dopo, avremo imparato a far dipendere la nostra serenità solo da noi stessi. E come scrisse Alda Merini, "non c'è niente che faccia impazzire chi ti ha fatto del male come vederti felice", e questo aforisma l'ho fatto mio.



Non ho tempo da perdere, odesso piu' che mai..




 

 
 
 

Women do it better..

Post n°7687 pubblicato il 17 Settembre 2016 da nina.monamour

Buongiorno a tutti, oggi voglio parlare delle donne al volante, d'accordo, noi donne abbiamo qualche difficoltà (ma non sempre) a prendere le misure quando parcheggiamo.




Ma si sa che questo è perché usiamo maggiormente l'emisfero del cervello che presiede alle emozioni, a differenza dell'uomo che usa di piu' l'emisfero logico.
Ma questo non giustifica assolutamente l'uso e l'abuso del famoso detto "donna al volante, pericolo costante", ormai, vi assicuro, superato soprattutto nei fatti. E Voi vi starete chiedendo, quali?


Uno principalmente che parla forte e chiaro, da una delle ultime indagini commissionate da una grande compagnia assicuratrice risulta che il 60% (che equivale a 2 persone su 3) delle donne motorizzate non ha mai avuto incidenti, contro il 40% degli uomini.
D'accordo, una recente indagine condotta dall'Agenzia dei trasporti britannica rileva che le donne avrebbero effettivamente bisogno di piu' ore di addestramento rispetto agli uomini per ottenere la patente di guida.

E con questo?

Che cosa ha a che fare questo con la pericolosità? Intanto c'è da dire che, se la vogliamo mettere sul piano storico, noi donne abbiamo incominciato a confrontarci regolarmente con la guida solo da pochi decenni, l'uomo invece, da quando l'auto è stata inventata.




Il cervello si sviluppa e si evolve anche in base alle attività che si svolgono e alle cose che s'imparano, è l'evoluzione della specie, insomma. Dateci un pò di tempo, no? E comunque anche se ci mettiamo di piu' a parcheggiare, che male c'è? E soprattutto che male facciamo agli altri? Ah sì, dimenticavo, intralciamo i signori uomini quando sfrecciano in città a velocità inutile e pericolosa e si ritrovano bloccati dalla Signora di turno che parcheggia e che dunque rallenta la loro corsa fino al prossimo semaforo rosso.



Forse bisognerebbe che i nostri mariti, compagni e amici smettessero di vedere la pagliuzza che c'è nel nostro occhio ignorando la trave che sta nel loro; perché, se vogliamo proprio dire la verità, ad essere pericolosi in macchina siete proprio Voi, Signori uomini!

Correte in città come se foste sul circuito di Imola, accelerate, frenate e fate slalom nel traffico continuamente con il risultato di far venire il mal di mare al malcapitato che vi siede accanto, per non parlare che vi innervosite se non trovate parcheggio e guai se chi viaggia davanti a voi è minimamente indeciso se girare o andare dritto, ecco allora il vostro linguaggio diventa stile stadio, ah, ah, ah..

Volete che vada avanti?

No, meglio di no, ah, un'ultima cosa, noi donne veniamo accusate di dedicarci al maquillage mentre guidiamo con conseguente perdita di attenzione alla strada.



Sì certo, è una pessima cosa, però in genere lo facciamo quando siamo al semaforo e c'è sempre dietro uno di Voi pronto a strombazzarci non appena la luce diventa verde.

Ma quando imparerete ad essere un pò piu' pazienti?

 

 

 

 

 

 
 
 

Anche se ci fanno soffrire..

Post n°7686 pubblicato il 16 Settembre 2016 da nina.monamour

 

 

 Al centro di alcune ricerche ci sono la storia dei tacchi alti e le motivazioni sociali per cui le donne ne siano attratte e continuino a indossare scarpe vertiginose, nonostante facciano male.



Ciò che si evidenzia fin da subito è che i tacchi non sono stati inventati specificatamente per le donne, ma anzi, servivano all’inizio agli uomini in guerra, i persiani sarebbero dei potenziali inventori, avendo escogitato un prolungamento delle scarpe per stare ben saldi alle staffe andando a cavallo durante le battaglie. Affascinati da questa ingegnosità, l’élite europea iniziò a emularli e lo stesso Re francese Luigi XIV° ne era particolarmente appassionato, a tal punto da tentare di bloccarne la diffusione ai ceti più bassi con alcune leggi per mantenerlo un privilegio per ricchi.


luigi_xiv


Ovviamente questo non ne fermò la divulgazione, così nel periodo dell’Illuminismo i più ricchi smisero di indossarli e schernivano uomini e donne di ceti inferiori che lo facevano. In tutta la storia seguente ci furono alti e bassi nella diffusione dell’uso dei tacchi, ma ad oggi possiamo dire che il loro utilizzo da parte delle donne possa essere legato, come molte altre mode (si veda per esempio l'abitudine degli uomini a depilarsi il petto), all’erotismo.

Il fatto che in questo periodo storico i tacchi siano simbolo del genere femminile rivela molte cose sullo stato della nostra attuale società. Innanzitutto il fatto che sia sempre più marcata la mescolanza dei generi femminile e maschile portano all’uso dei tacchi come uno dei modi per rimarcare la propria femminilità e la differenza tra i generi.

Questo discorso è ancora più complesso, in qualche modo, una donna che indossa i tacchi e quindi che si prende cura di sé e della propria femminilità ricoprirebbe un ruolo rassicurante, seppur incosciamente, sulle persone. I tacchi alti e qualsiasi altra cosa che possa rendere una donna attraente per un uomo eterosessuale, come il trucco, mandano dei messaggi inconsciamente rassicuranti come “Non ti preoccupare, so che io sono ancora una donna e tu un uomo.”



Le donne, dal canto loro, continuano a patire il dolore dei tacchi alti perché con essi si sentono più "potenti" tramite due meccanismi. In base al primo, essendo la donna abituata a essere considerata inferiore in una società patriarcale, ricerca il proprio potere attraverso l’approvazione degli uomini. In base alla seconda, in una società in cui alle donne viene insegnato che, ahinoi, per avere successo devono essere come gli uomini, l’altezza guadagnata col tacco fa percepire un senso di mascolinità e potere.

 

 
 
 

Una crudeltà inaudita..

Post n°7684 pubblicato il 14 Settembre 2016 da nina.monamour

 

Quante volte capita di arrabbiarsi con i propri figli per dei brutti voti? Tantissime, le distrazioni sono sempre dietro l'angolo e i bambini, si sa, amano giocare e divertirsi, piuttosto che stare chini per ore sui libri.

E le mamme impazziscono, ma anche aiutano il loro piccoli nelle difficoltà quotidiane, poi si sentono vicende agghiaccianti come quella capitata a una bimba di 7 anni che non ama la matematica e per questo prende brutti voti.



Dopo l'ennesimo richiamo da parte di Professori per la scolara, la madre ha deciso di punire la piccola in modo orrendo.

Quando gli insegnanti le hanno detto a Rosabel Munoz ancora una volta che la figlioletta di sette anni aveva preso di nuovo brutti voti in matematica, esasperata ha deciso di punirla mettendo in pratica però un castigo crudelissimo. La donna ha preso una candela, l'ha accesa, ha denudato la figlia e le ha bruciato i genitali con la fiamma. Un gesto che è costato alla piccola ustioni di secondo grado alle parti intime e danni permanenti oltre ad un ricordo indelebile nella sua mente.

L'episodio è avvenuto a Ibague, capoluogo del dipartimento di Tolima, nella Colombia centro-occidentale. La piccola, che è stata subito soccorsa, ha dovuto sopportare un mese di ricovero ospedaliero e un intervento di chirurgia ricostruttiva per poter ridurre i danni. La bimba ha riportato infatti ustioni di secondo grado alle parti intime e danni permanenti oltre ad un ricordo indelebile nella sua mente. La madre è stata immediatamente arrestata e successivamente riconosciuta colpevole del reato di tortura aggravata nei confronti della figlia durante il processo a suo carico.

Nel corso del procedimento giudiziario è emerso che la piccola era vittima da tempo di abusi in famiglia dove le punizioni fisiche e corporali erano all'ordine del giorno. Dopo i fatti ovviamente la piccola è stata tolta alla famiglia e affidata alla protezione dei servizi sociali locali che hanno riscontrato in lei disturbi comportamentali dopo le violenze subite.


fonte: LIFEGATE

 
 
 

Nel Sud della Francia..

Post n°7683 pubblicato il 13 Settembre 2016 da nina.monamour

 

 

Un'anziana coppia acquista una casetta in un paesino nel Sud della Francia per trascorrere gli ultimi anni.

Dopo qualche mese il marito incontra il Sindaco del villaggio che gli chiede:

- "Come va? Non vi annoiate troppo spero. Come trascorrete le vostre giornate?"

L'anziano risponde:
- "Alle 7 sveglia, attività sessuale.
Colazione, ri-attività sessuale, doccia.
Andiamo al mercato, alle 11 ritorno, attività sessuale, preparazione del pranzo.
Aperitivo, pasto, attività sessuale al dessert.
Alle 3 piccola passeggiata con la Signora.
Alle 6 ritorno, attività sessuale per non perdere l'abitudine.
Alle 7 cena leggera, una minestra, un pezzo di formaggio e un pò di attività sessuale.
Alle 8 e 30 circa ri-attività sessuale mentre laviamo i piatti.
Alle 9 andiamo a letto perché siamo stanchi."

Il Sindaco stupefatto domanda:
- "Ma quanti anni avete?"

- "Io 84 e Margherita 78"

- "Ma complimenti!" dice il Sindaco "Ma, esattamente, cosa intende per attività sessuale?"

- "Mi rompe i co.......ni!"

 

 

 
 
 

Vita di coppia..

Post n°7682 pubblicato il 13 Settembre 2016 da nina.monamour

Ieri riflettevo sul fatto che le coppie piu' riuscite nel mio gruppo di amici sono formate da persone con caratteri diametralmente opposti, strano, no? Gli opposti si attraggono, si dice, ma poi possono alla lunga anche coesistere? Bé, dipende.
Prendiamo per esempio la vita di coppia, non so se conoscete la storia dei porcospini si Schopenhauer, due porcospini che avevano freddo si strinsero l'uno all'altro ma poi,

 



dato che stando troppo vicini si pungevano con gli aculei, decisero di allontanarsi quel tanto che bastava per rsicaldarsi e, allo stesso tempo, per non farsi del male.


 


La storiella ci dice che per non pungersi bisogna rispettare gli spazi reciproci, in tutti i sensi; certo che, essendo una coppia composta da due persone differenti, non è strano che queste abbiano anche idee e punti di vista differenti. Il problema è quanto e su cosa i due sono differenti, perchè credo che questo determini le possibilità di essere compatibili o meno.

Voglio dire, se uno dei due è timido e l'altro è estroverso, questo può essere uno di quei casi in cui i componenti di una coppia si compensano; anzi, in genere un timido è molto attratto da chi timido non è. Ma ci sono poi anche dei casi in cui la sfacciataggine dell'uno potrebbe risultare molto invasiva alla riservatezza dell'altro. Poi certamente ci sono anche dei campi in cui le differenze di opinione possono essere causa di tensioni.



Per esempio, nell'educazione dei figli è fondamentale avere una visione comune, almeno nelle questioni importanti i genitori devono essere una sola cosa, in caso contrario il rischio è che i figli approfittino della diversità di vedute per fare un pò come pare a loro scatenando molta tensione nella coppia. E che cosa succede, poi, se un Lui e una Lei hanno opposte vedute politiche? Bé, la poltica, come sappiamo tutti, è qualcosa che infiamma gli animi.




Eppure i due Deputati Boccia e la De Girolamo, uno di centro sinistra e l'altra di centro destra, hanno dimostrato che si può essere avversari politici ma complici in amore (fino ad oggi, ah, ah, ah..). Anzi, forse addirittura un pacato confronto quotidiano tra le mura domestiche aiuta a trovare soluzioni e compromessi costruttivi in politica.

Perchè alla fine vivere in coppia significa sì essere uniti ma, allo stesso tempo, coltivare la propria individualità. Una continua oscillazione tra unione e autonomia soprattutto di testa, in modo da non far mancare mai aria nuova nella coppia. L'andare d'accordo passa anche attraverso la possibilità di confrontarsi e di discutere, se però i punti di vista raramente sono simili, può essere che all'inizio della relazione non ci si sia presi del tempo necessario per conoscersi.

A volte infatti si è così desiderosi di avere una storia d'amore che si finisce per confondere una persona che abbiamo incontrato e che conosciamo poco con l'immagine del compagno ideale che abbiamo sempre sognato.




E quando ci si sveglia dal sogno spesso la realtà non è piacevole!

 
 
 

Il robot tutto fare..

Post n°7681 pubblicato il 12 Settembre 2016 da nina.monamour

Conoscete Asimo? E' un piccolo robot multifunzione che assomiglia ad un piccolo astronauta! E' stato creato in Giappone, può camminare, girarsi, correre, salire e scendere le scale, ballare, dirigere un'orchestra, spostare gli oggetti e molto altro!




Per come stanno procedendo le cose, forse un giorno i robot saranno davvero molto umani, ma la domanda è" davvero i robot saranno in grado di sostituire l'uomo in tutto e per tutto?".  Gli Scienziati dicono che qualsiasi attività espressa da un algoritmo ovvero uno schema di calcolo, potrà essere replicata da un robot. All'interno di uno schema infatti le macchine sono capaci di operare in maniera molto rapida.

All'inizio magari con prestazioni scarse ma, via via analizzando i propri errori riescono a perfezionarsi!  Pensate alla dettatura vocale, vent'anni fa quando si dettava un testo a un computer si perdeva talmente tanto tempo a correggerlo che alla fine uno lasciava perdere.

Oggi la dettatura è davvero un grande risparmio di tempo, ma come dicevo prima, tutto questo avviene all'interno di uno schema e dunque di regole, Ma che cosa succede se si deve andare fuori dalle regole? Succede che il robot può trovare risposte solo grazie alle informazioni che ha già dentro e non è in grado di trovare soluzioni alternative.

Perciò non può avere un'idea nuova, creare qualcosa da zero o apportare una innovazione; e quì casca l'asino, permettetemi di dire, perchè non ci sarà mai un robot imprenditore, cioè capace di guardare una situazione da un punto di visto diverso. Insomma, se per un essere umano a volte l'eccezione è determinante tanto quanto la regola, per un computer incece, niente, niente regola, niente soluzione. E non parliamo poi delle relazioni interpersonali, volete mettere quanto è importante in una conversazione o in un discorso il tono della voce, la scelta delle parole, l'ironia?

Noi cogliamo tutto questo all'istante o adattiamo risposte e comportamenti in base alle informazioni che a mano a mano arrivano. E poi noi umani non siamo quasi mai lineari nei nostri pensieri, siamo contraddittori e complicati, magari diciamo una cosa ma ne stiamo pensando ad un'altra.

A tal proposito sapevate che esiste la Robocup?

 


E' un campionato mondiale di calcio per robot messi a punto da centri di ricerca di decine di Paesi con lo scopo finale di creare una "robosquadra" campione che sfidi e magari batta la nazionale del mondo.

Forse potrà anche succedere che i "robogiocatori" con i loro algoritmi riescano ad elaborare schemi di gioco e a contrastare le mosse dei giocatori in "carne ed ossa". Ma poi pensate che dopo un gol che decreta la vittoria potranno mai essere capaci di emozionarci?

Sono queste le immagini che ancora oggi a riveerle, ci danno gioia!

Buon inizio di settimana.

 

 
 
 

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